giovedì 10 dicembre 2015

Recensione #99 - Il vestito della sposa di Margherita Antonelli

Buongiorno carissimi come va? Io conto i giorni che mi mancano alle vacanze di Natale e spero volino! Ho voglia di relax e lettura, un connubio perfetto!!!!
Oggi torno con una recensione, quella di un libro scoperto per caso all'ultima Rassegna della Microeditoria di Chiari svoltasi in novembre. Eh già perchè spesso le cose capitano per caso ed il caso ha voluto che una mia ex compagna di università ed il suo ragazzo abbiano una piccola casa editrice ed io li abbia incontrati lì, ed al loro stand abbia adocchiato questo libro, con la sua cover che ammalia. Il libro è Il vestito della sposa di Margherita Antonelli, attrice, scrittrice per teatro, televisione e radio, al suo primo romanzo edito da La memoria del mondo libreria editrice che ringrazio per la copia, pag. 224.

Trama: Il romanzo narra la storia di due donne e una bambina. Primi anni '90. Eleonora è una giovane donna milanese, attrice alle prime armi, in procinto di sposarsi con Giovanni, promettente medico in carriera. Il giorno del matrimonio, il suo vestito da sposa viene sporcato da un maldestro bacio della suocera. Il vestito da sposa non arriverà mai alla lavanderia sotto casa; partirà, involontariamente, per la Bosnia. Cosa riserverà il destino a Eleonora? Sull'altra sponda dell'Adriatico, nella ex Jugoslavia, c'è un conflitto in atto. Qui incontriamo Karin, una giovane donna la cui vita è scandita dai ritmi della guerra: dovrà scappare per rifugiarsi in un campo profughi in Albania, dove darà alla luce una bimba. Nata morta, a detta dell'ostetrica. Le vite delle donne sono intervallate dalle fiabe di Maria, una bimba di soli nove anni, che inventa per far addormentare la sua bambola. Chi è Maria? Cosa c'entra il vestito da sposa di Eleonora? Cosa c'entra la bionda Karin con lei? Il romanzo parla di conflitti fuori e dentro di noi; conflitti laceranti, sordi e inspiegabili; conflitti che lasciano rovine nel cuore e nelle città, negli animi e nei popoli.

Un libro delicato questo, che tratta parallelamente più storie apparentemente lontanissime tra loro ma, in realtà, molto più simili e più vicine di quello che possa sembrare.
Il romanzo inizia con Karin, una ragazza bosniaca che cerca di portare avanti una vita fatta di lavoro e di quotidianità. Un'infanzia per niente facile, una famiglia che non è una delle migliori in cui una ragazza vorrebbe vivere ed un paese il suo che si sta sgretolando sotto i suoi occhi. Vive infatti in una Bosnia ferita, piombata da un momento all'altro in un conflitto a  fuoco che rivoluziona per forza di cose le vite di tutti i suoi abitanti, prima fra tutti quella della ragazza che vede il suo promesso sposo partire per il fronte tra i soldati dell'esercito nemico. Perchè ciò che fino al giorno prima del conflitto era possibile ora non lo è più, e gli amici diventano nemici.
C'è poi Eleonora, ad un passo dal matrimonio con il suo Giovanni, il fidanzato di sempre, un uomo solido e risoluto che saprà sicuramente renderla felice, forse.
Perchè la notte prima del grande giorno la ragazza è attanagliata dai dubbi, dal senso di abbandono per dover lasciare la propria casa di sempre e fa un'analisi del suo rapporto facendoci conoscere se stessa e il suo futuro sposo.
Cos'hanno in comune Karin ed Eleonora? Forse la loro smania di felicità che ricercano senza paura anche quando la vita sembra remare contro ed anche la loro voglia di non piegarsi alla vita che gli altri vorrebbero per loro, che la società in cui vivono - seppur agli antipodi - si aspetterebbe.
È interessare assistere all'inizio di un matrimonio cercando insieme alla protagonista di capire se il passo è stato quello giusto ed è altrettanto interessante assistere al trascorrere di una vita, cercando che sia la più normale possibile, nonostante il proprio paese venga raso al suolo, nonostante per farlo sia necessario scappare, rischiando tutto.
L'autrice sceglie di alternare i capitoli dedicati alle due donne, utilizzando la prima persona quando tratta si di Eleonora ed utilizzando invece la terza persona nel caso di Karin; questa scelta narrativa permette al lettore di non confondere mai le due voci e di rendere immediata la lettura.
Qualche capitolo viene inoltre dedicato a Maria, un bambina che racconta delle fiabe tenerissime alla sua bambola per farla addormentare; un personaggio che all'inizio non riusciamo ad inquadrare perfettamente ma che pian piano inizieremo a collocare nella trama che l'autrice ha architettato per noi.
La Antonelli è stata moltro brava a intrecciare queste tre storie creando un romanzo delicato, scritto in modo semplice ma incisivo e facendo trasparire i sentimenti che i personaggi vivono quotidianiamente; personaggi delineati in modo preciso ed impeccabile nella loro semplicità di persone assolutamente comuni.
Il lettore si troverà ad assistere alla loro evoluzione in un contesto storico difficile come quello della guerra nella ex Jugoslavia; un conflitto che tutti noi sicuramente conosciamo ma che forse non abbiamo mai approfondito dal punto di vista dei protagonisti. E non mancano neanche i colpi di scena che sanno dare alla storia una conclusione credibile ed intensa.
Un libro che ho letto in un paio di sere e che ha saputo tenermi incollata alle sue pagine.
Una bellissima scoperta che consiglio.
VOTO: 



4 commenti:

  1. Caspita, sembra proprio un bel libro! Sono stata a Sarajevo l'estate scorsa... ed è un'emozione indescrivibile, non saprei dirti quanto sia ancora tangibile la guerra. Io ho letto "Il diario di Zlata", un incredibile resoconto (vero!) del conflitto. Non è come capire la guerra.. ma di sicuro ci si avvicina. Te lo consiglio! :)

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  2. un contesto diverso dai soliti, almeno per me, sicuramente da tenere presente

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    1. Anche per me è un contesto inusuale e forse proprio per questo mi ha colpito così tanto! :)

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