lunedì 30 maggio 2016

Recensione #130 - Musica dalla spiaggia del paradiso di John Ajvide Lindqvist

Buongiorno lettori e buon lunedì. Come state? Passato bene il week end? Io inizio ad avere, almeno nel fine settimana, un po’ meno impegni e quindi mi sono goduta qualche ora di relax con la mia famiglia. In compenso oggi in ufficio è stato un delirio causa arrivo stagisti.
Ma veniamo al blog. Oggi vi parlerò di un libro molto particolare, che mi è stato regalato dalla mia cara amica Elena per Natale, che devo ringraziare perché altrimenti non so se mi sarebbe capitato di leggerlo. Si tratta di Musica dalla spiaggia del paradiso di John Ajvide Lindqvist edito da Marsilio, 426 pagine. Non conoscevo il libro nello specifico e non conoscevo l’autore che in realtà ho scoperto essere autore di libri molto famosi. Dovrò quindi rimediare e recuperare qualche altro suo lavoro.  

Sinossi: Una mattina d'estate, un gruppo di ospiti di un campeggio non lontano da Stoccolma si risveglia in mezzo al nulla. Ogni cosa è stata cancellata, gli alberi, il lago, gli scogli e il chiosco, è tutto scomparso. Intorno ai villeggianti increduli - dieci persone, un cane e un gatto - c'è solo una landa desolata, ricoperta da un prato perfettamente rasato e sovrastata da un cielo blu e senza sole, così uniforme da apparire artificiale. Ogni contatto con la realtà è interrotto. Non rimane che il segnale di una misteriosa stazione radiofonica, che trasmette senza sosta le canzoni di Peter Himmelstrand, uno dei più noti cantautori svedesi di musica leggera. Musica pop a ripetizione, Abba in testa. Com'è possibile che queste persone siano finite lì con le loro roulotte? Sono state spostate oppure è la realtà a essere svanita? In questo luogo surreale, capace di scatenare le reazioni più violente e irrazionali, ogni adulto si troverà a fare i conti con gli spettri del passato. Sovvertendo gli schemi classici della "camera chiusa" della letteratura del terrore, Lindqvist non intrappola i suoi personaggi in uno spazio angusto e senza via d'uscita, ma li cala in un luogo sconfinato e senza ostacoli, da cui tuttavia è impossibile fuggire. Perché non esiste un altrove se non l'abisso altrettanto minaccioso della coscienza. Agorafobico e metafisico, Musica dalla spiaggia del paradiso si spinge nei recessi più oscuri della psiche umana, dove conflitti irrisolti e traumi insuperati prendono corpo e reclamano spietati il proprio pegno di sangue.

Un campeggio nei pressi di Stoccolma, è questa l’ambientazione che l’autore ha scelto nel suo romanzo. Chi mi segue con costanza sa che sono una camperista; adoro campeggiare e vivere all’aria aperta durante le mie vacanze, quindi questa particolarità mi ha da subito riempito di curiosità. Siete mai stati in campeggio? È difficile che ci siano dei momenti di silenzio assoluto, soprattutto nei mesi di alta stagione; un brulicare di gente indaffarata che dalle prime luci dell’alba si muove nei vialetti assolati per raggiungere i bagni o le zone comuni, che fa colazione fuori dalle proprie tende, roulotte o camper godendo di quella pace interiore che solo staccare dalla quotidianità può dare. Beh se siete stati almeno una volta in campeggio sapete anche che è il miglior modo per fare amicizie, grazie alla vicinanza con gli altri ospiti che diventano, nei giorni di permanenza, quasi un punto di riferimento, sempre che non siano pazzi scatenati o al contrario persone con la puzza sotto al naso. Immaginate quindi di andare a letto una sera, con le vostre famiglie, con la magnifica sensazione che il giorno dopo sarà un’altra splendida giornata di vacanza e di svegliarvi invece soli. Voi, con la vostra roulotte, soli, in una landa deserta ed infinita. Non c’è più il campeggio, non ci sono più i bagni, non c’è più il lago, ci sono solo altre tre roulotte che ospitano altri gruppi di villeggianti straniti quanto voi. In totale dieci persone – tra cui due bambini – più un cane ed un gatto. È quello che vi circondava ad essere sparito o siete stati voi ad essere stati spostati in un non luogo? Ho provato ad immaginarmi una situazione così paradossale e mi sono venuti i brividi. Probabilmente penserei di essere diventata pazza, oppure di essere alle prese con uno di quei sogni tanto dettagliati da sembrare vita vera ma di certo mai e poi mai potrei credere ai miei occhi. È questo il quadro che si presenta a noi dopo poche pagine di lettura.

Le quattro roulotte rimaste ospitano persone totalmente differenti tra loro: un ex calciatore di fama mondiale, con la moglie modella e una bambina quantomeno inquietante in una; due uomini di mezza età che si comportano come fossero una coppia in un’altra; una coppia di coniugi vicini alla vecchiaia con un rapporto sul filo del rasoio nella terza; una famiglia apparentemente senza grandi problemi ma con molti momenti bui alle spalle ed un bambino chiuso e poco socievole nell’ultima.
Nessun contatto con la loro vita normale è possibile; i cellulari non funzionano e sembra non esserci modo per uscire da quel luogo che nonostante sia infinito li tiene come topi in una gabbia. Solo alla radio inspiegabilmente arriva un segnale, quello di una stazione radio dove trasmettono a ripetizione canzoni di un notissimo cantautore svedese, nessuno speacker tra un brano e l’altro, nessuna voce al di fuori del gruppo sopravvissuto.
Un horror che tocca il mondo del paranormale in cui l’autore riesce a sviscerare in modo molto interessante le paure umane, le reazioni di un gruppo davanti ad una difficoltà, l’interazione tra persone che si sentono braccate, la difficoltà a fidarsi del prossimo ed anche di se stessi in situazioni estreme.
La landa deserta ha il potere di mettere i personaggi di fronte ai propri più tremendi incubi. Tutti nella vita hanno un mostro da cui scappare e quell’incomprensibile situazione in cui sono piombati dalla sera alla mattina sta facendo riaffiorare quei mostri, uno ad uno, più tremendi che mai, con una forza cui nessuno è capace di resistere.
Per qualcuno il mostro ha le sembianze di tigre, per qualcun altro dell’uomo di sangue, per altri ancora di rappresentanti di merceria o ancora di una figura bianca senza alcun elemento umano se non la cavità di profondi occhi scuri e profondi. Un libro che, pur toccando il mondo del paranormale sa essere molto realistico e brutalmente concreto. Una sorta di grande fratello che paradossalmente “racchiude” delle persone in una landa infinita. Un senso dell’ignoto ed una impossibilità di trovare una soluzione a quel problema che porta i personaggi ad interagire, a volte aiutandosi ma, nella maggior parte del tempo, guardandosi in cagnesco e non avendo più fiducia uno nell’altro.
I personaggi sono descritti in modo molto particolareggiato ed è facile immaginare ognuno di loro, imparare a conoscerli, amare uno piuttosto che un altro. 426 pagine in cui l’autore racconta un solo giorno di vita e in cui sembra di averne vissuti insieme a lui infiniti. In alcuni momenti ho anche dimenticato che quello narrato fosse ancora lo stesso giorno perché non c’è il tempo di riflettere, le cose accadono una dopo l’altra e mai, per neanche un secondo ho pensato che il libro si stesse dilungando troppo anzi, mi è dispiaciuto arrivare alla fine. Sarà che amo i libri corposi in cui posso conoscere in modo approfondito anche le più piccole manie dei protagonisti, sarà che in questo caso pur mantenendo sempre la narrazione in terza persona ci sono capitoli dedicati ad ogni singolo personaggio, anche al cane ed al gatto, e questo rende il quadro completo, mai monotono, mai banale. Le reazione che ognuno di loro ha alla situazione fa emergere le peculiarità, i difetti, i vizi e permette al lettore di immedesimarsi in questo o quell’atteggiamento. Anche l’ambientazione, pur rimanendo sempre la landa, è stata resa dall’autore perfettamente e non è mai risultata ai miei occhi banale o monotona. Una grande scoperta che mi lascia con la voglia di leggere altro di questo scrittore, un nordico sui generis, dallo stile particolarmente interessante.

Che ne pensate? Conoscete questo scrittore? Mi consigliate un suo libro in particolare?

VOTO: 







venerdì 27 maggio 2016

Ti consiglio un libro #22 - Un libro che parli di libri

Buongiorno lettori, eccoci con un nuovo venerdì cui diamo il buongiorno con una nuova puntata della rubrica Ti consiglio un libro, pubblicata circa due volte al mese e nata dalla collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Salvia di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. Oggi consigliamo Un libro che parli di libri. Come sempre cliccando sul titolo sarete rimandati alla recensione.



IL MIO CONSIGLIO 


Autore: Katarina Bivald
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pagine: 400
Prezzo:  Cartaceo 16.90 euro - ebook 8.99 euro


Normalmente rifuggo i libri che parlino di libri, di lettrici e di librerie ed è proprio per questo che ho scelto per oggi questo consiglio. Spesso, soprattutto ultimamente, sembra che le case editrici cerchino di attirare con questo stratagemma noi lettori, rifilandoci poi dei bidoni tremendi. Quando quindi si riesce a trovare un romanzo che abbia questo tema e che sia anche valido è festa grande! Ho trovato e comprato questo libro per caso, complice un super prezzo da Libraccio; l'ho acquistato senza pensarci più di tanto e ne sono stata felicissima. Per alcuni tratti lo stile mi ha ricordato quello della Flagg - che oltretutto l’autrice cita più volte - e questo non può che essere un punto a suo favore.
Un viaggio attraverso due continenti ma anche un viaggio nell’animo profondo di una ragazza che ha sempre usato i libri come scudo e che pian piano riesce a tirar fuori il meglio di se, mettendo da parte una corazza ormai scomoda e per niente elegante. Un libro leggero, avvolgente, divertente e capace di far staccare completamente la mente dal quotidiano.
Ed ora correte a scoprire il consiglio di Laura , Salvia e  Laura

mercoledì 25 maggio 2016

Coming soon #17 - Il battito del sangue di Tess Gerritsen

Buongiorno lettori, come state? Dopo un po' di tempo torno con questa rubrica per parlarvi della prossima uscita in libreria di un libro che deve assolutamente essere mio.
Sto parlando del thriller Il battito del sangue, di Tess Gerritsen edito da Longanesi.
Cercate brivido, adrenalina e uno stile mozzafiato? Allora questa autrice è quello che fa per voi! Dopo aver scalato le classifiche mondiali con la sua serie dedicata alla detective Jane Rizzoli e al medico legale Maura Isles arriva nel nostro paese il primo thriller ambientato in Italia. La trama è assolutamente intrigante e conoscendo l'autrice - una delle migliori del genere per quanto mi riguarda - so che saprà regalarci un grande thriller.
_____________________________________________________

Titolo: Il battito del sangue
Autore: Tess Gerritsen
Genere: Thriller
Pagine: 350
Costo: 17.60 € cartaceo - 9.99 € ebook
Pubblicazione: 24 giugno 2016 - Longanesi

TramaDurante un viaggio a Roma, la violinista americana Julia Ansdell incappa in uno strano manoscritto che contiene uno spartito. Si tratta di una musica inedita, un valzer dal titolo Incendio, composto da un autore misterioso. Una melodia che ha un ritmo unico e inconfondibile, come il battito del cuore. Quando Julia, tornata a casa, suona il valzer, iniziano a susseguirsi episodi sempre più inquietanti: Lily, la sua bambina di tre anni, uccide il gatto, aggredisce la madre con un pezzo di vetro facendola cadere dalle scale. Quella musica ha un potere demoniaco? Quando comprende che a rischio non c’è solo la sua sanità mentale, ma anche la sua stessa vita, Julia capisce che esiste un solo modo per salvarsi: andare alla radice del mistero. Torna in Italia e, viaggiando tra Venezia e Roma per le sue ricerche, scopre che l’autore è Lorenzo Todesco, un ebreo che ha vissuto un amore tanto potente quanto tormentato negli anni fra il 1938 e il 1944, in una Roma straziata dalla guerra e dalle leggi razziali del fascismo. Le due storie, quella di Julia e quella di Lorenzo, si intrecciano via via, trascinando con sé il lettore fino a una sconvolgente conclusione, da autentica maestra del thriller.
 
_____________________________________________________

Cosa ne pensate? Conoscete l'autrice? Avete letto qualcuno dei suoi libri?

lunedì 23 maggio 2016

Chiacchiere chiacchiere bla, bla, bla... #15 - Tag: Se fosse...


Buongiorno carissimi e buon lunedì!
Giorno della settimana sempre pesante che, per quanto mi riguarda, fa fatica ad ingranare fino almeno a metà mattina. Stavo quindi pensando come poter alleggerire il tutto e mi è venuto un mente di inventare un Tag. Il week end appena passato per mio figlio è stato importantissimo: ha ricevuto il diploma di fine scuola materna. Primo traguardo da bambino grande che lo porterà inevitabilmente a crescere e a perdere un po' quella spensieratezza che, si sa, accompagna i bimbi più piccoli. Stavo quindi ripensando alla mia infanzia, a quanto poco mi ricordi della scuola materna e delle scuole elementari. In questo turbinio di ricordi mi si è affacciato alla mente un giochino che facevo spesso in quegli anni e che consisteva nell'indovinare un personaggio famoso ponendo la domanda Se fosse...? In realtà in questo caso non si dovrà indovinare niente ma ho pensato di abbinare un libro che ho amato ad ogni se fosse che mi è venuto in mente. Siete pronti? Partiamo!!!!

http://libroperamico.blogspot.it/2015/10/recensione-91-anna-di-niccolo-ammaniti.htmlSe fosse un nome proprio: Anna di Niccolò Ammaniti

Questo libro è un pugno allo stomaco, che ci fa immaginare senza troppi giri di parole una situazione catastrofica ma assolutamente verosimile, raccontata con gli occhi dei bambini.
Una protagonista, Anna, capace ammaliare il lettore con la sua grinta, la sua forza, la sua intelligenza.
Un autore che amo da sempre e che anche con questo suo lavoro ha saputo sorprendermi.


http://libroperamico.blogspot.it/2014/12/recensione-362014-borgo-propizio-di.htmlSe fosse un luogo: Borgo Propizio di Loredana Limone

Un'autrice che ha saputo conquistarmi, un luogo che se esistesse vorrei visitare.
Con la sua storia semplice, di vita quotidiana, di paese, questo libro ci porta nelle vite di personaggi meravigliosi, personaggi in cui ognuno di noi potrebbe rivedere il proprio vicino di casa, un proprio concittadino, un proprio amico.
Una freschezza ed uno stile che conquista!
Altrettanto belli i seguiti: E le stelle non stanno a guardare, Un terremoto a Borgo Propizio.


http://libroperamico.blogspot.it/2015/06/recensione-68-fiore-di-fulmine-di.htmlSe fosse un fiore: Fiore di fulmine di Vanessa Roggeri

Quanto ho amato Nora ed il suo fiore di fulmine... quell'intrico di cicatrici che il fulmine, trapassando il suo corpo, le ha lasciato impresso sulla pelle.
Un libro che ci parla di leggende sarde, in cui i personaggi femminili spiccano e riescono ad avere un ruolo predominante.
Un'atmosfera particolare, di quelle che difficilmente si dimenticano; capaci di rendere un romanzo ancora più interessante e riuscito.




http://libroperamico.blogspot.it/2013/05/il-mio-nome-e-rosso.htmlSe fosse un colore: Il mio nome è rosso di Orhan Pamuk

Un libro comprato perchè attratta dalla cover - lo sapete che io faccio queste cose... - scritto da uno scrittore famosissimo cui non mi ero mai approcciata; l'ho iniziato con molta paura che la parte storica potesse rovinare la fluidità invece l'ho divorato ed amato molto. Ci sono state delle parti che mi hanno un po' rallentato - soprattutto quando entra in modo forse un po' troppo particolareggiato nel mondo dei miniaturisti - ma in generale ho adorato lo stile e le scelte narrative infatti Pamuk rende protagonista ogni singolo personaggio facendogli narrare gli avvenimenti e creando così un insieme di punti di vista variegati che rendono la lettura molto piacevole.

http://libroperamico.blogspot.it/2013/09/io-che-amo-solo-te.htmlSe fosse una canzone: Io che amo solo te di Luca Bianchini

Impossibile non pensare a questo libro, impossibile non canticchiare questa canzone durante la lettura. Un libro che ha saputo farmi ridere, farmi emozionare, farmi riflettere. Molti personaggi, ognuno con una sua caratterizzazione precisa e con un ruolo importante; niente è lasciato al caso, come in una di quelle commedie all'italiana che sanno raccontare molto bene uno stralcio di realtà. Da leggere anche il seguito: La cena di Natale di Io che amo solo te.



http://libroperamico.blogspot.it/2015/12/recensione-98-voli-acrobatici-e-pattini.htmlSe fosse uno sport: Voli acrobatici e pattini a rotelle di Fannie Flagg

Un libro che ha saputo stupirmi e conquistarmi. Un'autrice che ha avuto la capacità di raccontare una storia completa, con colpi di scena interessanti, passando senza problemi dal presente al passato senza mai farmi perdere il filo del discorso. Un'ambientazione splendida che mi è rimasta nel cuore così come le sue protagoniste!




http://libroperamico.blogspot.it/2016/02/recensione-106-doctor-sleep-di-stephen.htmlSe fosse un mestiere: Doctor sleep di Stephen King

Quello che mi ha impressionato di questo libro è che nonostante sia stato scritto dopo decenni rispetto al suo precedente - Shining - è come se fosse stato scritto nello stesso momento. Un seguito credibile, con una trama molto ben costruita che si collega a Shining in modo pefettochiudendo il cerchio che era rimasto aperto.
Ogni cosa al suo posto, ogni catena chiusa e salda, ogni ricordo ripercorso, ogni scheletro del passato affrontato e distrutto. Impossibile, secondo me, rimanere indifferenti e non adorare questo libro.

  
http://libroperamico.blogspot.it/2015/08/recensione-79-pomodori-verdi-fritti-al.htmlSe fosse un cibo: Pomodori verdi fritti al Caffè di Whistle Stop di Fannie Flagg

Un altro libro di Fanni Flagg, un'altra piccola meraviglia. Un caffè di una piccola cittadina dell'Alabama in cui due donne - Idgie e Ruth - con i loro manicaretti diventano il fulcro della vita dei cittadini. Anche in questo caso la Flagg riesce a far immergere totalmente il lettore nell'ambientazione, nei colori e nei profumi che con il suo stile narrativo riesce ad evocare in modo nitido.



http://libroperamico.blogspot.it/2014/09/recensione-27-non-avere-paura-dei-libri.htmlSe fosse un sentimento: Non avere paura dei libri di Christian Mascheroni

Un libro che parla di amore assoluto per la vita, per la famiglia, per gli amici, per i libri. Un libro delicato, capace di trasmettere emozioni in modo così profondo da lasciare a volte anche senza fiato.






http://libroperamico.blogspot.it/2014/12/recensione-372014-la-ragazza-con.htmlSe fosse un'opera d'arte: La ragazza con l'orecchino di perla di Tracy Chevalier

La Chevalier, si sa, è una garanzia sia a livello di stile narrativo che a livello di storie che generalmente decide di raccontare. In questo caso parte da un quadro vero e romanza tutta la storia che sta dietro a quel quadro, raccontandoci il modo in cui il quadro sarebbe nato, parlandoci della ragazza che ne sarebbe la protagonista. Un libro veramente ricco, completo ed affascinante che ci permette di fantasticare ma anche di avere un'immagine approfondita del periodo in cui è ambientato, dell'abisso che ci fosse tra padroni e domestiche, tra cattolici e protestanti, tra genitori e figli.

Ecco tutto. Spero che questo Tag vi sia piaciuto e vi abbia un po' alleggerito la giornata. Ovviamente siete tutti taggati quindi se vi va potete farlo sui vostri blog o darmi le vostre risposte qui nei commenti. Se lo fate sui blog ricordatevi poi di tornare a lasciarmi il link in modo da poter venire a leggere le vostre risposte! 

domenica 22 maggio 2016

Challenge 2016 - Le Lgs sfidano i lettori - Seconda tappa



Buooooongiornooooo! Ridendo e scherzando ci stiamo avvicinando alla fine della mia tappa, per la gioia di qualcuno e per il dispiacere di qualcun'altro. Entriamo oggi, infatti, nell'ultimo mese che vedrà protagonista il mio blog come spazio ospitante dei vostri link.
Anche nel mese appensa trascorso alcuni dei libri bonus suggeriti sono stati amati da alcune ed odiati da altre e credo che il bello stia proprio in questo, mi sono un sacco divertita a leggere pareri totalmente opposti sullo stesso libro.

Prima di dirvi i nuovi titoli vi ricordo velocemente le regole.
Ed ora passiamo ai libri bonus che potrete leggere e recensire entro e non oltre il 21 giugno 2016.
Ho scelto due titoli pubblicati e letti da pochissimo, cercando di abbinare un libro leggero - che mi ha fatto trascorrere delle ore piacevoli rubandomi parecchi sorrisi - ad uno un po' più cupo che mi ha totalmente rubato il cuore.

PRIMO LIBRO


Titolo: Dentro soffia il vento
Autore: Francesca Diotallevi
Editore: Neri Pozza
Pagine: 180

Sinossi: In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al tempo della Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto campanile.
Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto opportunamente protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive Fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco in un camino.
Come faceva sua madre quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni » approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Così, mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi.
Il piccolo e inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che Fiamma conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine, però, a volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando Raphaël Rosset se n’è andato.
Era inaspettatamente comparso un giorno al suo cospetto, Raphaël, quando era ancora un bambino sparuto, con una folta matassa di capelli biondi come il grano e una spruzzata di lentiggini sul naso a patata. Le aveva parlato normalmente, come si fa tra ragazzi ed era diventato col tempo il suo migliore e unico amico. Poi, a ventuno anni, in un giorno di sole era partito per la guerra con il sorriso stampato sul volto e la penna di corvo ben lucida sul cappello, e non era più tornato. Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al limitare del bosco, fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire inghiottita dal buio della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa dove, in preda ai sensi di colpa per non essere andato lui in guerra, si aggira sconsolato Yann, il fratello zoppo di Raphaël… il fratello che la odia.
Ritornando su un tema caro alla letteratura di ogni tempo – l’amore che dissolve il rapporto tra una comunità e il suo capro espiatorio – Francesca Diotallevi costruisce un romanzo che sorprende per la maturità della scrittura e la solidità della trama, un’opera che annuncia un nuovo talento della narrativa italiana.
SECONDO LIBRO

Titolo: Gli effetti speciali dell'amore
Autore: Angela Iezzi
Editore: Newton Compton editori
Pagine: 288

Sinossi: Ashley Morgan ha ventiquattro anni, una grande passione per i libri e una laurea in economia, che ha conseguito al solo scopo di compiacere il padre, proprietario di una famosa azienda dolciaria, di cui è certa di prendere il posto. E invece, del tutto inaspettatamente, il padre decide di affidare la guida della società a Jaime Standley, che lavora al suo fianco da molti anni e ne è diventato il braccio destro. Di fronte a quel gesto Ashley chiude i rapporti con lui. Passano gli anni, durante i quali padre e figlia perdono quasi ogni contatto, fino a quando il signor Morgan muore, lasciandole una cospicua eredità. Alla lettura del testamento un’altra sorpresa attende Ashley: a lei andranno il conto in banca, la casa di famiglia e una quota di minoranza della società, a Jaime la maggioranza delle azioni e il compito di gestire e amministrare la Morgan&Hall. Ma solo a una condizione: che per un anno i due beneficiari lavorino insieme e risiedano sotto lo stesso tetto. Ashley si sente ingannata e truffata: Jaime è un impostore e lei gliela farà pagare. Ma la convivenza forzata qualche volta può rivelarsi assolutamente imprevedibile…

Anche in questo caso due titoli diversissimi tra loro che spero possano piacervi!
La mail di riferimento per i vostri dubbi resta sempre la stessa: lettricisparpagliate@gmail.com

sabato 21 maggio 2016

Recensione #129 - Gli effetti speciali dell'amore di Angela Iezzi

Ciao a tutti, giornata impegnativa oggi per me. Il mio piccolino - ormai un adulto sentendo lui - ha da poco compiuto 6 anni e a settembre inizierà la sua avventura - e la mia - alla scuola primaria. Oggi ci sarà lo spettacolo della scuola materna ed il successivo pranzo tutti insieme a cui seguirà la consegna di diplomi per i bimbi dell'ultimo anno, quindi preparo una scorta di fazzoletti perchè si prevedono lacrime a fiume.
Prima di uscire però vi lascio la recensione di un libro che ha saputo stupirmi regalandomi delle ore di assoluta spensieratezza. Sto parlando di Gli effetti speciali dell'amore di Angela Iezzi edito da Newton Compton editori - che ringrazio per la copia - 288 pagine.

Sinossi: Ashley Morgan ha ventiquattro anni, una grande passione per i libri e una laurea in economia, che ha conseguito al solo scopo di compiacere il padre, proprietario di una famosa azienda dolciaria, di cui è certa di prendere il posto. E invece, del tutto inaspettatamente, il padre decide di affidare la guida della società a Jaime Standley, che lavora al suo fianco da molti anni e ne è diventato il braccio destro. Di fronte a quel gesto Ashley chiude i rapporti con lui. Passano gli anni, durante i quali padre e figlia perdono quasi ogni contatto, fino a quando il signor Morgan muore, lasciandole una cospicua eredità. Alla lettura del testamento un’altra sorpresa attende Ashley: a lei andranno il conto in banca, la casa di famiglia e una quota di minoranza della società, a Jaime la maggioranza delle azioni e il compito di gestire e amministrare la Morgan&Hall. Ma solo a una condizione: che per un anno i due beneficiari lavorino insieme e risiedano sotto lo stesso tetto. Ashley si sente ingannata e truffata: Jaime è un impostore e lei gliela farà pagare. Ma la convivenza forzata qualche volta può rivelarsi assolutamente imprevedibile…


Vi capita mai che un libro arrivi a voi nel momento giusto senza che neanche lo abbiate cercato? Probabilmente se avessi visto questo libro in libreria, con questo mega cuore a lucine in copertina, sarei scappata a gambe levate e non mi sarei neanche messa a leggerne la trama ma questo libro mi è arrivato a casa, spedito dalla casa editrice senza che io lo avessi richiesto e quindi la trama l’ho letta ed ho anche pensato di dargli una possibilità.
L’ho letto perché avevo bisogno di qualcosa di leggero, che mi impegnasse poco mentalmente e devo dire che sono stata super soddisfatta della scelta perché oltre a quello ho trovato un libro particolarmente piacevole ed ironico, non incentrato sulla parte Romance – che sicuramente è presente ma non in modo eccessivo – ma molto curato dal punto di vista dei personaggi, della loro caratterizzazione e soprattutto della scrittura.
Libro d'esordio per l'autrice che con questo romanzo ha vinto il premio Il mio esordio e che quindi è arrivata di diritto alla pubblicazione con Newton Compton. Uno stile che credo possa migliorare con il tempo ma nel quale ho trovato tutte le caratteristiche necessarie per poter diventare scrittrice per mestiere.
La storia in sé è molto semplice ed anche abbastanza prevedibile ma il taglio con cui l’autrice ha saputo presentarcela ne aumenta la piacevolezza.
Ashley è una ragazza di 24 anni, si è appena laureata in economia e commercio ed è pronta a spiccare il volo. Amante dei libri e con il sogno di lavorare in una libreria, ha messo da parte tutto per riuscire ad essere all’altezza dell’attività di famiglia; il padre è infatti il proprietario di una famosissima azienda di dolci ed essendo figlia unica è naturale che l’azienda in futuro sarà sua, o almeno così ha sempre creduto.
Diciamo che forse aveva fatto i conti senza l’oste… perché nella serata che avrebbe dovuto ufficialmente sancire il suo ingresso in azienda il caro paparino le comunica che il suo successore sarà Jaime, il suo braccio destro, pasticcere capace nonché suo collaboratore e a lei mette in mano un regalo di laurea che sa un po’ di beffa: un biglietto per un viaggio relax ed un elenco di librerie con tanto di numeri di librai conosciuti dal padre che sarebbero felici di assumerla.
Ok, Ashley sicuramente si comporta da ragazzina viziata tagliando i ponti con il padre e considerando quella mossa un tradimento ma mica possiamo biasimarla! Ha buttato cinque anni della sua vita ed ha fatto non poca fatica per raggiungere la laurea al solo scopo di essere all’altezza di un futuro che Jaime, appoggiato dal padre, le ha appena portato via. Quantomeno avrebbero potuto avvisarla per tempo! Ma lei non si scoraggia, strappa l’elenco di librerie consegnatole dal padre, lascia la casa in cui tanto aspettava di tornare ed un lavoro come libraia se lo trova da sola, realizzandosi lavorativamente nel campo che da sempre è il fulcro del suo sogno.
Sono passati ormai tre anni quando il padre di Ashley muore e lei viene convocata per la lettura del testamento. In un momento in cui vorrebbe solo piangere la sua perdita in pace e tornare a vivere nella casa della sua infanzia ecco un altro problema: il padre impone a lei e a Jeime di vivere per un anno proprio in quella casa e di gestire per lo stesso tempo insieme l’azienda di famiglia. Solo trascorso quel tempo ognuno avrà quello che gli spetta: alla figlia andrà la casa ed al suo fidato collaboratore l’azienda.
Una trama di base che ricorda un po’ La lista dei miei desideri della Spelman e che mi ha fatto divertire alla stessa maniera. Quindi se quel libro non vi è piaciuto passate oltre perché credo che neanche questo possa fare al caso vostro. cerarsi che i due stiano seguendo le volontà del padre.
La narrazione è lasciata totalmente ad Ashley che in prima persona e in maniera piuttosto ironica ci mette a conoscenza dei suoi pensieri, del suo totale odio verso quello spocchioso, arrivista, approfittatore - così vede lei Jeime - del suo rapporto con la fidata amica e collega Elly, del suo lavoro in libreria. L'autrice è molto brava a rendere le sensazioni dei personaggi ed anche a descrivere i meravigliosi dolci che Jaime crea con le sue mani.
Nonostante il libro sia ovviamente incentrato sulla convivenza dei due, sullo scontro che questo comporta, sui controlli a sorpresa che vengono effettuati per sincerarsi che non stiano barando, parallelamente assistiamo al trascorrere della vita normale dei due protagonisti e di alcuni personaggi secondari che sanno trovare un posto nel racconto: la libreria è in fermento per una presentazione del libro di un autore Bestseller e per l’apertura di un angolo bar, mentre l’azienda di dolci è già alle prese con le nuove produzioni natalizie e di San Valentino.
Dei due personaggi principali ho amato la lotta continua, questa sorta di odio/amore che viene mosso da fili invisibili da un padre ormai defunto; e poi ho adorato Jaime e le sue prelibatezze!
Un libro piacevole, fresco e divertente che mi sento di consigliare a chi nella lettura non cerca necessariamente il libro impegnato.
Che ne dite, vi ispira? Come sempre sarò felice di conoscere il vostro pensiero!

VOTO: 










mercoledì 18 maggio 2016

Recensione #128 - Aspettando Bojangles di Olivier Bourdeaut

Buongiorno lettori, finalmente riesco a condividere con voi questa recensione che in realtà ho pronta già da più di una settimana. Mi scuso per la poca presenza qui sul blog, è un periodo strano il mio: molti pensieri nella vita reale ma anche un po' di apatia verso la vita virtuale; spero questo mio stato d'animo passi in fretta! Per il momento vi lascio con questo post in cui mi sento tanto fuori dal mondo perchè vi parlerò di un libro che ha entusiasmato tutti e che invece a me non è particolarmente piaciuto: si tratta di Aspettando Bojangles di Olivier Bourdeaut edito da Neri Pozza, che ringrazio per la copia, 144 pagine.

Trama: Immaginate di essere un bambino e di avere un padre che non chiama mai vostra madre con lo stesso nome. Immaginate poi che a vostra madre quest’abitudine non dispiaccia affatto, poiché tutte le mattine, in cucina, tiene lo sguardo fisso e allegro su vostro padre, col naso dentro la tazza di latte oppure col mento tra le mani, in attesa del verdetto; e poi, felice, si volta verso lo specchio salutando la nuova Renée, o la nuova Joséphine, o la nuova Marylou...
Se immaginate tutto questo, potete mettere piede nel fantastico universo familiare descritto dal bambino in queste pagine. Un universo in cui a reggere le sorti di tutto e tutti è Renée, Joséphine, Marylou… la madre.
Di lei, suo marito dice che dà del tu alle stelle, ma in realtà dà del voi a tutti, a suo marito, al bambino e alla damigella di Numidia che vive nel loro appartamento, un grosso uccello strambo ed elegante che passeggia oscillando il lungo collo nero, le piume bianche e gli occhi di un rosso violento.
Renée, Joséphine, Marylou, o anche, ogni 15 febbraio, Georgette, ama ballare con suo marito sempre e ovunque, di giorno e di notte, da soli e in compagnia degli amici, al suono soprattutto di Mister Bojangles di Nina Simone, una canzone gaia e triste allo stesso tempo.
Per il resto del tempo si entusiasma e si estasia per ogni cosa, trovando incredibilmente divertente l’andare avanti del mondo. E non tratta il suo piccolo né da adulto né da bambino, ma come un personaggio da romanzo. Un romanzo che lei ama molto e nel quale s’immerge in ogni momento.
Di una sola cosa non vuole sentire parlare: delle tristezze e degli inganni della vita; perciò ripete come un mantra ai suoi: «Quando la realtà è banale e triste, inventatemi una bella storia, voi che sapete mentire così bene».
La realtà, però, è a volte molto banale e triste, così scioccamente triste che occorre più di una prodigiosa arte del mentire per continuare a gioire del mondo.



Difficilissimo recensire questo libro. Sarà che non rispecchia molto il mio genere, sarà che nonostante io lo abbia trovato un libro molto ben scritto, a cavallo tra una tristezza latente ed una tenerezza evidente, non sia riuscito a fare breccia nel mio animo, facendo scattare quella scintilla che differenzia un libro piacevole rispetto ad un libro del cuore.
Una favola moderna che rasenta la follia – facendo della follia stessa la protagonista – e che mi ha lasciata a tratti insoddisfatta a livello di trama; perché se è vero che l’autore ha uno stile molto ricercato, piacevole ed anche delicato, è anche vero che una storia effettiva non esista o, meglio, esiste ma per quanto mi riguarda presenta delle lacune insormontabili.
La narrazione è a due voci: da una parte un bambino che in prima persona ci racconta la storia dei suoi genitori; dall’altra un padre o, meglio, il romanzo che il padre vorrebbe scrivere, che integra e in qualche modo arricchisce la storia. Il problema però è appunto la storia; una storia di vita, di famiglia che ha tutto tranne che una parvenza di realtà.
Georges conosce sua moglie ad una festa, una donna che da subito mostra una fragilità mentale non indifferente tanto che l’uomo è consapevole di correre un rischio accettando le sue attenzioni ed andando via con lei, ma evidentemente il colpo di fulmine è più potente di ogni ragione e comincia così una storia d’amore sul baratro della follia. I due vivono una vita familiare quantomeno bislacca: lui chiama lei ogni giorno con un nome diverso, tanto che fino alla fine non ci è dato da sapere il suo vero nome; organizzano feste interminabili sulle note di una canzone intitolata Mister Bojangles; vivono con un uccello gigante – un Emù, non un pappagallino – libero di girare per casa e inventano storie per scappare dalla realtà. Tutto molto romantico, per carità, se non fosse che poi la vita reale è un’altra cosa. L’arrivo di un figlio non migliora le cose visto che anche davanti a lui le abitudini più strane si ripetono e la follia della madre peggiora tanto da essere un pericolo per se stessa e per gli altri.
Perché un uomo debba – al primo appuntamento – decidere di sposare una donna che – evidentemente – rasenti la follia; perché debba assecondare questa follia chiamandola ogni giorno con un nome diverso e non utilizzando mai il suo vero nome; perché debba farci un figlio, educarlo all’utilizzo della bugia quotidiana e addirittura ritirarlo da scuola per un capriccio di questa donna; perché debba – sempre per assecondare la moglie - portare a casa da un viaggio un Emù dandogli un nome, facendolo vivere libero per casa, leggendogli storie, insegnandogli a mangiare tonno in scatola, facendolo viaggiare prima in aereo e poi in macchina da una parte all’altra dell’Europa… ecco, il perché di tutto questo resterà per me un’incognita.
E mi scuso se magari non sono abbastanza elevata per capire i messaggi nascosti di questa scelta, mi scuso se non sono riuscita ad andare oltre, apprezzando la ricerca della felicità, della libertà, dell’anticonformismo che straripa in ogni capoverso e che accompagna la vita di questi genitori a cui, nella realtà, probabilmente avrebbero tolto il figlio senza troppi complimenti.
Un libretto di circa 140 pagine che mi sono trascinata per troppo tempo, perchè durante la lettura non capivo dove volesse andare a parare, perché non ne coglievo il senso, perché finita la lettura mi ha lasciato solo una tristezza infinita per delle scelte genitoriali incomprensibili e per un bambino che, per carità, avrà anche avuto una vita avventurosa ma che mi ha fatto tanta, troppa pena!
E va bene aver colorito tutto con un grandissimo romanticismo e con un finale veramente emozionante ma purtroppo non mi è bastato.
Ho concluso la lettura non riuscendo minimamente ad immaginare i volti di questa famiglia, non conoscendone i nomi, non avendo nessuna empatia con loro, se non con il bambino che per tutto il tempo mi è parso una vittima; ho concluso la lettura pensando: finalmente!
Non è un brutto libro… probabilmente se la storia fosse stata meno forzata, meno strampalata, meno incentrata sull’impossibile avrei anche potuto amarla, ma così continuo a chiedermi perché! Mi dicono che gli autori francesi siano un po’ così, molto romantici e ricercati nella scrittura ma anche molto poco lineari nelle loro storie; ecco, forse i francesi non fanno per me! ;)
Difficile quindi dare un voto: promuovo l’autore per l’eleganza del suo stile ma boccio la storia che ha scelto di raccontare quindi metto questo libro esattamente nel mezzo sulla scala di valutazione.
Mi consola una frase che l’autore fa dire proprio al suo protagonista alla fine del libro:

[…] lo avevo inviato a un editore che, dopo qualche tempo, mi aveva risposto che era una storia bella e ben scritta, che aveva né capo né coda, e proprio per questa intendeva pubblicarla. Così il libro di mio padre, con le sue menzogne a dritto e a rovescio, aveva riempito le librerie del mondo intero.

Che dire… io sono per le storie con capo e coda!
Mi piacerebbe però moltissimo conoscere i vostri pareri e confrontarmi con i vostri pensieri perché magari qualcuno di voi saprà darmi una chiave di lettura diversa che magari mi permetterà di comprendere, visto che sto leggendo solo pareri super entusiastici ed io mi sento tanto una voce fuori dal coro.

VOTO: 

venerdì 13 maggio 2016

Ti consiglio un libro #21 - Ti (S)consiglio un libro che ho odiato

Buongiorno lettori, torniamo oggi con una nuova puntata della rubrica Ti consiglio un libro, pubblicata circa due volte al mese e nata dalla collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Salvia di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. Oggi un consiglio un po' particolare perchè in realtà è uno (S)consiglio infatti vi Sconsigliamo Un libro che abbiamo odiato. Come sempre cliccando sul titolo sarete rimandati alla recensione.



IL MIO CONSIGLIO 



Autore: Rachel Joyce
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Pagine: 310
Prezzo:  Cartaceo 17.90 euro - ebook 6.99 euro

Odio è un parolone forte però, se devo dire sinceramente, quando Eliza ha proposto questo sconsiglio non ho avuto dubbi su quale fosse il libro da proporvi perchè proprio non mi è andato giù, perchè ci sono troppe cose che mi hanno fatto imbestialire mentre leggevo, perchè sono una voce controcorrente rispetto ai tanti giudizi super positivi che si trovano facendo qualche ricerca!
Cosa ho odiato? Per prima cosa il protagonista - il vecchio puzzone come ormai lo chiamo io - e se in un libro si odia questo cosa resta? E poi ho odiato la banalizzazione della malattia, il pensare che se Harold avesse compiuto il suo viaggio a piedi allora il tumore non si sarebbe portato via Quinnie, una donna già in fin di vita. Infine ho odiato il viaggio ed il modo in cui l'autrice ha pensato di raccontarlo: un viaggio senza un minimo di avventura, raccontato come una serie di incontri slegati uno dall'altro, senza il minimo filo logico e pieno di personaggi insulsi. Insomma un libro che ancora adesso non capisco e sconsiglio quando posso. Per fortuna almeno lo stile era scorrevole altrimenti si sarebbe meritato anche un voto in meno!!! ;)
Siete curiosi di sapere cosa avranno scelto per questo consiglio Laura, Salvia e Laura ? Allora correte a scoprirlo! Ma prima, se vi va, ditemi qual è il vostro libro più odiato!!!

giovedì 12 maggio 2016

Recensione #127 - Agnes Browne Ragazza di Brendan O' Carroll

Buongiorno carissimi, buon giovedì. Sono riuscita a preparare per oggi la recensione che mancava per completare la saga familiare di Agnes Browne che ho adorato! Ecco quindi la recensione di Agnes Browne Ragazza di Brendan O' Carroll edito da Neri Pozza, 232 pagine.

Trama: Prima di essere mamma, prima di mettere al mondo i suoi marmocchi e prima che i suoi marmocchi la rendessero nonna, Agnes Browne era Agnes Reddin, esile e indisponente ragazzina del Jarro, figlia di Connie Parker-Willis, contabile della fonderia Parker-Willis, che fondeva ferro a Dublino fin dal 1801, e di Bosco Reddin, primogenito di Sean Gam-basvelta Reddin, malandato eroe della Fratellanza repubblicana irlandese. Quando i genitori di Agnes convolarono a nozze nella chiesa di St Jarlath, dal lato dello sposo non c'era un posto a sedere libero. Da quello della sposa, invece, erano in quattro. Tre spaesati parenti alla lontana e un ubriacone della zona. Dei Parker-Willis nemmeno l'ombra, disgustati com'erano dalla sola idea che Connie si maritasse con un operaio della loro fonderia, e per giunta un sindacalista. Agnes è venuta al mondo il 6 dicembre del 1936 nel Jarro, una zona popolare a nord di Dublino piena zeppa di operai e disoccupati con le loro famiglie numerose. Negli anni Quaranta, su strade sporche e buie, avvolte in un sudario di fumo per via delle migliaia di fuochi di torba o carbonella accesi nelle case, Agnes, capelli corvini e figura snella, sgambettava insieme con la sua amichetta del cuore Marion Delany, faccia tonda e figura a barilotto.


Ultimo capitolo – in ordine di pubblicazione - della serie Agnes Brown che rappresenta in realtà un prequel all’intera vicenda. Dopo averci narrato di Agnes mamma, dei suoi marmocchi ed infine di Agnes nonna, l’autore ci regala questa chicca che ci permette di conoscere la nostra meravigliosa protagonista negli anni precedenti al primo capitolo.
Mi aspettavo una storia limitata al fidanzamento con Rosso quindi una Agnes già ragazzina invece l’autore ha saputo stupirmi con una storia a 360° che parte ancora prima della nascita di Agnes, quando sua mamma Connie era ancora un’adolescente. Assistiamo all’incontro tra quest’ultima ed il suo futuro marito, alle lotte operaie di Dublino, alla nascita di Agnes, prima, e di sua sorella Dolly, poi; fino ad arrivare al culmine della storia con un dettagliato racconto di tutta l’infanzia di Agnes.
Ritroviamo nelle vicende di questo libro la tanto adorata Marion e viene a ricrearsi così il divertentissimo duo che mi aveva conquistata in Agnes Browne mamma.
Le due sono solo bambine quando si incontrano all’istituto religioso dove studiano e dove – diciamolo – ne combinano di tutti i colori! Inseparabili, incorreggibili, sono loro le protagoniste di questo ultimo capitolo della storia. Marion, già sgamata a causa della numerosa famiglia da cui proviene ed Agnes, che deve crescere troppo in fretta ed improvvisarsi mamma e padrona della casa.
Ho riso veramente tanto in alcuni passaggi ma ho anche avuto modo di riflettere moltissimo.
O’ Carroll si dimostra – in questo libro più che mai – un abilissimo narratore, spaziando in una vita intera di più di una generazione ed anche mostrando il lato difficile della città di Dublino e dei suoi abitanti.
Il fatto di conoscere già il dopo della vita di Agnes e degli altri personaggi non mi ha per niente fatto perdere il gusto di scoprire come gli stessi fossero giunti al punto che conoscevo; anzi, in alcuni momenti ho avuto la sensazione che alcuni meccanismi fossero maggiormente comprensibili avendo letto prima gli altri capitoli della saga.
Dolcissima è la storia d’amore tra i genitori di Agnes, un tocco romantico all’interno di una vicenda in cui emergono numerosi momenti strazianti.
L’autore ha saputo creare un intreccio tra i personaggi ben congeniato, raccontandone le storie che li ha portati ai tre volumi pubblicati precedentemente: Marion e Tommo, Agnes e Rosso, le donne del mercato… Ha saputo inoltre costruire delle storie basate su personaggi esistenti solo in questo libro e che hanno dato un tocco in più all’intera trama: la sorella di Agnes – Dolly – cui sono riservate nei libri precedenti solo delle apparizioni legate alle lettere che invia, trova in questo capitolo un ruolo quasi da protagonista; o ancora il giovane prete che sposerà Agnes e Rosso, ma anche la mamma di Agnes e quella di Marion. Ogni personaggio che troviamo tra le pagine di questi romanzi si meriterebbe un libro a se; è proprio da questo particolare che sicuramente emerge l’O’Carroll sceneggiatore, capace di concentrare l’attenzione sul singolo personaggio – pur non sminuendo il racconto globale - e renderlo nel suo piccolo un protagonista!
Una saga familiare da leggere, che mi resterà nel cuore, che mi mancherà e che mi ha permesso di ridere e di piangere nell’arco di poche pagine.
Ve la consiglio senza riserve!!!! Credo proprio che cercherò di recuperare l’altro libro dell’autore pubblicato sempre con Neri Pozza intitolato Birra e cazzotti.
Cosa ne pensate? Avete letto questa saga? Vi incuriosisce?


Libri precedenti:
  • Agnes Browne mamma – Recensione qui
  • I marmocchi di Agnes - Recensione qui
  • Agnes Browne nonna – Recensione qui

VOTO: