mercoledì 15 aprile 2015

Recensione #56 - La custode di mia sorella di Jodi Picoult

Buongiorno amici, come state? Io abbastanza sballata. Questa settimana ho dovuto invertire i giorni in cui mi fermo al lavoro fino a sera e quindi non mi sembra assolutamente mercoledì! Guardo il lato positivo, domani uscirò alle 14 invece che alle 18.30!!! ;)
Oggi torno con una nuova recensione, quella del libro La custode di mia sorella di Jodi Picoult, edito da Tea catalogo Corbaccio, 428 pagine.

Trama: Anna non è malata ma è come se lo fosse. A tredici anni è già stata sottoposta a numerosi interventi chirurgici, trasfusioni e iniezioni in modo che la sorella maggiore Kate possa combattere la leucemia che l'ha colpita in tenera età. Anna è stata concepita con le caratteristiche genetiche per poter essere donatore di midollo per sua sorella, ruolo che non ha mai messo in discussione ma che ora le diventa, di colpo, insostenibile. Perché nessuno le chiede mai il suo parere? Anna prende una decisione per molti impensabile e che sconvolgerà la vita di tutti i suoi cari: fa causa alla sua famiglia. Un romanzo su un tema difficile e doloroso.

Ho intrapreso questa lettura grazie alla Lega dei lettori organizzata da Alessia del blog Il profumo dei libri. Avevo votato questo libro perchè conoscevo la Picoult grazie al libro 19 minuti che, non ci crederete,  è il primo in assoluto di cui ho parlato più di due anni fa qui sul blog - se siete curiosi trovate il mio acerbo pensiero cliccando qui.
Concludevo quella recensione dicendo che avrei voluto leggere altro di questa autrice, ma sono passati più di due anni e ci sono riuscita solo adesso, grazie all'iniziativa di Alessia; come si dice meglio tardi che mai!!!! ;)
Questo non è un libro facile, anzi. Per affrontarlo ci vuole forza, quella che si tira fuori davanti ad una malattia; se per di più al centro di questa malattia ci sono delle ragazzine diventa tutto più difficile.
Ma la Picoult sa il fatto suo, affronta questo argomento senza piagnistei, andando dritta al punto, senza alleggerire ma neanche appesantire in modo troppo forzato la questione. Il libro è un insieme di voci, quelle di tutti i personaggi che sono toccati dalla storia.
Ci troveremo quindi a conoscere il punto di vista di ognuno di loro e potremo farci un quadro completo di come ognuno affronterà la questione.
Al centro di tutto ci sono due sorelle: Kate e Anna. Kate è malata di leucemia dall'età di due anni e la sua vita è fatta di continue ricadute, di privazioni, di dolore, di continue operazioni e di ospedali. Anna è la sua sorella minore, non è malata ma la sua vita è comunque fatta di privazioni, di dolore, di continue operazioni e di ospedali. No, non aveta capito male, non ho sbagliato a scrivere, la vita di Anna è totalmente e tristemente identica a quella della sorella perchè lei è nata per essere la sua cura, la sua donatrice.
Kate, come dicevo, ha solo due anni quando le viene diagnosticata una terribile e rarissima forma di leucemia. Non sta a me dirvi quanto un fatto simile possa devastare una famiglia fino a quel momento normale e felice.
Due genitori, Sara e Brian, un figlio maggiore, Jesse, e la più piccola, Kate.
La loro vita cambia radicalmente. Nessuno di loro risulta essere un buon donatore per la bambina malata. Un donatore esterno alla famiglia con la forma di malattia di Kate è impensabile. Un'unica soluzione si prospetta agli occhi di Sara e Brian: concepire un altro figlio sperando che questo possa essere compatibile.
Ma quando si è genitori, si sa, si farebbe qualsiasi cosa per un figlio, anche spingersi a volte troppo in là, su quel confine così in bilico tra quello che è giusto e quello che è sbagliato.
Una possibilità a questi genitori non basta, loro vogliono la certezza perchè non sono pronti a pensare che Kate possa morire - e chi lo sarebbe al posto loro? - quindi con i medici decidono di concepire un nuovo bambino in provetta, in modo che sia il più possibile compatibile allo scopo.
Credetemi, se gli alieni arrivassero sulla terra oggi e cercassero di capire perchè nascono i bambini, giungerebbero alla conclusione che la maggior parte della gente mette al mondo un figlio per caso, o perchè una certa sera ha bevuto troppo, o perchè il controllo delle nascite non è sicuro al cento per cento, o per mille altre ragioni non proprio lodevoli. Io, invece, ero nata con uno scopo ben preciso. Non ero il risultato di una bottiglia di vino da poco o della luna piena o di un entusiasmo momentaneo. Ero nata perchè uno scenziato era riuscito a mettere insieme gli ovuli di mia madre con lo sperma di mio padre per ottenere una certa combinazione di prezioso materiale genetico. In realtà, quando Jesse mi spiegò come nascono i bambini e io, ostinata miscredente, decisi di chiedere la verità ai miei genitori, ottenni più di quanto mi aspettassi. Mi fecero sedere e mi dissero tutte le solite cose, naturalmente, ma mi spiegarono anche che avevano voluto il mio piccolo embrione, quello e non uno qualsiasi, perchè poteva salvare mia sorella Kate. "Ti abbiamo amato ancora di più", mi rassicurò mia madre, "perchè sapevamo esattamente quello che volevamo." 
Mi ritrovai a domandarmi, tuttavia, che cosa sarebbe accaduto se Kate fosse stata sana.
E' in questo modo che nasce Anna, ed il motivo è uno soltanto: essere la donatrice perfetta, quella che darà alla sorella la certezza di una vita nuova. E se inizialmente nella mente dei genitori l'idea è quella di concepire un nuovo figlio per utilizzare le cellule staminali del cordone ombelicale per le cure di Kate, con il passare degli anni le cose cambiano. Le cellule staminali non bastano più quindi si comincia a prendere da Anna il sangue, poi il midollo oseeo fino al momento di ambientazione del libro dove viene dato per scontato che la ragazzina donerà un rene alla sorella.
Sono un donatore allogenico, una sorella perfettamente compatibile.
Quando Kate ha bisogno di leucociti o di cellule staminali o di midollo osseo per far credere al suo corpo di essere sano, sono io a procurarglieli. Quasi tutte le volte che Kate va in ospedale, io la seguo a ruota.
Per questo la vita di Anna è fatta di rinunce tanto quanto quella di Kate, perchè se per caso è ad una festa e Kate sta male deve correre via per aiutarla; perchè gioca a Hockey ma deve saltare le partite perchè Kate potrebbe avere bisogno di lei.
E' per questo che a tredici anni Anna prende una decisione: vuole emanciparsi dal punto di vista medico dai suoi genitori ossia vuole poter scegliere per se stessa. Decide quindi di recarsi da un avvocato. 
Non è facile a quell'età andare contro i propri genitori ma non può accettare di donare un rene, perchè questo per lei potrebbe dire ammalarsi, non poter praticare sport, avere una vita di rinunce.
E' facilissimo stare dalla parte di Anna, capire quanto possa essere dura per lei, così come è facilissimo capire il fratello maggiore Jesse, trasparente agli occhi della sua famiglia perchè non necessario ad aiutare la sorella; in lui troveremo un ragazzo solitario, bisognoso di attenzioni, ribelle ma solo per cercare attenzioni. E' anche facile non capire il comportamento di Sara, la madre, il cui pensiero è rivolto unicamente al bene di Kate.  Imperterrita nonostante la causa messa in piedi da Anna, continua a non vedere la sua sofferenza, continua ad imporle un volere che lei non riesce più a sopportare.
Differente invece il pensiero del padre, che accetta il pensiero di Anna e cerca di stare dalla sua parte, perchè si rende conto della situazione, perchè pensa al bene di entrambe le sue figlie.
Insieme al giudice sentiremo le motivazioni della ragazzina e del suo avvocato contro quelle dei genitori e leggeremo in modo bramoso per capire come si risolverà la faccenda.
In tutto questo non avremo mai il pensiero di Kate sulla questione, conosceremo la sua malattia solo vista dagli occhi delle altre persone e non potremo non chiederci, per tutto il tempo, quale sia il suo pensiero.
La Picoult scrive con maestria di questioni che forse, purtroppo, conosce troppo bene avendo avuto una figlia malata per molto tempo. Costruisce ogni singolo personaggio con un'attenzione che normalmente si dà solo ai protagonisti. Ma in questo libro ognuno è un protagonista ed ognuno è descritto nei minimi dettagli, con i suoi pregi e con i suoi difetti.
Un'opera magistrale che ha saputo anche lasciarmi a bocca aperta sul finale.
Non do cinque a questo libro solo perchè, come dicevo all'inizio, sono rimasta più colpita da 19 minuti. Paradossalmente in quel libro ero riuscita e sentire più emozioni nonostante dal tema forse me lo sarei aspettata meno.
E voi cosa ne pensate? Avete letto questo libro? Conoscete questa bravissima autrice?

VOTO: 


18 commenti:

  1. Che tu mi abbia emozionata con questa recensione è certo! Mi hai consigliato questa autrice svariate volte, forse sarebbe ora che rimediassi a questa mancanza. Il tema è toccante, ho visto un film anni fa che ripensandoci sembra tratto da questo libro...mi aveva profondamente colpita, quindi immagino che un libro del genere abbia un impatto ancor più forte su un lettore. Grazie Dany recensione precisa e dettagliata che non lascia indifferenti.

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    1. Sì Cuore, questo libro è diventato un film. Io non l'ho visto ma parlando con Salvia mi ha detto che è molto diverso dal libro proprio nell'impostazione: tutto incentrato sulla malattia di Kate ed il suo punto di vista, il librop è proprio il contrario, Kate è una figura molto marginale. Grazie per le bellissime parole che hai sempre verso le mie recensioni! :*

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    2. Ho letto ora la rubrica di Salvia, il film è proprio quello! Ti consiglio comunque di guardarlo, io ho trovato ben in evidenza i punti di vista di tutti anche nel film, ma forse perché non ho ancora letto il libro, è davvero bellissimo.

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    3. Non so, sono molto combattuta visto che so che è stato cambiato tantissimo anche negli avvenimenti. Il bello del libro è proprio che non ha un taglio "strappalacrime" come quello che invece, da quello che ho potuto capire, hanno dato al film.

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  2. Ciao Dany!! Io della Picoult ho letto solo questo libro, qualche anno fa, e mi era piaciuto molto sia per il tema insolito che per la costruzione dell'intero romanzo. Ho provato tanta pena per Anna e per tutta la famiglia, e ho un bel ricordo dell'avvocato "cane-munito"!!
    Cercherñ 19 minuti e leggerò anche quello, visto che secondo te è addirittura migliore di questo! ;-)

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    1. Ciaooo!!! Che bello ritrovarti qui!!! :)))
      Sai cosa mi ha colpito di più di 19 minuti? Le enormi emozioni - positive e negative - che ha saputo trasmettermi. In questo libro dove ci sono due ragazzine malate credo sia facile toccare il lettore nel profondo mentre in 19 minuti, che parla di bullismo, credo sia veramente difficile fare immedesimare un lettore che non ha provato determinati atteggiamenti sulla sua pelle. Forse è anche più il mio genere è... un po' più noir!!! ;)

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  3. Ho letto anch’io questo romanzo per la Lega dei Lettori e ringrazio tantissimo Alessia, perché diversamente credo che non mi sarei mai avvicinata a questo libro, avrei avuto troppa paura della storia e delle difficili questioni che affronta. Ero molto curiosa di leggere la tua opinione in merito perché tu sei mamma e io no, e forse per questo motivo il mio sentimento prevalente durante la lettura è stata una rabbia costante nei confronti di Sara, personaggio che proprio non sono riuscita a sentire vicino. Nonostante razionalmente mi dicessi che per una figlia probabilmente si è disposti a tutto ho continuato a vedere l’intera situazione solo dal punto di vista di Anna, e per questo sicuramente mi ha limitato nella fruizione del romanzo, che comunque ho molto amato.

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    1. Anche io, da mamma, ho avuto una rabbia costante verso Sara. Ho invece adorato il padre che a un certo punto ha saputo pensare e agire con una razionalità necessaria anche in disgrazie come queste. Capisco tutto, ma Anna è una cavia, nata e vissuta solo per essere tale. Ed è vero che Kate ha bisogno di cure e non è giusto che muoia ma è anche vero che gli altri due figli hanno bisogno della stessa attenzione dei genitori proprio per le ripercussioni che un'atrocità simile può avere sulle loro vite. Donare un rene non è come fare una donazione di sangue e non credo sia giusto "mutilare" un figlio per cercare - non essere certi - di salvare l'altro. Ovviamente parlarne senza viverlo è troppo semplice però questo è il mio pensiero da mamma! ;)

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    2. La penso esattamente come te. Anche io ho apprezzato tanto Brian :-)

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  4. credo non si tratti di un libro facile da recensire, ma con le tue parole sei riuscita a rendere l'essenza della storia trasmettendo autentiche emozioni...detto ciò, è una tematica davvero forte, una storia che leggerò quando mi sentirò pronta :*

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    1. Grazie Stefy! Io pensavo di uscirne più devastata invece lei ha dato un taglio alla storia molto particolare che aiuta a rimanere lucidi! ;)

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  5. Ciao, partecipo anche io alla lega dei lettori e devo ringraziare tutti perchè io non l'ho votato e non l'avrei mai letto per conto mio, invece gli ho dato 5 stelline e sto cercando di recuperare tutti i libri di quest'autrice. Come te penso che il comportamento di Sara sia non giusto, però questo libro mi ha fatto molto riflettere e, come madre, fra l'altro di due bimbi di cui uno con qualche difficoltà (per fortuna non così gravi), sono arrivata a comprenderla, non la condivido ma la capisco. Penso che comunque sia difficile sempre, qualunque cosa si decide, credo che il messaggio del libro sia questo. Il finale mi ha sorpresa e ha aggiunto lacrime a quelle già versate durante la lettura

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    1. Contenta che ti sia piaciuta visto che lo avevo scelto! ;)
      Concordo con il tuo pensiero Chiara, difficile sempre e comunque.
      Un finale bomba che non mi sarei mai aspettata tipico però dell'autrice!

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  6. Ciao!! Ma che perla di recensione che c'è qua! Tema difficile, trattato magistralmente. Il mio primo libro della Picoult e di certo non sarà l'ultimo. Nemmeno io concordo con Sara. Faccio fatica anche a comprenderla, sarà che sono foglia unica e sono mamma di una sola bimba. Non lo so se riuscirei a perseverare come lei. E onostamente non lo voglio sapere. Questo libro mi ha devastata ( e anche il film) quindi...non ci penso più. Un abbraccio grande

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  7. Ho trovato questo libro fantastico e leggere la tua recensione mi fa venire la pelle d'oca.. bravissima Dany! Sono situazioni che fanno rabbrividire.. non si può biasimare nessuno.
    Il finale... sbam! Un pugno nello stomaco! Che libro..

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    1. Grazie Michy, non è mai facile parlare di un libro del genere! :*

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