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giovedì 16 dicembre 2021

Recensione #419 - L'uomo senza sonno di Antonio Lanzetta

Buongiorno lettori, come state? Ci avviciniamo a passi da giganti al natale - come è successo? - e io sono indietro con tutto, recensioni, programmazioni, regali... Prima di correre a cercare di mettermi in pari vi lascio una nuova recensione, quella di un thriller di recente pubblicazione. Si tratta de L'uomo senza sonno di Antonio Lanzetta edito da Newton Compton editori, pag. 384. Se mi seguite vi ricorderete sicuramente di questo autore in quanto protagonista di una puntata della rubrica 5 blogger per un autore, qui.



Trama:
Secondo dopoguerra. Bruno ha tredici anni e vive in un orfanotrofio vicino a Salerno, sottoposto alle continue angherie degli altri ragazzi. Solo l’amicizia con Nino, il nuovo arrivato che prende a difenderlo, riesce a rendere tollerabile la sua permanenza nell’istituto. L’estate porta con sé un momento di libertà per tutti i ragazzi: Bruno e Nino saranno scelti per andare a lavorare insieme nella tenuta degli Aloia, una ricca famiglia del circondario. È qui che Bruno conosce Caterina, una strana bambina che vive all’ultimo piano della casa e che lo guida a esplorare i recessi dell’imponente edificio. Il gioco assume però ben presto contorni sinistri: Bruno inizia a essere tormentato da incubi inspiegabili, che al risveglio lo lasciano profondamente spossato. Il ritrovamento, all’interno della proprietà degli Aloia, di alcuni cadaveri in avanzato stato di decomposizione, getta sulla villa e su chi la abita ombre inquietanti. A chi appartengono quei corpi? E perché tutti sembrano a conoscenza di qualcosa che non deve essere rivelato? 

Ero curiosissima di leggere questa nuova uscita. Un autore scoperto da poco ma che con una sola lettura aveva saputo conquistarmi tanto da decidere di tenerlo d'occhio! Come è andata? Ve lo spiego subito.

venerdì 23 settembre 2016

Ti consiglio un libro #27 - Un libro che ti ha fatto venire i brividi

Buongiorno lettori,finalmente torniamo con l'appuntamento della rubrica Ti consiglio un libro, in collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Baba di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. C'è stata una lunga pausa estiva ma ora siamo di nuovo qui. Oggi vi consiglieremo Un libro che ci ha fatto venire i brividi. Come sempre cliccando sul titolo sarete rimandati alla recensione.



IL MIO CONSIGLIO 

http://libroperamico.blogspot.it/2015/10/recensione-89-shining-di-stephen-king.html

Titolo: Shining
Autore: Stephen King
Casa editrice: Bompiani
Pagine: 576
Prezzo:  Cartaceo 13.00 euro - ebook 3.99 euro in inglese


Un argomento bellissimo quello di oggi… brividi. Non è stato semplice scegliere e non è stato così scontato.
Alla fine però ho optato per questo perché racchiude in se tantissimi tipi di brividi.
Ho provato brividi di freddo pensando ai protagonisti bloccati in un hotel disabitato in mezzo alla neve che lo ricopre, ho provato brividi di paura immedesimandomi nei protagonisti – che se ti impazzisce il padre/marito e tu sei solo con lui in luogo sperduto senza poter comunicare con il mondo esterno non è bello eh! – ho provato brividi di disgusto assistendo alle visioni cui spesso Danny è costretto ad assistere. Insomma un libro che per, quanto mi riguarda, è tutto un brivido e che non potete non aver letto!!! Se in più penasate che io tutto questo l'ho provato conoscendo a menadito il film, non si può che essere d'accordo con la fama di King come re del brivido.
Il film è molto ben fatto ma… che ve lo dico a fare? È molto meglio il libro.

E adesso a vedere quali letture hanno fatto venire i brividi alle nostre Laura , Baba e  Laura. 

lunedì 30 maggio 2016

Recensione #130 - Musica dalla spiaggia del paradiso di John Ajvide Lindqvist

Buongiorno lettori e buon lunedì. Come state? Passato bene il week end? Io inizio ad avere, almeno nel fine settimana, un po’ meno impegni e quindi mi sono goduta qualche ora di relax con la mia famiglia. In compenso oggi in ufficio è stato un delirio causa arrivo stagisti.
Ma veniamo al blog. Oggi vi parlerò di un libro molto particolare, che mi è stato regalato dalla mia cara amica Elena per Natale, che devo ringraziare perché altrimenti non so se mi sarebbe capitato di leggerlo. Si tratta di Musica dalla spiaggia del paradiso di John Ajvide Lindqvist edito da Marsilio, 426 pagine. Non conoscevo il libro nello specifico e non conoscevo l’autore che in realtà ho scoperto essere autore di libri molto famosi. Dovrò quindi rimediare e recuperare qualche altro suo lavoro.  

Sinossi: Una mattina d'estate, un gruppo di ospiti di un campeggio non lontano da Stoccolma si risveglia in mezzo al nulla. Ogni cosa è stata cancellata, gli alberi, il lago, gli scogli e il chiosco, è tutto scomparso. Intorno ai villeggianti increduli - dieci persone, un cane e un gatto - c'è solo una landa desolata, ricoperta da un prato perfettamente rasato e sovrastata da un cielo blu e senza sole, così uniforme da apparire artificiale. Ogni contatto con la realtà è interrotto. Non rimane che il segnale di una misteriosa stazione radiofonica, che trasmette senza sosta le canzoni di Peter Himmelstrand, uno dei più noti cantautori svedesi di musica leggera. Musica pop a ripetizione, Abba in testa. Com'è possibile che queste persone siano finite lì con le loro roulotte? Sono state spostate oppure è la realtà a essere svanita? In questo luogo surreale, capace di scatenare le reazioni più violente e irrazionali, ogni adulto si troverà a fare i conti con gli spettri del passato. Sovvertendo gli schemi classici della "camera chiusa" della letteratura del terrore, Lindqvist non intrappola i suoi personaggi in uno spazio angusto e senza via d'uscita, ma li cala in un luogo sconfinato e senza ostacoli, da cui tuttavia è impossibile fuggire. Perché non esiste un altrove se non l'abisso altrettanto minaccioso della coscienza. Agorafobico e metafisico, Musica dalla spiaggia del paradiso si spinge nei recessi più oscuri della psiche umana, dove conflitti irrisolti e traumi insuperati prendono corpo e reclamano spietati il proprio pegno di sangue.

Un campeggio nei pressi di Stoccolma, è questa l’ambientazione che l’autore ha scelto nel suo romanzo. Chi mi segue con costanza sa che sono una camperista; adoro campeggiare e vivere all’aria aperta durante le mie vacanze, quindi questa particolarità mi ha da subito riempito di curiosità. Siete mai stati in campeggio? È difficile che ci siano dei momenti di silenzio assoluto, soprattutto nei mesi di alta stagione; un brulicare di gente indaffarata che dalle prime luci dell’alba si muove nei vialetti assolati per raggiungere i bagni o le zone comuni, che fa colazione fuori dalle proprie tende, roulotte o camper godendo di quella pace interiore che solo staccare dalla quotidianità può dare. Beh se siete stati almeno una volta in campeggio sapete anche che è il miglior modo per fare amicizie, grazie alla vicinanza con gli altri ospiti che diventano, nei giorni di permanenza, quasi un punto di riferimento, sempre che non siano pazzi scatenati o al contrario persone con la puzza sotto al naso. Immaginate quindi di andare a letto una sera, con le vostre famiglie, con la magnifica sensazione che il giorno dopo sarà un’altra splendida giornata di vacanza e di svegliarvi invece soli. Voi, con la vostra roulotte, soli, in una landa deserta ed infinita. Non c’è più il campeggio, non ci sono più i bagni, non c’è più il lago, ci sono solo altre tre roulotte che ospitano altri gruppi di villeggianti straniti quanto voi. In totale dieci persone – tra cui due bambini – più un cane ed un gatto. È quello che vi circondava ad essere sparito o siete stati voi ad essere stati spostati in un non luogo? Ho provato ad immaginarmi una situazione così paradossale e mi sono venuti i brividi. Probabilmente penserei di essere diventata pazza, oppure di essere alle prese con uno di quei sogni tanto dettagliati da sembrare vita vera ma di certo mai e poi mai potrei credere ai miei occhi. È questo il quadro che si presenta a noi dopo poche pagine di lettura.

Le quattro roulotte rimaste ospitano persone totalmente differenti tra loro: un ex calciatore di fama mondiale, con la moglie modella e una bambina quantomeno inquietante in una; due uomini di mezza età che si comportano come fossero una coppia in un’altra; una coppia di coniugi vicini alla vecchiaia con un rapporto sul filo del rasoio nella terza; una famiglia apparentemente senza grandi problemi ma con molti momenti bui alle spalle ed un bambino chiuso e poco socievole nell’ultima.
Nessun contatto con la loro vita normale è possibile; i cellulari non funzionano e sembra non esserci modo per uscire da quel luogo che nonostante sia infinito li tiene come topi in una gabbia. Solo alla radio inspiegabilmente arriva un segnale, quello di una stazione radio dove trasmettono a ripetizione canzoni di un notissimo cantautore svedese, nessuno speacker tra un brano e l’altro, nessuna voce al di fuori del gruppo sopravvissuto.
Un horror che tocca il mondo del paranormale in cui l’autore riesce a sviscerare in modo molto interessante le paure umane, le reazioni di un gruppo davanti ad una difficoltà, l’interazione tra persone che si sentono braccate, la difficoltà a fidarsi del prossimo ed anche di se stessi in situazioni estreme.
La landa deserta ha il potere di mettere i personaggi di fronte ai propri più tremendi incubi. Tutti nella vita hanno un mostro da cui scappare e quell’incomprensibile situazione in cui sono piombati dalla sera alla mattina sta facendo riaffiorare quei mostri, uno ad uno, più tremendi che mai, con una forza cui nessuno è capace di resistere.
Per qualcuno il mostro ha le sembianze di tigre, per qualcun altro dell’uomo di sangue, per altri ancora di rappresentanti di merceria o ancora di una figura bianca senza alcun elemento umano se non la cavità di profondi occhi scuri e profondi. Un libro che, pur toccando il mondo del paranormale sa essere molto realistico e brutalmente concreto. Una sorta di grande fratello che paradossalmente “racchiude” delle persone in una landa infinita. Un senso dell’ignoto ed una impossibilità di trovare una soluzione a quel problema che porta i personaggi ad interagire, a volte aiutandosi ma, nella maggior parte del tempo, guardandosi in cagnesco e non avendo più fiducia uno nell’altro.
I personaggi sono descritti in modo molto particolareggiato ed è facile immaginare ognuno di loro, imparare a conoscerli, amare uno piuttosto che un altro. 426 pagine in cui l’autore racconta un solo giorno di vita e in cui sembra di averne vissuti insieme a lui infiniti. In alcuni momenti ho anche dimenticato che quello narrato fosse ancora lo stesso giorno perché non c’è il tempo di riflettere, le cose accadono una dopo l’altra e mai, per neanche un secondo ho pensato che il libro si stesse dilungando troppo anzi, mi è dispiaciuto arrivare alla fine. Sarà che amo i libri corposi in cui posso conoscere in modo approfondito anche le più piccole manie dei protagonisti, sarà che in questo caso pur mantenendo sempre la narrazione in terza persona ci sono capitoli dedicati ad ogni singolo personaggio, anche al cane ed al gatto, e questo rende il quadro completo, mai monotono, mai banale. Le reazione che ognuno di loro ha alla situazione fa emergere le peculiarità, i difetti, i vizi e permette al lettore di immedesimarsi in questo o quell’atteggiamento. Anche l’ambientazione, pur rimanendo sempre la landa, è stata resa dall’autore perfettamente e non è mai risultata ai miei occhi banale o monotona. Una grande scoperta che mi lascia con la voglia di leggere altro di questo scrittore, un nordico sui generis, dallo stile particolarmente interessante.

Che ne pensate? Conoscete questo scrittore? Mi consigliate un suo libro in particolare?

VOTO: 







martedì 2 febbraio 2016

Recensione #106 - Doctor sleep di Stephen King

Buongiorno amici, come va?
Vi lascio quindi con il mio pensiero sul libro Doctor sleep di Stephen King edito da Sperling & Kupfer  516 pagine, seguito di Shining, recensione qui

Trama: Perseguitato dalle visioni provocate dallo shining, la luccicanza, il dono maledetto con il quale è nato, e dai fantasmi dei vecchi ospiti dell'Overlook Hotel dove ha trascorso un terribile inverno da bambino, Dan ha continuato a vagabondare per decenni. Una disperata vita on the road per liberarsi da un'eredità paterna fatta di alcolismo, violenza e depressione. Oggi, finalmente, è riuscito a mettere radici in una piccola città del New Hampshire, dove ha trovato un gruppo di amici in grado di aiutarlo e un lavoro nell'ospizio in cui quel che resta della sua luccicanza regala agli anziani pazienti l'indispensabile conforto finale. Aiutato da un gatto capace di prevedere il futuro, Torrance diventa Doctor Sleep, il Dottor Sonno. Poi Dan incontra l'evanescente Abra Stone, il cui incredibile dono, la luccicanza più abbagliante di tutti i tempi, riporta in vita i demoni di Dan e lo spinge a ingaggiare una poderosa battaglia per salvare l'esistenza e l'anima della ragazzina. Sulle superstrade d'America, infatti, i membri del Vero Nodo viaggiano in cerca di cibo. Hanno un aspetto inoffensivo: non più giovani, indossano abiti dimessi e sono perennemente in viaggio sui loro camper scassati. Ma come intuisce Dan Torrance, e come imparerà presto a sue spese la piccola Abra, si tratta in realtà di esseri quasi immortali che si nutrono proprio del calore dello shining.

Difficile approcciarsi a questa recensione, difficile riuscire a rendervi partecipi di tutte le cose che mi sono passate per la testa leggendo questo libro. Il riassunto sarebbe: WOW!!! Ma mi rendo conto che una parola può rendere il pensiero ma non può bastare, non per una recensione che si rispetti quindi proverò a spiegarmi meglio.
1977, credo sia giusto partire da questa data. Io non ero ancora nata e un trent’enne, praticamente esordiente, Stephen King pubblicava il suo terzo libro: Shining, un colosso, un lavoro che ancora oggi terrorizza – così come il film – al solo pensiero.
Nel 2013 il Re ci riprova, pubblica il seguito, Doctor sleep, lanciando nel mondo dei suoi fan un misto di aspettative, terrore e scetticismo. Come riuscire, dopo quasi quarant’anni a creare un seguito credibile e all’altezza del precedente romanzo?
Per quanto mi riguarda King ci è riuscito alla grande creando una storia convincente, appassionate, collegata a doppia mandata, se non tripla, a quella di Shining.
La storia riparte lì dove l’avevamo lasciata: Danny e Wendy si stanno riprendendo dalla tremenda avventura dell’Overlook e ne stanno combattendo i fantasmi. Nonostante gli anni passino Danny non perde la luccicanza che, anzi, sembra attanagliarlo sempre più in una morsa da cui non riesce a liberarsi. È così che ripercorre gli stessi errori del padre diventando già nell’adolescenza un alcolizzato dal cazzotto facile.
Solo il toccare veramente il fondo gli permetterà di dare una svolta alla sua misera vita, trovando lavoro come inserviente in una casa di riposo dove per tutti diventerà presto il Dottor sonno. Ma, si sa, il passato non si può mai lasciare alle spalle senza prima averlo affrontato e presto quel vecchio passato tornerà a chiedere il conto, con gli interessi.
Tante le cose da svelare durante la lettura: chi è Abra, e perché quel nome affolla la mente di Dan con tanta insistenza? Perché Tony – l’amico immaginario – ritorna a chiedere l’attenzione dell’ormai adulto Danny Torrance? Cos’è il Vero Nodo? Perché Dan risulta essenziale per gli ospiti dell’ospizio in fin di vita? Dove finiscono tutti quei ragazzini che ogni anno spariscono nel nulla senza lasciare traccia e senza mai essere ritrovati? Queste e tantissime altre…
Lasciatemelo dire: l’autore anche questa volta ci ha preso. Il libro sembra il seguito naturale di quello del 1977, come se fossero nati e cresciuti in coppia, come se King lo avesse tenuto chiuso in un cassetto per tutto questo tempo ma, lo sapremo a fine lettura grazie alle esilaranti note dell’autore, non è così. Per tutta la lettura ho pensato che niente sarebbe potuto andare diversamente, che l’evoluzione naturale delle cose non sarebbe potuta essere nessun’altra.
Ho amato l’ambientazione, così apparentemente lontana da quel terribile hotel, il modo così particolareggiato che ha l’autore di far sentire il lettore parte del luogo che gli sta raccontato; ho amato ogni singolo personaggio, dai più buoni ai più tremendamente spaventosi. Come rimanere indifferenti al Dan adulto e dannato e, successivamente a quello più riflessivo e sobrio; come non essere affascinati da Abra, dalla sua luccicanza potente, dalla sua capacità di essere quella co-protagonista di cui un libro del genere aveva bisogno per non farci avere nostalgia del Danny bambino; come non amare il Vero Nodo con i suoi protagonisti più brutali ma, in molte occasioni, anche buffi; come non pensare che ogni singolo personaggio della storia dovesse essere lì, in quel preciso istante, con quel preciso ruolo, con quelle stesse sembianze e con quegli atteggiamenti.
Ogni cosa al suo posto, ogni catena chiusa e salda, ogni ricordo ripercorso, ogni scheletro del passato affrontato e distrutto. Impossibile, secondo me, rimanere indifferenti e non adorare questo libro. Impossibile chiuderlo e non sentirne la mancanza! E chissà che prima o poi non ne facciano il film… perché io adesso lo voglio!! Che faccio, scrivo a King? ;)
Lo avete letto? Che ne pensate? Io vi consiglio di leggerlo, ma solo dopo aver letto e amato Shining e... che luccicanza sia!
VOTO: 

lunedì 19 ottobre 2015

Recensione #89 - Shining di Stephen King

Buogniorno carissimi, come state? Andato bene il week end? Per me è sempre traumatico il lunedì quindi oggi ho pensato di alleggerirlo un po' lasciandovi la recensione di un libro letto in agosto - sarei da fustigare ma, se non ho sbagliato i conti questa dovrebbe essere l'ultima recensione così vecchia ancora in arretrato - : Shining di Stephen King edito da Bompiani , 576 pagine.

Trama: L'Overlook, uno strano e imponente albergo che domina le alte montagne del Colorado, è stato teatro di numerosi delitti e suicidi e sembra aver assorbito forze maligne che vanno al di là di ogni comprensione umana e si manifestano soprattutto d'inverno quando l'albergo chiude e resta isolato per la neve. Uno scrittore fallito, Jack Torrance, con la moglie Wendy e il figlio Danny di cinque anni, accetta di fare il guardiano invernale all'Overlook ed è allora che le forze del male si scatenano. Dinanzi a Danny, che è dotato di potere extrasensoriale, lo shine, si materializzano gli orribili fatti accaduti nelle stanze dell'albergo, ma se il bambino si oppone con forza a insidie e presenze, il padre ne rimane vittima.

Ho riletto questo libro dopo almeno 15 anni - non dico venti per non farmi paura da sola - e devo ammettere che del libro ricordavo veramente poco. Più nitido invece è il ricordo del film che nella mia vita ho rivisto innumerevoli volte. Curioso come il libro ed il film viaggino proprio su binari paralleli, ognuno con una propria storia con addirittura un finale totalmente diverso.
Se quindi, come me, volete leggere questo romanzo e avete in mente il film cancellate i ricordi, resettate tutto, ricominciate da capo e mettetevi comodi con la consapevolezza che non sapete nulla delle quasi 600 pagine di puro terrore che vi attendono.
Cercavo sangue quando l'ho letto, qualcosa di forte, e l'ho trovato. E, forse, se avessi saputo che lo svolgimento sarebbe stato così diverso me lo sarei anche goduto di più e probabilmente avrebbe preso il massimo dei voti.
Danny, Wendy e Jack Torrence partono alla volta dell'Overlook Hotel, un albergo dal passato non proprio cristallino abbarbicato sulle montagne. Jack, con un passato da alcolista, ottiene questa ultima possibilità per riuscire a mantenere la sua famiglia: fare da custode invernale a quel gigante durante la chiusura invernale. Voi rinchiudereste un ex ubriacone manesco, non proprio uscito dal tunnel, per otto mesi con moglie e figlioletto, in mezzo alla neve senza possibilità alcuna di raggiungere un centro abitato e con una ricetrasmittente come unico contatto con il resto del mondo? Un albergo che oltretutto ha già portato il precedente custode a far fuori moglie e due figlie in un impeto di rabbia... Il quadro di partenza è sicuramente perfetto come ambientazione per un libro del genere!
In più Danny è un bambino dotato di poteri speciali che lo portano a vedere cose accadute o cose che accadranno. Quando il padre ottiene il lavoro le sue notti diventano sempre più difficili e le sue visioni sempre più inquietanti.
Da grande estimaterice di King quale sono, posso dire che lui non mi delude mai. La sua scrittura è capace di accompagnare il lettore nei meandri più torbidi e più disturbati della mente umana, ponderando con estrema attenzione i particolari, le descrizioni e caratterizzando in modo perfetto ogni singolo personaggio che ci viene presentato.
È molto semplice immaginare perfettamente i luoghi dove si svolge la storia, la stagione invernale che incombe, i protagonisti che sanno rendere unica la storia stessa.
In un crescendo di tensione e di visioni - che il lettore scopre insieme a Danny - King ci porta in un mondo di terrore che solo lui poteva creare in modo così convincente; mai mettiamo in discussione ciò che Danny vede, mai ci viene da pensare che l'autore possa avere esagerato con il "paranormale".
Ora il mio scopo è quello di rivedere il film al più presto anche se - lo devo dire - le troppe differenze con il titolo me lo faranno vedere sicuramente con occhio più critico.
Detto questo King rimane, per quanto mi riguarda, il re indiscusso del thriller/horror.
Voi cosa ne pensate? Amate King? Amate il genere? Qual è il vostro preferito dei suoi lavori?

VOTO: