lunedì 17 dicembre 2018

Recensione #272 - La misura dell'uomo di Marco Malvaldi

Buongiorno lettori, buon lunedì! Come va? Ultima settimana di lavoro per me prima delle tanto agognate vacanze natalizie... speriamo solo che voli!
Oggi torno con un recensione, quella del libro La misura dell'uomo di Marco Malvaldi, edito da Giunti, che ringrazio per la copia, 300 pagine.

Sinossi: Ottobre 1493. Firenze è ancora in lutto per la morte di Lorenzo il Magnifico. Le caravelle di Colombo hanno dischiuso gli orizzonti del Nuovo Mondo. Il sistema finanziario contemporaneo si sta consolidando grazie alla diffusione delle lettere di credito. E Milano è nel pieno del suo rinascimento sotto la guida di Ludovico il Moro. A chi si avventura nei cortili del Castello o lungo i Navigli capita di incontrare un uomo sulla quarantina, dalle lunghe vesti rosa, l'aria mite di chi è immerso nei propri pensieri. Vive nei locali attigui alla sua bottega con la madre e un giovinetto amatissimo ma dispettoso, non mangia carne, scrive al contrario e fatica a essere pagato da coloro cui offre i suoi servigi. È Leonardo da Vinci: la sua fama già supera le Alpi giungendo fino alla Francia di re Carlo VIII, che ha inviato a Milano due ambasciatori per chiedere aiuto nella guerra contro gli Aragonesi ma affidando loro anche una missione segreta che riguarda proprio lui. Tutti, infatti, sanno che Leonardo ha un taccuino su cui scrive i suoi progetti più arditi - forse addirittura quello di un invincibile automa guerriero - e che conserva sotto la tunica, vicino al cuore. Ma anche il Moro, spazientito per il ritardo con cui procede il grandioso progetto di statua equestre che gli ha commissionato, ha bisogno di Leonardo: un uomo è stato trovato senza vita in una corte del Castello, sul corpo non appaiono segni di violenza, eppure la sua morte desta gravi sospetti... Bisogna allontanare le ombre della peste e della superstizione, in fretta: e Leonardo non è nelle condizioni di negare aiuto al suo Signore. A cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, Marco Malvaldi gioca con la lingua, la scienza, la storia, il crimine e gli ridà vita tra le pagine immaginando la sua multiforme intelligenza alle prese con le fragilità e la grandezza dei destini umani. Un romanzo ricco di felicità inventiva, di saperi e perfino di ironia, un'indagine sull'uomo che più di ogni altro ha investigato ogni campo della creatività, un viaggio alla scoperta di qual è - oggi come allora - la misura di ognuno di noi.



Difficile recensire un libro come questo. Il primo pensiero che mi balza alla mente davanti a questo spazio bianco è questo!
Chi conosce Marco Malvaldi saprà sicuramente di cosa questo scrittore poliedrico sia capace! In questo suo nuovo romanzo ci riporta indietro nel tempo, nel Rinascimento, in una Milano in cui Ludovico il Moro è il signore assoluto della città e in cui il grande maestro Leonardo da Vinci è ai suoi servigi come scultore ma anche come personaggio di saggezza a trecentosessanta gradi.
Un romanzo storico questo, ma anche un giallo, ma anche un libro a tratti divertente che sa egregiamente mescolare questi tre generi creando un romanzo completo, godibile da chiunque e assolutamente consigliabile.


Al centro della trama c'è un assassinio, o meglio un corpo rinvenuto cadavere all'interno di una corte del Castello Sforzesco.
È facile immaginare quanto un avvenimento del genere potesse scuotere gli animi a palazzo ed è anche molto semplice intuire come, a quei tempi, molti potessero essere i sospettati e i moventi per certi terribili fatti.
E se, da una parte Ludovico il Moro si affida agli astri per cercare di capire cosa abbia causato la morte del malcapitato, dall'altra non rinuncia ad interpellare  anche Leonardo, uomo di scienza, perchè nessuno meglio di lui conosce il corpo umano e nessuno meglio di lui sa far di concetto.
Ma, oltre al fattaccio che, insomma, una morte è sempre una brutta faccenda, non mancano a corte intrighi, tradimenti, sospetti, che rendono il tutto ancora più  interessante agli occhi del lettore. Spesso mi è capitato infatti, durante la lettura, che nella mia testa l'assassinio fosse messo in secondo piano per fare spazio, invece, unicamente agli avvenimenti di una corte così viva come quella milanese di quei tempi.
Il Malvaldi, che io conoscevo principalmente per le sue storie del Bar Lume, è bravissimo a calarsi nei tempi e nei luoghi, utilizzando uno stile di narrazione adatto alla storia che ha deciso di narrare, risultando credibile e facendoci spesso dimenticare che, in realtà, molto di ciò che riempie queste trecento pagine sia puro romanzo e non vita vera dei personaggi che lo popolano.
Saranno le lettere che inframezzano la narrazione e in cui viene utilizzato un linguaggio adatto ai tempi, sarà che Leonardo e gli altri personaggi vengono così tanto caratterizzati che pare quasi di vederli ma io, per tutta la lettura, sono stata là, con i personaggi, come se quella storia non la stessi leggendo ma la stessi spiando dal buco della serratura o come se io mi fossi confusa tra le fila della servitù.
Non abbiate però paura, questo non è affatto un libro storico e può essere tranquillamente letto anche da chi la storia non la ama particolarmente. Certo però, non è neanche un libro da leggere nei ritagli di tempo, perchè richiede una certa attenzione più che altro per non perdersi all'interno delle varie parentele ma vedrete, una volta preso il via nessuno potrà più fermarvi, anche perchè spesso l'autore inserisce tra un dialogo e l'altro il pensiero reale che un tal personaggio vorrebbe intendere con le sue parole e, credetemi, sono sempre pensieri che fanno morire dal ridere e alleggeriscono tantissimo lo scorrere della lettura.
Un libro particolare questo, diverso dalla maggior parte dei libri che io sono solita leggere, scritto da un autore che - si vede, e credo che lui ci tenga molto a farlo vedere - ne sa, che sa trasferire agli altri ciò che sa e che sa anche farli appassionare come se ne sapessero anche loro.


VOTO:




6 commenti:

  1. Autore che non ho ancora provato. Dopo la parziale delusione Carrisi, potrei convincermi a leggerlo! ;)

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  2. Anch'io devo leggerlo, ma aspetto le vacanze natalizie per dedicargli la concentrazione che merita!

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  3. Ohhhhh il mio Malvaldino :-) che meraviglia. Concordo su quanto hai scritto!

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