venerdì 2 agosto 2019

Letture con Marina #69 - Recensione de La misura imperfetta del tempo di Monica Coppola

Buongiorno carissimi, eccezionalmente anche questo venerdì torna Marina, con la recensione di un libro a cui io tengo molto, si tratta de La misura imperfetta del tempo di Monica Coppola che ho letto e recensito qui.

Avrebbe potuto essere il solito libro femminil-generazionale…

Titolo: La misura imperfetta del tempo
Autore: Monica Coppola
Casa editrice: Las Vegas Edizioni, 2019
Pagine: 221
Sinossi: Una famiglia, tre donne di tre generazioni diverse e un vecchio segreto che sta per essere rivelato. Mia ha ventidue anni e lotta perennemente con ansie e insicurezze. È cresciuta nella periferia torinese con i nonni materni, senza sapere nulla dell'identità del padre. La nonna, Zita, è vivace e dinamica ma ora deve superare il lutto per la recente morte del marito. La madre, Lara, ha anteposto la carriera all'istinto materno e vive a Milano dove coltiva ambizioni e amanti conosciuti online. Durante una vacanza alle terme, Zita incontra Santo, accetta il suo corteggiamento e ricomincia a vivere. Questa sua scelta destabilizza Mia che, ancora legata al ricordo del nonno, inizia a ostacolare la relazione. E riporta Lara a Torino, per capire cosa stia succedendo tra nonna e nipote. Quando le tre si ritrovano, il confronto sfocia in un aspro litigio, ma la verità sul padre di Mia, che Lara ha tenuto nascosta a tutti per più di vent'anni, sta finalmente per venire a galla.


RECENSIONE:


“Nella teoria della relatività non esiste un unico tempo assoluto, ma ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo, che dipende da dove si trova e da come si sta muovendo” (S. Hawking).
Mi piace iniziare proprio da questa frase, che l’autrice Monica Coppola porta subito alla nostra attenzione: potrebbe essere il riassunto delle vite di nonna Zita, della figlia Lara e della nipote Mia.

Tre donne, tre epoche, tre modi di vivere e reagire alla vita capitata in sorte. Nessuno dei tre sbagliato in assoluto, nessuno dei tre mai completamente in linea con la realtà che si sta vivendo.
Nonna Zita è rimasta vedova di suo marito Tore e sta cercando di riprendersi da un lutto che stravolge e atterra le persone, a qualsiasi età capiti. Lo sta facendo con l’aiuto invadente della nipote Mia, che non vive pienamente la propria giovane esistenza, ma tenta di far vivere alla nonna il meglio delle loro due vite messe insieme. Tanto Lara, figlia di Zita e mamma di Mia, menefreghista come al solito, pensa solo alla sua vita e alla sua carriera in quel di Milano.

Le cose sembrano ben delineate, dicevamo in apertura che avrebbe potuto essere il solito romanzo di crescita, che parte un po’ lento, per farci entrare nelle vite delle tre protagoniste e presentarci un po’ il loro mondo. E invece l’autrice, che parte con una carrellata non frenetica della quotidianità delle tre donne, ci incanta piano piano, senza quasi che il lettore si accorga di star entrando sempre più nel pathos della vicenda.

Perché se è vero che alcune parti della storia possono risultare completamente estranee alla vita di un lettore medio (per me lo è stata la vita di Lara), è anche vero che il lettore stesso non deve essere giudice della storia che nel romanzo si è voluta raccontare e che serve come spunto per riflessioni e discussioni. Una volta partiti per un viaggio, si può solo entrare nella parte che più ci assomiglia o al contrario, che più è distante dal nostro vissuto, ed immergersi nel flusso che lo scrittore riesce a creare, facendosi trascinare dalla storia stessa e riemergendo poco più avanti, giusto il tempo di riprendere fiato, guardarsi intorno e proseguire il percorso .

Tre donne, dicevamo: tre generazioni che si incontrano, si scontrano e si incontrano nuovamente, tra amore, incomprensioni e accettazione più o meno completa del periodo storico che ci è dato vivere: l’anziana Zita sempre più innestata nel presente, al contrario della giovane nipote Mia che, con un’infanzia di rifiuto alle spalle, non riesce ad accettare il presente e vorrebbe vivere in un passato che non c’è più.
E la generazione di Lara, figlia e forse madre, quarantenne all’arrembaggio forse più della carriera che della vita, che si trova ad un certo punto con una menopausa anticipata, che la porterà a riflettere e a fare incontri che le stravolgeranno la vita, portandola nel passato che ha voluto negare a tutti, a sé stessa in primis. Per poterlo rivivere e interiorizzarlo, perchè non sia più la barriera che le filtra la vita. Quella autentica.

Sembra semplice eh?, eppure Monica Coppola ci racconta anche molte altre realtà che si accompagnano alla vita di queste donne, a volte forti, a volte fragili, a volte troppo testarde per capire che la condivisione non è debolezza, ma accettazione di sé e del calore e della comprensione che chi ci ama è sempre pronto a dare a piene mani, anche nei periodi più bui.
Proprio perché il “tramonto d’estate” non sia il preludio ad una chiusura o alla fine, ma una consapevole ed attiva accettazione della vita tutta, colma di gioia ma anche del dolore che fa parte del nostro essere presenti per breve tempo su questa Terra.

Sono contenta di aver avuto tra l'altro l’opportunità di apprezzare Monica Coppola dal “vivo”, durante la diretta dello scorso Maggio, in occasione della manifestazione letteraria “Libri al Leu”, tenutasi a Casalborgone (TO), grazie alle organizzatrici dell’evento: Baba del blog Desperate Bookswife e Daniela del blog Un Libro per Amico.

Che coincidenza poi la frase che “ogni singolo individuo ha una propria personale misura del tempo”,. Sembra quasi l'incipit di un manga, mentre invece è il titolo azzeccatissimo per questo romanzo e al contempo esemplificazione perfetta delle vite che l’autrice ci ha fatto incontrare e che ha saputo mescolare tra tempi, generazioni e possibilità cui noi stessi possiamo dare vita.

A presto dunque





1 commento:

  1. sono anche io alle prese con questo romanzo e credo sia un piccolo gioiellino!
    https://www.audreyinwonderland.it/blog/

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