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lunedì 31 gennaio 2022

Recensioni #427 - La ragazza della luna di Lucinda Riley

Buongiorno carissimi, eccomi con una nuova recensione, quella de La ragazza della luna di Lucinda Riley edito da Giunti, pag. 720. 


Trama: Sono trascorsi ormai sei mesi dalla morte di Pa' Salt, e Tiggy, la quinta delle sorelle D'Aplièse, accetta un lavoro nella riserva naturale di Kinnaird. In questo luogo selvaggio e completamente isolato nelle Highlands scozzesi, si dovrà occupare di una razza felina a rischio di estinzione per conto di Charlie, l'affascinante proprietario della tenuta. Qui Tiggy incontra Cal, il guardacaccia e coinquilino, che presto diventerà un caro amico; Zara, la figlia adolescente e un po' ribelle di Charlie e Zed Eszu, corteggiatore insistente nonché ex fidanzato di una delle sorelle. Ma soprattutto incontra Chilly, un vecchio gitano che sembra conoscere molti dettagli del suo passato e di quello di sua nonna: la famosa ballerina di flamenco Lucía Amaya Albaycín. Davvero una strana coincidenza, ma Tiggy ha sempre avuto un intuito particolare, una connessione profonda con la natura. Questo incontro non è casuale, è parte del suo destino e, quando sarà pronta, non dovrà fare altro che seguire le indicazioni di Pa' Salt e bussare a una porticina azzurra nel Cortijo del Aire, a Granada. Dai paesaggi incontaminati della Scozia allo splendore assolato della Spagna, "La ragazza della luna" è il quinto episodio della saga delle Sette Sorelle.


Finalmente al quinto libro posso dire che questa volta Lucinda Riley mi ha convinto, come forse non mi aveva convinto fino a qui in nessuno dei libri precedenti.
Ma andiamo con ordine...

lunedì 2 agosto 2021

Recensione #402 - Cercasi amore vista lago di Virginia Bramati

Buongiorno lettori, come va? Ultima settimana cittadina per me, poi accenderemo il motore del camper e ce ne andremo nella nostra amata Sardegna. Voi cosa farete? Partirete? Starete a casa? Lavorerete? Prima di fuggire però vorrei cercare di organizzare il blog in modo da non lasciarlo sguarnito di recensioni. Ho letto diversi libri e devo solo programmare le recensioni quindi dovrei farcela!

Ma torniamo al post di oggi. Sono qui per lasciarvi la recensione del libro Cercasi amore vista lago di Virginia Bramati, edito da Giunti, pag. 231.


Trama:
 Bianca Maffei: 33 anni, una laurea in architettura e... una passione per i cantieri. Nonostante lavori da qualche anno in uno studio importante, Bianca non perde tempo in riunione con i capi ma adora mettersi scarponcini e caschetto e andare dove le gru lavorano e i carpentieri danno forma allo spazio. Bianca riesce a sentire la forma che la casa prenderà, a vederla quando ancora è fatta di pochi segni tracciati sul terreno, e questo la rende felice. Fino a che, con la crisi, non capita anche a lei di essere vittima di una "riorganizzazione"... Il solo lavoro che riesce a trovare è in un'agenzia immobiliare fuori città, nel paesino brianzolo di Verate. Lascia così il centro di Milano per mettersi alle dipendenze del geometra Volpe, pittoresco individuo dalle scarpe squadrate e dall'etica discutibile. Eppure, appena arrivata a Verate Bianca trova per sé un meraviglioso abbaino con vista fiume, proprio sopra la mitica Osteria Moretti dove le oche bianche chiacchierano con gli avventori e basta ascoltare attentamente per sapere tutto quello che accade in paese. Sarà proprio lì, all'ombra della plumbago in fiore, che Bianca scoprirà i piani di un immobiliarista senza scrupoli. Sarà proprio da lì che partirà, armata solo del suo "fiuto" segreto, per una nuova avventura che la condurrà fino alla casa più meravigliosa che potesse immaginare...

Per anni Baba Desperate Bookswife mi ha incitato a leggere questa autrice, una delle sue preferite. Per anni ho creduto che i suoi libri fossero troppo rosa per me (forse per i troppi cuori in copertina dei primi volumi mi hanno depistato), fatto sta che per anni mi sono privata di leggere questi libri che, invece, sono totalmente nelle mie corde.
Non sto andando in ordine - e questo è molto strano per me! - ma forse proprio per questo mi sto godendo dei particolari in più perché scopro la nascita di situazioni che in altri libri avevo già incontrato e mi vengono svelati dettagli dei personaggi che forse non avrei apprezzato allo stesso modo.

venerdì 14 maggio 2021

Letture con Marina #134 - Recensione de Inseguendo l'amore di Nancy Mitford

Buongiorno lettori, come state? Io faccio molta fatica ultimamente a stare dietro al blog, più che altro perchè sto leggendo diversi libri per collaborazioni o rubriche per la fine del mese e sono in ritardo su tutto. Per fortuna Marina è sempre sul pezzo quindi vi lascio con la sua recensione.


Mi ero ripromessa di non leggere le mitiche Mitford. Ma la regina Elisabetta lo ha consigliato, ed anzi se non fosse stato per questo romanzo, lei non avrebbe mai continuato a leggere libri. Tra l’altro l’ha anche conosciuta, una delle terribili. E proprio quella che ha sposato un fascista! D’altro canto, io avrei mai potuto rifiutare il neanche tanto velato invito di Alan Bennett?




Ti
tolo: Inseguendo l'amore
Autore: Nanacy Mitford
Casa editrice: Giunti, 2008
Pagine: 280
Traduzione: L. Corbetta

Trama: Il primo romanzo di Nancy Mitford, in parte autobiografico, nel quale l'autrice ci offre un ritratto irriverente dei vizi e delle virtù della nobiltà inglese nella prima metà del nostro secolo: al centro della narrazione si trova la famiglia dei Radlett, signori di campagna dai gusti un po' eccentrici, presso i quali la nipote Fanny trascorre lunghi periodi della propria infanzia e adolescenza. Nei ricordi di Fanny ormai adulta spicca la cugina Linda, bella, passionale, sventata e coraggiosa: è proprio lei a "inseguire l'amore". La seconda guerra mondiale segna la fine di un'epoca, ma non appanna mai l'umorismo irresistibile e la frizzante ironia con cui le stravaganze dei Radlett meritano di essere raccontate.
 
RECENSIONE:   


Ed eccoci al dunque: raccogliere l’invito di uno scrittore e calpestare i propri principi, in base ai quali non leggere libri di simpatizzanti nazisti e fascisti. Poteva resistere a lungo tale proposito? Appunto! E quindi, se siete qui con me, avete già scoperto che fortunatamente sono passata sopra ai miei principi e mi sono data alla pazza gioia con questo romanzo. 

Leggere la biografia di questa donna è un must, soprattutto se si vogliono poi sperimentare i suoi romanzi, che si leggono voracemente, perché la scrittura è fluida, l’intreccio è coinvolgente, l’ambientazione e l’epoca (guerre a parte) è intrigante. Ed in aggiunta a ciò, per me (e dai, ammettetelo, anche per la maggior parte di voi!), la possibilità di illuminare almeno per un momento il palcoscenico della storia, rischiarando con la luce dei romanzi i molti periodi storici sconosciuti o, quantomeno, dimenticati. 

Nancy Mitford in questo suo primo romanzo con subitanee vendite stratosferiche (in realtà però sarebbe il 4° romanzo, tra i primi due giovanili ed un terzo di scarso valore), mette in scena, nemmeno tanto velatamente, la sua famiglia e l’epoca d’oro in cui ha vissuto. Figlia primogenita di un barone proprietario terriero e di una madre che portava in dote come proprietà familiari anche un’agenzia di stampa, le cui pubblicazioni includevano Vanity Fair e The Lady. Visse un’infanzia, un’adolescenza ed poi una gioventù privilegiate, tra balie, bambinaie, governanti ed alfine, per completare la propria istruzione, un anno a Hatherop Castle, un istituto privato informale per giovani donne di buona famiglia. Non tanto una scuola, ma una sorta di “casto assaggio della vita da debuttante”. E come nella più classica delle tradizioni, al compimento del diciottesimo anno di età, Nancy è introdotta al grande ballo delle debuttanti, con relativa presentazione a corte a Buckingham Palace e la successiva partecipazione ai balli e alle feste che costituivano la Stagione di Londra. A tal proposito, se siete appassionati di tutto questo mondo, Vi consiglio vivamente di guardare il film del 1958, per la regia di Vincent Minnelli: Come sposare una figlia (Reluctant Debutante), con la solare Sandra Dee, gli strepitosi Rex Harrison e Kay Kendall, il belloccio John Saxon e l’intramontabile Angela Lansbury. 

Il romanzo della Mitford ci dà conto, a partire dalla nascita nel 1911 fino agli anni della Seconda Guerra Mondiale, di Linda, della sua famiglia e della cugina Fanny, voce narrante di tutta la vicenda e particolarmente vicina alla stupenda quanto inutile Linda. Parlavamo a ben vedere di autobiografia, perché potremmo pensare ad una Nancy Mitford che veste i panni di Fanny, per raccontare una sé stessa Linda e la relativa famiglia di titolati signorotti terrieri. 

Graffiante nel descrivere la società in cui vive. A partire dal manage familiare, per arrivare anche alla folla di giovanotti universitari e non dell’epoca, dediti alle bella vita, tra balli e feste. Sarà del resto la stessa Fanny, che fino ad un certo punto condivide la vita in simbiosi con Linda, anche se in realtà si vedevano solo nei periodi di vacanza, a dire del periodo del debutto: “non vedevamo mai il giorno, se non all’alba mentre stavamo rientrando dall’ennesimo ballo”. 

 Ma non c’è solo questo nel romanzo. C’è l’infanzia dorata nella campagna inglese, tra cacce, riposini, chiacchiere nell’armadio dei molto Onorevoli, tè pomeridiani e vestizioni per la cena. C’è la caratterizzazione minuziosa dei familiari, soprattutto del patriarca. Ancora, c’è per Fanny, grazie alla madre/zia la possibilità di studiare, a differenza della cugina Linda che crescerà culturalmente ignorante e incapace di affrontare la vita di società e soprattutto la propria vita in modo responsabile. Come la maggior parte delle persone del bel mondo di quel momento storico, sarà la perfetta immagine specchio della stragrande maggioranza delle donne del periodo, impegnata ad “impegnare” la giornata per arrivare a sera. Ci sarà poi l’incontro con tutta una galleria di personaggi uno più incredibile dell’altro, se li vediamo con gli occhi del nostro secolo. E l’interessante incontro tra la proprietà terriera e i banchieri, nobili non più legati al valore della terra, ma al puro Dio denaro. E ci sarà da ultimo l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale, tra Gran Bretagna e Francia/Parigi. 

Commentavo poc’anzi la possibilità di conoscere nuove pagine di storia, che ignoravo completamente. Mi riferisco al capitolo nel quale Linda lascia il primo marito, gretto capitalista, bancario figlio di nobili bancari e si lascia affascinare dal figlio di un professore universitario, acceso ed ascetico capitalista. Con lui si imbarca nell’avventura forse più assurda di tutta la sua vita e come tutti gli essere magari inutili ma affascinanti e che illuminano la vita di chi li circonda, ne esce incredibilmente e strepitosamente bene, incontrando un duca francese che… Ma questa è un’altra storia. “Siamo nel 1939 e la popolazione della Catalogna varca i Pirenei e dilaga in una piccola provincia della Francia, che in pochi giorni si ritrova abitata più da spagnoli che da francesi. Mezzo milione di uomini, donne e bambini intraprende questa migrazione, il più drammatico grande esodo di massa di quest’epoca. Il governo francese li sospinge come un branco di animali verso le paludi della costa, li rinchiude dentro recinti di filo spinato e poi finge di dimenticarsene. Come dire?, la storia dell’umanità manca anche di fantasia, perché a ben guardare è anche una ripetizione continua di orrori. E sempre gli stessi. Ma non dirò di più, perché tra internet e la storia vissuta da Linda e narrataci di Fanny, ce n’è da leggere! 

 Nancy Mitford pubblicò questo romanzo nel 1945, vendendone ben un milione di copie! Segno indubitabile che ora come all’ora, lo “speteguless”, così come l’oroscopo, tirava alla grande.


A presto




 

lunedì 29 marzo 2021

Recensione #387 - La ragazza nell'ombra di Lucinda Riley

Buongiorno lettori, torno oggi con una nuova recensione. Quella de La ragazza nell'ombra, di Lucinda Riley, terzo volume della serie Le sette sorelle edita da Giunti, pag. 640.


Trama:
 Silenziosa ed enigmatica, appassionata di letteratura e cucina, Star è la terza delle sei figlie adottive del magnate Pa' Salt e vive da sempre nell'ombra dell'esuberante sorella CeCe. Fin da piccole le due sono inseparabili: hanno un linguaggio segreto che comprendono solo loro e hanno passato gli ultimi anni viaggiando per il mondo, guidate dallo spirito indomito di CeCe, di cui Star è abituata ad assecondare ogni desiderio. Ma adesso, a solo due settimane dalla morte del padre, CeCe decide che per entrambe è arrivato il momento di fissare un punto fermo nelle loro vite e mostra a Star il magnifico appartamento sulle rive del Tamigi che ha intenzione di comprare per loro. Per la prima volta nella sua vita, però, Star sente che qualcosa in lei è cambiato: quel rapporto quasi simbiotico sta rischiando di soffocarla. È ora di trovare finalmente la propria strada, cominciando dagli indizi che Pa' Salt le ha lasciato per metterla sulle tracce delle sue vere origini: una statuetta che raffigura un gatto nero, il nome di una donna misteriosa vissuta quasi cent'anni prima e il biglietto da visita di un libraio londinese. Ma cosa troverà tra i volumi polverosi di quella vecchia libreria antiquaria? E dove vuole condurla realmente Pa' Salt?

Eccomi qua, al terzo volume, dopo un così e così e un ni dei volumi precedenti sono di nuovo qui con la serie Le sette sorelle. Come è andata questa volta? Ora provo a spiegarvelo in questa recensione un po' delirante.

sabato 20 febbraio 2021

Recensione #383 - Ally nella tempesta di Lucinda Rilay

Buongiorno carissimi, sono tornata. Se mi seguite vi sarete resi conto che ultimamente latito parecchio e che Marina - che per fortuna legge e scrive più di me - sta tenendo vivo questo angolino. I primi mesi del 2021 purtroppo non sono stati molto migliori del 2020 e ho dovuto dare la precedenza ad altro. Ma, come si dice, barcollo ma non mollo, quindi appena posso torno qui, perchè in ogni caso il blog è casa e non posso vivere senza. Di cosa vi parlero oggi?

Di Ally nella tempesta, di Lucinda Riley, secondo volume della serie Le sette sorelle edita da Giunti, pag. 656.


Trama:
La giovane Ally, velista esperta, è distesa al sole di uno yacht in mezzo all'Egeo e sta vivendo uno dei momenti più emozionanti della sua vita: l'intesa professionale con il famoso skipper Theo Falys-Kings si è da poco trasformata in un amore appassionato. Ma la loro felicità viene bruscamente interrotta dalla notizia della morte di Pa' Salt, il magnate svizzero che ha adottato Ally e le sue cinque sorelle e che ha lasciato a ciascuna una serie di indizi per mettersi sulle tracce del loro passato. Ally è troppo sconvolta per esaudire la volontà di suo padre; vuole solo abbandonarsi nelle braccia di Theo e ritrovare un po' di serenità: non sa però quello che sta per succederle, né sa che presto dovrà gettarsi nella lettura del volume lasciatole da Pa' Salt, la burrascosa storia di Anna Landvik, una cantante d'opera norvegese che nella seconda metà dell'Ottocento divenne la musa del compositore Edvard Grieg. Ed è proprio nella gelida e romantica Norvegia che Ally dovrà scoprire cosa la lega a questa donna misteriosa.
 
Se ricordate, durante il lockdown avevo cominciato questa serie, leggendo il primo volume Le sette sorelle - recensione qui per chi se la fosse persa - dedicato a Maya, la prima sorella. Mi sono buttata con questo secondo volume, dedicato ad Ally, anche se il primo mi aveva convinto a metà. Il mio era stato un promosso con riserva visto che diverse erano state le perplessità.
Capirete che ho quindi preso in mano questo secondo volume con un po' di timore. Com'è andata? Adesso provo a spiegarvelo.

venerdì 5 febbraio 2021

Letture con Marina #118 - La mia Londra di Simonetta Agnello Hornby

Buongiorno lettori, è venerdì e, come di consueto, lascio la parola a Marina e alla sua recensione.



Non ci posso davvero fare nulla… è solo un certo tipo di romanzo che mi segue finchè non cedo e lo leggo. Qui di nuovo, oltre alla megalopoli di Londra e ad una scrittrice italo-inglese, spulciando trovo autori da aggiungere alla mia lista dei desideri… Ma non sarà invece che io li guardo allusiva ed i libri si fanno trovare?


Ti
tolo: La mia Londra
Autore: Simonetta Agnello Hornby
Casa editrice: Giunti, 2014
Pagine: 272
 
Trama: Simonetta Agnello giunge a Londra nel settembre 1963. A sole tre ore da Palermo, è catapultata in un altro mondo. La città le appare subito come un luogo di riti e di magie. La paura di non capire e di non essere accettata rende impietoso il passaggio dall'adolescenza alla maturità. Si sposa, diventa Mrs. Hornby, ha due figli. Ora può riannodare i fili della memoria e accompagnare il lettore nei piccoli musei poco noti, a passeggio nei parchi, nella amata casa di Dulwich, nel fascinoso appartamento di Westminster, nella City e a Brixton, dove ha esercitato la professione di avvocato; al contempo, cattura l'anima della sua Londra, profondamente tollerante e democratica, che offre a gente di ogni etnia la possibilità di lavorare. Racconto di racconti e personalissima guida alla città, questo libro è un inno a una Londra che continua a crescere e cambiare. Gioca in tal senso un ruolo formidabile la scoperta di Samuel Johnson, un intellettuale che vi arrivò a piedi, ventisettenne, alla ricerca di lavoro; compilò il primo dizionario inglese ed è considerato il padre dell'illuminismo inglese. Johnson appare negli studi che Tomasi di Lampedusa dedicò alla letteratura inglese, con un suo celebre adagio che qui suona motto esistenziale, filtro di nuova esperienza: "Quando un uomo è stanco di Londra, è stanco anche di vivere".

 
RECENSIONE: 

Di Simonetta Agnello Hornby avevo visto qualche anno fa questo libro ed invece di leggerlo, mi ero persa nel suo bel “Rosie e gli scoiattoli di St. James”. Un po’ per gli scoiattoli, un po’ per la copertina, un po’ per la storia in sè. La sua Londra era nuovamente capitato fra le mie mani giusto un anno fa, perché con le amiche sarei dovuta ritornare a Londra. E poi, ciascuna confinata nella propria città, non se n’era più fatto nulla. All’inizio della settimana, scorrendo i libri nel mio e-book, l’ho ritrovato e ho iniziato a dargli un’occhiata. Occhiata che si è protratta, fino a leggere le ultime righe di questo piccolo memoir. Uno splendore. Un amore che io e l’autrice – e quanti di voi? – condividiamo. Lei da “londoner” acquisita, io da viaggiatrice costante. Ma questa è un’altra storia.

Il libro di Simonetta Agnello Hornby è in primis una lode ed una dedica affettuosa a Samuel Johnson, noto ai più solo per aver creato nel 1755, dopo nove anni di lavoro, il “Dictionary of the English Language”, considerato per almeno 150 anni il dizionario britannico per eccellenza e uno dei più grandi successi dell’erudizione. L’autrice apre ciascun capitolo con una frase famosa di questo letterato e prosegue con aneddoti in cui la Signora Simonetta racconta la sua vita di siciliana che emigra. Boston, che la introduce nel mondo della cultura internazionale; Lusaka, capitale dello Zambia, che le ha dato energia e speranze. Ed infine Oxford la bella, che le ha insegnato le dissonanze tra università e municipalità. Per trasformarsi poi in una moglie, mamma e lavoratrice. E alfine per diventare nel 1979 avvocato dei minori, Child Care Solicitor presso il comune di Lambeth, a Brixon, nel Sud di Londra. E successivamente aprire un suo proprio studio con una socia. E diventare scrittrice, of course!

Per riandare indietro nel tempo, commovente il racconto della sua partenza per il viaggio premio a Londra nel 1963 per la licenza liceale, a lei che avrebbe tanto voluto andare a Parigi. In anni diversi e più recenti, anche se antichi essi stessi, mi ha ricordato una me stessa un po’ più grande che, con il primo anno di stipendio dell’agognato posto fisso, mi regalai una vacanza agostana e partii da sola per un intero mese, per la prima volta nella mia vita, per la mitica Isola.

Nel volume ci sono tante piccole chicche su Londra in particolare e sugli inglesi e la Gran Bretagna in generale. Ad esempio l’autrice, con riferimento all’episodio della ricerca della casa con le agenzie immobiliari e una prassi ben radicata nella loro consuetudine, fa suo il detto inglese “if it works, why change? – Se funziona, perché cambiarlo?”, che dà il senso del flemmatico buon senso degli inglesi, anche se di fondo a noi italiani per esempio, resta un fastidioso senso di noiosa scocciatura. E poi le passeggiate ed i giri con i suoi bambini in una Londra che anch’io nei miei vari giri in questa città ho intravisto. E ancora le visite più calme, approfondite e ragionate a piedi, una volta che ha raggiunto i sessant’anni e ha fra le mani la Freedom Pass - per conoscere veramente questa città, anch’essa divisa in zona nord e sud, molte volte sconosciuta l’una all’altra. E la conoscenza del Sig. Robert Hook, nato nella pittoresca Isola di Wight nel 1635 e londinese di adozione, che ha ridisegnato la Londra che ammiriamo ed amiamo ancora oggi.

E che dire del divertente siparietto che l’autrice allestisce ad un certo punto, quando dice che lavorando nella City, ha dovuto adeguare il suo linguaggio al modo di parlare di chi lavorava nella City stessa. A parte l’abbondanza di “thank you so much, sorry, May I…, Would you mind…?”, l’inglese parla poco e solo molto di rado parla dei fatti suoi. Alla domanda “How are you?”, risponderà immancabilmente “Very well, thank you”, senza aggiungere altro, mentre magari sta malissimo. O al più, se proprio è messo ancora peggio, risponderà con un laconico “Not so well”. Se ci riflettete, non potete non ammettere che questo rispecchia completamente l’idea che abbiamo di un inglese!, e la cosa personalmente mi ha fatto sorridere in modo affettuoso nei confronti di questa macchietta, immaginando poi insieme il tono e la pronuncia un po’ blesa.

Ci sono molte situazioni con cui l’autrice entra in contatto, mai in collisione, nel corso della sua vita londinese, così come molti i temi che affronta nel suo libro, mentre passeggia per Londra e ci dà conto del passare della sua vita e delle sue esperienza lavorative: molto bello il penultimo capitolo, quando parla dell’emigrazione italiana verso la Gran Bretagna e Londra in particolare, a partire addirittura dal 1290! E riandando indietro, quando parla dell’usuale ospitalità inglese e dell’accettazione dello straniero e del diverso, salvo alcuni episodi tragici, per esempio quelli avvenuti a Brixon, o ad altre considerazioni cui si lascia andare, su periodi in cui anche in Gran Bretagna la xenofobia è subentrata alla consueta e civile integrazione. E qui sarebbe troppo facile andarsi ad incagliare sul discorso Brexit… ma per un attimo ancora lasciatemi sognare quest’Isola, che ancora al giorno d’oggi è capitanato, diciamo così, da una vera Regina.

Non posso terminare senza aver ricordato almeno un altro degli scrittori cui Simonetta Agnello Hornby fa cenno nel suo libro di memorie, se vogliamo definirlo così. Abbiamo appena finito di parlare di regine – e quindi controbilanciamo questa regalità inglese con l’italianissimo principe palermitano, Tomasi di Lampedusa, che l’autrice ci fa conoscere qui per le sue “Lezioni di Letteratura inglese”. Che naturalmente non potrò esimermi dal cercare.

E così siamo giunti alla chiusa, e mai come in questo momento mi sento in linea con la Simonetta e con il vecchio e caro Sam: “Change is not made without inconvenience, even from worse to better - Il cambiamento comporta sempre qualche disagio, anche quando si cambia per il meglio”. E’ cambiato il vento, Febbraio si è fatto avanti portando la sera tanta luce in più… e forse ora è arrivato davvero il momento di esplorare altri argomenti letterari. Volete scommetterci?
 
A presto




 

martedì 17 novembre 2020

Recensione #377 - Ogni giorno ha il suo male di Antonio Fusco

Buonasera lettori, oggi vi parlo di un libro che da tantissimo tempo occupava un posto nella mia libreria. Si tratta di Ogni giorno ha il suo male di Antonio Fusco edito da Giunti, pag. 240.

Trama: La sonnacchiosa provincia toscana di Valdenza è improvvisamente scossa dall'omicidio di una
donna che viene ritrovata in casa, in una posizione innaturale e con una fascetta stringicavo attorno al collo. Si pensa subito al movente passionale, ma all'occhio esperto di Casabona, il commissario incaricato del caso, qualcosa fin da subito non quadra: troppi elementi diversi sulla scena del crimine, troppi particolari contrastanti. Schivo, ma con una forte carica umana, reso cinico da troppi anni di mestiere alle spalle, Casabona capisce ben presto che l'omicidio è solo l'inizio di un vortice di morte: un gioco molto pericoloso in cui le regole sono quelle stringenti e folli di un serial killer. E Casabona non può che accettare la sfida. «Chiediti perché e troverai il movente e se troverai il movente sarai vicino all'assassino»: seguendo questa frase come un mantra e con l'aiuto dell'affascinante collega Cristina Belisario, Casabona cercherà di venirne a capo e per farlo sarà obbligato anche a una profonda riflessione sull'impotenza dell'essere umano rispetto alle conseguenze delle proprie azioni.Un romanzo da non perdere. Un commissario che non si dimentica.
 
 
Primo volume di quella che con il tempo è diventata la famosissima serie del Commissario Casabona. Lo volevo leggere da un sacco di tempo e finalmente è arrivato il suo momento.

lunedì 9 novembre 2020

Recensione #375 - L'estraneo di Ursula Poznanski e Arno Strobel

Buongiorno lettori, come state? Non state sbarellando, sono di nuovo qui con una recensione, dopo così pochi giorni dalla precedente. Sono riuscita a trovare qualche ora per cercare di riprendere in mano il blog - non è facile con un figlio di quasi due anni che non ha svago alcuno se non stare attaccato ai miei pantaloni - e quindi eccomi qui, finchè dura!!! E siccome sono indietro che più indietro non si può oggi torno per parlarvi della delusione delle scorse vacanze estive. Sì, avete capito bene, ho letto questo libro in agosto e ancora non ve ne avevo parlato. Ma mica è l'unico... Chissà se prima o poi riuscirò a parlavi anche degli altri. Non vi prometto niente, ma ci proverò!

Per il momento vi parlo de L'estraneo di Ursula Poznanski e Arno Strobel edito da Giunti per la collana Le Chiocciole, pag. 368.

Trama: Immagina di essere sola in casa, avvolta in un accappatoio,
mentre ti asciughi i capelli dopo un bagno caldo. Improvvisamente senti un rumore al piano di sotto, uno strano tintinnio, poi un cassetto che si apre e si richiude. Scendi le scale, ti avvicini alla porta della cucina e d'un tratto ti trovi davanti uno sconosciuto: occhi azzurri, capelli scuri, spalle larghe. Sei paralizzata dalla paura, inizi a gridare. Ma lui non scappa. E, cosa ancora più inquietante, ti chiama per nome, sostiene di essere il tuo fidanzato e non capisce come tu possa non riconoscerlo. Tu però sei certa di non averlo mai visto prima, afferri un fermacarte e glielo scagli contro. Chi è quell'uomo? Perché dice di conoscerti? Stai forse diventando pazza? Immagina di tornare a casa una sera e scoprire che la tua fidanzata non ti riconosce più. Comincia a gridare, è convinta che tu sia un ladro o un maniaco, ti scaglia addosso un fermacarte e corre a rinchiudersi in camera. Non riesci a capire, inizi a guardarti intorno e all'improvviso realizzi un fatto agghiacciante: le tue cose non ci sono più. Le tue giacche, che stamattina erano appese nel guardaroba, sono sparite. Non c'è più niente di tuo in quella casa. Stai forse diventando pazzo? Siete entrambi intrappolati in un incubo. E l'unico modo per uscirne è provare a fidarsi l'uno dell'altra...

Lei è quella del famosissimo thriller 5, lui autore di numerosi thriller psicologici diventati bestsellers, aggiungiamo una trama che sembra adrenalinica e capace di scavare nella psiche umana e il gioco dovrebbe essere fatto... o no?

giovedì 30 luglio 2020

Recensione #368 - L'amico immaginario di Matthew Dicks

Buonasera lettori, come state? Io sempre di corsa, cerco di ritagliarmi, quando possibile, il tempo per scrivere il mio pensiero sulle letture intraprese senza far passare troppo tempo. Ci riesco? Non molto visto che mi sono resa conto di avere diverse recensioni arretrate che a questo punto non so neanche se riuscirò a scrivere. Ma basta chiacchiere, oggi vi parlo de L'amico immaginario di Matthew Dicks, edito da Giunti,  pag.400.

Trama: Per Max vivere è una faccenda piuttosto complicata: va in tilt se deve scegliere tra due colori, non sopporta il minimo cambio di programma, detesta essere toccato, persino da sua madre che vorrebbe abbracciarlo molto di più. Del resto ha nove anni ed è un bambino autistico. Per fortuna c'è Budo, il suo invisibile e meraviglioso amico immaginario che non lo abbandona mai e da molto vicino ci racconta la sua storia. Finché un giorno accade qualcosa di terribile: Budo vede Max uscire nel cortile della scuola e sparire nell'auto della signora Patterson, la maestra di sostegno. Lo chiama, gli ordina di fermarsi, lo rincorre, ma è tutto inutile. L'auto sfreccia via e per la prima volta Budo è solo. Da quel momento, di Max non si hanno più notizie. E quando a scuola arriva la polizia per interrogare gli insegnanti, Budo è l'unico a sapere con certezza che la signora Patterson non sta dicendo la verità. Ma nessuno al mondo può sentire le sue parole, nessuno, tranne il suo amico scomparso... Dov'è finito Max? Che cosa può fare Budo per risolvere un mistero più grande di lui e riaverlo con sé?

Avevo acquistato questo libro lo scorso anno, complice una promozione estiva della casa editrice, poi qualche mese fa ho deciso di inserirlo nei libri per partecipare alla challenge #lefatichelibrosediercole organizzata da Desperate Bookswife e Lucrezia Scali su Instagram. Ve ne avevo parlato qui.
Siamo arrivati alla fine e con questo che rientra nella traccia Libro pubblicato da più di cinque anni posso dirvi che sono riuscita a stare e nei tempi e a leggere i 5 libri che ni ero prefissata a marzo.

mercoledì 8 luglio 2020

Recensione #362 - Quello che ancora non sai di me di Virginia Bramati

Buongiorno lettori, finalmente riesco a sedermi davanti a questo PC per parlarvi di un libro che ho amato tantissimo, si tratta di Quello che ancora non sai di me di Virginia Bramati edito da Giunti, pag. 294.

Trama: Caterina è cresciuta in Calabria, circondata dal calore di una grande famiglia, è diventata insegnante di Latino e Greco e sta per sposarsi con Francesco: ha davvero tutto per essere felice. Ma allora perché, al momento di aggiornare la sua posizione nelle graduatorie ministeriali, invece di Cosenza le sue dita indicano come destinazione Brescia? E come spiegare ai genitori e a Francesco questi 1000 chilometri che per un intero anno scolastico li separeranno?
Luca è avvocato, ma la missione che si è scelto è un’altra. In una grande villa donata da un benefattore a Sirmione, sul lago di Garda, ha dato vita non a un redditizio bed and breakfast di lusso bensì a una casa-famiglia per adolescenti allontanati dalle famiglie: sono ragazzi cui la vita ha tolto quasi tutto, e Luca – insieme alla pirotecnica Piera Mandelli, assistente sociale del Tribunale – vuole aiutarli a trovare il loro posto nel mondo.
E poi c’è Carla, che da dietro la vetrina del suo negozio osserva tutti senza giudicare, che con un tocco di colore restituisce il sorriso alle sue clienti, che appoggia il phon su una pila di libri e ama il suo mestiere proprio perché – come la lettura – le offre la possibilità di ascoltare ogni giorno nuove storie: Carla, la parrucchiera di Sirmione. Sarà proprio lei ad aiutare Caterina, Luca e i ragazzi della casa-famiglia a scoprire ciò che ancora non sanno di sé…



Avete presente quando un'amica per anni vi martella affinchè voi leggiate una determinato autore? E voi quell'autore non credete possa essere il vostro? Ecco, questo è successo a me con Virginia Bramati. Per anni ne sono stata alla larga, pensando che fosse troppo rosa per me che cerco morti in ogni dove poi, lo scorso anno, dopo aver conosciuto l'autrice a Libri al Leu ho preso in mano un suo libro e me ne sono innamorata, quindi quando ho saputo dell'uscita di questo nuovo romanzo ho voluto leggerlo subitissimo. e per fortuna...

lunedì 22 giugno 2020

Recensione #362 - Teresa Papavero e la maledizione di Strangolaglli di Chiara Moscardelli

Buongiorno, buon lunedì. Passato bene il weekend? Qui finalmente un fine settimana senza monsoni quindi tutto in discesa!!! Siete pronti per una nuova recensione? Si tratta di Teresa Papavero e la maledizione di Strangolagalli di Chiara Moscardelli  edito da Giunti,  pag. 304.

Trama: Superati i quaranta un uomo diventa interessante, una donna zitella. Ma Teresa Papavero non se ne cruccia, ha ben altre preoccupazioni. Dopo avere perso l'ennesimo lavoro in circostanze a dir poco surreali decide di tornare a Strangolagalli, borghetto a sud di Roma nonché suo paese nativo, l'unico posto dove ricominciare in tranquillità. E invece la tanto attesa serata romantica con Paolo, conosciuto su Tinder, finisce nel peggiore dei modi: mentre Teresa è in bagno, il ragazzo si butta dal terrazzo. Suicidio? O piuttosto, omicidio? Il maresciallo Nicola Lamonica, il primo ad accorrere sul luogo, è abbastanza confuso al riguardo. Non lo è invece Teresa che, dotata di un intuito fuori del comune, capisce alla prima occhiata che qualcosa non va. Il fatto è che non le crede nessuno. Tantomeno Leonardo Serra, l'affascinante quanto arrogante poliziotto arrivato per indagare sulla morte del giovane. A peggiorare la situazione la misteriosa scomparsa di Monica Tonelli, una delle ospiti del B&B che Teresa ha aperto nella casa paterna con la complicità di Gigia, la sua amica del cuore. Tutto il paese è in subbuglio perché la sparizione della donna viene addirittura annunciata nel famoso programma "Dove sei?" e a indagare sulla Tonelli arriva proprio l'inviato di punta, Corrado Zanni. Per Teresa davvero un periodo impegnativo, coinvolta in indagini dai risvolti inaspettati e perseguitata dalle ombre del passato: la scomparsa della madre e il burrascoso rapporto col padre, il noto psichiatra Giovan Battista Papavero. E così, tra affascinanti detective, carabinieri di paese, reporter d'assalto e misteriosi sconosciuti, Teresa si trova risucchiata in una girandola di intrighi, in un susseguirsi di imprevedibili colpi di scena. Tanto a Strangolagalli non succede mai niente!

Era da tantissimo tempo che volevo leggere questo libro e questo mese, complice una challenge cui sto partecipando che aveva come obiettivo un libro con un titolo femminile italiano nel titolo, è arrivato il suo momento.

sabato 9 maggio 2020

Recensione #354 - Le sette sorelle di Lucinda Riley

Buongiorno lettori, come state? Il sabato normalmente non è un giorno di pubblicazione per il blog ma ero molto ansiosa di parlarvi di questo libro, e volevo farlo a caldo, senza far passare troppo tempo dalla fine della lettura. Credo di aver finalmente superato il mio momento di difficoltà a concentrarmi nella lettura infatti, come vedete, ultimamente sto leggendo parecchio, ed anche libri abbastanza lunghetti. Oggi vi parlo di un libro che volevo leggere da un sacco di tempo e che ho finito da qualche giorno. Si tratta del romanzo Le sette sorelle di Lucinda Riley edito da Giunti,  pag. 576, primo volume dell'omonima saga.

Trama: Bellissima eppure timida e solitaria, Maia è l’unica delle sue sorelle ad abitare ancora con il padre ad Atlantis, lo splendido castello sul lago di Ginevra. Ma proprio mentre si trova a Londra da un’amica, giunge improvvisa la telefonata della governante: Pa’ Salt è morto. Quel padre generoso e carismatico, che le ha adottate da bambine raccogliendole da ogni angolo del mondo e dando a ciascuna il nome di una stella, era un uomo di cui nessuno, nemmeno il suo avvocato e amico di sempre, conosceva il passato. Rientrate precipitosamente nella villa, le sorelle scoprono il singolare testamento: una sfera armillare, i cui anelli recano incise alcune coordinate misteriose. Maia sarà la prima a volerle decifrare e a trovare il coraggio di partire alla ricerca delle sue origini. Un viaggio che la porterà nel cuore pulsante di Rio de Janeiro, dove un vecchio plico di lettere le farà rivivere l’emozionante storia della sua antenata Izabela, di cui ha ereditato l’incantevole bellezza. Con l’aiuto dell’affascinante scrittore Floriano, Maia riporterà alla luce il segreto di un amore sbocciato nella Parigi bohémienne degli Anni ’20, inestricabilmente legato alla costruzione della statua del Cristo che torreggia maestosa su Rio. Una vicenda destinata a stravolgere la vita di Maia.
Il primo, straordinario capitolo di una serie di sette libri: la conferma del talento di una grande scrittrice.


Come vi dicevo, volevo iniziare questa saga da tantissimo tempo, complice anche le recensioni entusiaste che, da sempre, leggo online. Ho già letto in passato un libro della Riley, L'angelo di Marchmont Hall - recensione qui - e l'ho letteralmente adorato quindi avevo aspettative molto alte per questa lettura. Aspettative rispettate? Ni... che in questo caso è un sì con riserva. Vi spiego perchè.

martedì 7 gennaio 2020

Recensione #335 - Tutto quello che non mi aspettavo di Valentina Sagnibene

Buongiorno lettori, ci siamo, Natale è veramente dietro l'angolo ed io, di corsa come nelle migliori tradizioni, cerco di tirarmi in pari con le recensioni arretrate!
Oggi va parlo di Tutto quello che non mi aspettavo libro d'esordio di Valentina Sagnibene edito da Giunti - che ringrazio per la copia - pag. 350.

Sinossi: Francesco, neolaureato insicuro e intellettualoide, eternamente deluso in amore e incapace di trovare un lavoro, ha un unico grande successo: attraverso un alter ego donna, scrive su un blog femminile raccogliendo uno stuolo di fan adoranti, tanto che le responsabili del sito lo contattano per assumerlo, ma scoprono con orrore la sua identità maschile. Decidono però di dargli una chance e lo mettono in competizione con altre voci del blog: chi consegnerà la miglior storia avrà il posto. Matilde, tosta e all'apparenza scontrosa, indurita dall'assenza della madre che la abbandonò inspiegabilmente quando era una bambina e lacerata dalla recente morte del padre cui era legatissima, nasconde la propria fragilità ma sempre più spesso è preda di attacchi di panico. Matilde comprende che, se vuole liberarsi dal peso che la opprime e andare avanti, deve prima far pace con il passato. Francesco e Matilde non potrebbero essere più diversi, ma quando i loro destini casualmente si incrociano, Francesco intuisce che il passato di Matilde potrebbe dargli lo spunto per la storia che cerca e decide di accompagnarla nel viaggio alla ricerca della madre... Un viaggio che riserverà loro tutto quello che non avevano previsto.

Se mi seguite sapete che ho conosciuto Valentina Sagnibene grazie al suo secondo romanzo - Ci rivediamo a casa, recensione qui - che mi ha molto colpito sia per la stuttura narrativa che alternava prima persona a terza persona, sia per la caratterizzazione dei personaggi. Non ci ho quindi pensato due volte quando, dopo aver incontrato l'autrice ad una presentazione, lei mi ha proposto la lettura anche di questo suo primo lavoro.

martedì 10 settembre 2019

Recensione #319 - Tutta colpa della mia impazienza di Virginia Bramati

Buonasera lettori, rieccomi ad un orario strano ma tant'è... per un po' di tempo dovrete prendermi così, in momenti diversi dal solito, che sono i momenti (purtroppo pochissimi) che riesco a ritagliarmi tra lavoro, figli, casa e mille altre faccende che dovrei fare! Oggi vi parlo di Tutta colpa della mia impazienza di Virginia Bramati edito da Giunti, pag. 240. 

Sinossi: «Sono nata con due mesi di anticipo, odio i tempi morti, sono fisicamente allergica ai giochi di pazienza e adoro il tasto fast forward»: Agnese è così, una ragazza esuberante, autonoma, in­sofferente verso il principio dell'«ogni cosa a suo tempo»…
Ma improvvisamente, ecco che la vita prende una piega terribilmente dolorosa e la scaraventa dal centro di una metropoli che non dorme mai a una grande casa lungo un fiume, lontana quanto basta per essere immersa nei ritmi lenti e immutabili della campagna. Non solo: quando l'inverno finalmente è alle spalle e tutto sta per sbocciare, si ritrova sola, con un esame importante da preparare e solo il ronzio delle api a farle compagnia.
Impulsiva come sempre, Agnese non si arrende e riesce ugualmente a riempirsi le giornate con tutto ciò che non dovrebbe fare… fino a che dalle pagine di un libro non spunta un piccolo dono prezioso: una bustina di semi di Impatiens, la pianta i cui fiori rosa hanno il potere di curare le ferite dell'anima e insegnare l'ascolto e l'armonia.

Sullo sfondo di una campagna lombarda sorprendente e rigogliosa, non lontano dal magico borgo di Verate che le sue lettrici hanno imparato ad amare, Virginia Bramati ci regala ancora una volta una protagonista adorabile, piena di vita, alle prese con un mistero da risolvere, un esame da superare e soprattutto con il compito più difficile: scoprire che la felicità è molto più vicina di quanto pensiamo, se solo sappiamo rallentare e guardarla negli occhi.






Era da tantissimo tempo che volevo leggere un libro di questa autrice. Baba me lo dice praticamente da quando ci siamo conosciute ma io, chissà perché, ho sempre rimandato. Poi  maggio l'autrice è stata ospite di Libri al Leu - il festival letterario che io e Baba organizziamo in Piemonte - ed io sono rimasta incantata dal suo modo di raccontare i suoi libri e i suoi protagonisti. Quindi eccomi qui, con la mia pecca rimediata, a raccontarvi com'è andata.

venerdì 9 agosto 2019

Letture con Marina #70 - Fish Boy di Chloe Daykin


Buongiorno carissimi, eccezionalmente anche questo venerdì torna Marina, con l'uktima puntata della rubrica prima della pausa estiva. Da domani il blog sarà in vacanza! Ci rileggiamo a fine agosto! Buone vacanze!

Lui “sente” e “vede” in diretta i documentari di Sir Richard Attenborough. Continuamente. Io vorrei sentire la voce di Virginia Woolf o Ronald Reuel Tolkien. Chi altro si vuole accodare?


Dopo esser stata ben bene sgridata da Lea, Bibliotecaria in quel di Prata (PN), nonché blogger, ho deciso di cimentarmi ancora con la letteratura per ragazzi (una chance la si dà a tutti!) – e incredibilmente, sto inanellando una piacevole sorpresa dopo l’altra!

Kesz Kezdodik? Pronti a iniziare?

Titolo: Fish Boy
Autore: Chloe Daykin
Casa editrice: Giunti, 2019
Illustrazioni: Richard Jones
Pagine: 304
Sinossi: Billy Shiel è un dodicenne sveglio e spiritoso, ma molto, molto introverso. L'unico amico che ha è il suo mentore invisibile, il naturalista Sir David Attenborough, di cui conosce a memoria tutti i documentari. Fortuna che ci sono il nuoto e il mare, il solo posto al mondo dove si sente al sicuro e può lasciare andare alla deriva i problemi. Ma quando, alle difficoltà ad ambientarsi a scuola e ai bulli che gli danno il tormento, si aggiungono la misteriosa malattia della madre e un padre che ha sempre meno tempo per lui, tutto per Billy sembra trasformarsi in un gorgo marino pronto a inghiottirlo. Finché non arriva Patrick, il nuovo compagno di scuola. E finché, durante un'immersione, un piccolo pesce non va a sbattergli sugli occhialini e inizia a parlargli...


RECENSIONE:

venerdì 31 maggio 2019

Letture con Marina #65 - Recensione di Sopravvivenza per una famiglia felice di Maddie Dawson

Buongiorno lettori, eccoci di nuovo in compagnia di Marina. Ultimo venerdì di maggio... la fine delle scuole si avvicina e speriamo che arrivi anche un po' di caldo perhè la pioggia dell'ultimo tempo mi ha veramente scocciato. Ma smetto di lamentarmi e vi lascio alla recensione di Marina.


Buongiorno lettori!, ebbene sì, in via del tutto eccezionale, per il II° venerdì di seguito, Daniela mi ha lasciato spazio per concludere il mio trittico di ricerca. E quindi, dopo L’Amore Addosso di Rattaro - recensione qui -, Il Bistrò dei Libri e dei Sogni di Calabrò - recensione qui- , oggi prenderemo in esame :
 
PROVE DI SOPRAVVIVENZA PER UNA FAMIGLIA FELICE (The Survivor’s Guide to Family Happiness) 
 
Titolo: Prove di sopravvivenza per una famiglia felice
Autore: Maddie Dawson
Casa editrice: Giunti, 2017
Pagine: 432
Descrizione: Segreti di famiglia, relazioni complicate, svolte sorprendenti: la grande autrice della commedia contemporanea torna con una storia piena di sentimento, intelligenza e ironia. Due donne le cui vite si intrecciano: Nina Popkin ha 35 anni, è stata lasciata dal marito e ha appena perso la madre adottiva, l'unica persona a cui era profondamente legata, quando scopre di essere stata adottata e di avere una sorella, Lindy McIntyre. Ma se Nina Popkin ha una vita tutta da reinventare e considera la rivelazione della madre in punto di morte come un segno del destino per affrontare la propria crisi personale, Lindy McIntyre è una persona di successo, dirige un prestigioso salone di bellezza, ha una bella casa, un marito affascinante e tre bambini dagli irresistibili riccioli biondi. E l'ultima cosa di cui ha bisogno Lindy è che una svitata come Nina faccia irruzione nella sua quiete annunciandole che è sua sorella e tentando di coinvolgerla per rispondere alla domanda più scomoda della loro vita: chi è la donna che le ha messe al mondo per poi sparire senza lasciare traccia?


RECENSIONE:

lunedì 25 febbraio 2019

Recensione #283 - Il rumore della pioggia di Gigi Paoli

Buongiorno lettori, come va? Io sempre più panzuta... il termine si avvicina - mncano poco più di dieci giorni - ed io non vedo l'ora di conoscere il mio nuovo piccolo principe.
Ma torniamo ai libri. Oggi vi parlo del romanzo Il rumore della pioggia di Gigi Paoli, edito da Giunti - che ringrazio per la copia - pag. 256.

Sinossi: Sono ormai alcuni giorni che Firenze è sferzata da una pioggia battente e, come se non bastasse, la visita del presidente israeliano ha completamente paralizzato la città. Carlo Alberto Marchi è intrappolato nella sua auto che da casa lo porta al Palazzo di Giustizia, quando apprende una notizia davvero ghiotta per un cronista di giudiziaria a corto di esclusive: all'alba, in un antico palazzo di via Maggio, la prestigiosa strada degli antiquari, viene trovato morto con ventitré coltellate l'anziano commesso del negozio di antichità religiose più rinomato di Firenze. Un caso molto interessante anche perché il palazzo è di proprietà della Curia e sopra al negozio ha sede l'Economato. Marchi si mette come un mastino alle calcagna dei magistrati nella speranza di tirar fuori uno scoop e chiudere finalmente la bocca al direttore del Nuovo Giornale. Sempre correndo come un pazzo, intendiamoci, perché a casa c'è Donata, la figlia di dieci anni che inizia a lanciare i primi segnali di un'adolescenza decisamente in anticipo. Ma stavolta conciliare il ruolo di padre single con quello di reporter d'assalto sembra davvero un'impresa disperata: sì, perché c'è tutto un mondo che ruota intorno al delitto di via Maggio e le ipotesi che si affacciano sono sempre più inquietanti. Su tutte, l'ombra della massoneria, che in città è prospera e granitica da secoli. E l'inchiesta corre veloce in una Firenze improvvisamente gotica e oscura.

Era diverso tempo che questo libro mi capitava davanti agli occhi ma non avevo mai colto il suo richiamo. Solo adesso, per una challenge cui sto partecipando, mi sono decisa a leggerlo.

lunedì 17 dicembre 2018

Recensione #272 - La misura dell'uomo di Marco Malvaldi

Buongiorno lettori, buon lunedì! Come va? Ultima settimana di lavoro per me prima delle tanto agognate vacanze natalizie... speriamo solo che voli!
Oggi torno con un recensione, quella del libro La misura dell'uomo di Marco Malvaldi, edito da Giunti, che ringrazio per la copia, 300 pagine.

Sinossi: Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l'aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore. A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e gli ridà vita tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un romanzo ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un'indagine sull'uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è - oggi come allora - la misura di ognuno di noi.



Difficile recensire un libro come questo. Il primo pensiero che mi balza alla mente davanti a questo spazio bianco è questo!
Chi conosce Marco Malvaldi saprà sicuramente di cosa questo scrittore poliedrico sia capace! In questo suo nuovo romanzo ci riporta indietro nel tempo, nel Rinascimento, in una Milano in cui Ludovico il Moro è il signore assoluto della città e in cui il grande maestro Leonardo da Vinci è ai suoi servigi come scultore ma anche come personaggio di saggezza a trecentosessanta gradi.
Un romanzo storico questo, ma anche un giallo, ma anche un libro a tratti divertente che sa egregiamente mescolare questi tre generi creando un romanzo completo, godibile da chiunque e assolutamente consigliabile.

venerdì 23 novembre 2018

Chi ben comincia #116 - La misura dell'uomo di Marco Malvaldi

Buongiorno lettori, eccoci di nuovo qui con i nostri cari e amati incipit. Oggi vi voglio regalare quello di un libro ricevuto questa settimana da Giunti editore e che non vedo l'ora di cominciare. Mettetevi comodi!!!
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REGOLE:


- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria

- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)

- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato

- Aspettate i commenti



Titolo: La misura dell'uomo
Autore: Marco Malvaldi
Pre-ordine: 06 novembre 2018 - Giunti
Pag.: 300
Costo: 18.50 € cartaceo- 9.99 € ebook

Descrizione: Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l'aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore. A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e gli ridà vita tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un romanzo ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un'indagine sull'uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è - oggi come allora - la misura di ognuno di noi.


L'autore: MARCO MALVALDI (Pisa, 1974), chimico, ha esordito nel 2007 per Sellerio con La briscola in cinque, primo degli ormai sette volumi dedicati ai “vecchietti del BarLume”, divenuti nel 2013 anche una serie televisiva. Ha pubblicato inoltre i romanzi Odore di chiuso (Premio Castiglioncello e Isola d’Elba-Raffaello Brignetti), Milioni di milioni, Argento vivo, Buchi nella sabbia, La battaglia navale, Negli occhi di chi guarda e i saggi L’infinito tra parentesi. Storia sentimentale della scienza da Omero a Borges, Capra e calcoli. L’ eterna lotta tra gli algoritmi e il caos, Le due teste del tiranno. Metodi matematici per la libertà, L’ architetto dell’invisibile ovvero come pensa un chimico e Per ridere aggiungere acqua. Piccolo saggio sull’umorismo e il linguaggio. .


 
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INCIPIT

L'uomo si fermò un attimo, prima di entrare.
Inutile guardarsi intorno per cercare di capire se qualcuno lo avesse seguito. L'entrata al castello sorgeva in una delle zone vecchie di Milano, lungo una strada umida e buia a cui si arrivava solo tramite altre strade umide e buie, e se anche qualcuno gli si fosse messo dietro lo avrebbe perso già da un bel pezzo, nonostante il vistoso panno rosa del suo vestito.
A dire il vero, capitava che temesse di perdersi anche lui. Già una volta era successo che non fosse in grado di orientarsi nel gomitolo dei vicoli intorno al castello. Un po' per colpa sua, certo, che non aveva mai avuto un gran senso dell'orientamento. Un po' per colpa di quella città, cresciuta così male, senza un progetto, senza una forma, senza una visione. Andava ripensata da capo a piedi, quella città. Organizzata in modo diverso, proprio. Radicalmente diverso. Dal basso all'alto, dall'acqua al cielo. Una città come il contrario di una casa, dove i poveri stavano in aria e i signori a terra, come nelle insule romane descritte nel libro di Vitruvio. Aveva avuto ragione Francesco di Giorgio a tradurlo dal latino, ne valeva davvero la pena. Grande acquisto, quel libro. Gli era costato una fortuna, ma gli aveva fatto venire in mente tante di quelle...
L'uomo vestito di rosa si riscosse, rendendosi conto di essersi perso - ma solo nei suoi stessi pensieri. Cosa che gli capitava spesso, e che era di gran lunga la frazione di tempo migliore della sua giornata. Ma adesso non era il momento di abbandonarsi a fantasticherie. Adesso c'era da fare.
Con calma, ma senza tranquillità, l'uomo bussò al portone. Quasi subito, un cigolio gli fece capire che stavano aprendo, e nel buio assoluto della strada la stanzuccia d'ingresso sembrò quasi luminosa.
Una sola parola.
- Entrate.
E l'uomo entrò, lasciandosi il buio alle spalle.
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In realtà quello che vi ho trascritto è tutto il prologo ma ho creduto che fosse interessante per capire lo stile del romanzo.
Visto così mi ispira ancora di più e spero che la continuazione non mi deluda.
Voi cosa ne pensate? Amate l'autore? Vi ispira il romanzo? Ditemi la vostra!