martedì 7 gennaio 2020

Recensione #335 - Tutto quello che non mi aspettavo di Valentina Sagnibene

Buongiorno lettori, ci siamo, Natale è veramente dietro l'angolo ed io, di corsa come nelle migliori tradizioni, cerco di tirarmi in pari con le recensioni arretrate!
Oggi va parlo di Tutto quello che non mi aspettavo libro d'esordio di Valentina Sagnibene edito da Giunti - che ringrazio per la copia - pag. 350.

Sinossi: Francesco, neolaureato insicuro e intellettualoide, eternamente deluso in amore e incapace di trovare un lavoro, ha un unico grande successo: attraverso un alter ego donna, scrive su un blog femminile raccogliendo uno stuolo di fan adoranti, tanto che le responsabili del sito lo contattano per assumerlo, ma scoprono con orrore la sua identità maschile. Decidono però di dargli una chance e lo mettono in competizione con altre voci del blog: chi consegnerà la miglior storia avrà il posto. Matilde, tosta e all'apparenza scontrosa, indurita dall'assenza della madre che la abbandonò inspiegabilmente quando era una bambina e lacerata dalla recente morte del padre cui era legatissima, nasconde la propria fragilità ma sempre più spesso è preda di attacchi di panico. Matilde comprende che, se vuole liberarsi dal peso che la opprime e andare avanti, deve prima far pace con il passato. Francesco e Matilde non potrebbero essere più diversi, ma quando i loro destini casualmente si incrociano, Francesco intuisce che il passato di Matilde potrebbe dargli lo spunto per la storia che cerca e decide di accompagnarla nel viaggio alla ricerca della madre... Un viaggio che riserverà loro tutto quello che non avevano previsto.

Se mi seguite sapete che ho conosciuto Valentina Sagnibene grazie al suo secondo romanzo - Ci rivediamo a casa, recensione qui - che mi ha molto colpito sia per la stuttura narrativa che alternava prima persona a terza persona, sia per la caratterizzazione dei personaggi. Non ci ho quindi pensato due volte quando, dopo aver incontrato l'autrice ad una presentazione, lei mi ha proposto la lettura anche di questo suo primo lavoro.

"Ormai la banda larga sembrava un baluardo contro la nostalgia. Liberi dagli impedimenti di obsolete tacnologie, schiavi di un'eterna connessione che rendeva tutto più superficiale, distratto, inconsistente. Ecco perchè Francesco, ventitrè anni compiuti da poco, restava saldamente ancorato al profumo delle pagine dei suoi romanzi, nella convinzione che l'unica prigionia tollerabile fosse quella di una storia ben raccontata."
Cominciando questa recensione, la prima cosa che mi viene da dire è che anche in questo lavoro d'esordio di Valentina emergono più di ogni altra cosa i contrasti.
Francesco e Matilde non potrebbero essere più diversi. Eterno romantico lui, alla ricerca dell'amore con la A maiuscola, quell'amore che pensava di aver finalmente trovato a Londra ma che, all'improvviso, aveva infranto tutti i suoi sogni. Quasi cinica lei, senza la minima intenzione di innamorarsi, sofferente per la grande prematura perdita di suo padre, ma incapace di piangersi addosso come forse molte della sua età farebbero. Eterno studioso lui, stacanovista del lavoro lei, che ritiene gli universitari degli eterni bambiccioni figli di papà. 
Quanto è facile pensare di aver inquadrato una persona al primo sguardo? Forse a volte troppo, tanto che si fa poi fatica ad andare oltre, a scavare nel profondo per capire cosa ci sia realmente dietro qualcuno.
Valentina in questo romanzo ci racconta la storia di due ragazzi che sono comunque alla ricerca di qualcosa e che a un certo punto della loro vita si "scontrano" tanto da diventare poi necessari una all'altro. Non sto parlando d'amore, sto parlando di vita, quanto a volte una persona sconosciuta possa essere utile per capire se stessi, quanto a volte rispecchiarsi in qualcuno che non si conosce e che è tanto diverso da noi possa essere la soluzione.
Da apparenti nemici i due si ritrovano a dover convivere un'esperienza, un viaggio alla ricerca di un passato perduto, qualcosa che all'inizio entrambi si decidono a fare più per opportunismo che altro ma che poi diventa per loro un'esperienza di vita capaci di scalfire le loro corazze.
Attraverso questo libro l'autrice coglie l'occasione per parlare di moltissimi temi importanti: di omosessualità, di sport, di perdite, di amicizia, di amore, di mancanze, di sofferenza, di malattia e lo fa in maniera molto semplice e leggera, capace di non opprimere il lettore portandolo comunque alla riflessione.
Dando uno sguardo ai tempi moderni attraverso serie tv e forum online, il risultato è quello di una storia attuale, a tratti divertente, a tratti malinconica che ha però come base profonda la ricerca di se stessi e di un proprio posto nel mondo.
Lo stile è sicuramente più acerbo rispetto al suo più recente "Ci rivediamo a casa" ed anche la struttura narrativa risulta meno innovativa ma in questo primo lavoro emerge sicuramente una paronanza letteraria e narrativa dell'autrice che è segno di un'attenzione e di una ricerca profonda del dettaglio. 
Quello che ho sentito meno rispetto all'altro libro - e forse in questo averli letti nel senso contrario è stato penalizzante - è stata l'empatia verso i personaggi che ho sentito meno miei, con cui ho fatto più fatica ad entrare in sintonia. Lo ritengo comunque un buonissimo lavoro e un libro da leggere per chi ama il genere! Il mio cuore però resta da Teresa, Rachele e le loro lanterne, e sono sicura che Valentina per questo non me ne vorrà...




VOTO:


4 commenti:

  1. Ciao! Io invece li ho amati allo stesso modo, anzi forse questo ancora di più +nonostante la struttura narrativa sia più semplice). Pensavo di leggere un romanzo romantico invece mi sono capitati Francesco e Matilde e li ho amati ( non da subito eh). Molto soddisfatta.

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  2. ho questo libro da leggere, spero di riuscire presto. Credo sia proprio il mio di genere

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    1. Scusa Chiara, mi ero persa questo commento! Sì, credo che potrebbe piacerti 😊

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