mercoledì 22 gennaio 2020

Recensione #337 - La paziente silenziosa di Alex Michaelides

Buongiorno lettori, come state? Io devo essere proprio stordita perché nel marasma della vita di tutti giorni la scorsa settimana mi sono completamente dimenticata del compleanno del blog. Sette anni... sarà un segno, come nei matrimoni in cui il settimo anno sembra non portare benissimo? Chissà...
Intanto non demordo, dimenticanze a parte, e torno con una recensione, quella di un libro che avevo acquistato questa estate e a cui solo adesso sono riuscita a dedicare del tempo. Si tratta del thriller La paziente silenziosa, libro d'esordio di Alex Michaelides edito da Einaudi, pag. 340.

Sinossi: Alicia Berenson sembra avere una vita perfetta: è un'artista di successo, ha sposato un noto fotografo di moda e abita in uno dei quartieri più esclusivi di Londra. Poi, una sera, quando suo marito Gabriel torna a casa dal lavoro, Alicia gli spara cinque volte in faccia freddandolo. Da quel momento, detenuta in un ospedale psichiatrico, Alicia si chiude in un mutismo impenetrabile, rifiutandosi di fornire qualsiasi spiegazione. Oltre ai tabloid e ai telegiornali, a interessarsi alla «paziente silenziosa» è anche Theo Faber, psicologo criminale sicuro di poterla aiutare va svelare il mistero di quella notte. E mentre a poco a poco la donna ricomincia a parlare, il disegno che affiora trascina il medico in un gioco subdolo e manipolatorio.

Mi aspettavo tanto, forse troppo, da questo libro e, lo sapete, quando si hanno alte aspettative si legge analizzando ogni singolo avvenimento e ogni singola pagina. Almeno io faccio così! Volete sapere se la lettura si è rivelata all'altezza di quelle aspettative? Ora cercherò di spiegarvi perché la risposta è ni... sì con riserva insomma!

"Forse è il caso che io mi presenti. Non adesso però: dopo tutto non sono l'eroe di questa storia. Questa è la storia di Alice, dunque è da lei che devo partire. Da lei e dall'Alcesti."
Chi è Alicia? Una donna che sembrava avere una vita apparentemente perfetta fatta di un lavoro che le portava una certa celebrità e di un matrimonio con l'uomo della sua vita.
Basta un attimo, si sa, per ribaltare tutto questo. Alicia si ritrova in un ospedale psichiatrico dopo essere stata trovata in casa con in mano l'arma del delitto servita per uccidere il marito. Da quel momento la donna si chiude in un mutismo impenetrabile, nonostante i molti psichiatri intervenuti per riuscire a scalfire quella corazza che sembra un'ammissione di colpa in piena regola.
Ci sarà un medico però che non si darà per vinto e che, affascinato dal caso dell'artista assassina, cercherà in tutti i modi di guarirla e di farla tornare a parlare.
Quel medico è Theo Faber, psichiatra, che dopo aver seguito il caso di Alicia dai giornali, trova il modo di farsi assumere proprio nell'ospedale in cui la donna è rinchiusa. La sua sembra quasi più un'ossessione che un caso lavorativo.
Il romanzo ha al centro proprio Theo, che narra in prima persona la storia raccontando al lettore tutta la vicenda, da quella appresa dai giornali fino ai colloqui intrapresi con la donna in ospedale.
All'inizio di ogni parte il racconto è intervallato da frammenti del diario della donna che ci permettono di sentire la sua voce nonostante il suo mutismo. I racconti sono quelli di un normale diario, che passano dalla narrazione delle normali giornate familiari e casalinghe, ai rapporti lavorativi della donna con il suo agente, ai pensieri riguardo alla sua vita e al suo matrimonio.
L'atteggiamento che da subito sembra avere Theo è più quello di un detective che di uno psichiatra infatti indaga molto con chi conosceva Alicia prima dell'omicidio, cerca di ricostruire il suo passato di bambina e adolescente, scava nel suo passato per ricostruirne gli atteggiamenti ed il carattere. Grazie a queste indagini il lettore conosce la protagonista e le può incrociare con quello che la donna ha lasciato al suo diario. Spesso i due racconti non collimano e da subito il lettore si ritroverà un po' detective insieme a Theo per capire perché Alicia ha compiuto quel gesto, per capire se il suo matrimonio fosse davvero un legame perfetto, per capire se lavorativamente parlando la donna fosse soddisfatta.
Man mano che lo psichiatra scava in profondità sembra che in molti potrebbero giovare del mutismo della donna e ci si chiede se sia per questo che nessuno sembri voler insistere con lei se non il nostro medico/detective.
Man mano che le pagine scorrono l'autore ci regala però anche un evoluzione della vita privata di Theo, ne conosciamo l'uomo oltre che il medico, ne assistiamo le gioie e i dolori. Le due storie scorrono così parallelamente creando il giusto pathos nel lettore che ne rimane affascinato.
L'ambientazione è quella londinese anche se poco importa in realtà nella storia, visto che le scene legate all'ospedale sono predominanti ed il luogo esterno non ha una grande valore al fine della trama.
Lo stile dell'autore è coinvolgente, appagante, capace di tenere incollato il lettore alle pagine ma, allora, che cosa ha funzionato poco secondo me? Ho trovato delle parti - tra cui il finale e per un thriller non è cosa da poco - un po' affrettate, poco argomentate, avvenimenti troppo semplificati che mi hanno fatto storce il naso in più punti nonostante la lettura sia stata veloce e coinvolgente. Si sa, per un libro di questo genere i colpi di scena sono tutto ma quando un colpo di scena viene un po' buttato lì, senza poi lasciare che il lettore ne diventi un il protagonista io resto un po' insofferente e delusa. Chissà, forse le enormi aspettative hanno davvero giocato un ruolo importante nella faccenda o, forse, il mio pensiero sarebbe stato esattamente lo stesso anche se da questo libro non fossi aspettata nulla. Non lo sapremo. Resta il fatto che sia una piacevole lettura, scritta in modo molto fluido e accattivante che quindi consiglio se si cerca un libro di questo genere per intrattenersi tra letture magari più impegnative.




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