venerdì 28 dicembre 2018

Letture con Marina #54 - Recensione del libro L'emporio dei miracoli di Keigo Higashino

Buongiorno lettori, finito di mangiare? Passato bene il Natale? Qui tutto bene ed ora un po' di relax dal lavoro. Oggi, come ogni due settimane, vi lascio con la rubrica di Marina e la sua recensione. Oggi vi parla di un romanzo che ho finito di leggere proprio una settimana fa e di cui probabilmente vi parlerò presto!


Ultima recensione dell’anno, ad un passo dal Veglione e con la libagione natalizia ancora da digerire e andavo ragionando che con questa recensione son già due anni che sono ospite di Daniela, a dialogare di libri attuali e molte volte di classici o libri che hanno visto la luce parecchi anni orsono, ma che per una qualche strana concatenazione mi sono capitati fra le mani.
In un’epoca dove oramai o hai figli piccoli o la magia del Natale se n’è andata come una nebbia persistente ma al contempo lontana, dove sembra che tutto sia sempre sporcato dalla contingenza e quindi dall’incredulità più bieca…
Ecco, proprio per non sporcare ulteriormente di nero questo periodo che dovrebbe invece scintillare di incredula meraviglia, pensavo di concludere in dolcezza, nonostante Keigo Higashino sia più conosciuto per i suoi gialli / mistery… pur se ho scoperto che scrive anche saggi e libri di storia per bambini. E come si suol dire, la Curiosità è sempre la porta per la Meraviglia!


Titolo: L'emporio dei piccoli miracoli
Autore:Keigo Higashino
Traduzione: Stefano Romagnoli
Casa editrice: Sperling & Kupfer - 2018
Pagine:340

Descrizione: Tre giovani ladri un po' pasticcioni - Shota, Kohei e Atsuya - hanno appena svaligiato una casa in una piccola cittadina di campagna, quando vengono lasciati a piedi dall'auto con cui sarebbero dovuti scappare. Decidono allora di nascondersi in un vecchio negozietto che sembra abbandonato, l'Emporio Namiya. Nel cuore della notte, però, succede qualcosa di strano: una lettera viene infilata sotto la serranda abbassata del negozio. È una richiesta di aiuto, indirizzata all'anziano proprietario dell'Emporio, che anni addietro era diventato celebre perché dispensava massime di saggezza e consigli di vita a chiunque gli chiedesse una mano. I tre, così, decidono di fare le sue veci e depositano una risposta scritta fuori dalla porta. Shota, Kohei e Atsuya, pensando di aver risolto la questione, tornano a discutere della fuga all'alba, ma dopo qualche istante giunge la replica, e questa volta capiscono che incredibilmente quelle lettere sono inviate da qualcuno che vive nel 1979, più di trent'anni indietro rispetto al loro presente. Da quel momento, le lettere di aiuto si moltiplicano, inviate da nuovi mittenti, ognuno con i propri problemi, tutti diversi e tutti complicati. Coinvolti in quella bizzarra macchina del tempo, i tre ladri decideranno di prestare il proprio aiuto a tutti quelli che lo richiedono, provando con le loro risposte a cambiare, in meglio, il passato. Scegliendo il miglior destino possibile per quei perfetti sconosciuti.

RECENSIONE:


Tre ladri un po’ imbranati, un emporio oramai abbandonato da anni che funge da bolla del tempo, un proprietario oramai morto che l’ha trasformato un po’ per caso in una sorta di agenzia di consulenza ante litteram, una serie di personaggi che potremmo impersonare noi stessi, visto i problemi e le angosce prese in esame … et voilà, il principe del giallo e del thriller poliziesco nipponico ci regala una favola senza tempo, con un intreccio molto complesso e ricco e con un filo conduttore che ci porterà a spasso nel tempo, dagli anni Ottanta del secolo scorso fino ai nostri giorni.

Come dicevamo, un libro che inizia e si conclude con tre ladri un po’ ingenui e impacciati, che dopo aver fatto un furto, si ritrovano appiedati perché la stessa macchina che hanno “sgraffignato” li lascia in panne. Decidono quindi di rifugiarsi in questo emporio abbandonato, dove trascorreranno la notte, per far giungere il mattino e poter poi scappare senza dare nell’occhio. Peccato che per loro il mattino sembrerà non giungere mai, perché chiudere la porta dell’emporio significherà entrare in una bolla temporale dove il tempo, appunto, si muove con una lentezza del tutto diversa da quanto accade nella realtà.

I tre ladri, di cui conosceremo anche la storia che li ha portati ad essere tre teppisti da strapazzo, impareranno in una notte che durerà molto tempo, ad aiutare altra gente in difficoltà, che nel passato si era rivolta al proprietario dell’emporio, il Sig. Namiya, che all’inizio quasi per gioco aveva iniziato a dispensare i primi consigli, diventando quasi subito talmente implicato ed impegnato in questi scambi epistolari, da fare di questa attività secondaria il cuore della sua vita, fino a coinvolgere il figlio e poi il nipote, in questa catena di “servizio sociale”.

Scrittura nipponica che fa sempre ritrovare una magia diversa rispetto alla scrittura occidentale, pur non avendo nulla di favolistico nei concetti primari o nelle descrizioni, ma che ha una levità ed una poesia insite che non riscontro in nessun’altra scrittura e che irretiscono senza via di scampo. Una sorta di immagini del mondo fluttuante in costante intreccio di stasi e movimento, una sorta di stupenda carpa Koi.

Suddiviso in 5 capitoli dai titoli evocativi: “La risposta è nella cassetta del latte”, “Un’armonica nel cuore della notte”, “Nella Civic fino all’alba”, “Un raccoglimento con i Beatles” e “Una preghiera lassù nel cielo”, questo romanzo si apre e si conclude con gli stessi tre personaggi, che in una notte intera imparano che la vita può e deve essere vissuta senza l’ignavia imperante che rende tutto così spento e grigio – persino il periodo più gioioso, che dovrebbe essere il Natale.

Perché, come dice il Sig. Namiya nella sua ultima lettera (in giapponese c’è un’assonanza tra il cognome Namiya e la parola nayami, che significa problemi, preoccupazioni): 
 
“…la sua mappa è ancora bianca. Per questo si trova in una condizione in cui non riesce a decidere dove dovrebbe andare, né sa dove sia la strada per arrivarci. Ma provi a cambiare punto di vista. Il foglio è bianco e quindi può disegnarci qualsiasi mappa. Sta a lei scegliere. Ha la completa libertà e le possibilità le si spalancano davanti senza alcun limite. E’ una cosa stupenda. Prego con tutto il cuore che lei abbia fiducia in sé e che possa vivere a pieno senza mai avere rimpianti”.

E anch’io Vi lascio con questo augurio, nella speranza che dopo aver letto questo romanzo, Vi luccichino gli occhi di genuina commozione e fulgida consapevolezza.

Con le migliori intenzioni - A presto,




2 commenti:

  1. Sembra molto interessante! Buon anno cara.
    "In un’epoca dove oramai o hai figli piccoli o la magia del Natale se n’è andata come una nebbia persistente ma al contempo lontana, dove sembra che tutto sia sempre sporcato dalla contingenza e quindi dall’incredulità più bieca… " Mi piace come lo hai scritto, ma non sono d'accordo. La magia del Natale resta per sempre, nonostante la contingenza.
    Baci lea

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  2. Ciao Lea,
    Un romanzo particolare, tra l'altro non ho citato lo smisurato amore dell'autore x i Beatles!!
    Ed io ho bisogno di persone che non abbiano la mia stessa visione "infeltrita" del Natale.
    Circondatemi!!
    Buon fine settimana. Marina

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