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giovedì 23 dicembre 2021

Lettori intorno al mondo: Oceania - Vi porto in South Australia e Northern Territory


Buongiorno lettori, ultimo appuntamento dell'anno di Lettori intorno al mondo. Abbiamo cominciato un anno fa questa rubrica un po' per gioco ed oggi eccoci qui, dopo aver toccato tutti i continenti chiudiamo il cerchio con l'Oceania. Più precisamente io vi porterò nello Stato dell'Australia  chiamato South Australia.

Dopo Nadia che vi ha portato in Tasmania - post cliccando qui - Marina nelle isole della Melanesia e della Polinesia - post qui - Baba nel Queensland - post qui - io vi porterò nello Stato dell'Australia  chiamato South Australia e Nothern Territory.


Per questo viaggio ho preso spunto dal libro di Lucinda Riley, La ragazze delle perle, recensione qui.

Troverete nel post delle parti in corsivo rosso, che sono citazioni prese dal libro. Purtroppo da questo punto di vista il romanzo non aiuta moltissimo perchè le descrizioni dei luoghi sono molto povere e spesso vengono solo nominati come luoghi di passaggio.

Prima di entrare nel vivo del viaggio concedetemi qualche parola per inquadrare la nostra meta.

SOUTH AUSTRALIA, è uno stato dell'Australia Meridionale di natura estremamente selvaggio. La sua capitale è Adelaide.
NORTHERN TERRITORY è lo stato che si trova al confine nord con il South Australia e la sua capitale è Darwin.



PRIMA TAPPA: Adelaide

Capitale dello Stato del South Australia, il nome Adelaide è intitolato ad Adelaide di Sassonia-Meiningen, moglie di Guglielmo IV e regina consorte del Regno Unito dal 1830 al 1837.
Per avere una visione a 360° della città, percorreremo grazie a ROOOFCLIMB il tetto del OVAL WESTERN STAND come dei veri arrampicatori professionisti a 50 metri d'altezza. Un'occasione unica per vedere la città da un punto di vista diverso e affascinante.

Nella città rinomata come città dello stile e del design non potremo farci mancare un giro di shopping nel RUNDLE MALL, il centro pedonale commerciale della città, con oltre mille punti vendita tra famosi brand mondiali e attività locali. Ma durante lo shopping potremo anche ammirare le sue caratteristiche opere d'arte come due enormi sfere e statue di maiali ma anche i suoi caratteristici portici storici sotto ai quali sono spesso organizzate mostre temporanee di artisti più o meno noti.
Per rilassarci dopo la camminata ci recheremo alla GLENELG BEACH, la più popolare spiaggia metropolitana di Adelaide, ideale per famiglie e raggiungibile dalla città grazie al tram che la collega.

Fonti:
https://it.wikipedia.org/
https://www.australia.com/it-it/places/adelaide-and-surrounds/guide-to-adelaide.html
https://roofclimb.com.au/
https://www.australia.com/it-it/places/adelaide-and-surrounds/shopping-in-adelaide.html


SECONDA TAPPA: Port Augusta

Port Augusta è una città dell'Australia Meridionale, chiamata così per la moglie di Sir Henry Fox Young, uno dei primi governatori coloniali dell'Australia Meridionale. Si trova 310 chilometri a nord di Adelaide.
Nota per il suo ex Porto, a capo del Golfo di  Spencer, questa città si trova nel punto di intersezione tra due grandi linee ferroviarie australiane, «The Gan» e «Indian Pacific». La città è circondata da paesaggi totalmente desertici ma spicca al suo interno THE AUSTRALIAN ARID LANDS BOTANIC GARDEN, un giardino botanico che spicca all'interno di una zona considerata arida, cui dedicheremo una visita.




Fonte:
                                                                https://it.wikipedia.org/
https://www.aalbg.org/


TERZA TAPPA: Alice Spring

Cinque giorni dopo, al sorgere del sole,  Kitty e Sarah partirono da Adelaide insieme a Ralph, diretti a Port Augusta, dove salirono sul treno Ghan in una cabina con cuccette. Nei tre giorni di viaggio stabilirono una tranquilla routine, accompagnati dallo sbuffo ritmico del treno che li trasportava attraverso l'interminabile deserto rosso. [...] Con Sarah accanto, Kitty vide il paesaggio cambiare. Arrivarono le montagne rosse, dove brillavano altipiani di sale bianco e fiumi azzurri, e si meravigliò che dopo tutti quegli anni passati in Australia l'interno del paese le fosse completamente estraneo.

Alice Spring è una cittadina remota dell'Australia che sorge nel Territorio del Nord, a metà strada fra Darwin e Adelaide, entrambe a 1500 km di distanza. Circondata da terra rossa e da catene montuose di rara bellezza, Alice Spring è il punto di partenza per l'esplorazione del RED CENTER, l'entroterra desertico del paese, tra cui le zone di Uluru, Kata Tjuta, Kings Canyon, le West MacDonnell Ranges e il loro iconico Larapinta Trail, la sabbia rossa del Simpson Desert e la stupefacente vista delle Devils Marbles. È anche un luogo affascinante per esplorare la cultura aborigena australiana.

West MacDonnell Ranges


Fonte:
                                                                https://it.wikipedia.org/
https://www.aalbg.org/
https://northernterritory.com/



QUARTA TAPPA: Papunya

Il sole morente gettava i suoi ultimi raggi sulle rocce all'orizzonte, e un torrente serpeggiava luccicante. In lontananza vedevo le capanne bianche di Hermannsburg, illuminate sul retro da un bagliore arancione.

Papunya è una piccola comunità indigena australiana a circa 240 chilometri a nord-ovest di Alice Springs. Conosciuta perchè luogo di nascita del Western Desert dot-painting un movimento artistico considerato l'inizio dell'arte aborigena contemporanea. Questo argomento ha un ampio sviluppo nel romanzo quindi non possiamo farci mancare una visita al Papunya tjupi art centre aboriginal corporation.




Fonte: 
  https://it.wikipedia.org/
https://www.aboriginalcontemporary.com.au/
https://northernterritory.com/
https://www.abc.net.au/news/2015-10-16/reinventing-papunya/6850416?nw=0&r=HtmlFragment


E anche per oggi è tutto. Salutiamo questa rubrica con un pizzico di malinconia e chissà, magari sarà solo un arrivederci...



giovedì 9 dicembre 2021

Lettori intorno al mondo: Oceania - Marina vi porta in un viaggio attraverso le isole della Melanesia e della Polinesia

Buongiorno lettori, torna la rubrica dei viaggi. Ultimo appuntamento per questo 2021. Speriamo di avervi tenuto compagnia senza ammorbarvi troppo!

Questo mese vi portiamo in Oceania. Dopo Nadia che la scorsa settimana vi ha portato in Tasmania - post cliccando qui oggi Marina vi fa fare un viaggio attraverso le isole della Melanesia e della Polinesia. Prendete tutto l'occorrente e partite con noi!



Buongiorno Viaggiatori vicini e lontani! Quest’oggi, per l’ultimo appuntamento turistico dell’anno, nell’ultimo continente che avrei voluto visitare in questo 2021 - dipenderà forse dal fatto che è stato l’ultimo ad essere scoperto? - e come già anticipato lo scorso 2 Dicembre da Nadia in viaggio in Tasmania sul Desperate Bookswife Blog, Vi porto sulle tracce del viaggio di Jack London del 1907-1908, attraverso le isole della Melanesia e della Polinesia. In attesa di scoprire le prossime ed ultimissime tappe del 16 Dicembre con Baba e del 23 Dicembre con Daniela.
RACCONTI DEL PACIFICO di  JACK LONDON – Guanda, 2019 – Trad.: Attilio Veraldi – 201 pagg.



Per chi come me ha una vaga idea spazio temporale dei luoghi, qui sotto la stupenda palla della Terra, dove potete prendere spunto per curiosare questo continente, che deve il suo nome al termine "oceano", per il ruolo fondamentale che il Pacifico ha nell'unire le migliaia di isole che ne fanno parte: più di trentamila!

L’Oceania, o Continente Nuovissimo, è il continente della Terra che ha come parte continentale l'Australia e che comprende la maggior parte delle isole dell'oceano Pacifico: Melanesia (inclusa la Nuova Guinea), Micronesia e Polinesia (inclusa la Nuova Zelanda).



L'appellativo "nuovissimo" deriva dal fatto che, eccetto l'Antartide, fu l'ultimo a essere scoperto dagli europei e l'ultimo a essere completamente popolato dall'uomo.

L'Oceania è suddivisa tradizionalmente in quattro parti, secondo uno schema utilizzato anche dalla Commissione statistica delle Nazioni Unite nella suddivisione del mondo in macroregioni, a fini meramente statistici:

Suddivisione tradizionale: Australia; Melanesia (inclusa la Nuova Guinea); Micronesia; Polinesia (inclusa la Nuova Zelanda).

Macroregioni ONU e Geoschema ONU:

La suddivisione tradizionale è dovuta all'esploratore Jules Dumont d'Urville che nel 1831 la propose alla Société de Géographie a Parigi, facendo una classificazione in quattro parti delle isole oceaniche (Polinesia, Micronesia, Malesia e Melanesia), sulla base degli stereotipi razziali occidentali (pelle nera o pelle più o meno bruna, capelli ricci o capelli ondulati o lisci, cannibali o selvaggi di tipo più mite), criteri ora diventati sorpassati. Dumont d'Urville creò così le categorie Melanesia ("isole nere") e Micronesia ("isole piccole"); il termine Polinesia ("isole numerose") era stato invece introdotto un po' prima da Charles de Brosses. (da Wikipedia)



Fatta questa premessa doverosa, che mi ha consentito di focalizzare meglio località e popolazione, prima ancora di leggere Jack London, mi sono lasciata affascinare da Erica Vecchio che con il poetico titolo “Un Oceano di Sguardi”, edito da Soldiershop Publishing, porta i lettori “alla scoperta del Pacifico da parte degli europei, e gli oceanini alla scoperta dell’Europa”.


L’autrice, oltre alla storia che parte appunto dalla scoperta di questo nuovo continente, ci spiega il motivo per cui il Pacifico è stato a lungo considerato come un argomento di seconda categoria della ricerca storica. E in breve, la motivazione consiste nel fatto che il vasto oceano è stato concepito come un grande ostacolo, una barriera. Secondo la storiografia eurocentrica, in effetti, il Pacifico nell’età moderna non sarebbe altro che un oceano remoto e sconosciuto, l’ultimo ad essere entrato nella storia europea e nella rete globale delle relazioni internazionali a causa delle difficoltà del suo attraversamento.

Come di solito succede, finchè non ci si sta interessando ad un dato argomento, non ci si rende conto che come un corso e ricorso storico, questo torna alla ribalta. E’ proprio il caso di Jack London, autore la cui riscoperta popolare sconfessa ad esempio uno stimatissimo Cesare Pavese che decise insieme ad altri stimati professionisti di non dare spazio alla voce di questo autore sulle antologie della narrativa americana.

Personalmente conoscevo questo famoso autore solo per l’arcinoto “Zanna Bianca”, che ho sempre rimandato come lettura. Ed ora gli preferisco sicuramente “Racconti del Pacifico”, Guanda 2019, e scopro uno scrittore che appassiona il lettore in una serie di racconti che, terminati, non si è in grado di separare gli uni dagli altri, ma che danno voce corale ad indigeni ed usurpatori bianchi, in un viaggio che London ha effettivamente compiuto tra il 1907 ed 1908 nelle isole della Melanesia e della Polinesia. Racconti che ancora ci parlano di eroi fragili e al contempo solitari, di grande spessore umano, sulla scia di itinerari di altrettanto grandi scrittori come Melville e Stevenson. Ma di questo libro io e Daniela Vi parleremo più diffusamente in un post dedicato a Jack London.

E quindi via si parte! E se è vero che quando si parla dell’Oceania viene subito in mente l’Australia e la Nuova Zelanda per la loro estensione e per la “moda” di emigrare lì degli ultimi anni, direi in controtendenza di scoprire angolini dell’infinità di arcipelaghi composte da tantissime isolette che la formano: come Micronesia, Polinesia e Melanesia.

In questo periodo dell’anno, stanchi del lavoro, di beghe familiari e del ritmo frenetico della nostra vita, Vi vorrei portare in un luogo che ci permetta di scordarci di noi stessi, e che ci consenta di vivere le esperienze di viaggio come fossimo nuovamente degli adolescenti, per dimenticare l’oppressione del tempo che scorre inesorabile e per riscoprire le terre dei sogni ad occhi aperti: tra riposo, sport meravigliosi anche per non appassionati e perchè no, riposo in un ambiente da favola!

MELANESIA:

Spiagge d’alabastro, sole splendente e caleidoscopiche barriere coralline: le isole Fiji sono il luogo ideale per dimenticare il resto del mondo, dove rilassarsi all’ombra delle palme e nuotare tra pesciolini variopinti, scegliendo una a caso tra le oltre 300 isole che compongono l’arcipelago. Le Fiji, con paesaggi frastagliati, spiagge costellate di palme e barriere coralline con lagune limpide, hanno mantenuto un aspetto e un carattere originari che vi permetteranno sia di ammirare una natura incontaminata sia di scoprire tanti elementi della cultura melanesiana. Non perdete la visita alle due isole principali, Viti Levu e Vanua Levu, montuose e ricoperte di una fitta foresta tropicale, la multietnica capitale Suva e il tempio induista di Sri Siva Subramaniya Swami a Nadi. Le Fiji offrono splendide opportunità per dedicarsi alle immersioni e allo snorkeling, in particolare nelle isole Mamanuca e Yasawa, che vi faranno pensare all’ultimo paradiso in terra. Se desiderate visitare un posto indimenticabile, fate un’escursione al Parco nazionale Sigatoka Sand Dunes, un esempio importante della volontà di tutelare l’ambiente. Le dune sorgono lungo la Coral Coast, vicino alla foce del fiume di Sigatoka e sarebbero il risultato dell’erosione fluviale dell’entroterra costiero; il Parco custodisce piante endemiche e centinaia di differenti specie animali, tra cui uccelli esclusivi delle Isole Fiji. Curiosità: Fiji si trova a cavallo della linea convenzionale del cambio data, infatti i figiani sono i primi a festeggiare l’anno nuovo.

Le perle dei Mari del Sud: quindici isolette disseminate su due milioni di chilometri quadrati di oceano: le isole Cook sono le perle dei Mari del Sud: palme da cocco ombreggiano spiagge di sabbia bianca e scintillante, pesci tropicali nuotano nelle lagune turchesi e onde trasparenti si infrangono sulla barriera corallina. L’isola di Aitutaki è ineguagliabile, grazie alla spettacolare laguna che la circonda tingendola di sfumature e trasparenze, a ragione considerata una delle più belle del mondo. L’interno è rivestito di piantagioni di banane, cocco e altri alberi di frutta tropicale che si alternano alle foreste. Fate un’escursione sulle vicine isolette disabitate, dove tutto invita ad abbandonarsi alla contemplazione del mondo naturale e a sentir trascorrere la lentezza del tempo. La moderna Rarotonga invece, isola vulcanica rivestita di una splendida foresta tropicale, offre eccellenti bar, ristoranti, boutique e una vivace vita notturna: qui potrete non solo rilassarvi sulle spiagge, ma anche assistere a spettacoli di danze locali, visitare il colorato mercato settimanale, acquistare oggetti di artigianato come cappelli, tessuti, sculture in legno e ricami, fare conoscenza con la gente del posto. Durante tutto l’anno potrete partecipare a feste dal significato storico e culturale, come Te Maeva Nui nel mese di luglio, la più importante: l’indipendenza viene celebrata con sfilate, danze, percussioni, canti, gare e tante altre manifestazioni coinvolgenti. (da Edenviaggi.it)







MELANESIA:

È composta da: Palau, Isole Marianne Settentrionali, Guam, Isole Marshall, Nauru, Kiribati, Stati Federati di Micronesia. Le isole della Micronesia sono situate a nord dell’equatore, e sono le meno frequentate dai turisti rispetto al resto dei raggruppamenti di isole. Palau è senza dubbio la destinazione più interessante tra queste isole.

REPUBBLICA DI PALAU:

Le tante isole di origine rocciose situate ad est delle Filippine che punteggiano l’Oceano Pacifico formano l’arcipelago dello stato di Palau. In esse sono presenti numerosissimi laghi salati dalle acque turchesi e cristalline dove ci si può recare soprattutto nei mesi che vanno da dicembre a febbraio per passare un inverno rilassante al caldo. L'isola di Koror era la sede dell'omonima antica capitale, ed è il centro dei commerci dell'arcipelago. Babeldaob, l'isola più grande, ospita l’attuale capitale, Ngerulmud, oltre a montagne e spiagge sabbiose sulla costa est. A nord, antichi monoliti di basalto noti con il nome di Badrulchau si ergono nei campi erbosi, circondati da alberi di palma.

A Palau si arriva praticamente solo di notte con voli da Manila, Tokyo, Seul , Taipei o Guam atterrando sulla pista di Koror, un minuscolo scalo con due finger e praticamente senza check-in. L’arcipelago è un paradiso per i viaggi di nozze e per gli appassionati di immersione. La superficie delle sue isole è invece una giungla, a tratti impenetrabile, che sembra galleggiare sulle verdi acque dell’Oceano.

Alcune delle immersioni più interessanti: Blue Corner : in questo punto la barriera corallina è investita dalle correnti dell’oceano che trasportano i microrganismi che sono alla base della catena alimentare sottomarina, e che via-via si conclude con i grossi predatori come squali e carangidi e barracuda che si osservano stabilmente in questo tratto di mare. Blue Holes: “buchi blu” che iniziano sotto il pelo dell’acqua, attraversano verticalmente la barriera corallina come fossero dei camini e sbucano in pieno oceano. Nautilus Diver: immersione con i Nautilus , veri e propri fossili viventi, di rara bellezza ed intrigante interesse. (da veraclasse.it)


GUAM: una piccola isola, con un grande peso

Guam è un territorio statunitense situato in Micronesia, nel Pacifico Occidentale e fa parte dell’arcipelago delle Marianne. Si contraddistingue per le spiagge tropicali, i villaggi dei Chamorro e le antiche colonne di pietra Latte. L’importanza che Guam ha ricoperto durante la seconda guerra mondiale è resa evidente al War, all'interno del Pacific National Historical Park, dove si trova anche quello che fu un tempo teatro di battaglia: Asan Beach. L’eredità coloniale spagnola è evidenziata nel forte di Nuestra Señora de la Soledad, sulla cima di un promontorio a Umatac.

Situata esattamente a 3300 miglia a ovest delle isole Hawaii, a 1500 miglia a est delle Filippine e a 1550 miglia a sud del Giappone, l’isola di Guam è per gli Stati Uniti un importante hub per le attività di sicurezza nella regione, che sarebbero difficili da effettuare solo dalle isole Hawaii. Sull’isola del Pacifico, infatti, c’è una base dell’Esercito, istallazioni atte a ospitare sottomarini, una pattuglia della Guardia Costiera, una base aerea e i sistemi antimissile del THAAD, grazie ai quali la difesa statunitense può svolgere ogni funzione militare di controllo e di prevenzione di possibili movimenti ostili. Circa il 30% del territorio è quindi occupato da infrastrutture militari, che recentemente è stato anche deciso di rafforzare, trasferendo alcune strutture da Okinawa (in Giappone) a Guam. Inoltre, è da tenere in considerazione un ulteriore aspetto che fa di Guam un luogo cruciale che gli Stati Uniti non possono permettersi di perdere: essendo l’isola sotto la piena autorità del Congresso, non si pone nessun problema o possibile disputa in merito alla sovranità del territorio per poter esercitare le attività militari, come a volte si verfica in altre zone dove gli Stati Uniti hanno una base militare. Mai, quindi, come in quest’ultimo periodo l’isola è fondamentale, date le due maggiori questioni che agitano le acque dell’Oceano Pacifico, cioè quella del Mar Cinese Meridionale e quella della Corea del Nord.




E pensare che io volevo semplicemente andarmi a fare i fanghi con le alghe di Guam!


E per concludere la nostra gita “fuori-porta”:

Isola Macquarie – Tasmania, per incontrare Nadia di Desperate Bookswife Blog e trascinarla via dal porto di Hobart e dal suo bianco ghiacciato, perché, per gli amanti degli animali, se ancora non siete sazi di tutta la diversa fauna vista durante il Vs viaggio, Vi consigliamo l’Isola Macquarie, considerata tra le più belle al mondo, la cui bellezza è data dal paesaggio bagnato dal Mare Antartico e dalla presenza di varie specie marine, tra cui i pinguini.




PICCOLE CURIOSITA’: non potevamo tralasciare di menzionare, almeno come accenno, a: Polinesia francese ed Isole Marchesi di Gauguin- per tirare in ballo l’arte; il cartone animato Moana della Disney, 2016 (o Oceania, in italiano); il film Castaway, con Tom Hanks, ambientato sia a Memphis che in un'isoletta sperduta vicino alle Figi nei primi anni 2000. La pellicola è stata girata in due diversi periodi di tempo a Monuriki, atollo delle Isole Mamanuca, situate vicino a Viti Levu, la più grande isola delle Figi.





Solo a voler curiosare ancora un po’, sono certa troveremmo ancora decine e decine di collegamenti interessanti con questa parte del nostro pianeta.

Ingolositi? E allora andiamo a curiosare di persona!


Buon viaggio,





 Calendario Ottobre:

2 dicembre Nadia sul blog Desperate Bookswife
9 dicembre Marina sul blog Un libro per amico
16 dicembre Baba su Desperate Bookswife
23 dicembre Io sul blog Un libro per amico
 
Se volete aggiungervi e viaggiare con noi, contattateci!

giovedì 28 ottobre 2021

Lettori intorno al mondo: Asia - Vi porto a Seul, Corea del Sud

 


Buongiorno lettori, torna la rubrica dei viaggi. Questo mese vi portiamo in Africa. Dopo Nadia che vi ha portato in Vietnam - post cliccando qui - Marina in Giappone - qui - e Baba in Turchia - qui - oggi tocca a me e vi porto a fare un viaggio in Corea del Sud e precisamente a Seul.

Per questo viaggio ho preso spunto dal libro di Anna Premoli, Come inciampare nel principe azzurro, recensione qui.

Questo sarà un viaggio molto particolare perchè, grazie alla grande descrizione della città che ne fa l'autrice, ho deciso che ripercorreremo proprio i passi di Maddison e Mark all'interno del romanzo.

Troverete nel post delle parti in corsivo rosso, che sono citazioni prese dal libro.

Prima di entrare nel vivo del viaggio concedetemi qualche parola per inquadrare la nostra meta.

SEUL, capitale della Corea del Sud, è un'enorme metropoli i cui moderni grattacieli, metropolitane tecnologicamente all'avanguardia e cultura pop si alternano a templi buddhisti, palazzi e mercati di strada. 

"Seul è attraversata dal fiume Han. Ben un chilometro di larghezza" , mi spiega l'ometto tutto fiero. "La nostra è una città ricca di grattacieli, ma anche di molti parchi [...]"





Seul è un enorme conglomerato urbano che conta dieci milioni di persone solo nella sua zona urbana ed è suddiviso in venticinque maxidistretti chiamati gu. A loro volta i gu si dividono in più di cinquecento quartieri chiamati dong, suddivisi in numerosi tong e ancora più innumerevoli ban.


PRIMA TAPPA: Mullae, casa di Maddison e Mark

Con la metropolitana raggiungeremo il dong Mullae,nel quartiere di Yeongdeungpo-gu, a sud del fiume Han.

Per complicarmi la vita hanno pensato bene di trovarmi casa nel distretto dal nome più impronunciabile di tutti, ovvero Yeongdeungpo-gu. L'ho scritto su un foglietto che non devo perdere mai, se non voglio rischiare di non ritornare a casa. Il nostro dong si chiama  Mullae, e siamo proprio al confine con il dong Yeouido. A sentire Mark questo è un quartiere meraviglioso: è considerato il cuore finanziario della città, in prossimità del fiume, e ha un grande parco cittadino a pochi passi.



Fonti:
https://it.wikipedia.org/
https://www.hani.co.kr/arti/english_edition/e_editorial/966149.html


SECONDA TAPPA: Isola di Yeouido, ufficio di Maddison e Mark

" L'ufficio dista solo due fermate e si potrebbe anche andare a piedi, ma vorrei che imparassi bene a muoverti da sola in metropolitana. Di fatto sono nove linee numerate, identificate da un numero e da un colore specifico. La nostra fermata si chiama Sin-Gil e ti permette di prendere sia la linea numero 1, la linea blu, che la numero 5, la linea viola", mi spiega indicandomi un punto della gigantesca mappa.



Il sistema di metropolitana altamente sviluppato della Corea del Sud serve circa 3 miliardi di passeggeri ogni anno. La metropolitana di Seoul è una delle 10 metropolitane più trafficate al mondo e viene mostrata come esempio di sistemi di metropolitana.

Fonte: 
https://it.rayhaber.com/2019/11/Orari-e-fermate-della-mappa-della-metropolitana-di-Seoul/

" Questa è l'isola di Yeouido", mi racconta mentre ci dirigiamo verso l'ufficio.
" Un'isola?", esclamo stupita. Temo di essermi persa qualcosa.
" Chiudi quella bocca prima che ci entri qualche insetto. Sì, Maddison, è un'isola, ed è il cuore finanziario della città. Pensa che il nome significa, letteralmente, "puoi farci quello che vuoi". Una volta questa terra era considerata inutile e veniva usata per allevare pecore e oche".



Yeouido è un'isola sul fiume Han. È ubicata al centro di Seul ed è il quartiere degli affari. I suoi 8,4 chilometri quadrati ospitano 31.000 persone. L'isola si trova nel distretto di Seul.
Prima di divenire parte della capitale nazionale, Yeouido è stata utilizzata come pascolo per ovini e caprini. Yeouido rimase un banco di sabbia disabitato prima della costruzione del primo aeroporto di Seul, durante l'occupazione giapponese nel mese di aprile 1924.
Il ponte di sei vicoli che lo collega al continente di Yeongdeungpo fu costruito nel 1970 come parte di progetto di sviluppo di Han River con a capo Park Jung Hee di presidente, dopo cui lo sviluppo di tempo ebbe luogo rapidamente. Lo Yeouido-dong fu formato come un'entità separata nel 1971.

Fonte:
                                                                https://it.wikipedia.org/
http://it.knowledgr.com/02262394/Yeouido


TERZA TAPPA: Gyeongbokgung

Questa volta il percorso con la metropolitana si rivela più lungo del solito. Prendiamo la linea viola in direzione est, scendiamo a Jongno 3(sam)-ga e cambiamo con la linea arancione che ci conduce fino a Gyeongbokgung, uscita numero 5. In tutte le altri parti del mondo se sbagli uscita della metropolitana puoi sempre rimediare, qui invece sei perso per sempre.
"Dove stiamo andando?", gli chiedo quando riemergiamo dal mondo sotterraneo.
"Siamo a Gyeongbokgung, pensavo fosse ovvio"[...]
[...] Camminiamo ancora per qualche minuto in mezzo ad alti palazzi finché sbuchiamo in una piazza, davvero immensa, che sembra di un altro pianeta.
"Gyeongbokgung è il nome del palazzo reale più famoso di Seul e questa Gwanghwamum, è la porta d'ingresso principale", mi svela Mark mentre ci avviciniamo. La piazza tra l'altro è tutto un brulicare di persone che si muovono tra statue antiche e una modernissima fontana che spruzza getti d'acqua direttamente dal suolo.


Fonte: https://www.getyourguide.it/gyeongbokgung-l89492/

"Quanti secoli ha?", domando. 
Mark si trasforma in fretta in una perfetta guida turistica. "A essere sinceri è una copia: l'ultima ricostruzione di questa bellissima struttura risale agli anni Sessanta. Tutto il vasto palazzo che visiteremo oggi è infatti stato costruito più o meno alla fine del Trecento, distrutto alla fine del Cinquecento, poi ricostruito a metà del 1800 per essere di nuovo raso al suolo durante il dominio giapponese nel periodo tra il 1910 e il 1945. Questa porta in realtà era stata ricostruita da un'altra parte ed è stata trasportata qui, nel suo luogo originale, alla fine del 2010. [...]
[...] Una volta entrati non facciamo che camminare in lungo e in largo visitando i numerosi edifici ricostruiti: quello del trono reale, la residenza della regina, la zona della preghiera  con tante statue di Budda. Ma a mozzare il fiato sono soprattutto Hyangwon-jeong, una pagoda esagonale situata in mezzo a un laghetto artificiale, e Kyeonghoe-ru, la pagoda più grande dellaa Corea del Sud, che si affaccia su un lago ed è sorretta da quarantotto grandi pilastri.

Fonte: https://it.wikipedia.org/


Fonte: http://payyakkil.blogspot.com/2006/11/kyeonghoe-ru.html


QUARTA TAPPA: Gu Gangnam

Questa volta il viaggio è piuttosto lungo, perchè dobbiamo arrivare fino al gu Gangnam. E per una volta so dove stiamo andando! Voglio dire, chi al mondo non conosce l'ormai super celebre quartiere da cui prende il nome anche l'omonima hit musicale? Per quanto mi riguarda la canzone è stata più un tormento che un tormentone, ma almeno posso dire di conoscere qualcosa della Corea.
Gangnam è un quartiere  a sud del fiume, che è cresciuto rapidamente in questi anni ed è diventato simbolo di ricchezza e opulenza. Gli abitanti sono noti per essere una sorta di "californiami d'oriente": alta qualità della vita e tanti soldi. Pare che qui un  metro quadrato arrivi a costare anche quattro volte la media nazionale.

Fonte: https://www.viator.com/it-IT/tours/Seoul/Private-Tour-Discover-the-Korean-Wave-in-Gangnam/d973-15527P8


Gangnam significa letteralmente "a sud del fiume". Il distretto di Gangnam è il terzo distretto più grande di Seoul, con un'area di 39,5. Gangnam-gu è il centro moderno e lussuoso di Seul, con scintillanti grattacieli, atelier di grandi firme e locali notturni alla moda che propongono DJ set di musica techno e house. L'offerta gastronomica spazia dai ristoranti esclusivi ai bar che servono pollo fritto e vino di riso soju.

Fonte: 
https://it.wikiqube.net/wiki/Gangnam_District



QUINTA TAPPA: Kimchi Field Museum

E dopo pranzo ti porto a vedere un museo unico al mondo: quello dedicato al kimchi.




Il museo del kimchi (김치박물관, gimchi bangmulgwan, kimch'i pakmulgwan, in inglese denominato Kimchi Field Museum), è uno spazio espositivo, situato nel centro commerciale della COEX a Seul, che testimonia l'importanza del kimchi nell'identità culinaria coreana.
Le mostre si concentrano sulla storia del cibo, sulle sue numerose varietà storiche e regionali e sulla sua importanza Cultura coreana e cucina. Il museo raccoglie dati e statistiche sul kimchi e offre regolarmente attività per i visitatori, come dimostrazioni del processo di produzione del kimchi, degustazioni di kimchi e corsi di cucina.
Il Kimchi Field Museum è stato il primo della Corea museo del cibo. Nel 2015 è stato selezionato da CNN come uno dei migliori musei del cibo al mondo.
Il kimchi è una preparazione della cucina coreana a base di verdure fermentate, con spezie e frutti di mare saltati, piccante e dai molti benefici. Ne esistono centinaia di varietà, ciascuna con una verdura diversa come ingrediente principale, anche se comunemente vengono usati il cavolo napa e i ravanelli coreani.

Fonte: 
it.wikiqube.net
https://it.wikipedia.org

SESTA TAPPA: Tempio di Bongeunsa

Dopo aver girato a lungo tra le trafficatissime vie piene di negozi, finiamo per imbatterci in un vero tempio buddista, che spunta quasi ostinato tra imponenti palazzoni dalle vetrate luminose. Si tratta del tempio di Bongeunsa ed è una piccola dose di tranquillità in mezzo al caos. Il contrasto è così forte che sembra di entrare in un'altra dimensione. Mark e io ci sediamo sulla scalinata dell'edificio ad ammirare in pace i palazzi che continuano a brillare all'orizzonte.



Bongeunsa è un tempio buddista situato a Samseong-dong, Gangnam-gu a Seoul, in Corea del Sud. Fu fondata nel 794 durante il regno del re Wonseong dal precettore di stato Yeonhoe, allora il monaco di più alto rango di Silla. Il tempio era originariamente chiamato Gyeonseongsa.
Questo tempio fondato nel 794 sotto la dinastia Silla è uno dei gioielli della capitale sudcoreana. Il sito è appena stato ristrutturato e riallestito integralmente. È piuttosto interessante visitarlo perché si trova nel cuore della città ed è circondato da tante costruzioni, contrasto abbastanza sconvolgente. È costituito da una ventina di edifici, ognuno con il proprio ruolo, e il tempio principale è il fulcro della vita religiosa. All'entrata, un padiglione è dedicato ai 4 guardiani del tempio, un altro invece al riposo. Ma la cosa più impressionante è la statua alta 23 metri che si nasconde dietro a tutti gli edifici, Mireukdaebul: la statua di Buddha più grande della Corea; per 10 anni più di 10.000 credenti hanno partecipato alla sua costruzione.

Fonte: 
https://it.wikipedia.org


Anche per questo mese è tutto, a me è venuta una voglia irrefrenabile di partire subito e a voi? Come avete potuto vedere ho utilizzato tantissimi passaggi del romanzo per realizzare questo posto perchè, è vero che è un romance, ma vi assicuro che l'ambientazione è talmente dettagliata che potrebbe tranquillamente essere usato come guida turistica! 

Vi saluto lasciandovi gli appuntamenti di dicembre, in cui si volerà in Oceania!

 Calendario Dicembre:

2 dicembre Nadia sul blog Desperate Bookswife
9 dicembre Marina sul blog Un libro per amico
16 dicembre Baba su Desperate Bookswife
23 dicembre Io sul blog Un libro per amico




giovedì 26 agosto 2021

Lettori intorno al mondo: Africa - Vi porto in Zambia

 


Buongiorno lettori, torna la rubrica dei viaggi. Questo mese vi portiamo in Africa. Dopo Nadia che vi ha portato in Nigeria/Biafra - post cliccando qui -Viviana che vi ha portato in Angola - post qui - Marina in Botswana - qui - e Baba in Kenia - qui - oggi tocca a me e vi porto a fare un viaggio in Zambia.

Per questo viaggio ho preso spunto dal libro di Hanning Mankell, L'occhio del leopardo, recensione qui.

Troverete nel post delle parti in corsivo rosso, che sono citazioni prese dal libro.

Prima di entrare nel vivo del viaggio concedetemi qualche parola per inquadrare la nostra meta.

Lo ZAMBIA si trova nella zona Sud dell'Africa ed è un Paese senza sbocco sul mare, caratterizzato da un territorio impervio. Il clima dominante è di tipo tropicale, con temperature medie non elevate (da 16 a 23 °C nell’arco dell’anno), grazie all’altitudine, e con escursioni diurne e annue notevoli, determinate sia dalla stessa altitudine, sia dalla continentalità.



PRIMA TAPPA: Lusaka


Ricorda la sua prima impressione dell'Africa, la luce del sole che rendeva il cemento della pista d'atterraggio bianco come la neve. Poi un odore, qualcosa di amaro, una spezia sconosciuta o il fuoco del carbone di legna. [...] Non sa nulla di Lusaka, a parte che la città è stata battezzata con il nome di un cacciatore di elefanti africano. [...] All'aeroporto regna il caos, bisogna compilare una serie incredibilmente complicata di documenti d'ingresso, pieni di indicazioni errate, e al controllo passaporti i funzionari sembrano del tutto indifferenti al concetto di tempo e organizzazione.


Faremo un tour a Lusaka City, che comprenderà luoghi turistici come lo Zambia Nationl Museum - dove potremo approfondire la storia dello Zambia dal colonialismo all'indipendenza - il Manda Hill - il più grande centro commerciale di Lusaka - ma faremo anche lunghe passeggiate per visitare diverse attività nate per la comunità come un club di scacchi, un club di calcio, una biblioteca, e avremo modo di conoscere la comunità locale di questa città notandone le grandi dicotomie: i grandi palazzi recintati dei bianchi con filo spinato e guardie armate, vicino alle abitazioni modeste dei nativi.
Fonti:
 https://tripadvisor.it
https://it.wikipedia.org/


SECONDA TAPPA: Kitwe

Il treno per Kitwe parte la sera. [...] Compra un biglietto per Kitwe e si dirige al binario, dove il treno con la locomotiva diesel sta già aspettando. Hans guarda sconsolato quello che lo attende. Vagoni scalcinati, già sovraffollati, come scatole di cartone logore piene di pupazzi.

Fonte: https://www.cimoservice.it/zambia/esperienza_zambia.asp

Kitwe è la terza città più grande dello Zambia e si trova nella regione di Copperbelt, zona in cui è concentrata l’attività di estrazione mineraria del rame. In questa zona si trovano anche alcune miniere di smeraldi e diversi stabilimenti industriali.
Visiteremo un grande mercato dell’artigianato locale e diverse attrazioni turistiche nei dintorni, come la Diga di Bindolo, le pittoresche Cascate Makwera. A 20 km a est della potremo trovare il Chembe Brid Sanctuary, un’area naturale protetta rinomata per il bird watching.

Fonti: 
https://www.cimoservice.it/zambia/esperienza_zambia.asp


TERZA TAPPA: Kalulushi e fiume Kafue

Il primo posto di blocco è a pochi chilometri a nord di Kitwe. Soldati armati, filo spinato, una sbarra rudimentale. [...] Hans vede un paesaggio lunare davanti ai suoi occhi. Alte montagne di scorie cui si alternno profondi pozzi minerari e gallerie create dalle esplosioni. Capisce che si trovano nel mezzo del Copperbelt, un'immensa regione che penetra come un cuneo nel Katanga.
[...] Dalla conversazione capisce che possiede una fattoria che produce esclusivamente uova. Si trova a nord di Kalulushi, il fiume Kafue la separa dalle grandi miniere di rame.

Fonte: https://www.ohga.it/


Effettueremo una navigazione in canoa sul fiume Kafue, per raggiungere le Cascate Vittoria. Il fronte delle cascate è lungo più di un chilometro e mezzo, mentre la loro altezza supera i 100 metri. 
È uno dei luoghi più incantevoli del mondo e, proprio per la loro straordinaria bellezza, sono state inserite nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dall'Unesco e sono diventate la principale attrazione turistica dell'Africa meridionale. Le cascate sono generate dal fiume Zambesi, che si butta nelle profondità di una gola naturale, creando una sorta di enorme sipario fatto di acqua e una nuvola di spruzzi che sale anche di centinaia di metri quando la portata del fiume è maggiore.
Per i meno deboli di cuore sarà anche possibile fare bunjee jumping dal ponte sulle cascate, che le domina dall'alto dei suoi 111 metri.

Fonti: 
https://www.ohga.it/alla-scoperta-delle-cascate-vittoria-uno-spettacolo-della-natura-che-lascia-senza-fiato/
https://www.lonelyplanetitalia.it/articoli/avventure-outdoor/10-cose-da-fare-victoria-falls



Per questo mese è tutto, spero di avervi interessato un pochino con un viaggio che, ancora una volta non è proprio sulle normali rotte turistiche. Vi saluto lasciandovi gli appuntamenti di ottobre, in cui si volerà in Asia!

 Calendario Ottobre:

7 ottobre Nadia sul blog Desperate Bookswife
14 ottobre Marina sul blog Un libro per amico
21 ottobre Baba su Desperate Bookswife
28 ottobre Io sul blog Un libro per amico