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giovedì 26 agosto 2021

Lettori intorno al mondo: Africa - Vi porto in Zambia

 


Buongiorno lettori, torna la rubrica dei viaggi. Questo mese vi portiamo in Africa. Dopo Nadia che vi ha portato in Nigeria/Biafra - post cliccando qui -Viviana che vi ha portato in Angola - post qui - Marina in Botswana - qui - e Baba in Kenia - qui - oggi tocca a me e vi porto a fare un viaggio in Zambia.

Per questo viaggio ho preso spunto dal libro di Hanning Mankell, L'occhio del leopardo, recensione qui.

Troverete nel post delle parti in corsivo rosso, che sono citazioni prese dal libro.

Prima di entrare nel vivo del viaggio concedetemi qualche parola per inquadrare la nostra meta.

Lo ZAMBIA si trova nella zona Sud dell'Africa ed è un Paese senza sbocco sul mare, caratterizzato da un territorio impervio. Il clima dominante è di tipo tropicale, con temperature medie non elevate (da 16 a 23 °C nell’arco dell’anno), grazie all’altitudine, e con escursioni diurne e annue notevoli, determinate sia dalla stessa altitudine, sia dalla continentalità.



PRIMA TAPPA: Lusaka


Ricorda la sua prima impressione dell'Africa, la luce del sole che rendeva il cemento della pista d'atterraggio bianco come la neve. Poi un odore, qualcosa di amaro, una spezia sconosciuta o il fuoco del carbone di legna. [...] Non sa nulla di Lusaka, a parte che la città è stata battezzata con il nome di un cacciatore di elefanti africano. [...] All'aeroporto regna il caos, bisogna compilare una serie incredibilmente complicata di documenti d'ingresso, pieni di indicazioni errate, e al controllo passaporti i funzionari sembrano del tutto indifferenti al concetto di tempo e organizzazione.


Faremo un tour a Lusaka City, che comprenderà luoghi turistici come lo Zambia Nationl Museum - dove potremo approfondire la storia dello Zambia dal colonialismo all'indipendenza - il Manda Hill - il più grande centro commerciale di Lusaka - ma faremo anche lunghe passeggiate per visitare diverse attività nate per la comunità come un club di scacchi, un club di calcio, una biblioteca, e avremo modo di conoscere la comunità locale di questa città notandone le grandi dicotomie: i grandi palazzi recintati dei bianchi con filo spinato e guardie armate, vicino alle abitazioni modeste dei nativi.
Fonti:
 https://tripadvisor.it
https://it.wikipedia.org/


SECONDA TAPPA: Kitwe

Il treno per Kitwe parte la sera. [...] Compra un biglietto per Kitwe e si dirige al binario, dove il treno con la locomotiva diesel sta già aspettando. Hans guarda sconsolato quello che lo attende. Vagoni scalcinati, già sovraffollati, come scatole di cartone logore piene di pupazzi.

Fonte: https://www.cimoservice.it/zambia/esperienza_zambia.asp

Kitwe è la terza città più grande dello Zambia e si trova nella regione di Copperbelt, zona in cui è concentrata l’attività di estrazione mineraria del rame. In questa zona si trovano anche alcune miniere di smeraldi e diversi stabilimenti industriali.
Visiteremo un grande mercato dell’artigianato locale e diverse attrazioni turistiche nei dintorni, come la Diga di Bindolo, le pittoresche Cascate Makwera. A 20 km a est della potremo trovare il Chembe Brid Sanctuary, un’area naturale protetta rinomata per il bird watching.

Fonti: 
https://www.cimoservice.it/zambia/esperienza_zambia.asp


TERZA TAPPA: Kalulushi e fiume Kafue

Il primo posto di blocco è a pochi chilometri a nord di Kitwe. Soldati armati, filo spinato, una sbarra rudimentale. [...] Hans vede un paesaggio lunare davanti ai suoi occhi. Alte montagne di scorie cui si alternno profondi pozzi minerari e gallerie create dalle esplosioni. Capisce che si trovano nel mezzo del Copperbelt, un'immensa regione che penetra come un cuneo nel Katanga.
[...] Dalla conversazione capisce che possiede una fattoria che produce esclusivamente uova. Si trova a nord di Kalulushi, il fiume Kafue la separa dalle grandi miniere di rame.

Fonte: https://www.ohga.it/


Effettueremo una navigazione in canoa sul fiume Kafue, per raggiungere le Cascate Vittoria. Il fronte delle cascate è lungo più di un chilometro e mezzo, mentre la loro altezza supera i 100 metri. 
È uno dei luoghi più incantevoli del mondo e, proprio per la loro straordinaria bellezza, sono state inserite nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dall'Unesco e sono diventate la principale attrazione turistica dell'Africa meridionale. Le cascate sono generate dal fiume Zambesi, che si butta nelle profondità di una gola naturale, creando una sorta di enorme sipario fatto di acqua e una nuvola di spruzzi che sale anche di centinaia di metri quando la portata del fiume è maggiore.
Per i meno deboli di cuore sarà anche possibile fare bunjee jumping dal ponte sulle cascate, che le domina dall'alto dei suoi 111 metri.

Fonti: 
https://www.ohga.it/alla-scoperta-delle-cascate-vittoria-uno-spettacolo-della-natura-che-lascia-senza-fiato/
https://www.lonelyplanetitalia.it/articoli/avventure-outdoor/10-cose-da-fare-victoria-falls



Per questo mese è tutto, spero di avervi interessato un pochino con un viaggio che, ancora una volta non è proprio sulle normali rotte turistiche. Vi saluto lasciandovi gli appuntamenti di ottobre, in cui si volerà in Asia!

 Calendario Ottobre:

7 ottobre Nadia sul blog Desperate Bookswife
14 ottobre Marina sul blog Un libro per amico
21 ottobre Baba su Desperate Bookswife
28 ottobre Io sul blog Un libro per amico


lunedì 9 agosto 2021

Recensione #405 - L'occhio del leopardo di Henning Mankell

Buongiorno lettori, eccomi di nuovo qui.
Oggi vi parlo del romanzo L'occhio del leopardo di Henning Mankell edito da Marsilio, pag. 333


Trama:
 Figlio di una donna che non ha mai conosciuto e di un tagliaboschi con l'anima del marinaio, dal nord della Svezia Hans Olofson è arrivato nello Zambia inseguendo un sogno altrui. Profondamente colpito dall'immensa bellezza dell'Africa, decide di fermarsi, convinto di avere trovato una nuova casa. Per la fattoria che ha rilevato a Lusaka insegue ambiziosi piani di riforma, ma in quella terra ignota, completamente priva di punti di riferimento e proprio per questo così seducente, impara presto a conoscere il disprezzo dei bianchi e il sospetto dei neri, mentre la tensione e le minacce continuano a crescere intorno a lui. Un giorno, anche i suoi vicini vengono barbaramente uccisi, e Hans Olofson comincia ad avere paura, assalito dalla stessa impotenza che provava da bambino, quando il gelo faceva gemere le travi della sua casa vicino al fiume. Negli anni, il sogno africano si trasforma in una lotta per la vita e la morte. Intrecciando passato e presente, dai campi ghiacciati della Svezia alla soffocante calura dei tropici, "L'occhio del leopardo" è un viaggio non sentimentale alla scoperta di due culture inconciliabilmente diverse, un romanzo psicologico che scava nella mente di un uomo perduto in un mondo sconosciuto.

Come cominciare questa recensione? Probabilmente il modo migliore e più giusto per farlo è specificare che ho deciso di leggere questo libro credendo che fosse un thriller ma in realtà non lo è. Eh già. Mi ha fregato il fatto che conosco Mankell come spettacolare scrittore scandinavo di trhiller, sarà che spesso non leggo le trame dei libri - male, direte voi, ma in questo caso anche la trama letta successivamente avrebbe potuto trarre in inganno - ma ho letto un libro meravigliandomi di avere tra le mani un libro totalmente diverso da quello che mi aspettassi.

mercoledì 25 novembre 2020

Gruppo di lettura - La canzone di Achille di Madeline Miller - Tappa 1

 

 

 
Buongiorno lettori belli, come state? Oggi Ombre di Carta, Desperate Bookswife e Io siamo qui per proporvi un gruppo di lettura di un libro decisamente famoso e conosciuto. Probabilmente la maggior parte di voi lo avrà letto, sono anni che se ne parla poiché l'autrice ha fatto il boom di vendite grazie a Circe e le persone ovviamente hanno recuperato anche il romanzo precedente, ovvero questo di cui parliamo oggi.

Titolo:
  La canzone di Achille
Autore: Madeline Miller
Genere: Romazo storico
Pubblicazione: 10 gennaio 2019 - Feltrinelli
Pag.: 382
Costo: 11,00 € cartaceo - 7,99 ebook

Descrizione: Dimenticate Troia, gli scenari di guerra, i duelli, il sangue, la morte. Dimenticate la violenza e le stragi, la crudeltà e l'orrore. E seguite invece il cammino di due giovani, prima amici, poi amanti e infine anche compagni d'armi - due giovani splendidi per gioventù e bellezza, destinati a concludere la loro vita sulla pianura troiana e a rimanere uniti per sempre con le ceneri mischiate in una sola, preziosissima urna. Madeline Miller, studiosa e docente di antichità classica, rievoca la storia d'amore e di morte di Achille e Patroclo, piegando il ritmo solenne dell'epica alla ricostruzione di una vicenda che ha lasciato scarse ma inconfondibili tracce: un legame tra uomini spogliato da ogni morbosità e restituito alla naturalezza con cui i greci antichi riconobbero e accettarono l'omosessualità. Patroclo muore al posto di Achille, per Achille, e Achille non vuole più vivere senza Patroclo. Sulle mura di Troia si profilano due altissime ombre che oscurano l'ormai usurata vicenda di Elena e Paride.

Noi non sappiamo se c'è ancora qualcuno che debba affrontare questo volume, magari siamo rimaste solo noi tre...povere tapine, ma se qualcuno tra di voi ha rimandato la lettura delle avventure eroiche di Achille e compagnia cantante allora è il momento giusto, noi lo sappiamo, fidatevi!

Da oggi sono aperte le iscrizioni, basterà lasciare il vostro indirizzo email nei commenti e vi arriverà un promemoria il giorno in cui uscirà la tappa.

REGOLAMENTO:

- commentare questo post in caso di adesione.

- seguire tutte le tappe (nel caso rimaneste indietro potrete sempre recuperare).

- potrete diventare nostri follower cliccando "segui", ci farà piacere, ma non deve essere un obbligo. Non arrivano newsletter o spam.

- potrete seguirci sul profilo Instagram poichè uscirà la tappa del gruppo di lettura anche lì, quindi se siete più comodi potrete decidere di commentare il nostro post su IG (prima tappa da unlibroperamico_dany, seconda tappa da ombredicarta e la terza tappa da desperate_bookswife ) oppure scattare voi una foto, scrivere un commento sotto al vostro post taggandoci. Quindi per intenderci, assoluta libertà di movimento!

CALENDARIO TAPPE:

Giovedì 12 novembre: iscrizioni

Mercoledì 25 novembre: discussione prima parte sul blog "Un Libro per amico" fino al capitolo 11 compreso, ovvero fino a pagina 122.

Mercoledì 2 dicembre: discussione seconda parte sul blog "Ombre di carta" fino al capitolo 22 compreso, ovvero fino a pagina 246.

Mercoledì 9 dicembre: discussione terza parte sul blog "Desperate Bookswife" da pagina 247 - inizio capitolo 23- fino alla fine del libro.

ATTENZIONE SPOILER:

Patroclo ci trascina subito nella storia grazie ad una narrazione in prima persona che avvicina il lettore a storie di miti e dei.
Ci racconta di sé, della sua famiglia - una madre disturbata e un padre che mai ha avuto per il figlio pensieri di grandezza -, dei suoi primi anni nel regno e di come, a causa di un diverbio spinse con impeto e fece perdere la vita a Clitonimo. A causa dell'incidente, quando è solo un bambino, tutto per lui cambia perché viene esiliato a Ftia, perdendo il suo titolo di principe, il suo cognome e la sua famiglia. A Ftia conosce Achille, che già aveva notato durante i giochi nel suo regno.
Achille è un semidio, figlio di Peleo e della dea Teti, ninfa del mare, che da questo venne violentata e che divenne sua moglie solo per il tempo di avere il bambino.
Da subito per Patroclo la benevolenza di Peleo verso i ragazzi esiliati si rivela per quello che è: creare in futuro un grande esercito di giovani in debito con lui.
Achille attira subito la sua attenzione ma mai si sarebbe immaginato che anche lui lo notasse e lo scegliesse per essere il suo therapon, il suo compagno, un compagno d'armi legato a lui da un giuramento di sangue e amore.
Sin dai primi incontri, Patroclo guarda Achille come l'oggetto del suo desidero ma non si capisce se il ragazzo condivida il suo pensiero, finché i due si baciano in riva al mare e vengono visti da Teti, che non approva assolutamente il gesto e manda Achille lontano, da Chirone, un centauro, che vive sul monte Otri in mezzo ai boschi, lontano dal regno di Peleo. Patroclo ovviamente lo segue perché non può stare senza di lui e da quel momento assistiamo alla vita dei due sotto la guida del centauro che dovrebbe insegnargli tutto ciò che sa. I due diventano sempre più complici e iniziano a carpire i segreti del centauro.
Sinceramente, ringrazio che la scrittura sia scorrevole perché altrimenti avrei buttato questo libro dalla finestra. Perché? Perché mi aspettavo un romanzo storico e fino ad ora mi è sembrato di trovarmi per le mani un romance tandente all'erotico. Ma sono solo a un terzo e comunque gli lascio il beneficio del dubbio...
Cosa mi fa dire tutto questo?
La tensione carnale che c'è tra i due è sempre presente, forse - anzi tolgo il forse - troppo. Come se Patroclo dai nove ai sedici anni non sapesse fare altro che guardare Achille con la bava alla bocca. Ogni volta che ci racconta un suo pensiero è focalizzato sui capelli lucenti dell'altro, sui suoi muscoli sudati, sui suoi piedi affascinanti, rendendo la cosa quasi esasperante, per quanto mi riguarda.
E non bastano le poche righe di leggende mitologiche che ogni tanto vengono inserite qua e là per farmi credere di avere per le mani un romanzo storico solido e puntuale.
Sarà che leggo questo libro dopo L'architettrice, un romanzo storico "con le palle", e questo mi sembra fin troppo banale, fin troppo scialbo.
E, badate bene, non sono una puritana eh...
Ma di certo non mi aspetto che in un libro del genere quello che emerga prepotentemente non sia la forza sovraumana di Achille e la sua velocità ma solo la carica sessuale che il suo corpo emana agli occhi dell'altro. E non hanno quarant'anni suonati, ma dai 9 ai 15 anni. E va bene che magari è l'età della scoperta sessuale ma qui Patroclo, dal primo momento in cui incontra Achille, sembra non pensi ad altro, e questo dettaglio mi ha reso la situazione un po' meno credibile. E poi, ma era veramente necessario raccontarmi dell'auto-piacere che Patroclo si produce seduto appoggiato ad una pianta pensando ad Achille? Cosa mi dà ai fini della storia?
Ma arriviamo al clou, è il giorno del sedicesimo compleanno di Achille quando i due scoprono che Teti non riesce a vedere quello che fanno sui monti quindi... Viaaaaaa, si copula come due ricci famelici, più e più e più volte.
Ma sempre lo stesso giorno Achille viene richiamato a Palazzo perché il re, suo padre, vuole parlare al popolo e vuole che lui sia presente. I due partono e a palazzo trovano ad accoglierli Teti, oltre al padre.
Agamennone ha richiesto l'aiuto del regno. Elena, la moglie di Menelao è stata rapita da Paride e vuole creare un esercito per liberarla ed espugnare Troia. Tutti i pretendenti di Elena saranno costretti a partecipare alla guerra e, udite udite, Patroclo è uno di questi visto che all'età di 9 anni il padre lo aveva offerto a Elena come sposo. Achille deve decidere se guidare l'esercito, d'istinto non vorrebbe partecipare come non vorrebbe che Patroclo fosse obbligato a farlo ma fa una promessa: se Patroclo sarà obbligato ad andare, andrà con lui.
Che dire... Questa prima parte per me è bocciata, e spero sinceramente che la solfa cambi, ora che la questione si anima, perché altrimenti non troverò in questo libro la meraviglia di cui tutti parlano.
Che mi dite voi? Avete un'altra chiave di lettura? Vi prego spiegatela anche a me così che io possa vedere tutto sotto un'altra luce e trovi in questo libro la meraviglia di cui tutti parlano.

Per oggi è tutto, ci ritroviamo la prossima settimana sul blog Ombre di carta per discutere fino a pagina 246, capitolo 22 compreso.
 

 

venerdì 12 giugno 2020

Letture con Marina #94 - Recensione de L'ultima moglie di J. D. Salinger di Enrico Deaglio

Buongiorno lettori, è di nuovo venerdì quindi torna Marina, con un libro a 5 stelle!
E’ fatta! Trovato il libro da 5 stelle. Non pensavo sarebbe mai accaduto… Mi sono sempre detta che le 5 stelle sarebbero state tipo un miraggio, che mi avrebbe spronata alla ricerca del romanzo perfetto. E invece, Giugno 2020, ammaino la bandiera della prudenza ed isso quella dell’entusiasmo e della felicità più assurda. E per ben due diversi motivi, a ben pensarci!

Titolo: L'ultima moglie di J.D. Salinger
Autore: Enrico Deaglio
Casa editrice: Marsilio, 2020
Pagine: 112
Trama: Quando una mattina il campanello di John Taliabue, professore di letteratura comparata alla New York University, suona insistentemente, né il professore né chi legge può immaginare che aprendo la porta si troverà davanti Mark Simonetti, agente dell’FBI con tanto di tesserino, specializzato in “crimini letterari”. Il crimine letterario che il Bureau non ha mai smesso di investigare riguarda l’infinita scomparsa di J.D. Salinger dalla vita pubblica. John Taliabue non vorrebbe saperne niente, mal sopporta l’FBI, invece qualcosa sa, e per la prima volta nella vita si sente costretto a parlare. La letteratura insegnata e amata da John Taliabue e il Giovane Holden sono inoltre l’occasione per analizzare il mito americano nell’epoca di Trump. Con una prosa avvincente, Enrico Deaglio, uno dei maggiori giornalisti italiani, si avventura nella vita e nella scrittura di Salinger con intelligenza, curiosità e una rara capacità di racconto. Se la memoria è un sentimento, quella di Enrico Deaglio e John Taliabue è un sentimento di irrinunciabile avventura.

 



RECENSIONE:

martedì 19 maggio 2020

Recensione #355 - Il male non dimentica di Roberto Costantini

Buongiorno lettori, credo di non aver mai letto così velocemente una trilogia, di solito leggo magari due volumi e poi lascio passare una marea di tempo ma in questo caso non ho potuto. La penna di Roberto Costantini è talmente coinvolgente che non potevo aspettare. Oggi vi parlo quindi del libro Il male non dimentica di Roberto Costantini - terzo volume della Trilogia del male - edito da Marsilio,  pag. 525.

Trama: Libia, 31 agosto 1969. La madre di Mike, Italia Balistreri, precipita da una scogliera, e quella notte Muammar Gheddafi rovescia la monarchia prendendo il potere. Suicidio o delitto? Per oltre quarant’anni la risposta a quella domanda rimarrà nascosta al centro di una rete inestricabile di menzogne, tradimenti e lotte per il potere.
Roma, estate 2011. Mentre la Primavera araba scuote il Medio Oriente e la Libia precipita nella guerra civile, il feroce omicidio della giovane Melania Druc e di sua figlia fa rincontrare Michele Balistreri, ora commissario capo della Omicidi, e la giornalista Linda Nardi, cinque anni dopo la conclusione della caccia all’Uomo Invisibile. Ma l’indagine, che Linda vuole e Michele no, finirà per travolgere la parvenza di serenità conquistata da un uomo stanco di vivere, costringendolo ad affrontare un passato mai veramente sepolto. E questa finale discesa agli inferi, che lo riporterà in una Tripoli devastata dalle bombe della Nato, sarà per Balistreri l’ultima occasione per guardare finalmente negli occhi il ragazzo che era stato e una verità che ha inseguito e sfuggito per tutta la vita.


Costantini chiude il cerchio e lo fa in una maniera che... wow!!! Se avete amato i precedenti della trilogia questo nuovo volume non potrà deludervi.
Solo un piccolo dettagli mi ha un po' indisposto ma è proprio un dettaglio. Ma vi spiego per bene il mio pensiero e poi vi dico il dettaglio! ;)

mercoledì 6 maggio 2020

Recensione #353 - Alle radici del male di Roberto Costantini

Buongiorno lettori, come va? Oggi vi parlo del libro Alle radici del male di Roberto Costantini - secondo volume della Trilogia del male che attualmente è arrivata sei volumi eheheheheh - edito da Marsilio,  pag. 700.

Trama: Tripoli, anni Sessanta. Quella dell’irrequieto e ribelle Mike Balistreri è un’adolescenza tumultuosa come il ghibli che spazza il deserto. Sullo sfondo di una Libia post-coloniale, preda degli interessi dell’Occidente per i suoi giacimenti petroliferi, gli anni giovanili di Mike sono segnati dalle morti irrisolte della madre Italia e della piccola Nadia, da due amori impossibili, uno intessuto di purezza e uno intriso di desiderio e di rabbia, dal coinvolgimento in un complotto contro Gheddafi, e da un patto di sangue che inciderà a fondo sia la pelle che l'anima a lui e ai suoi tre migliori amici.
Roma, settembre 1982. Reduce dall'esito catastrofico del caso Sordi, il giovane commissario Balistreri di notte si stordisce con il sesso, l’alcol e il poker e di giorno indaga svogliatamente sulla morte di Anita, una studentessa sudamericana assassinata subito dopo il suo arrivo nella Capitale.
Per gratitudine verso chi gli ha salvato la carriera, è anche costretto a vegliare sulla scapestrata Claudia Teodori, che agli albori della televisione commerciale sembra lanciata verso una luminosa carriera di starlette. Ma Nadia, Anita e Claudia sono legate da un filo invisibile, seguendo il quale Michele Balistreri sarà costretto a calarsi nelle zone più buie del suo passato, quei giorni “di sabbia e di sangue” con cui non ha mai chiuso del tutto i conti, in un cammino lungo il quale l’amore, l’amicizia, i sogni e gli ideali si scontrano con la ricerca di verità dolorose, nell'impossibilità costante di distinguere chi tradisce da chi è tradito. Alla fine sarà una ragazza, incompresa e coraggiosa, a condurlo per mano fino alle radici del Male.


Ora, prima di cominciare a scrivere questo mio pensiero mi chiedo perchè i libri di Costantini, nonostante i tanti premi ricevuti, non siano conosciuti in Italia se non da pochi lettori affezionati. No perchè io, da amante del noir, vi dico che non potete perdervi i libri di questo autore. E non datemi dell'esagerata! Costantini è un narratore abile, ammaliante, capace di inserire in un libro la suspance, la politica, l'azione, le relazioni familiari. Insomma i suoi sono libri architettati in modo complesso e perfetto in cui tutto torna, sempre! Con questa premessa vi spiego il mio pensiero.

mercoledì 15 aprile 2020

Recensione #350 - Tu sei il male di Roberto Costantini

Buongiorno lettori, come va? Oggi vi parlo di un libro che avevo acquistato sul Kindle nel 2013 e che ho finalmente letto, grazie allo slancio di Baba Desperate Bookswife che ha deciso di leggerlo questo mese. Mi chiedo solo perchè io abbia aspettato tanto! Si tratta del libro Tu sei il male di Roberto Costantini - primo volume della Trilogia del male che attualmente è arrivata sei volumi eheheheheh - edito da Marsilio,  pag. 669.

Trama: Roma, 11 luglio 1982. La sera della vittoria italiana al Mundial spagnolo, Elisa Sordi, diciottenne impiegata di una società immobiliare del Vaticano, scompare nel nulla. L’inchiesta viene affidata al giovane commissario di Polizia Michele Balistreri. Arrogante e svogliato, Balistreri prende sottogamba il caso, e solo quando il corpo di Elisa viene ritrovato sul greto del Tevere si butta nelle indagini. Qualcosa però va storto e il delitto rimarrà insoluto.
Roma, 9 luglio 2006. Mentre gli azzurri battono la Francia ai Mondiali di Germania, la madre di Elisa si uccide gettandosi dal balcone. Il commissario Balistreri, ora a capo della Sezione Speciale Stranieri della Capitale, tiene a bada i propri demoni a forza di antidepressivi. Il suicidio dell’anziana donna lo spinge a riaprire l’inchiesta. Ma rendere giustizia a Elisa Sordi dopo ventiquattro anni avrà un prezzo ben più alto del previsto. Balistreri dovrà portare alla luce una verità infinitamente peggiore del cumulo di menzogne sotto cui è sepolta, e affrontare un Male elusivo quanto tenace, dai molteplici volti.


In un panorama editoriale in cui i commissari protagonisti di serie gialle si sprecano, ho sempre una grande paura di cominciarne una nuova soprattutto perchè, come sapete, amo moltissimo il genere e non è facile incappare nella delusione. Posso tranquillamente anticiparvi che non è questo il caso ed ora cercherò di spiegarvi perchè questa è una serie vincente! O almeno questo primo volume...

venerdì 14 dicembre 2018

Letture con Marina #53 - Recensione del libro Il ventaglio di Lady Windermere

Buongiorno lettori, le festività natalizie si avvicinano e con esse, per quanto mi riguarda, un po' di relax. Non vedo l'ora!!! Ma non voglio tediarmi con il mio bisogno di riposo quindi vi lascio con la rubrica di Marina e la sua recensione!


Ad un passo dal Natale, immergiamoci in questa deliziosa e frizzante commedia di Oscar Wild dal titolo:

Il Ventaglio di Lady Windermere (Lady’s Windermere Fan).
“... c’è un solo mondo per tutti noi, e il bene e il male, il peccato e l’innocenza, lo attraversano mano in mano. Rifiutare di guardare metà della vita per vivere tranquilli è come accecarsi per poter camminare con maggior sicurezza in un terreno pieno di fosse e di precipizi”.
Commedia in quattro atti di Oscar Wilde scritta nel 1892 e rappresentata per la prima volta il 20 febbraio 1892 al St James's Theatre di Londra, come subito specificato, si svolge nell’arco di ventiquattro ore: inizia un giovedì pomeriggio alle cinque e termina il giorno dopo alle 13:30


Titolo: Il Ventaglio di Lady Windermere (Lady’s Windermere Fan)
Autore: Oscar Wilde
Casa editrice: Marsilio 2015
Pagine: 277

Descrizione: "Il ventaglio di Lady Windermere" va in sceba il 20 febbraio 1892 al St James's Theatre di Londra riscuotendo un immediato successo di pubblico. È la prima delle commedie brillanti di Wilde a portare in scena l'alta società inglese, con le sue divertenti ipocrisie e la paradossale serietà dei suoi protocolli sociali. Sfruttando l'espediente del ventaglio dimenticato da Lady Windermere nel salotto di Lord Darlington, un dandy che la corteggia, la commedia si snoda attraverso una serie di equivoci inquietanti, di memorabili battute umoristiche e di segreti pericolosi, tutti giocati nella cornice di un fraintendimento coniugale. Al centro della vicenda, una Londra mondana fin de siècle che vive di pettegolezzi, e il ritorno in società della scandalosa e affascinante Mrs Erlynne, una donna dall'oscuro passato determinata a rifarsi una vita e a ritrovare dopo vent'anni sua figlia.

RECENSIONE:

venerdì 13 gennaio 2017

Letture con Marina #5

Buon pomeriggio lettori! Oggi torna, dopo la pausa natalizia, l'appuntamento con Marina e le sue letture e torna con la recensione del libro di uno dei miei autori nordici preferiti! Quindi mettetevi comodi...


Autore: Henning Mankell
Titolo: Assassino senza volto / Mördare Utan Ansikte
Casa editrice: Marsilio Editori SpA
Pagine: 368
Genere: romanzo giallo
Anno Pubblicazione: 2001

Sinossi: Agli inizi della sua carriera, il futuro ispettore capo Chen Cao è considerato dai suoi colleghi uno strano poliziotto. Ama infatti tradurre e comporre versi, ed è finito al dipartimento di polizia di Shanghai per una stravagante decisione del governo che lo ha strappato ai suoi studi di letteratura. Col tempo, alla guida della squadra speciale che si occupa di casi politicamente sensibili, Chen sempre più capisce che la poesia rappresenta per lui la via per contrastare la crudeltà e la follia che incontra nel corso delle sue inchieste, il mezzo per vedere le cose con il necessario distacco e per meglio comprendere le circostanze nelle quali i crimini hanno avuto luogo. I versi qui raccolti sono stati scritti o scoperti da Chen nel corso degli anni, hanno accompagnato le sue cacce al colpevole e i suoi scontri con le autorità. Sono un omaggio a una delle figure di poliziotto più riuscite della narrativa di genere degli ultimi anni, un detective, raffinato poeta e gourmet, le cui indagini ci raccontano la Cina contemporanea.
Buongiorno a tutti e Buon Anno Nuovo!

Avevo pensato di riprendere il nostro discorso con i romanzi polizieschi di Qiu Xiaolong, dato che con l’ultimo post di Dicembre ci eravamo lasciati con il Libro delle sue Poesie, ma visti i recenti, continui e tragici accadimenti, ho pensato di iniziare con un altro autore, che mi dà il là per un tema che evidentemente è già (e continuerà nei prossimi mesi, tristi presentimenti) tema scottante di un’attualità di cui faremmo volentieri a meno.

Il tema centrale di questo romanzo è il giallo sul quale l’autore costruisce tutta la vicenda, ma al contempo co-protagonisti sono anche una Svezia diversa da come ce la siamo sempre immaginata e soprattutto lo straniero – e la paura dello straniero, con le varie ripercussioni a livello politico e sociale – e di chi fisicamente, giorno dopo giorno e seguendo la legge, deve occuparsi della persone che emigrano dal loro Paese di origine e si stabiliscono in un altro Paese. In questo caso, in Svezia- appunto.

Desidero quindi farVi conoscere il commissario di polizia Kurt Wallander, poliziotto nato nel lontano 1991 dalla penna feconda di Henning Mankell, autore svedese. Devo ammettere che colmo finalmente una lacuna enorme, in quanto pensavo che quest’autore fosse scrittore di thriller, mentre per una serie di ragioni, ora che mi ci sono imbattuta seriamente, scopro che in realtà scriveva romanzi gialli.

Assassino senza Volto è la prima storia della saga del commissario di polizia Kurt Wallander ed è ambientata, come le altre che la seguiranno, in Scania, nel sud della Svezia (fino al 1658 territorio della Danimarca).
Come detto, il tema affrontato è la problematica dell'immigrazione vista dalla tradizionalmente tollerante e libera società svedese; sul suo sito Henning Mankell racconta di aver deciso di scrivere una storia sul razzismo crescente che aveva notato al rientro in patria alla fine degli anni 1980, dopo aver vissuto per anni all'estero.
Nel 1992 il romanzo ha ricevuto il premio Glasnyckeln come miglior giallo scandinavo.

RECENSIONE:

Questo è, prima di tutto, un bel giallo. La mattina dell'8 gennaio 1990, in un villaggio nel sud della Svezia, un vecchio contadino scopre all’alba che i suoi vicini di casa, Johannes e Maria, sono stati barbaramente torturati; l'uomo è morto e la donna è in fin di vita. Maria muore poco dopo all'ospedale di Ystad; in punto di morte il poliziotto Rydberg, collega di Wallander, la sente pronunciare il nome del marito e la parola "stranieri". Sul caso indaga la polizia di Ystad, e a capo della squadra investigativa c'è il commissario Kurt Wallander. Inizialmente non hanno molto su cui lavorare, tranne le ultime parole della donna e l'insolito nodo usato per legarla, che fanno pensare che i colpevoli vadano cercati tra gli immigranti, regolari o meno, che in numero sempre maggiore vivono in Svezia. Basta una fuga di notizie e i cittadini organizzano una caccia all'uomo. Wallander deve arginare la loro determinazione a farsi giustizia da soli, ma presto scoprirà anche che l'uomo ucciso conduceva un’incredibile doppia vita.
Tra punti morti e nuove rivelazioni, la soluzione del caso arriverà solo alla fine di luglio, dopo quasi sette mesi di indagine. Contemporaneamente Kurt Wallander sta vivendo una difficile situazione personale. Da poco divorziato, coltiva ancora la speranza di riconciliarsi con l'ex moglie Mona, ma si innamora del pubblico ministero che è appena arrivata a Ystad da Stoccolma. Non sa come comportarsi con suo padre, “pittore della domenica” che pare dare segni di demenza senile. Il rapporto con Linda, la figlia diciannovenne, vive di alti e bassi.

E se tutto questo ancora non Vi basta, inseriteci dentro una Scania che, se d’estate è bellissima con il mare ed i turisti, in inverno è brutta e deprimente, tra buio sempre presente, ghiaccio, bufere di neve, freddo onnipresente e grigiore sempre diffuso, almeno a detta dei suoi abitanti.
E soprattutto un poliziotto quarantenne, amante della lirica, che farete fatica a lasciare andare, un po’
come sto facendo io, che volevo leggere solo un paio di avventure di questo commissario ed invece mi ritrovo incatenata alla sua quarta storia. Desiderando scoprire di volta in volta quale tema ha deciso di affrontare l’autore, in che modo sviluppa il giallo e soprattutto che ne è di questo commissario che si innamora di tutte le donne che incontra. Una cosa questa che ha fatto imbestialire i suoi lettori appassionati, ma che rende Kurt Wallander così umano e così simile a noi, che non posso che ringraziare l’autore per questa scelta.
Un poliziotto testardo, che usa soprattutto il ragionamento come modus operandi per riuscire a risolvere i casi che di volta in volta gli vengono assegnati. Ma anche un uomo che lavora troppe ore e che vede sfasciarsi la famiglia sotto gli occhi: la moglie ed anche la figlia Linda. Il padre oramai anziano che ha bisogno di continua assistenza. L’unica sorella, con cui oramai non c’è nemmeno quasi più rapporto.
Insomma, una vita che potrebbe essere pure la nostra. E senza andare tanto lontano, tutto il romanzo è
permeato dalla presenza di questi stranieri, gli emigrati. Affollati in baraccopoli, più o meno regolari, che diventano capro espiatorio di tutti i problemi che la Svezia inizia ad avere. Una Svezia lontana ed
immaginata sempre come nazione e popolo di grande civiltà, all’avanguardia dei diritti sociali ed umani. E che nei romanzi di Henning ci viene invece presentata sotto una luce diversa, una nazione che a ben vedere non è tanto diversa alla nostra Italia, seppur con le opportune differenze dovute al diverso numero di popolazione, di eventi storici e di posizione geografica.
Mi piacerebbe ora rivalutare la situazione qui presentata dall’autore – dato che lo aveva così colpito da dedicargli un romanzo: cosa è cambiato negli ultimi venti anni in Svezia, a livello di immigrazione.
Bene, allora Vi lascio alle Vostre letture di inizio anno: magari scopro che tra Voi c’è già un’estimatrice della Svezia e di Gialli Nordici e perché no, anche di Kurt Wallander! Nel caso, fatevi vive e ditemi se dopo il 4° volume quest’uomo che alle volte mi pare un po’ pasticcione riesce finalmente a fare dei pasti seri e a non farsi fracassare le ossa a ogni piè sospinto!


venerdì 24 giugno 2016

Ti consiglio un libro #24 - Un libro che ci ha colpito per il titolo

Buongiorno lettori, eccoci ad una nuova puntata di Ti consiglio un libro, la rubrica in collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Salvia di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. Oggi vi consigliamo Un libro che ci ha colpito per il titolo. Come sempre cliccando sul titolo sarete rimandati alla recensione.



IL MIO CONSIGLIO 


Autore: John Ajvide Lindqvist
Casa editrice: Marsilio
Pagine: 426
Prezzo:  Cartaceo 18.50 euro - ebook 9.90 euro


Quando è stato scelto questo tema per il post di oggi sono rimasta un po' perplessa. Non mi veniva in mente nessun libro che potesseavermi colpito particolarmente per il suo titolo quindi ho spulciato le recensioni in ordine alfabetico qui sul blog e ho avuto l'immuminazione, dandomi della stupida per non averci pensato subito. Questo libro mi è stato regalato da un'amica per Natale e quando ho scarteto il pacchetto sono rimasta affascinata proprio da questo titolo che mi ha da subito incuriosita.
Un libro che mi è piaciuto molto per una trama non usuale che ha saputo far emergere le paure, i comportamenti e le manie che possono cogliere un gruppo di persone diverse che non si conoscono quando si trovano "rinchiusi" da quallche parte. Metto tra virgolette rinchiusi perchè in realtà i protagonisti di questo libro si trovano in una landa infinita e proprio questo contrasto tra l'infinito della landa ed il sentirsi rinchiusi in un luogo da cui non è possibile andare via è la particolarità di questa lettura.
Un horror che tocca il mondo del paranormale in cui l’autore riesce a sviscerare in modo molto interessante le paure umane, le reazioni di un gruppo davanti ad una difficoltà, l’interazione tra persone che si sentono braccate, la difficoltà a fidarsi del prossimo ed anche di se stessi in situazioni estreme. Un autore che non conoscevo ma di cui voglio recuperare i libri precedenti.
Ed ora correte a scoprire quali sono i consigli di Laura , Salvia e  Laura.

lunedì 30 maggio 2016

Recensione #130 - Musica dalla spiaggia del paradiso di John Ajvide Lindqvist

Buongiorno lettori e buon lunedì. Come state? Passato bene il week end? Io inizio ad avere, almeno nel fine settimana, un po’ meno impegni e quindi mi sono goduta qualche ora di relax con la mia famiglia. In compenso oggi in ufficio è stato un delirio causa arrivo stagisti.
Ma veniamo al blog. Oggi vi parlerò di un libro molto particolare, che mi è stato regalato dalla mia cara amica Elena per Natale, che devo ringraziare perché altrimenti non so se mi sarebbe capitato di leggerlo. Si tratta di Musica dalla spiaggia del paradiso di John Ajvide Lindqvist edito da Marsilio, 426 pagine. Non conoscevo il libro nello specifico e non conoscevo l’autore che in realtà ho scoperto essere autore di libri molto famosi. Dovrò quindi rimediare e recuperare qualche altro suo lavoro.  

Sinossi: Una mattina d'estate, un gruppo di ospiti di un campeggio non lontano da Stoccolma si risveglia in mezzo al nulla. Ogni cosa è stata cancellata, gli alberi, il lago, gli scogli e il chiosco, è tutto scomparso. Intorno ai villeggianti increduli - dieci persone, un cane e un gatto - c'è solo una landa desolata, ricoperta da un prato perfettamente rasato e sovrastata da un cielo blu e senza sole, così uniforme da apparire artificiale. Ogni contatto con la realtà è interrotto. Non rimane che il segnale di una misteriosa stazione radiofonica, che trasmette senza sosta le canzoni di Peter Himmelstrand, uno dei più noti cantautori svedesi di musica leggera. Musica pop a ripetizione, Abba in testa. Com'è possibile che queste persone siano finite lì con le loro roulotte? Sono state spostate oppure è la realtà a essere svanita? In questo luogo surreale, capace di scatenare le reazioni più violente e irrazionali, ogni adulto si troverà a fare i conti con gli spettri del passato. Sovvertendo gli schemi classici della "camera chiusa" della letteratura del terrore, Lindqvist non intrappola i suoi personaggi in uno spazio angusto e senza via d'uscita, ma li cala in un luogo sconfinato e senza ostacoli, da cui tuttavia è impossibile fuggire. Perché non esiste un altrove se non l'abisso altrettanto minaccioso della coscienza. Agorafobico e metafisico, Musica dalla spiaggia del paradiso si spinge nei recessi più oscuri della psiche umana, dove conflitti irrisolti e traumi insuperati prendono corpo e reclamano spietati il proprio pegno di sangue.

Un campeggio nei pressi di Stoccolma, è questa l’ambientazione che l’autore ha scelto nel suo romanzo. Chi mi segue con costanza sa che sono una camperista; adoro campeggiare e vivere all’aria aperta durante le mie vacanze, quindi questa particolarità mi ha da subito riempito di curiosità. Siete mai stati in campeggio? È difficile che ci siano dei momenti di silenzio assoluto, soprattutto nei mesi di alta stagione; un brulicare di gente indaffarata che dalle prime luci dell’alba si muove nei vialetti assolati per raggiungere i bagni o le zone comuni, che fa colazione fuori dalle proprie tende, roulotte o camper godendo di quella pace interiore che solo staccare dalla quotidianità può dare. Beh se siete stati almeno una volta in campeggio sapete anche che è il miglior modo per fare amicizie, grazie alla vicinanza con gli altri ospiti che diventano, nei giorni di permanenza, quasi un punto di riferimento, sempre che non siano pazzi scatenati o al contrario persone con la puzza sotto al naso. Immaginate quindi di andare a letto una sera, con le vostre famiglie, con la magnifica sensazione che il giorno dopo sarà un’altra splendida giornata di vacanza e di svegliarvi invece soli. Voi, con la vostra roulotte, soli, in una landa deserta ed infinita. Non c’è più il campeggio, non ci sono più i bagni, non c’è più il lago, ci sono solo altre tre roulotte che ospitano altri gruppi di villeggianti straniti quanto voi. In totale dieci persone – tra cui due bambini – più un cane ed un gatto. È quello che vi circondava ad essere sparito o siete stati voi ad essere stati spostati in un non luogo? Ho provato ad immaginarmi una situazione così paradossale e mi sono venuti i brividi. Probabilmente penserei di essere diventata pazza, oppure di essere alle prese con uno di quei sogni tanto dettagliati da sembrare vita vera ma di certo mai e poi mai potrei credere ai miei occhi. È questo il quadro che si presenta a noi dopo poche pagine di lettura.

Le quattro roulotte rimaste ospitano persone totalmente differenti tra loro: un ex calciatore di fama mondiale, con la moglie modella e una bambina quantomeno inquietante in una; due uomini di mezza età che si comportano come fossero una coppia in un’altra; una coppia di coniugi vicini alla vecchiaia con un rapporto sul filo del rasoio nella terza; una famiglia apparentemente senza grandi problemi ma con molti momenti bui alle spalle ed un bambino chiuso e poco socievole nell’ultima.
Nessun contatto con la loro vita normale è possibile; i cellulari non funzionano e sembra non esserci modo per uscire da quel luogo che nonostante sia infinito li tiene come topi in una gabbia. Solo alla radio inspiegabilmente arriva un segnale, quello di una stazione radio dove trasmettono a ripetizione canzoni di un notissimo cantautore svedese, nessuno speacker tra un brano e l’altro, nessuna voce al di fuori del gruppo sopravvissuto.
Un horror che tocca il mondo del paranormale in cui l’autore riesce a sviscerare in modo molto interessante le paure umane, le reazioni di un gruppo davanti ad una difficoltà, l’interazione tra persone che si sentono braccate, la difficoltà a fidarsi del prossimo ed anche di se stessi in situazioni estreme.
La landa deserta ha il potere di mettere i personaggi di fronte ai propri più tremendi incubi. Tutti nella vita hanno un mostro da cui scappare e quell’incomprensibile situazione in cui sono piombati dalla sera alla mattina sta facendo riaffiorare quei mostri, uno ad uno, più tremendi che mai, con una forza cui nessuno è capace di resistere.
Per qualcuno il mostro ha le sembianze di tigre, per qualcun altro dell’uomo di sangue, per altri ancora di rappresentanti di merceria o ancora di una figura bianca senza alcun elemento umano se non la cavità di profondi occhi scuri e profondi. Un libro che, pur toccando il mondo del paranormale sa essere molto realistico e brutalmente concreto. Una sorta di grande fratello che paradossalmente “racchiude” delle persone in una landa infinita. Un senso dell’ignoto ed una impossibilità di trovare una soluzione a quel problema che porta i personaggi ad interagire, a volte aiutandosi ma, nella maggior parte del tempo, guardandosi in cagnesco e non avendo più fiducia uno nell’altro.
I personaggi sono descritti in modo molto particolareggiato ed è facile immaginare ognuno di loro, imparare a conoscerli, amare uno piuttosto che un altro. 426 pagine in cui l’autore racconta un solo giorno di vita e in cui sembra di averne vissuti insieme a lui infiniti. In alcuni momenti ho anche dimenticato che quello narrato fosse ancora lo stesso giorno perché non c’è il tempo di riflettere, le cose accadono una dopo l’altra e mai, per neanche un secondo ho pensato che il libro si stesse dilungando troppo anzi, mi è dispiaciuto arrivare alla fine. Sarà che amo i libri corposi in cui posso conoscere in modo approfondito anche le più piccole manie dei protagonisti, sarà che in questo caso pur mantenendo sempre la narrazione in terza persona ci sono capitoli dedicati ad ogni singolo personaggio, anche al cane ed al gatto, e questo rende il quadro completo, mai monotono, mai banale. Le reazione che ognuno di loro ha alla situazione fa emergere le peculiarità, i difetti, i vizi e permette al lettore di immedesimarsi in questo o quell’atteggiamento. Anche l’ambientazione, pur rimanendo sempre la landa, è stata resa dall’autore perfettamente e non è mai risultata ai miei occhi banale o monotona. Una grande scoperta che mi lascia con la voglia di leggere altro di questo scrittore, un nordico sui generis, dallo stile particolarmente interessante.

Che ne pensate? Conoscete questo scrittore? Mi consigliate un suo libro in particolare?

VOTO: 







giovedì 14 gennaio 2016

Chiacchiere, chiacchiere, bla bla bla... #13 - Regali natalizi

Buongiorno lettori, lo so, lo so, da Natale è passato molto tempo ormai, ma essendo ancora in fase "prima settimana da rientro post-vacanze" credo di essere ancora in tempo per condividere con voi con estrema gioia i miei tesorucci natalizi! Eccoli in tutto il loro splendore!


Tanti libri regalati dalle amiche e un card preziosa - che spenderò nei prossimi giorni visto gli innumerevoli sconti presenti in libreria - regalatami dal mio maritino (che in realtà è stato minacciato di non tornare a casa senza un libro o una card come regalo! ihihihihi).

Ora vi racconterò dei libri:
  • Ritorno a Riverton Manor di Kate Morton edito da Sonzogno, pag. 528.  L'ultimo libro della Morton che mancava alla mia collezione! Ora ho tutte le sue opere, devo solo avere il tempo per leggerle! Un regalo apprezzatissimo fatto da Laura La Libridinosa. Grazieeee!!! *_*
Trama:  Riverton Manor, Inghilterra 1924. È la festa di inaugurazione della sontuosa dimora degli Hartford, e il fragore di uno sparo si confonde con i botti dei fuochi d'artificio che illuminano il cielo. Il poeta Robert Hunter giace senza vita nei pressi del laghetto della tenuta, con la pistola ancora fumante in mano. È suicidio? Di sicuro è uno scandalo che scuote fin dalle fondamenta l'aristocratica casata, perché le uniche testimoni del fatto sono le sorelle Hannah ed Emmeline Hartford. Che da allora non si parleranno mai più. Inverno 1999. Sono passati più di settant'anni da quella notte, e la quasi centenaria Grace Bradley, nella casa di riposo in cui trascorre i suoi ultimi giorni, è convinta di essersi lasciata per sempre alle spalle i fantasmi del passato e i tristi ricordi. Ma una giovane regista americana, che vuole realizzare un film sulle sorelle Hartford e su quel misterioso suicidio, chiede la sua consulenza. Grace, infatti, oltre che testimone di tempi ormai remoti, è stata anche direttamente coinvolta nella vita della famiglia: cameriera personale di Hannah, fin da bambina aveva servito come domestica a Riverton Manor. Dapprima riluttante, accetta poi di collaborare e comincia a rievocare le vicende dei giovani Hartford, destinati a un'esistenza tanto fulgida quanto breve: il promettente David, partito giovanissimo per il fronte e mai più tornato; la sensuale e intelligente Hannah; la gaia e capricciosa Emmeline; e soprattutto l'enigmatico Robert Hunter, del quale entrambe le sorelle erano innamorate...

  • Musica dalla spiaggia del paradiso di John Ajvide Lindqvist edito da Marsilio, pag. 426. Un nordico che non conoscevo, che mi è stato regalato dalla mia amica Elena, e la cui trama mi ispira da morire! Grazieeee!! *_*  
Trama:  Una mattina d'estate, un gruppo di ospiti di un campeggio non lontano da Stoccolma si risveglia in mezzo al nulla. Ogni cosa è stata cancellata, gli alberi, il lago, gli scogli e il chiosco, è tutto scomparso. Intorno ai villeggianti increduli - dieci persone, un cane e un gatto - c'è solo una landa desolata, ricoperta da un prato perfettamente rasato e sovrastata da un cielo blu e senza sole, così uniforme da apparire artificiale. Ogni contatto con la realtà è interrotto. Non rimane che il segnale di una misteriosa stazione radiofonica, che trasmette senza sosta le canzoni di Peter Himmelstrand, uno dei più noti cantautori svedesi di musica leggera. Musica pop a ripetizione, Abba in testa. Com'è possibile che queste persone siano finite lì con le loro roulotte? Sono state spostate oppure è la realtà a essere svanita? In questo luogo surreale, capace di scatenare le reazioni più violente e irrazionali, ogni adulto si troverà a fare i conti con gli spettri del passato. Sovvertendo gli schemi classici della "camera chiusa" della letteratura del terrore, Lindqvist non intrappola i suoi personaggi in uno spazio angusto e senza via d'uscita, ma li cala in un luogo sconfinato e senza ostacoli, da cui tuttavia è impossibile fuggire. Perché non esiste un altrove se non l'abisso altrettanto minaccioso della coscienza.
  • Torta al caramello in paradiso di Fannie Flagg edito da BUR, pag. 327. Questo libro - ricevuto da Laura del blog La biblioteca di Eliza - era nella mia wish list insieme a tutti i libri di questa autrice che ancora mi mancano. Adoro lo stile e le storie di questa donna e questo è un regalo assolutamente super gradito! Grazieeee! *_*
Trama:  La vita è proprio strana... Lo può ben dire l'ultraottantenne Elner Shimfissle, che un momento prima si inerpica sulla scala per raccogliere i fichi dall'albero e un momento dopo si ritrova a terra, priva di sensi dopo essere stata punta da uno sciame di vespe. I vicini la soccorrono subito e la portano in ospedale dove purtroppo i medici non possono far altro che constatarne il decesso. Alla notizia, parenti, amici e l'intera comunità della cittadina di Elmwood Springs sono colti da un'infinita tristezza e da un rimpianto inconsolabile: con i suoi saggi consigli e la sua purezza di cuore quella generosa e intrepida vecchietta era stata un punto di riferimento prezioso per tutti. Iniziano i preparativi per il funerale e da tutto il paese arrivano fiori e condoglianze. Ma nessuno ha fatto i conti con la defunta... Elner, stesa su una barella in camera mortuaria, apre gli occhi con l'impressione di sentirsi molto meglio e, benché stupita che nessuno si accorga più di lei, si alza, esce dalla porta, percorre il corridoio fino a un ascensore, vi sale e, dopo un viaggio che ha dell'incredibile, si ritrova in Paradiso a vivere un'avventura che non si sarebbe mai aspettata, incontrando persone che non avrebbe mai creduto di poter vedere, esaudendo il suo grande sogno: domandare tutto ciò che ha sempre voluto sapere riguardo alla Vita. Ma forse la sua ora non è ancora giunta, ed Elner potrebbe tornare indietro, nel mondo dei vivi, a rivelare qual è il segreto della felicità.


  • Doctor sleep di Stephen King edito da Sperling & Kupfer, pag. 516.  Ho riletto nel mese di agosto Shining - recensione qui - e non vedo l'ora di leggere questo che è il seguito. Devo ringraziare Salvia per il bellissimo regalo desiderato!!! Grazieeeee!!! *_*
Trama:  Perseguitato dalle visioni provocate dallo shining, la luccicanza, il dono maledetto con il quale è nato, e dai fantasmi dei vecchi ospiti dell'Overlook Hotel dove ha trascorso un terribile inverno da bambino, Dan ha continuato a vagabondare per decenni. Una disperata vita on the road per liberarsi da un'eredità paterna fatta di alcolismo, violenza e depressione. Oggi, finalmente, è riuscito a mettere radici in una piccola città del New Hampshire, dove ha trovato un gruppo di amici in grado di aiutarlo e un lavoro nell'ospizio in cui quel che resta della sua luccicanza regala agli anziani pazienti l'indispensabile conforto finale. Aiutato da un gatto capace di prevedere il futuro, Torrance diventa Doctor Sleep, il Dottor Sonno. Poi Dan incontra l'evanescente Abra Stone, il cui incredibile dono, la luccicanza più abbagliante di tutti i tempi, riporta in vita i demoni di Dan e lo spinge a ingaggiare una poderosa battaglia per salvare l'esistenza e l'anima della ragazzina. Sulle superstrade d'America, infatti, i membri del Vero Nodo viaggiano in cerca di cibo. Hanno un aspetto inoffensivo: non più giovani, indossano abiti dimessi e sono perennemente in viaggio sui loro camper scassati. Ma come intuisce Dan Torrance, e come imparerà presto a sue spese la piccola Abra, si tratta in realtà di esseri quasi immortali che si nutrono proprio del calore dello shining.

  • La stranezza che ho nella testa di Orhan Pamuk edito da Einaudi, pag. 584. Anche questo come il libro nordico mi è stato regalato dalla mia amica Elena. Un libro che non conoscevo anche se conosco il suo famosissimo autore. Lessi ormai tre anni fa una delle sue opere più conosciute Il mio nome è rosso - recensione qui - e mi piacque molto. Un libro che mi intriga molto ma che avrà bisogno di un tempo adeguato: di sicuro avrà bisogno di tutta la mia attenzione e non potrà essere letto nei ritagli di tempo.
Trama:  Un ragazzo ama una ragazza. Tutte le storie, anche quelle piú complicate, nascono da questa semplice, universale premessa. Mevlut l'ha incontrata una sola volta: i loro sguardi si sono incrociati di sfuggita al matrimonio di un parente a Istanbul. Eppure è bastato quell'attimo di perfezione e felicità a farlo innamorare. Süleyman, il cugino, gli ha detto che delle tre figlie di Abdurrahman, quella che ha visto Mevlut, quella di cui si è innamorato, è senz'altro Rayiha. Da allora non l'ha piú rivista ma, per tre anni, Mevlut le scrive le lettere piú appassionate che il suo cuore riesce a creare. Finché un giorno capisce che l'unico modo di coronare il suo sogno è scappare con Rayiha, di fatto rapendola dalla casa paterna in cui è rinchiusa. Cosí, una notte di tempesta, mentre Süleyman aspetta con un furgone in una strada poco lontana, Mevlut e la sua amata si riuniscono. Nulla potrà andare storto ora, nulla potrà piú dividerli, pensa lui. Poi un lampo illumina la scena e rivela il volto di Rayiha: quella non è la ragazza a cui Mevlut ha creduto di scrivere per tutto quel tempo, non è la ragazza di cui si è innamorato a prima vista tre anni prima! Chi ha ingannato Mevlut? E come si comporterà ora il nostro eroe? Questa è la sua storia, caro lettore: la storia di Mevlut Karataþ, venditore di boza (la bevanda, leggermente alcolica, tipica della Turchia), lavoratore indefesso, inguaribile ottimista (qualcuno direbbe ingenuo), sognatore, profondo conoscitore delle strade e dei vicoli di Istanbul. Perché questa è anche la storia di una città e del tempo che l'attraversa, una saga grandiosa e potente degli individui e delle famiglie che lottano, si alleano, si amano e si dividono per trovare il proprio posto nel mondo. Il premio Nobel Orhan Pamuk ha fatto della sua città, Istanbul, il personalissimo teatro in cui mettere in scena l'universale dei destini umani. Con La stranezza che ho nella testa ha saputo scrivere un romanzo rutilante in cui le storie piccole di uomini e donne comuni hanno la forza irresistibile della Storia di tutti.
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E con questo è tutto! Cosa ne pensate dei miei regalucci? Ce n'è qualcuno che vi ispira particolarmente? Di certo ce n'è per tutti i gusti ed io - amando spaziare tra i generi - non potrei essere più felice.