giovedì 16 dicembre 2021

Recensione #419 - L'uomo senza sonno di Antonio Lanzetta

Buongiorno lettori, come state? Ci avviciniamo a passi da giganti al natale - come è successo? - e io sono indietro con tutto, recensioni, programmazioni, regali... Prima di correre a cercare di mettermi in pari vi lascio una nuova recensione, quella di un thriller di recente pubblicazione. Si tratta de L'uomo senza sonno di Antonio Lanzetta edito da Newton Compton editori, pag. 384. Se mi seguite vi ricorderete sicuramente di questo autore in quanto protagonista di una puntata della rubrica 5 blogger per un autore, qui.



Trama:
Secondo dopoguerra. Bruno ha tredici anni e vive in un orfanotrofio vicino a Salerno, sottoposto alle continue angherie degli altri ragazzi. Solo l’amicizia con Nino, il nuovo arrivato che prende a difenderlo, riesce a rendere tollerabile la sua permanenza nell’istituto. L’estate porta con sé un momento di libertà per tutti i ragazzi: Bruno e Nino saranno scelti per andare a lavorare insieme nella tenuta degli Aloia, una ricca famiglia del circondario. È qui che Bruno conosce Caterina, una strana bambina che vive all’ultimo piano della casa e che lo guida a esplorare i recessi dell’imponente edificio. Il gioco assume però ben presto contorni sinistri: Bruno inizia a essere tormentato da incubi inspiegabili, che al risveglio lo lasciano profondamente spossato. Il ritrovamento, all’interno della proprietà degli Aloia, di alcuni cadaveri in avanzato stato di decomposizione, getta sulla villa e su chi la abita ombre inquietanti. A chi appartengono quei corpi? E perché tutti sembrano a conoscenza di qualcosa che non deve essere rivelato? 

Ero curiosissima di leggere questa nuova uscita. Un autore scoperto da poco ma che con una sola lettura aveva saputo conquistarmi tanto da decidere di tenerlo d'occhio! Come è andata? Ve lo spiego subito.


"Al mondo non esistevano luoghi sicuri. C'erano solo le persone, e il male che si trascinavano dietro." 
Bruno non è un ragazzo come tutti gli altri. La sua infanzia l'ha vissuta in un orfanotrofio vicino Salerno, tra ragazzini che non aspettavano altro di bullizzarlo e un prete che nelle cantine dell'orfanotrofio gli faceva sanguinare la schiena a suon di cinghiate di punizione.Solo l'arrivo di Nino, che con il suo coraggio lo difende dagli altri ragazzini, porta a Bruno un po'di conforto e un po'di coraggio.
Per fortuna l'arrivo dell'estate porta ai ragazzi un po' di libertà, con il loro impiego presso alcuni paesani di Pietro di San Michele. Vengono lavati, vestiti e messi in fila come una mandria di bestiame, davanti a loro scorrono occhi che li scrutano e che li scelgono proprio come farebbero con una bestia da mandare al macello. Bruno e Nino vengono scelti per ultimi, ma insieme, quindi felici. Lavoreranno nella tenuta degli Aloia, la famiglia più importante del paese. Quella che la accoglierà sarà una casa enorme, più grande dell'istituto in cui vivolo. Ad accompagnarli sarà Gennaro (che poi è colui che li ha anche scelti!), mentre ad attenderli ci sarà Pia, da sempre la governante della tenuta. Il padrone di casa, Zeno Aloia, li avrebbe conosciuti una volta tornato dell'America, dove lavorava come processore.
I due ragazzi sembrano inserirsi subito bene all'interno della casa, anche se a volte, alcuni avvenimenti disturbano la loro tranquillità, come ad esempio il ritrovamento di alcuni corpi sepolti all'interno della tenuta anche se nel secondo dopoguerra, periodo in cui è ambientato il romanzo, questa è una cosa che capita.
Quello che sembra subire di più le emozioni di quello che succede è Bruno, il cui sonno viene turbato da un senso di malessere che non gli permette di trovare la pace neanche lontano dall'istituto. È così che inizia a vagare per casa, di notte, ed è proprio di notte che incontra Caterina, quella ragazzina che fino a quel momento aveva solo intravisto dietro alla tenda spostata di una finestra e che passa le sue giornate chiusa nella sua stanza. Cosa turba la ragazza? Può Bruno trovare un modo per aiutarla?
Grazie ad uno stile fluido e coinvolgente Antonio Lanzetta ci porta in un mondo fatto di buio, di misteri, di atmosfere cupe e di mondi paralleli. È facile sentirsi trascinati in quel vortice di mistero che viene costruito in modo molto preciso e con una grande capacità dall'autore, che già mi aveva affascinato durante la lettura de Il buio dentro.
I personaggi arrivano al lettore senza riserve, proprio come succedeva nel libre che avevo letto in precedenza. C'è sempre quella linea sottile su cui si muovono buoni e cattivi e al di là del quale i ruoli possono cambiare. L'atmosfera è la stessa, misteriosa, noir, intrigante.
Quello che ho sofferto un po' - ma è un mio limite, me ne rendo conto - è che questo romanzo ad un certo punto vira un po'troppo verso il paranormale se non addirittura verso l'horror ed ho fatto fatica, a volte, a districarmi tra ciò che è il reale e quello che non lo è, chiudendo il romanzo alla fine con in testa ancora parecchia confusione, nonostante qualche idea me la sia fatta. Il problema è che non sono sicurezze e questo mi destabilizza un po'.
Per mio gusto personale ho preferito Il buio dentro di cui devo ancora leggere i seguiti ma che spero di recuperare presto.
Credo che Lanzetta sia veramente un maestro con la penna e che i suoi personaggi siano talmente vividi da poter rimanere impressi a lungo nella mente del lettore.
Un autore che continuerò a leggere con la certezza di non esserne mai delusa e che consiglio con grande fervore agli amanti del genere!
 


VOTO:








1 commento:

  1. Lo abbiamo cercato al salone e non lo abbiamo trovato. Per il momento mi sa che desisto, sono in crisi �� quindi aspetto a comprare cose

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