venerdì 30 settembre 2016

Chi ben comincia #113 - Flawed - Gli imperfetti di Cecelia Ahern

Buongiorno lettori, finalmente è venerdì, e con il venerdì torna la rubrica Chi ben comincia, ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri e dedicata agli incipit dei libri.
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Oggi ho scelto di condividere con voi l'incipit di un libro che mi ha incuriosito così tanto che lo scorso week end, dopo aver terminato il libro in lettura mi ci sono subito fiondata! In realtà vi trascriverò le poche righe che costituiscono il primo capitolo - 2 per l'esattezza - e qualche riga del secondo, per poter avere un quadro più completo. Si tratta di Flawed - Gli imperfetti di Cecelia Ahern edito da De Agostini.

REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti


1.
Sono una ragazza che crede nelle definizioni, nella logica, nel bianco e nero.
Tenetelo bene a mente.
2.
Mai fidarsi di chi, senza essere invitato a farlo, si siede a capotavola in casa altrui.
Non sono parole mie ma di mio nonno Cornelius, che, per aver osato pronunciarle, è stato allontanato da questa stessa tavola, e credo ci vorrà del tempo prima che torni a essere il benvenuto. Il problema non è tanto cosa ha detto, ma a chi si riferiva, ovvero al giudice Crevan, uno degli uomini più potenti del Paese. E quest'uomo, malgrado il commento fatto da mio nonno lo scorso anno, siede di nuovo a capotavola in casa mia, in occasione delle celebrazioni per la Festa della Terra. 
Quando papà è tornato dalla cucina con una bottiglia di vino, ha trovato il suo posto occupato. Ho capito che la cosa lo infastidiva, ma trattandosi del giudice, papà si è semplicemente fermato dov'era, ha cominciato a giocherellare con l'apribottiglie, pensando nel frattempo a un piano B, e poi ha aggirato il tavolo per andarsi a sedere accanto alla mamma, all'estremità opposta, dove invece avrebbe dovuto accomodarsi il giudice.
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Cornelius mi è stato subito simpatico, questo va detto!!!
Per quanto riguarda il giudice Crevan, queste poche righe fanno supporre che probabilmente avrà un ruolo molto importante all'interno del libro.
E voi, lo avete già letto? Vi piace l'incipit?

giovedì 29 settembre 2016

Recensione #151 - Il gioco del male di Angela Marsons

Ciao a tutti, rieccomi con una recensione. Oggi vi parlo di un thriller,  Il gioco del male di Angela Marsons edito da Newton Compton Editori, pag. 384

Sinossi: Quando viene rinvenuto il cadavere di uno stupratore, la detective Kim Stone e il suo team sono chiamati a investigare.
Sembra un semplice caso di vendetta personale, ma l’omicidio è solo il primo di una serie di delitti che via via diventano più cruenti. È evidente che dietro tutto questo c’è qualcuno con un piano preciso da realizzare. Mentre le indagini si fanno sempre più frenetiche, Kim si ritrova nel mirino di un individuo spietato e deciso a mettere in atto il proprio progetto criminale, a qualunque costo. Contro un sociopatico che sembra conoscere ogni sua debolezza, la detective Stone si rende conto che ogni mossa potrebbe esserle letale. E così, mentre il numero delle vittime continua a crescere, Kim dovrà considerare ogni minima traccia, perché con un avversario del genere anche la più remota pista va percorsa per fermare il massacro. E questa volta è una questione personale.




Tempo fa vi avevo parlato di questa autrice e del suo esordio nel mondo del thriller con il libro Urla nel silenzio, recensione qui. Ora torna con un nuovo lavoro, in cui la protagonista è sempre la detective Kim Stone e lo fa, per quanto mi riguarda, in modo altrettanto convincente. Se nel primo libro il taglio della storia era particolarmente crudo, con avvenimenti e ritrovamenti spiegati nel dettaglio, qui l’autrice cambia registro, mettendo la storia sul piano psicologico e costruendo attorno alla mente umana, tutta la trama.
Kim si troverà infatti a fare i conti con un personaggio folle e subdolo, una psichiatra sociopatica che invece di aiutare come dovrebbe i suoi pazienti, li utilizza per degli esperimenti di controllo della mente al limite dell’immaginabile. Un osso duro per Kim che, nonostante ora sia una detective di successo, non è mai riuscita a superare il suo passato, che in questo libro assume un ruolo meno marginale e diventa parte integrante dell’intera storia.
Da subito sarete messi al corrente di tutto dall'autrice quindi non vi svelo niente di eclatante. Quello su cui la Marson ci fa riflettere è il come e non il chi!
Kim e Alex, sono due donne che si danno la caccia a vicenda cercando, ognuna, di non commettere errori che possano favorire l’altra.
All’inizio con la lettura di questo libro sono partita meno in quarta rispetto a quello che era successo con il precedente; avevo un po’ la sensazione di smarrimento che si prova quando ci si aspetta un certo stile e invece tutto cambia poi sono entrata nell’ottica, ho cominciato ad essere attratta da questo gioco al massacro che le due protagoniste, seppur in modo molto lento e psicologico, si ritrovano a fare e mi sono appassionata. Non è un libro di azione, quindi se è questo che cercate passate oltre, è un libro che scava nella mente dei personaggi, facendo emergere in modo predominante le loro paure e i loro difetti rendendoli protagonisti, sia in senso positivo che negativo. Già, perché sono le emozioni più che le persone ad avere un ruolo dominante in questo libro; lo è la rabbia verso uno stupratore, la gelosia verso una moglie capace di rifarsi una vita, la paura verso un figlio che si crede di non poter proteggere da un mondo pericoloso, il terrore di non essere mai sicuri in un luogo.
L’autrice è riuscita secondo me a far emergere le caratteristiche della maggior parte dei personaggi, creando alle loro spalle un passato, che interagisce bene con il presente e che lo rende convincente.
Interessante anche l’evoluzione del personaggio di Kim, che nonostante rimanga una persona chiusa, poco socievole e poco avvezza alle emozioni in questo secondo volume ha un’apertura verso il mondo esterno… almeno verso quello animale!!!
Per quanto riguarda la storia, forse in alcuni passaggi risulta un po’ troppo precipitosa – soprattutto nel finale - ed alcuni avvenimenti avrebbero potuto essere meno marginali, ma queste sono scelte che magari altri lettori possono apprezzare; di certo l’dea di base non è per niente male e, secondo me, in generale non lo è neanche il suo sviluppo. Un libro che può essere assolutamente letto anche senza il precedente perché, a parte per l’evoluzione del personaggio di Kim, è totalmente slegato dal primo della serie.
Ora non mi resta che attendere il terzo della serie che, vista la velocità con cui il secondo è stato pubblicato, spero non mi faccia aspettare troppo.
Che ne dite? Vi ispira? Lo leggerete?

 VOTO: 



martedì 27 settembre 2016

Recensione #150 - L'amore arriva sempre al momento sbagliato di Brittainy C. Cherry

Buongiorno carissimi, dopo aver iniziato la settimana con una carrellata di nuovi arrivi, oggi sono qui per condividere con voi una nuova recensione, quella del libro  L'amore arriva sempre al momento sbagliato di Brittainy C. Cherry edito da Newton Compton Editori, pag. 320

Sinossi: Ashlyn Jennings è una studentessa modello. Ama follemente leggere, soprattutto i drammi di Shakespeare, dentro i quali, spesso, cerca risposte alle domande che la vita le pone. E adesso di punti interrogativi ne ha molti, dato che ha appena perso sua sorella gemella e, come se non fosse abbastanza, sua madre è caduta in una grave depressione. Ashlyn deve andare a vivere con suo padre e la sua nuova famiglia nel Wisconsin. La devasta anche solo l’idea di trascorrere l’ultimo anno di scuola lontana dai compagni di classe, ma non può che fare le valigie. In viaggio verso la sua nuova casa incontra per caso Daniel Daniels, un uomo distrutto. Lui ha subìto due grandi perdite nella sua vita e sta cercando di rimettersi in sesto. Pensa a tutto meno che a trovare l’amore, ma l’incontro con Ashlyn è qualcosa che va oltre le semplici leggi della chimica. Entrambi cercano di dimenticare quello che hanno provato quel giorno, finché non si “scontrano” a scuola, dove essere allieva e professore non facilita affatto le cose…


Prima di parlarvi di questo libro devo necessariamente farvi una premessa: ho deciso di leggerlo unicamente per soddisfare l’obiettivo di una challenge che mi richiedeva la lettura di un new adult. Quando l’ho saputo ho pensato:”new che?????”
Eh già, non ridete ma ho dovuto interpellare un’esperta – Laura del blog La Biblioteca di Eliza – per farmi spiegare come riconoscerli e, vi dirò, durante la spiegazione già mi grattavo. Diciamo che le caratteristiche di questo genere non sono proprio le mie preferite ma, come si dice, quando il gioco si fa duro i duri iniziano a giocare. Avrei solo dovuto trovare un libro adatto, il meno peggio diciamo così! Parlando proprio con Laura mi ha proposto un libro che le era arrivato a sorpresa e che aveva accantonato; le recensioni erano molto positive quindi… perché no? Detto fatto, in pochi giorni era nelle mie mani e cominciavo a leggerlo con non poca riluttanza. Dal titolo e dalla trama mi aspettavo un libro super sdolcinato, quelle robe da diabete che non fanno proprio per me invece no, romanticismo sì ma mai da diabete e carie!!! ;)
Smettendola con le premesse devo dire che in generale mi ha stupito.
La storia è molto semplice, Ashlyn perde la sorella gemella a causa della leucemia e subito dopo il suo funerale è costretta a cambiare città e a trasferirsi da un padre che non le ha mai volute, che si è oltretutto rifatto una vita. Ovviamente non sarebbe un new adult se sul treno non incontrasse un bel tenebroso musicista – Daniel -, se entrambi non si innamorassero al primo sguardo e se non arrivassero a  raccontarci abbastanza nel dettaglio i loro incontri erotici. Ma ovviamente lui non è un lui qualsiasi – sarebbe troppo semplice – lui è il suo professore di inglese. Il gioco è un po’ quello delle commedie sexy all’italiana; la studentessa con il professore, quella perversione del proibito che rende i loro incontri ancora più intriganti. Se non fosse che tutto rema contro: anche il bel professore dagli occhi di ghiaccio ha una serie di lutti alle spalle ed una vita incasinata; se ci si aggiunge che non potrebbe stare con una sua studentessa tutto si complica ancora di più.
Carino è l’espediente che l’autrice usa per rendere Gabby, la sorella appena morta, una protagonista della storia: prima di morire infatti la ragazza ha affidato al suo ragazzo una scatola contente delle lettere da far avere alla sorella. In questa scatola c’è una lista, con le cose che, secondo Gabby, la sorella dovrà fare prima di morire; ad ogni voce della lista corrisponde una lettera che Ashlyn potrà leggere solo quando avrà depennato la voce corrispondente. Un modo carino per lasciare voce alla ragazza, che attraverso le lettere scherza anche sulla sua morte, stemperando un po’ la situazione e rendendo la lettura più scanzonata.
Lo stile è molto semplice e scorrevole, la narrazione è in prima persona e si alterna tra Ashlyn e Daniel permettendo al lettore di conoscere il pensiero di entrambi. Spesso mi sono ritrovata a sorridere per degli intermezzi divertenti inseriti dall’autrice ma spesso, udite udite, in più punti ho anche dovuto ricacciare indietro qualche lacrima che cercava prepotentemente di scendere dai miei occhi. Che mi stia rammollando con la vecchiaia??? Aiuto, devo preoccuparmi???
A parte gli scherzi, ho trovato che l’autrice abbia cercato di inserire all’interno di un libro leggero degli argomenti molto importanti, capaci di lasciare al lettore qualche spunto di riflessione; oltre alla morte che è il fulcro della storia, si parla infatti di omosessualità, di religione, di alcol e droghe, di bullismo, di amore, di amicizia, di genitorialità, il tutto in modo molto diretto ma senza che tutti questi temi risultino eccessivi o pesanti… mica facile eh!!!
Anche il riferimento alla letteratura è veramente interessante; Ashlyn è un’accanita lettrice ed adora Shakespeare, Daniel suona nei Romeo’s Quest, una band le cui canzoni sono ispirate proprio a Shakespeare  ed i cui versi aprono ogni capitolo del libro.
Ho adorato i personaggi di questo libro, sia i protagonisti che i comprimari, tra cui i figli della nuova compagna del padre di Ashlyn;  credo che l’autrice sia stata molto brava a creare delle personalità diverse ed un ruolo preciso per ognuno di loro.
A parte le scene di sesso molto esplicite ma, secondo me, mai eccessive, la storia è narrata con estrema delicatezza nonostante tratti temi forti e difficili. Anche le emozioni arrivano tangibili al lettore ma sempre ben ponderate.
Quello che mi ha lasciata un po’ perplessa è il modo in cui i due personaggi principali vengono delineati; lei ha diciannove anni, lui ventidue ma a volte ci vengono raccontati come se lei fosse una ragazzina e lui un uomo fatto e finito. È vero che i ruoli sicuramente li mettono su due piani diversi ma, accidenti, hanno tre anni di differenza ed il fatto che lui possa comprare alcolici e lei ancora no perché minorenne – siamo in America! – non rende lui un uomo navigato. A causa di questa scelta, ci sono delle banalità sparse qua e là che forse potevano essere evitate ma che, nonostante tutto, risultano poco fastidiose. Probabilmente questa scelta è dettata anche dal target di età cui i new adult sono destinati… non sono abbastanza esperta per esserne certa ma indagherò!
A parte questo, ho letto spesso voracemente per sapere come la storia si sarebbe evoluta e sono contenta di essermi buttata in questa lettura. Di certo il finale non spicca per originalità, ma non avrei visto un finale diverso per questo libro – ogni tanto ci sta anche! - quindi mi ritengo soddisfatta!
Non sarà uno dei più bei libri che io abbia letto ma è sicuramente un libro che ricorderò! Quindi senza dubbio promosso, e chissà che ogni tanto io non decida di ributtarmi su questo genere. Solo ogni tanto eh…
Che mi dite? Amate questo genere? Avete letto questo libro? Accetto consigli su titoli validi.

 VOTO: 



lunedì 26 settembre 2016

BibliOmaggi #12


Buooooooongiorno lettori! Come state? Passato bene il week end? Da me c'è stata la festa del paese quindi è stato parecchio movimentato! Per riprendere la settimana in bellezza ho pensato di presentarvi i libri che recentemente ho ricevuto in omaggio dalle case editrici. Mettetevi comodi perchè ce n'è veramente per tutti i gusti!!!
  • La distanza tra me e te di Francesca Lucrezia Scali edito da Newton Compton, che ringrazio per la copia, 288 pagine. Data pubblicazione:  01 settembre 2016. Secondo lavoro editoriale per la book-blogger Lucrezia Scali, dopo Te lo dico sottovoce - recensione qui - caso editoriale dello scorso anno.
Sinossi: Isabel abita a Roma, è poco socievole, precisa e abituata a programmare ogni dettaglio della sua vita, non sopporta le sorprese e non le piace cambiare i suoi piani all'ultimo momento. Andreas vive in un piccolo bilocale a Torino, gestisce l'officina del padre, ama la compagnia, il rischio e l'avventura. Due mondi incompatibili, uniti solo da un particolare: la passione per i cani. Ed è proprio quando li accompagnano a una gara che Isabel e Andreas s'incontrano. Quasi per gioco, iniziano a scriversi su Facebook. All'inizio brevi messaggi, che col tempo diventano frecciatine condite da ironia e malizia. E allora innamorarsi sarà un attimo. Sarebbe tutto perfetto, se non fosse che Isabel è sposata e Andreas è fidanzato. Il racconto di un amore scomodo, capace di usare l'autoironia come arma contundente. Perché il lieto fine, se ci sarà, avrà un prezzo per tutti.
  • Il gioco del male di Angela Marsons edito da  Newton Compton, che ringrazio per la copia, 348 pagine. Data pubblicazione:  01 settembre 2016. Secondo libro della serie dedicata alla detactive Kim Stone dopo Urla nel silenzio - recensito qui - che mi aveva conquistato. Devo dire che anche questo nuovo lavoro non è niente male. Tra pochi giorni la recensione!
Sinossi: Quando viene rinvenuto il cadavere di uno stupratore, la detective Kim Stone e il suo team sono chiamati a investigare.
Sembra un semplice caso di vendetta personale, ma l’omicidio è solo il primo di una serie di delitti che via via diventano più cruenti. È evidente che dietro tutto questo c’è qualcuno con un piano preciso da realizzare. Mentre le indagini si fanno sempre più frenetiche, Kim si ritrova nel mirino di un individuo spietato e deciso a mettere in atto il proprio progetto criminale, a qualunque costo. Contro un sociopatico che sembra conoscere ogni sua debolezza, la detective Stone si rende conto che ogni mossa potrebbe esserle letale. E così, mentre il numero delle vittime continua a crescere, Kim dovrà considerare ogni minima traccia, perché con un avversario del genere anche la più remota pista va percorsa per fermare il massacro. E questa volta è una questione personale.

  • Flawed - Gli imperfetti di Cecelia Ahern edito da De Agostini, che ringrazio per la copia, 377  pagine. Data pubblicazione:  13 settembre 2016. Un libro young adult distopico scritto da un'autrice che solitamente scrive altro. Primo capitolo di una saga che diventerà presto un film. Mi ha subito incuriosito!!! Chissà se la Ahern, che ho amato in altri lavori, mi convincerà anche in questo. Ho cominciato a leggerlo nel week end ma è troppo presto per dare un giudizio! Vi farò sapere presto.
Sinossi: In un futuro non molto lontano, il giudice Crevan è a capo della Gilda, uno speciale tribunale con il compito di condurre una spietata crociata contro l’immoralità. È lui e lui solo a decidere chi è un cittadino modello e chi invece è un “imperfetto”, un essere Fallato da marchiare a fuoco con una F sulla pelle e da allontanare dalla società civile. Celestine ha diciassette anni e non ha mai avuto dubbi sul suo ruolo nel mondo: è una figlia perfetta, una studentessa perfetta, ed è anche una fidanzata perfetta. La fidanzata di Art, il figlio del giudice Crevan. Ma un giorno tutto cambia. Celestine vede un Fallato in fin di vita e sente di doverlo aiutare. D’un tratto, ciò che ha sempre ritenuto giusto non lo è più, perché la compassione è più forte. Più forte della legge e delle rigide regole del giudice Crevan. Celestine decide quindi di soccorrere il pover’uomo e quel gesto si ripercuote su di lei con conseguenze drammatiche. Allontanata dalla famiglia, arrestata e umiliata, la ragazza viene trascinata in tribunale davanti a Crevan. E proprio lui, incurante delle suppliche di Art, la condanna a essere marchiata a fuoco come Fallata. Sarà durante il processo che la strada di Celestine incrocerà quella di Carrick Vane, un ragazzo misterioso e affascinante: l’unico amico su cui d’ora in poi Celestine potrà contare.
  • Lo stupore di una notte di luce di Clara Sanchez edito da Garzanti, che ringrazio per la copia, 398 pagine. Data pubblicazione:  12 settembre 2016. Attesissimo seguito de Il profumo delle foglie di limone che io lessi appena uscito. Adesso credo che lo rileggerò prima di cimentarmi in questo nuovo libro. 
Sinossi: È una notte stranamente luminosa. Una notte in cui il buio non può più nascondere nulla. Lo sa bene Sandra, mentre guarda suo figlio che dorme accanto a lei. Ha fatto il possibile per proteggerlo. Ma nessuno è mai davvero al sicuro. Soprattutto ora che nella borsa dell’asilo ha trovato un biglietto. Poche parole che possono venire solo dal suo passato: «Dov’è Julián?». All’improvviso il castello che Sandra ha costruito crolla pezzo dopo pezzo: il bambino è in pericolo. Sandra deve tornare dove tutto è iniziato. Dove ha scoperto che la verità può essere peggio di un incubo. Dove ha incontrato due vecchietti che l’hanno accolta come una figlia, ma che in realtà erano due nazisti con le mani sporche di sangue innocente, che inseguivano ancora i loro ideali crudeli e spietati. È stato Julián ad aiutarla a capire chi erano veramente. Lui che, sopravvissuto a Mauthausen, ha cercato di scovare quei criminali ancora in libertà. Lui ora è l’unico che può conoscere chi ha scritto quel biglietto e perché. Julián sa che la sua lotta non è finita, che i nazisti non si sono mai arresi. Si nascondono dietro nuovi segreti e tradimenti. Dietro minacce sempre più pericolose. E quando il figlio di Sandra viene rapito, l’uomo sente che bisogna fare qualcosa e in fretta. Perché in gioco c’è la vita di un bambino. Ma non solo. C’è una sete di giustizia che non può ancora essere messa a tacere. Clara Sánchez regala finalmente ai suoi lettori il libro che aspettavano con ansia, il seguito di uno dei romanzi più venduti e amati degli ultimi anni: Il profumo delle foglie di limone, un milione di copie vendute solo in Italia, ancora in classifica a cinque anni dall’uscita. L’unica autrice spagnola ad aver vinto i tre più prestigiosi premi letterari del suo paese: Alfaguara, Nadal e Planeta, con Lo stupore di una notte di luce torna a raccontare di Sandra e Julián. Torna a raccontare di una verità sconvolgente che pochi conoscevano. Una storia indimenticabile sulla forza delle scelte e il coraggio di non tradirle. Sulla impossibilità di dimenticare il male e sulle colpe che devono essere punite. Una storia di amore e speranza là dove nessuno crede possa essercene ancora.
 
  • Prometto di perdere di Pedro Chagas Freitas edito da Garzanti, che ringrazio per la copia, 306 pagine. Data pubblicazione:  15 settembre 2016. Libro ricevuto a sorpresa. Secondo lavoro dello scrittore dopo Prometto di sbagliare con cui aveva fatto molto parlare di se. Non avevo letto il primo romanzo perchè dopo le prime recensioni non sono riuscita a capire se fosse il mio genere. Con questo aspetterò un attimo per capire se sia il caso di cimentarmi o meno.
Sinossi: Sono stati gli innamorati e i folli a cambiare il mondo. La strada è piena di rumori: le macchine che sfrecciano, le voci dei passanti, i clacson impazziti. Ma l’uomo non sente nulla. È come se tutto il mondo si fosse fermato in un istante. Per lui esiste solo lei. Lei che stranita si guarda intorno mentre il vento le scompiglia i capelli. Non la conosce, ma non importa. Sa di amarla. In fondo per farlo basta guardare i suoi occhi, le sue mani e la sua bocca. L’amore non ha bisogno di altro. L’uomo le si avvicina e le chiede di essere sua per sempre. Lei gli dice di sì. Perché amarsi vuol dire essere folli. Solo allora scoprono i loro nomi, ma già i loro cuori li urlavano. In quel momento lui le fa la promessa più importante. Quella di perdere, di non riuscire a darle sempre quello che desidera, di fare scelte sbagliate. Eppure le promette che non desisterà, non cederà mai solo perché costruire è la strada più complicata. Solo chi non ha mai amato non ha mai perso. Ed è allora che comincia la sfida, la sfida che come loro tutti gli amanti devono affrontare, e ogni loro storia insegna qualcosa. Insegna che per restare insieme si devono fare errori. Si deve piangere e litigare, essere deboli, incoerenti e lunatici. La ragione non ha nulla a che fare con i sentimenti. È il sogno la loro giusta dimensione. Bisogna credere nell’impossibile. Perché l’impossibile accade, come nei film e nei libri. Il segreto è trovare le parole. Se si ama qualcuno l’importante è dirlo, ripeterlo, una volta e un’altra volta ancora. E convincere l’altro che l’amore non è una bugia, un’invenzione dei poeti. È dentro ognuno di noi. Basta solo non temere di amare. Pedro Chagas Freitas ha dato una nuova voce ai sentimenti conquistando i lettori di tutto il mondo. Ora torna con il seguito di Prometto di sbagliare, che ha dominato le classifiche italiane per mesi. Un fenomeno editoriale mondiale che non conosce fine. Perché è facile parlare di amore. Ma nessuno sa farlo come Pedro Chagas Freitas. Nessuno come lui sa descrivere l’amore vero, quello che si spezza e si ricostruisce, che sbaglia, ma non si arrende. Che travolge e lascia senza fiato. L’amore che si cerca ogni giorno, ma che non è una chimera. È lì dietro l’angolo, imperfetto come tutti noi. 

  • L'uomo che inseguiva i desideri di Phaedra Patrick edito da Garzanti, che ringrazio nuovamente, 271 pagine. Data pubblicazione:  01 settembre 2016. Ho sentito parlare benissimo di questo romanzo ed ora ho aspettative altissime, speriamo che saranno soddisatte!
Sinossi: Da un anno, ogni mattina, Arthur Pepper si sveglia alle sette e compie con esattezza gli stessi gesti. Si veste seguendo un ordine preciso, mangia una fetta di pane tostato, poi alle otto e mezzo si mette a sistemare il giardino. Questo è l’unico modo per superare il dolore per la perdita dell’amata moglie, Miriam, dopo tutta una vita passata insieme. Solo così gli sembra di poter fingere che lei sia ancora con lui. Ma il giorno del primo anniversario della sua scomparsa, Arthur prende coraggio e decide di riordinare gli oggetti di Miriam. Nascosta tra gli stivali, vede improvvisamente una scatolina. Dentro c’è un braccialetto con dei ciondoli: sono a forma di tigre, fiore, elefante, libro e altri piccoli oggetti. L’uomo sulle prime è perplesso; la moglie non indossava gioielli. Ma poi guarda con più attenzione e si accorge che su un ciondolo è inciso un numero di telefono, che Arthur non può fare a meno di chiamare subito. È l’inizio della ricerca e delle sorprese. Seguendo i ciondoli Arthur compie un viaggio che lo porta su un’assolata spiaggia di Goa che ha visto la donna giocare con un bambino indiano, a Londra da un famoso scrittore, in un’accademia d’arte dove è custodito un ritratto di Miriam da giovane, a Parigi in una raffinata boutique, in un castello della campagna inglese dove incontra una tigre, e in tanti altri luoghi che non aveva mai visitato. Un viaggio che gli fa scoprire una Miriam sconosciuta, ma che ha ancora tanto da insegnargli. E gli ricorda che l’amore è sorprendersi ogni giorno, per tutta la vita e anche oltre. L’uomo che inseguiva i desideri è un caso editoriale straordinario. Conteso in tutto il mondo, è stato venduto in oltre venti paesi. Ha scatenato l’entusiasmo dei librai che l’hanno letto in anteprima e che l’hanno già proclamato il libro dell’anno. Una favola piena di magia sull’amore e la gioia di sorprendersi ogni giorno, anche per le piccole cose. 

Ecco qui, ora è veramente tutto. Che ne dite di questi nuovi gioiellini? Ce n'è qualcuno che vi ispira più degli altri? Attendo i vostri commenti e vi auguro una bellissima settimana!

venerdì 23 settembre 2016

Ti consiglio un libro #27 - Un libro che ti ha fatto venire i brividi

Buongiorno lettori,finalmente torniamo con l'appuntamento della rubrica Ti consiglio un libro, in collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Baba di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. C'è stata una lunga pausa estiva ma ora siamo di nuovo qui. Oggi vi consiglieremo Un libro che ci ha fatto venire i brividi. Come sempre cliccando sul titolo sarete rimandati alla recensione.



IL MIO CONSIGLIO 

http://libroperamico.blogspot.it/2015/10/recensione-89-shining-di-stephen-king.html

Titolo: Shining
Autore: Stephen King
Casa editrice: Bompiani
Pagine: 576
Prezzo:  Cartaceo 13.00 euro - ebook 3.99 euro in inglese


Un argomento bellissimo quello di oggi… brividi. Non è stato semplice scegliere e non è stato così scontato.
Alla fine però ho optato per questo perché racchiude in se tantissimi tipi di brividi.
Ho provato brividi di freddo pensando ai protagonisti bloccati in un hotel disabitato in mezzo alla neve che lo ricopre, ho provato brividi di paura immedesimandomi nei protagonisti – che se ti impazzisce il padre/marito e tu sei solo con lui in luogo sperduto senza poter comunicare con il mondo esterno non è bello eh! – ho provato brividi di disgusto assistendo alle visioni cui spesso Danny è costretto ad assistere. Insomma un libro che per, quanto mi riguarda, è tutto un brivido e che non potete non aver letto!!! Se in più penasate che io tutto questo l'ho provato conoscendo a menadito il film, non si può che essere d'accordo con la fama di King come re del brivido.
Il film è molto ben fatto ma… che ve lo dico a fare? È molto meglio il libro.

E adesso a vedere quali letture hanno fatto venire i brividi alle nostre Laura , Baba e  Laura. 

giovedì 22 settembre 2016

Recensione #149 - La stranezza che ho nella testa di Orhan Pamuk

Buongiorno lettori, eccomi di nuovo qui con una recensione. Sono stata molto fortunata nell'ultimo periodo perchè a parte un paio di ni, ho trovato sempre libri molto belli! Speriamo di continuare così peril resto dell'anno. Oggi vi parlo del libro La stranezza che ho nella testa di Orhan Pamuk edito da Einaudi, pag. 584

Sinossi: Un ragazzo ama una ragazza. Tutte le storie, anche quelle piú complicate, nascono da questa semplice, universale premessa. Mevlut l'ha incontrata una sola volta: i loro sguardi si sono incrociati di sfuggita al matrimonio di un parente a Istanbul. Eppure è bastato quell'attimo di perfezione e felicità a farlo innamorare. Süleyman, il cugino, gli ha detto che delle tre figlie di Abdurrahman, quella che ha visto Mevlut, quella di cui si è innamorato, è senz'altro Rayiha. Da allora non l'ha piú rivista ma, per tre anni, Mevlut le scrive le lettere piú appassionate che il suo cuore riesce a creare. Finché un giorno capisce che l'unico modo di coronare il suo sogno è scappare con Rayiha, di fatto rapendola dalla casa paterna in cui è rinchiusa. Cosí, una notte di tempesta, mentre Süleyman aspetta con un furgone in una strada poco lontana, Mevlut e la sua amata si riuniscono. Nulla potrà andare storto ora, nulla potrà piú dividerli, pensa lui. Poi un lampo illumina la scena e rivela il volto di Rayiha: quella non è la ragazza a cui Mevlut ha creduto di scrivere per tutto quel tempo, non è la ragazza di cui si è innamorato a prima vista tre anni prima! Chi ha ingannato Mevlut? E come si comporterà ora il nostro eroe? Questa è la sua storia, caro lettore: la storia di Mevlut Karataþ, venditore di boza (la bevanda, leggermente alcolica, tipica della Turchia), lavoratore indefesso, inguaribile ottimista (qualcuno direbbe ingenuo), sognatore, profondo conoscitore delle strade e dei vicoli di Istanbul. Perché questa è anche la storia di una città e del tempo che l'attraversa, una saga grandiosa e potente degli individui e delle famiglie che lottano, si alleano, si amano e si dividono per trovare il proprio posto nel mondo. Il premio Nobel Orhan Pamuk ha fatto della sua città, Istanbul, il personalissimo teatro in cui mettere in scena l'universale dei destini umani. Con La stranezza che ho nella testa ha saputo scrivere un romanzo rutilante in cui le storie piccole di uomini e donne comuni hanno la forza irresistibile della Storia di tutti.

Ho conosciuto Orhan Pamuk grazie al libro Il mio nome è rosso – recensione qui – che avevo acquistato per sbaglio ed avevo amato. Mi ero ripromessa di leggere qualche altro suo libro e neanche a farlo apposta un’amica mi ha regalato a Natale il suo La stranezza che ho nella testa edito da Einaudi.
Pamuk – premio nobel per la letteratura nel 2006 – non è di certo un autore semplice ma si fa apprezzare per gli spaccati della vita Turca che sa regalare attraverso le sue opere.
Anche in questo caso l’ambientazione è quella di Istanbul e dei villaggi vicini.
Protagonista della storia e Mevlut che, al matrimonio del cugino, incrocia lo sguardo di una bellissima ragazza e se ne innamora perdutamente. Non sa nulla di lei, se non che è una delle sorelle della sposa. Grazie al cugino scopre il suo nome ed inizia a scriverle meravigliose lettere d’amore.
Sono gli anni Ottanta del secolo scorso, Mevlut e suo padre vivono ad Istanbul, da soli, per cercare fortuna. Le sue giornate sono scandite dai passi che compie per le strade della città, con il suo carretto, a vendere Boza. I sogni di Mevlut sono tanti, ma spesso i sogni restano sogni ed il ragazzo dovrà presto abituarsi alla povertà. Nelle sue condizioni, il padre della sua amata non gli concederà mai la figlia in sposa quindi, in accordo con la ragazza – come spesso succede – la rapisce per avere così la possibilità di sposarla.
Tutto è deciso, Süleyman – il cugino di Mevlut – gli farà da spalla e tutto andrà per il meglio… più o meno. Immaginate lo sgomento dell’uomo quando, la notte del rapimento, incrociando lo sguardo che sogna da anni, si rende conto che la ragazza cui lui ha scritto non è quella di cui è innamorato. Chiunque avrebbe dato di matto ma non Mevlut che si rende conto di essere stato imbrogliato dal cugino ma non ormai non può più tirarsi indietro.
Comincia così questa storia particolare. Con un rapimento e l’inizio di un matrimonio. Certo, direte voi, il matrimonio tra una donna ed un uomo che non la vuole. L’ho pensato anche io all’inizio ma solo perché non è nella nostra ottica di occidentali pensare ad un matrimonio iniziato senza amore; in questa storia invece Pamuk ci mette di fronte alla “normalità” di combinare i matrimoni, unioni che prendono forma ed acquistano amore con il passare del tempo, proprio come succederà presto al matrimonio tra Rayiha e Mevlut.
Dalla sinossi ero convinta che questo fosse il fulcro di tutto; certamente lo è, se lo intendiamo come punto di partenza per la narrazione, ma l’autore lo utilizza principalmente per raccontarci uno spaccato di più di 40 anni di vita di una famiglia in una Istanbul nel pieno del cambiamento. Questo cambiamento lo vivono sulla loro pelle i protagonisti della storia ed il lettore ne assisterà ogni minimo dettaglio. Ci verrà raccontato il prima, il durante ed il dopo, senza tralasciare nulla della vita dei molteplici personaggi, di cui l’autore ci regala un albero genealogico ad inizio libro.
Una narrazione particolare quella che sceglie Pamuk, in cui spesso – così come già succedeva in Il mio nome è rosso – si rivolge direttamente al lettore, e in cui le voci sono molteplici, realizzando una narrazione corale, lasciata spesso ai diversi protagonisti della storia. Ad ognuno dei personaggi è infatti spesso lasciata la parola in prima persona, alternata a parti generali in terza persona in cui l’autore introduce o analizza le situazioni. Di certo questo tipo di scelta permette all’autore di alleggerire dei punti in cui altrimenti il libro sarebbe forse risultato un po’ pesante.
Non è una storia semplice da leggere, non è uno di quei romanzi che possono essere presi in mano nei ritagli di tempo ma è un volume che, anche per la sua mole, richiede impegno e attenzione.
Io purtroppo l’ho preso in mano in un periodo in cui avrei avuto bisogno di qualcosa di più breve e meno impegnativo - avendo pochissimo tempo a disposizione causa ripresa al lavoro, nuove attività sportive di mio figlio e soprattutto inizio della prima elementare - quindi in alcuni momenti ho faticato, soprattutto nelle parti un po’ troppo dettagliate sulla religione o storiche; ovviamente un libro del genere non poteva esimersi di scendere nel dettaglio su alcuni particolari ma, forse, alcune parti potevano essere alleggerite.
Detto questo ho trovato la storia veramente coinvolgente, seppur lontana anni luce dalla nostra concezione di vita, ma proprio per questo sono stata rapita dalla vita dei personaggi e dai loro modi di reagire e di porsi nelle diverse situazioni. Un amore sconfinato quello di Mevlut verso la moglie, le figlie, il lavoro, le tradizioni.
Un libro che fa sicuramente riflettere e che permette di assaporare le atmosfere di una cittadina come Istanbul e le sue tradizioni.

 VOTO: 



mercoledì 21 settembre 2016

Chiacchiere, chiacchiere, bla bla bla...#18 - Book Tag

Buongiorno lettori, oggi torno con un book tag! Ringrazio Claudia del blog Toglietemi tutto ma non i miei libri per avermi nominata. Sono un po’ in ritardo ma, come promesso, eccomi qui a rispondere alle domande! Meglio tardi che mai…

1. Cosa ami nel comprare nuovi libri?

Bella domanda per una compratrice compulsiva come me… Nel comprare nuovi libri amo la sensazione di possesso, la gioia nel poterli esporre nella mia libreria come gioielli inestimabili! Non mi basta leggere i libri – magari prestati – e poi restituirli io DEVO averli. C’è chi compra scarpe, io compro libri, più di quelli che potrò mai leggere in una vita probabilmente ma non scadono no? E in caso sono comunque ereditabili!!! Mio figlio alla mia dipartita sarà sommerso di libri!!! ahahahahah

2. Quanto spesso compri libri?

Purtroppo molto meno di quanto vorrei! Possono passare mesi, come solo giorni; purtroppo non sono ricca quindi devo limitarmi. Se poneste la stessa domanda a mio marito probabilmente vi risponderebbe esattamente il contrario, ossia che compro libri in ogni momento, ma sapete come sono i non lettori… esagerano sempre!!!

3. Libreria o negozio online? Quale dei due preferisci?

Se avessi fondi infiniti libreria tutta la vita! La magia del passare ore tra gli scaffali a sfogliare libri, leggere trame, adorare cover non credo possa essere ripagata con gli acquisti online. Spesso però mi affido all’online per il risparmio! Il massimo della soddisfazione è quando riesco ad andare nella libreria Libraccio lontana da casa ma non troppo!!!

4. Hai una libreria (bookstore) preferita?

Come dicevo prima libraccio ma me ne tengo ben lontana in periodi scolastici caldi (vacanze di natale, giugno e settembre) perché c’è il delirio e lo spazio destinato ai libri non scolastici si riduce notevolmente!

5. Preordini libri?

Non l’ho mai fatto ma chissà, magari prima o poi…

6. Hai un limite di libri acquistabile in un mese?

Purtroppo non sono così brava da impormi delle limitazioni. C’è da dire a mia discolpa che spesso sto mesi senza acquistare un libro ma capita anche che ne acquisti 10 tutti insieme! ;)

7. I divieti di acquisti libri fanno per te?

Assolutamente no! Per carità, tanta stima per chi fa dei “fioretti” in tal senso e riesce a mantenerli ma io non riesco proprio. Compro più libri di quanti ne riesca fisicamente a leggere ma che male c’è? ;)

8. Quanto è lunga la tua wishlist?

Chi mi conosce sa che io e la parola lista non andiamo d’accordo. Non ce la faccio, è più forte di me, quindi sì, ho una wishlist ma non è scritta su un foglio o su un documento word. O meglio, una parte è scritta così, una parte sui siti online tipo Anobii ma è corta perché non è completa! Sono una pasticciona! Ma se volete regalarmi libri ditemelo che la stilo subitissimo!!! ahahahahah

9. Nomina tre libri che vorresti possedere ora! (tra quelli della wishlist)

Maschio bianco etero di John Niven
L’imprevedibile piano della scrittrice senza nome (perché ho l’e-book e vorrei il cartaceo!)
Olga di carta (è uscita una meravigliosa edizione economica limitata!!)

10. Chi nomini?

Siete tutti nominati se vi va!!! ;)

Ed ora passiamo alle altre domande…

1. Chiedervi il titolo del libro/libri sarebbe un controsenso! Quindi: voi avete libri “segreti”? Libri che avete letto e che tenete gelosamente nascosti? Di cui non parlate mai? Cosa rende loro così speciali?

No, amo la lettura in quanto condivisione. Non poter parlare dei libri letti con qualcuno sarebbe una cosa triste infatti ho aperto un blog proprio con lo scopo di avere più persone possibili con cui confrontarmi. I libri mi piace esporli, guardarli, farli guardare!!!

2. Qual è la citazione di un libro che amate particolarmente? Una citazione che vi è entrata nel cuore, che vi ha travolto, che vi ha fatto dire: “Sono io, sono proprio io!” con euforia? Riportatela e spiegate il motivo per cui la ritenete davvero importante.

Non ce n’è una in particolare, variano in base all’umore e al momento! ;)


3. Qual è il libro che vi ha fatto innamorare della scrittura? Raccontatemi della vostra prima lettura, del perché leggete! Son curiosissima di sapere ogni cosa.
Probabilmente tutto è scattato leggendo il Diario di Anna Frank. Alle elementari avevo una maestra – la maestra Mina che purtroppo non c’è più da tantissimo tempo – che aveva stabilito che un quadernone – quello con la copertina di plastica blu per la precisione – sarebbe stato dedicato ai lavori realizzati a seguito della lettura del Diario di Anna Frank. Quel quaderno racchiude pensieri, disegni, piccoli temi, tutti riferiti a quel libro. Ho un ricordo nitido di me, la sera, nel mio letto, a leggere le parole di Anna, rimanendone spesso turbata. Se ci penso mi rivedo proprio quindi credo sia stata quella la molla iniziale, poi è venuto tutto il resto!

4. Ultima ma non meno importante: cos’è, per voi, un libro? Cosa vuol dire leggere? Quali emozioni vi suscita?

Un libro per me è come un amico – da cui anche il nome del mio blog – che sa accompagnarmi nelle mie giornate, facendomi a volte emozionare, a volte arrabbiare, a volte gioire, a volte piangere. Solo un amico può fare tutte queste cose.
Leggere vuol dire viaggiare in migliaia di luoghi diversi, vivere migliaia di vite, sognare. Leggere è il mio svago, la mia aria, la mia grande e sconfinata passione!
Con questo è tutto! Se vi va rispondete anche voi a queste domande e lasciatemi il link!!! :)

lunedì 19 settembre 2016

Recensione #148 - In un milione di piccoli pezzi di James Frey

Buongiorno carissimi, è di nuovo lunedì...
Per prima cosa mi scuso per la mia assenza della scorsa settimana, sono praticamente sparita ma ancora devo abituarmi ai nuovi ritmi sportivi e scolastici di mio figlio che mi portano via ben due sui tre pomeriggi liberi che avevo quindi capirete che non è semplice trovare l'equilibrio. Ci proverò, e spero pian piano di tornare attiva qui sul blog come prima, fino a quel momento spero che voi avrete voglia di portare pazienza. Detto questo torno con una recensione arretrata. Un libro forte:  In un milione di piccoli pezzi di James Frey edito da Tea, pag. 459

Sinossi: Un uomo di 23 anni si risveglia a bordo di un aereo in uno stato al confine tra la vita e la morte, in seguito a una sequenza di abusi di alcol e droghe. La famiglia, sbalordita e disperata, lo accoglie all'aeroporto di Chicago per trasferirlo in una clinica di riabilitazione del Minnesota. Qui, dopo una prima visita, un medico gli garantisce che morirà nel giro di pochi giorni se ricomincia a bere. Qui, Frey passerà due mesi spaventosi per disintossicarsi e confrontarsi con la furia interiore che da anni lo spinge a distruggersi. E soprattutto si troverà a dover fare una scelta: accettare di non vedere mai i suoi 24 anni oppure raccogliere i rottami della propria vita e agire. Il libro riporta la testimonianza di dura e sconvolgente di James Frey.

Libro molto discusso questo. Ipotetica autobiografia dell'autore, dico ipotetica perchè proprio su questo punto pare ci siano molti dubbi ma, mi chiedo, conta così tanto?
Non conoscevo questo libro e non conoscevo James Frey finchè Francesco Zingoni, amico nonchè autore del meraviglioso romanzo Forte come l'onda è il mio amore - recensione qui - mi ha caldamente consigliato di leggerlo avvisandomi che sarebbe stato tosto.
Tosto lo è sul serio questo libro, un pugno allo stomaco. Tema principale è la disintossicazione dall'alcool e dal crack del protagonista. James è un tossicodipendente e lo è dall'età di dieci anni. La storia è narrata quando di anni ne ha ventitrè e, dopo essersi svegliato senza ricordi, senza denti, con un buco nella faccia, gli occhi lividi e pieno di segni si ritrova su un aereo, destinazione una clinica di disintossicazione.
Da un certo punto di vista questo romanzo può essere considerato un viaggio, quello nei punti punti più profondi e torbidi di una mente malata; un viaggio nella vita di un uomo che nei primi ventitrè anni ha conosciuto solo angoli bui in cui spartirsi un po' di crack con gli elementi meno raccomandabili possibili; un viaggio nell'oblio della disperazione e della trasgressione più totale. Ma, al contrario, è anche un viaggio attraverso la rinascita, la consapevolezza, la necessità di fare per una volta la cosa giusta (sempre e comunque nel modo meno consono ma in ogni caso provandoci, e provandoci sul serio).
Non posso sapere se l'autore abbia veramente vissuto quello che racconta ma, in un caso o nell'altro, non posso che ritenerlo un grandissimo narratore, capace di trasmettere ogni singola emozione che descrive, capace di far provare al lettore sulla propria pelle quella mancanza, necessità, dipendenza, che per tutte le quasi cinquecento pagine accompagnano la narrazione.
Una narrazione in prima persona, ricca di descrizioni e di particolari, una narrazione che in più punti ha saputo farmi venire i brividi, facendomi immaginare in modo vivido alcune scene tostissime come se le avessi vissute insieme al protagonista.
Un libro forte, brutale, crudo, che entra nei dettagli della vita degli alcolisti, dei dipendenti da droghe, degli spacciatori, senza lasciare niente all'immaginazione, ma descrivendone ogni atteggiamento ed ogni abitudine; e lo stesso fa con l'astinenza, descrivendo la reazione del fisico alla mancanza, facendocela vivere sulla pelle, raccontandone i gesti più brutali che una crisi è capace di fare compiere. 
I moltissimi personaggi sono tutti descritti dettagliatamente e di ognuno ci viene raccontato il pre e il post clinica. Non avevo mai provato ad immaginare una situazione del genere attraverso gli occhi di chi l'ha vissuta - o dice di averla vissuta - e questo libro mi ha dato la possibilità di giudicare meno cercando di capire maggiormente le ragioni ed i sentimenti. L'autore non ce lo racconta mai con vittimismo, non cerca di addossare agli altri le colpe della sua vita marcia anzi, analizza il tutto con molta sincerità e questo credo sia un valore aggiunto. È grazie a questo atteggiamento che il lettore può andare oltre al giudizio e può concentrarsi sulla rinascita di un uomo che impara di nuovo - o forse per la prima volta - ad abbracciare, ad amare, a farsi amare; un uomo che cerca di reimpostare la sua vita attraverso un nuovo rapporto con i genitori; un uomo che sinceramente e con impegno si giudica e cerca di resistere alle tentazioni:  quella di scappare da un luogo in cui non crede, quella di lasciarsi andare a quella furia che da sempre condiziona la sua esistenza.
Di certo un libro non facile emotivamente, non un libro per tutti, ma un libro splendido per chi è capace di non farsi impressionare.

 VOTO: 



lunedì 12 settembre 2016

Recensione #147 - La 19a moglie di David Ebershoff

Buongiorno a tutti e buon lunedì! Giornata importante, oggi, per me: il mio piccolino comincia la prima elementare ed io sono estremamente emozionata ma anche terrorizzata (si cominciano a fare i compiti!). Prima di andare a piangere guardandolo seduto al banco vi lascio la recensione di un libro che ho letteralmente divorato - nonostante le corposità - durante le vacanze: La 19a moglie di David Ebershoff edito da Giunti, pag. 736

Sinossi: Jordan ha vent'anni e vive liberamente la propria omosessualità dopo essere stato cacciato dalla comunità religiosa di Mesadale. Qui vivono i First, una setta che deriva dai Mormoni e che pratica ancora la poligamia. Un giorno Jordan scopre dai giornali che il padre è stato ucciso e che la madre è accusata di omicidio. Convinto della sua innocenza, il ragazzo torna a Mesadale per indagare: le numerose mogli del padre, esacerbate da invidie e gelosie, sembrano avere molto da nascondere; per non parlare del "Profeta", il capo della setta, che desidera tenere gli occhi indiscreti lontano dalla comunità su cui regna sovrano. Parallelamente alla storia di Jordan, si sviluppa l'autobiografia di Ann Eliza Young, diciannovesima moglie del Profeta Brigham Young, che alla fine dell'Ottocento si ribellò al marito, lasciò la comunità e iniziò una campagna di sensibilizzazione contro la poligamia. È proprio in nome di Ann Eliza che un gruppo di volontari fonderà un'associazione e aiuterà Jordan a indagare sui misteri di Mesadale e a scoprire il vero assassino.

Avete presente The Danish Girl? Lo avevo recensito qui.
Ecco, l'autore di quel libro è anche l'autore del libro di cui vi sto per parlare. 
Ho comprato questo libro spinta dall'istinto e grazie anche alla bella impressione che avevo avuto dell'autore al nostro primo incontro.
La 19a moglie è un romanzo veramente particolare, che sviscera un pensiero religioso in modo molto approfondito, inserendolo magnificamente nel contesto storico e dandone al lettore una visione a 360°.
Analizzando il pensiero del credo religioso dei Mormoni, i loro diversi esodi, il loro scisma interno, Ebershoff ha saputo mettere insieme diverse testimonianze storiche - tra cui un'autobiografia della fine del 1800 intitolata appunto la 19a moglie - romanzandole ed intrecciandole perfettamente con parti di propria invenzione. Nonostante le due parti occupino capitoli totalmente scollegati, risultando così facilmente distinguibili, gli avvenimenti riescono in più punti a sovrapporsi, dialogando in modo così perfetto da diventare una cosa sola.
L'autore mostra con questa opera una padronanza incredibile nella ricostruzione storica degli avvenimenti e nella capacità di adattare il suo stile alla storia che sceglie di raccontare risultando versatile, credibile ed estremamente capace di caratterizzare i personaggi che sceglie come protagonisti delle sue storie.
Se non lo avessi saputo non avrei mai creduto che questo libro e The Danish Girl fossero nati dalla stessa mano, tanto risulta diverso lo stile dell'autore!
Protagoniste indiscusso di questo romanzo sono due donne, entrambe diciannovesime mogli di qualcuno: una che alla fine del 1800, con la sua ribellione alla fede mormone ed alla sua incontrastata poligamia riuscì a far arrivare la sua denuncia al presidente americano Grant, portando all'abbandono della poligamia all'interno di quel credo religioso; l'altra, facente parte dei Primi - credo nato successivamente alla scissione dei Mormoni dopo l'abbandono della poligamia - accusata di aver ucciso suo marito ed arrestata per omicidio.
La parte dedicata ad Ann Eliza Young, moglie del profeta mormone Brigham Young è raccontata, per la maggior parte, attraverso documenti degli archivi ed attraverso le stesse parole che Ann Eliza utilizzò nella sua autobiografia. La parte dell'omicidio è invece quella romanzata ed il suo racconto viene lasciato a Jordan, figlio della donna accusata, cacciato dalla setta quando era ancora un bambino. Quello che l'autore riesce magistralmente a fare è raccontare la poligamia attraverso più punti di vista dandone un quadro preciso sia a livello prettamente storico che emozionale.
Riflettere su una pratica così diffusa, sulle sue abitudini, sul suo ruolo, sulle emozioni che lascia a chi la pratica - sia uomo che donna - diventa, andando avanti con la lettura, naturale. È molto semplice, man mano che le pagine scorrono, cominciare a mettersi nei panni dei protagonisti, cominciare a pensare come loro, immedesimarsi in quelle mogli catalogate con dei numeri, costrette a dividere la propria casa con altre - anche più di 50 a volte - donne e con centinaia di bambini non proprio; ma viene facile anche provare a capire - io però non ci sono riuscita ahahahha - il punto di vista dei mariti, venire a conoscenza di cosa li porti a prendere una moglie dopo l'altra - diciamo che il motivo è proprio banale... sì, quello che pensate voi! - ed anche il punto di vista di chi, da uomo, viene obbligato dal Profeta ad essere poligamo nonostante non vorrebbe. Non avevo mai letto nulla incentrato su un tema così importante e non conoscevo la religione mormone ed i suoi sviluppi; certo, mi è capitato di vedere film o trasmissioni televisive incentrati su quel genere di vita ma non mi ero mai soffermata a cercare realmente di capire cosa provassero quelle persone, perchè vivessero così, per quale motivo si isolassero dal mondo vivendo in ghetti. 
Un libro che consiglio a chi da un romanzo cerca anche di conoscere il passato e le sue realtà storiche. Un libro che non annoia ma che, anzi, affascina per la sua completezza.

 VOTO: