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sabato 21 settembre 2013

Evento ed Anteprima: il bizzarro incidente del tempo rubato di Rachel Joyce

Ciao amici followers! Come state? 
Oggi vi parlerò di un'iniziativa molto particolare legata all'uscita di un libro. Sono stata contattata dalla casa editrice che mi ha spiegato questo progetto; sono stata subito conquistata da questo evento e sono felice di condividerlo con voi che, se vorrete, potrete anche contribuire con le vostre condivisioni. Ma andiamo con ordine.
Il libro in questione, edito da Sperling & Kupfer uscirà nelle librerie il primo ottobre 2013. Si tratta del secondo romanzo di Rachel Joyce, che dopo L'imprevedibile viaggio di Harold Fry - besteller internazionale con oltre 1.000.000 di copie vendute - ritorna con un nuovo romanzo intitolato Il bizzarro incidente del tempo rubato.

Trama1972. Byron Hemmings ha undici anni, una mamma che lo adora, una fantasia galoppante e
un animo delicato, che lo rendono un po' diverso dai compagni. Solo l'amico James sembra curarsi di lui, l'intelligentissimo James che considera perfetta la mamma di Byron e ha una risposta a ogni domanda. È proprio James a comunicargli la notizia che gli cambierà la vita: alla fine di giugno, il tempo avanzerà di due secondi, per allineare gli orologi alla rotazione terrestre. Byron è sconvolto dall'enormità dell'evento: l'uomo può davvero cambiare il corso del tempo senza pagarne le conseguenze? Quando la madre Diana ha un piccolo incidente d’auto, Byron ne sarà profondamente suggestionato, al punto da attribuire la colpa ai due secondi aggiunti al tempo.
Oggi. Jim ha cinquant'anni, vive in un vecchio camper e lavora nel bar di un supermercato. Si occupa delle pulizie e non serve più ai tavoli, perché i suoi cappuccini decorati con lamponi e garofani non erano molto apprezzati dai clienti. D'altro canto, Jim è un tipo piuttosto eccentrico: quando parla - pochissimo - balbetta, non entra mai nel camper prima di aver salutato tutti gli oggetti che lo popolano e non ama essere toccato. Almeno fino a quando non conosce Eileen, l'esuberante, appariscente, generosissima cameriera che lavora con lui. 

Byron, il protagonista del romanzo si interroga: 2 secondi possono veramente cambiare la nostra vita?
Quante volte vi è capitato di pensare che qualche secondo possa avervi cambiato la vita o che con qualche secondo in più in una determinata situazione tutto sarebbe andato diversamente? A me parecchie volte, perchè il tempo sembra non bastare mai e soprattutto sembra condizionare irrimediabilmente le nostre esistenze.
E' per questo motivo che l'iniziativa che mi è stata presentata dalla casa editrice mi ha subito conquistato portandomi a decidere di partecipare all'evento attraverso il mio blog, ma anche diventandone una messaggera attiva. 
Ecco cosa succederà:


Il bizzarro incidente del tempo rubato vivrà nelle piazze e sui social network.

Da fine settembre a metà ottobre, la blogger Valentina Divitini (che lo scorso anno aveva seguito i passi di Harold Fry in Inghilterra), partirà per un ‘viaggio nel tempo’. Sotto gli orologi delle più belle piazze italiane, raccoglierà le storie delle persone a cui due secondi hanno cambiato la vita e dei ‘custodi del tempo’ come orologiai, campanari, impegati comunali addetti agli orologi pubblici.

In ogni piazza, Valentina Divitini distribuirà ai passanti una cartolina dove tutti potranno raccontare i due secondi che hanno cambiato la loro vita. Le cartoline e le storie saranno poi diffuse sui social network, dove anche chi non ha incontrato Valentina potrà condividere la propria storia con gli hashtag #2secondi e #bizzarroincidente.

Valentina racconterà tutti i suoi incontri e il suo ‘viaggio nel tempo’ con testi, foto e video sul suo blog e su Instagram, Facebook, Vine e Twitter. Tutti i materiali confluiranno sul Tumblr www.2secondi.tumblr.com.

Questo è il calendario del 'viaggio nel tempo' di Valentina:
Venerdì 27 settembre, ore 17.00, Torino – Tettoia dell’orologio di Porta Palazzo
Sabato 28 settembre, ore 17.00, Como – Piazza San Fedele
Venerdì 4 ottobre, ore 17.00, Perugia – Piazza IV Novembre
Sabato 5 ottobre, ore 17.00, Bologna – Piazza Ravegnana
Martedì 8 ottobre, ore 17.00, Verona – Piazza Erbe
Sabato 12 ottobre, ore 17.00, Lecce – Piazza Duomo

Perchè dico che sarò una messaggera di questa iniziativa: tra qualche giorno riceverò dalla casa editrice le cartoline dove potrò raccogliere i vostri contributi e quelli dei miei amici reali, per raccontare i due secondi che hanno cambiato la vostra vita. Il tutto sarà postato su Instagram e Twitter usando i tag #2secondi e #bizzarroincidente e alla fine confluirà su Tumblr.
Le cartoline potranno anche essere regalate o diffuse a mia discrezione nei luoghi che mi capiterà di visitare, quindi se camminando per la strada troverete una di queste cartoline non giratevi dall'altra parte ma spendete 2 secondi per raccontare a tutti i vostri 2 secondi speciali.
La speranza della casa editrice è quella di raccogliere più contributi possibili sull'idea del tempo, delle cose bizzarre che possono accadere e di come 2 secondi possono cambiare una vita (a voi è successo?).
Se non avete twitter o Instagram potete postare i vostri #2secondi qui sotto nei commenti ed io sarò la vostra messaggera.
Che ne pensate? Io non vedo l'ora di cominciare!!!

venerdì 26 aprile 2013

Fortuna, il buco delle vite - anteprima e quattro chiacchiere con l'autrice

Ciao a tutti, oggi vi parlerò di un libro che non ho letto ma che mi incuriosisce molto, si tratta di Fortuna, il buco delle vite  della giovane scrittrice emergente italiana Jolanda Buccella.
Ecco un'altra cosa bella di questo blog, mi ha fatto entrare in contatto con il mondo difficile ma molto impegnato e appassionato che è quello degli scrittori emergenti. Quante volte vi è capitato di entrare in libreria e magari a discapito di un libro famosissimo di uno scrittore dal nome ridondante finite per scegliere un titolo che vi era sconosciuto di un autore altrettanto ignoto? A me tantissime volte. In questo caso, a differenza del solito, è questo libro ad aver trovato me, o meglio è la scrittrice di questo romanzo ad avermi contattato, cliccando mi piace sulla pagina facebook di un libro per amico e chiedendomi se avessi il piacere di parlare del suo primo romanzo - pubblicato nel luglio scorso dalla casa editrice Ciesse di Padova. Come dire di no ad una simile richiesta? Per chi come me ha un blog che parla di libri è un onore poter parlare di qualcosa di nuovo e poter dare ad una giovane emergente la possibilità di farsi conoscere tra i miei lettori.
Ho subito fatto un po' di ricerche e per prima cosa ho trovato sul sito della casa editrice un'anteprima delle prime 20 pagine del romanzo che mi sono immediatamente messa a leggere; perché nonostante Jolanda mi abbia mandato un riassunto del suo corposo libro - quasi 600 pagine di intricate vicende - non c'è secondo me miglior modo per conoscere un romanzo che entrarci dentro, vedere come è scritto e assaporare le sensazioni che anche poche pagine sanno dare. Sarebbe stato facile pubblicare qualche riga con la trama, qualche parola sulla scrittrice e mi sarei trovata un post bello impacchettato e pronto da pubblicare ma - se in questi 3 mesi avete imparato a conoscermi un po' - cerco sempre di non limitarmi a raccontare solo la trama, mi piace cercare di trasmettere quello che mi suscita il libro di cui in quel momento vi parlo, un po' come farei se mi ritrovassi nella mia cucina con delle amiche.

Veniamo prima di tutto al titolo: Fortuna, il buco delle vite.
Fortuna è la protagonista del romanzo, o meglio Fortuna è il nome della protagonista del romanzo nella sua terza vita. Sì, perchè lei di vite ne ha vissute tre, ben distinte. La prima in cui la conosciamo con il nome di J. Rizzutelli, la seconda dove per tutti si chiama Piccoletta, e l'ultima dove prende il nome di Fortuna appunto.
Quando Jolanda mi ha comunicato il titolo del suo romanzo io ho pensato subito ad una storia felice - non so perché ma la mia mente si è focalizzata maggiormente sulla prima parte del titolo tralasciando il resto - forse anche per quello che mi evocava la copertina; invece le tre vite hanno tutto tranne che uno scorrere lineare e felice. Il buco a cui il titolo fa riferimento è infatti una malformazione che la donna ha fin dalla nascita e che le condizionerà l'esistenza fino ai suoi ultimi giorni.
Ci sono parecchi avvenimenti forti che arricchiscono le pagine di questo romanzo, ognuno dei quali segnano l'esistenza di Fortuna.
Si parla ovviamente del suo handicap - che condiziona la vita della protagonista fin dai suoi primi mesi di vita - e poi di anoressia, bulimia, della sua esperienza da vagabonda al fianco di alcuni barboni, di una violenza sessuale, di un tentato suicidio e infine della prigionia e del Ruanda - negli anni del genocidio che ha rappresentato uno dei più sanguinosi episodi della storia del XX secolo; insomma tanta carne al fuoco che se raccontata nel modo giusto può farci sperare in un bel romanzo corposo e appassionante.

Comincio a leggere l'anteprima e vengo immediatamente catapultata in una prigione del Ruanda, Fortuna è lì, imprigionata, una quarantenne precocemente invecchiata, che è stata messa a dura prova dagli episodi della vita, dalla sua malformazione e dai maltrattamenti subiti in carcere. E' l'inizio della fine: il giorno che brama da tempo e che la libererà definitivamente da ogni sofferenza è arrivato, è il giorno in cui un boia metterà fine alla sua esistenza e quindi alla sua terza vita.
Già dalla prime righe mi sembra di iniziare a conoscere questa donna dal carattere particolare: un attimo prima anela con forza una morte che la liberi finalmente dalle sofferenze e successivamente - dopo sole poche righe - è lì tremendamente impaurita davanti a colui che la accompagnerà ad una fine certa; una donna che in presenza dei suoi carcerieri vuole far trasparire unicamente la sua forza e il suo menefreghismo a discapito della paura enorme e della sofferenza che si porta dentro.
Quello che si sente sempre raccontare da chi la morte l'ha quasi potuta toccare con mano è che in quei momenti ripassano davanti agli occhi tutti gli attimi che hanno caratterizzato la vita, ed è proprio questo che fa Fortuna - nel corridoio che la porterà all'esecuzione mortale - ripercorre le sue tre vite e comincia a raccontarcele. 
L'anteprima ci regala il primo capitolo del libro - che si può leggere interamente - mentre ci lascia in sospeso a poche pagine dall'inizio del secondo capitolo, quando la storia entra nel vivo cominciando a raccontare la prima vita di Fortuna e più precisamente facendoci conoscere colei che sarà la figura chiave di quella prima vita: la nonna Umberta Prima Rizzutelli, una donna dei primi del 1900, abituata a vivere come un uomo, rimboccandosi le maniche come il padre per portare avanti la piantagione di famiglia. Una donna forte, con le idee bene chiare in testa, che vive la sua esistenza mantenendo le sue convinzioni nonostante siano in contrasto con i tempi ed i luoghi che le appartengono.

Devo dire che da queste poche pagine del romanzo ho avuto delle belle sensazioni, la scrittura mi sembra decisamente scorrevole e le descrizioni degli avvenimenti e dei personaggi molto dettagliate ma mai eccessivamente prolisse.
Credo che mi terrò come jolly questo libro per una delle mie letture estive - quando sicuramente riuscirò a trovare il giusto tempo da dedicargli - e poi vi farò sapere come mi è sembrato.


La trama ufficiale del libro è questa:
Quando ci si accorge di essere vicini alla morte è quasi inevitabile tentare di fare un bilancio della vita che si è vissuta.

Ed è proprio quello che tenta di fare “Fortuna”, la protagonista di questo romanzo mentre uno strano individuo, che assomiglia spudoratamente a un etereo angelo del Signore, la sta accompagnando verso il cortile dove verrà eseguita la sua condanna a morte. Soltanto che, a differenza di altri, Fortuna deve cercare di tracciare il bilancio di ben tre vite.
È impossibile vivere tre vite completamente diverse l’una dalle altre?
La storia di Fortuna ne è un raro esempio.

A questo punto vorrei che voi conosceste Jolanda, la sua storia e il perchè della nascita di questo libro.


Ciao Jolanda, grazie per esserti prestata a rispondere a qualche domanda.
Se sei d'accordo comincerei  parlando del tuo libro, ci racconti come è nato e che cosa rappresenta per te?
Credo di aver avuto sempre una particolare predisposizione per la scrittura, ricordo che a scuola le uniche ore che mi piacevano erano quelle di italiano, soprattutto quando c’era il compito in classe perché scrivere mi permetteva di allontanarmi per un po’ dalla solita monotonia ma mai e poi mai avrei pensato che un giorno sarei stata capace di scrivere un romanzo. Fortuna è nato in un momento un po’ difficile della mia vita, quindi per me ha rappresentato una sorta di rinascita.

Quello che emerge poco leggendo solo la trama del libro è cosa sia questo "buco delle vite", io che mi sono documentata prima di parlare con te l'ho scoperto ma se un lettore si trovasse in libreria davanti al tuo libro non avrebbe mezzi per capirlo e forse - come me in un primo momento - penserebbe ad una storia totalmente diversa. Ci racconti cos'è il buco delle vite e ci dici se è stata una cosa voluta non farlo emergere in modo diretto? 
Il buco delle vite in realtà è la spina bifida una malformazione alla colonna vertebrale che ogni anno in Italia colpisce circa 8 000 neonati ma di cui i media parlano poco perché sono sempre troppo occupati da cose, apparentemente, più importanti. In realtà non c’è mai stata una precisa volontà di non far emergere il nome scientifico della malattia, ma siccome la spina bifida influenzerà prepotentemente le sorti del destino della protagonista del mio romanzo mi è parso quasi naturale definirlo “il buco delle vite”.

Hai ambientato la prima vita di Fortuna nei dintorni di Salerno - se non erro sono anche i luoghi della tua nascita ed adolescenza - e il primo nome della protagonista è J.; mi viene naturale chiederti quanto ci sia di autobiografico in questa parte del romanzo.
Credo che soprattutto nella prima parte del romanzo ci sia molto di me stessa, c’è il ricordo di un’infanzia meravigliosa e per la quale spesso provo una profondissima nostalgia, in uno sperduto paesello di provincia, circondata dall’affetto di persone che per me ora rappresentano un modello di vita da seguire e fatta di sapori unici e genuini come quello del pane fatto dalla nonna nel forno a legna. Per me è stato importante condividere quel pezzo della mia vita con i lettori, spero che abbiano apprezzato questo mio gesto.

Tanti temi impegnativi sia per chi li racconta e anche per chi li legge. Certo ti sei lanciata in una bella sfida. Non pensi che tematiche del genere possano spaventare il lettore?
Spaventare? No, credo proprio di no. Io ho semplicemente cercato di trasmettere il messaggio che nonostante la vita a volte non sia facile e indipendentemente dalle mille prove a cui decide di sottoporci è un viaggio che vale sempre la pena affrontare. Fortuna, soffrirà molto nel corso della narrazione, ma troverà sempre la forza di affrontare il dolore e riappacificarsi con la vita,  ritrovandosi più forte e consapevole di se stessa.

Cosa pensi possa attirare una persona a leggere il tuo libro?

La copertina è un ottimo biglietto da visita, la guardi e pensi a una ragazza felice e leggera immersa in una natura lussureggiante poi leggi la sinossi e ti incuriosisci perché ti rendi conto che forse non hai capito molto dalla copertina e allora per capirci qualcosa non puoi far altro che acquistarlo.

Fortuna ha tre vite, questo ormai è chiaro. Se dovessi chiederti di utilizzare una frase del libro per ognuna di queste vite, in modo da farne capire il senso e incuriosire i nostri lettori, cosa mi risponderesti?
Per la prima vita mi viene in mente una domanda che la piccola J. decide di fare alla sua amatissima nonna Umberta, quando comincia a prendere consapevolezza della sua diversità: “Nonna la mamma non mi vuole bene, perché sono una bambina speciale?”. Tra J. e sua madre Anita ci sarà sempre un muro di dolore e incomprensione che porterà la giovane donna a credere che sua madre la detesti per la sua malformazione e questo pensiero la renderà fragile e insicura fino alla fine dei suoi giorni.

Per la seconda vita il pezzo che credo sia più significativo è questo: …Cominciò a non avere più paura di diventare un’altra nel fisico e nell’anima, anche se la prima volta che fu costretta a frugare in un cassonetto rischiò di morire dalla vergogna. La gente che passava per strada, aveva un’espressione disgustata e scuoteva la testa come segno di dissenso. J. ormai ha lasciato il posto a Piccoletta la barbona che prova sulla sua pelle il dolore e l’umiliazione di chi è costretto a frugare nei cassonetti per mangiare.


Per la terza vita invece uno dei pezzi più significativi è questo: "Che cos’è l’amore Fortuna? Prima di conoscere te non lo sapevo, ora, invece potrei usare mille aggettivi per descrivere questa meravigliosa sensazione che mette in circolo la vita."  

Piccoletta non c’è più, ora c’è Fortuna una donna che riesce a recuperare il suo posto nella società, a trovare soddisfazione in un lavoro e a conoscere l’amore di un uomo straordinario come Nadir, un affascinante medico ruandese, che riuscirà a farla sentire un essere speciale nonostante la sua malattia. Nadir simboleggia il riscatto di Fortuna, ha sofferto, patito, pianto e urlato contro un Cielo poco benigno e alla fine ha ottenuto una ricompensa straordinaria, il vero amore, quello che si incontra una volta soltanto nella vita, perciò credo che il mio romanzo, nonostante tutto, possa lasciare ai lettori un messaggio di speranza.

Il romanzo è stato pubblicato nel luglio scorso, è passato quasi un anno ormai, te la senti di tirare un po' le somme? Sei soddisfatta di come sta andando? C'è qualcosa che cambieresti in base alle critiche ricevute o qualcosa di cui sei estremamente soddisfatta in base ai complimenti?
Fortuna mi offre ogni giorno delle sorprese inaspettate, perciò penso che sia inutile fare dei bilanci, ho ricevuto tanti complimenti e qualche critica dai lettori più severi ma se tornassi indietro non cambierei una sola virgola di quello che ho scritto, credo che se fossi costretta a cambiare qualcosa di questa storia non sarebbe più la stessa, perciò me la tengo così com’è anche con le sue piccole sbavature magari.

Come ultima cosa, mi piacerebbe sapere se in questo momento sei alle prese con un altro romanzo. Puoi darci qualche anticipazione?
Sì, mi sto immergendo lentamente nella mia nuova storia che sarà completamente diversa dalla prima. Ho deciso di raccontare il mondo delle adolescenti e di soffermarmi in modo particolare sul fenomeno del bullismo che si sta sempre più diffondendo tra le giovani ragazze di oggi, spero di riuscire a fare un buon lavoro e ad emozionarmi così come mi sono emozionata dando vita a Fortuna che avrà sempre un posto speciale nel mio cuore.

Ti ringrazio ancora per esserti prestata a fare quattro chiacchiere con noi, spero di poterti avere ancora qui, magari per farti altre domande una volta che avrò letto il tuo romanzo, oppure per l'uscita di un tuo nuovo lavoro!
Grazie a te per avermi dato questa possibilità e fammi sapere che cosa pensi  del mio libro, io accetto qualsiasi suggerimento o critica, perché sicuramente mi sarà utile per i miei prossimi lavori.

Ed ora a voi la scelta, cari amici miei; se con questo post la vostra curiosità è stata stuzzicata da Fortuna non vi resta che correre in libreria o collegarvi su qualsiasi sito di vendita di libri online per cominciare ad immergervi in questa storia avventurosa. Spero che poi vogliate rendermi partecipe delle vostre impressioni.

giovedì 18 aprile 2013

Quattro chiacchiere con gli autori: Sara Rattaro

Oggi questo blog compie 3 mesi; se tre mesi fa qualcuno mi avesse detto che in così poco tempo ne avrei ricavato così tante soddisfazioni non ci avrei creduto. Come festeggiare al meglio questa tappa importante? Ovviamente con un post importante!

Non molto tempo fa vi ho parlato di un libro che mi ha conquistato "Un uso qualunque di te" ed oggi vorrei farvi conoscere meglio la scrittrice di quel libro meraviglioso: Sara Rattaro, che è stata così gentile da accettare di fare quattro chiacchiere con noi.

Ciao Sara, per prima cosa mi sento di ringraziarti per la disponibilità, immagino tu sia sommersa di impegni in attesa dell'uscita del nuovo romanzo.
Come ti ho già detto ho conosciuto il tuo lavoro poco tempo fa grazie al passaparola di un'amica e ne sono subito rimasta rapita quindi sono molto orgogliosa che tu sia la prima scrittrice che il mio blog - nato da pochi mesi - abbia come ospite speciale.

Se sei d'accordo comincerei parlando un po' di te, così che i miei lettori possano conoscerti meglio.

Che tipo di studi hai fatto, che tipo di lettrice sei e come ti sei avvicinata alla scrittura? So che attualmente lavori in una multinazionale farmaceutica e che quello della scrittrice è un mestiere che ti è cresciuto dentro negli anni e che sta prendendo il sopravvento. Dico bene?
Sai che in questo momento sei l'eroina di tutti quei miei lettori - e anche della sottoscritta - che nonostante abbiano versato sudore e forze per una professione agognata hanno un sogno segreto che è quello di fare tutt'altro? Raccontaci un po' di te.
Ciao e grazie a te. È proprio vero io attualmente lavoro per una multinazionale farmaceutica grazie alla mia laurea in Biologia. Ero una di quelle ragazzine che amava scrivere ma credeva che fare la scrittrice sarebbe stato qualcosa di impossibile, quindi era meglio investire le proprie energie in qualcosa che sembrasse più concreto, la scienza. Poi però, crescendo, quella voglia di raccontare ha avuto il sopravvento e a cambiare credo sia stata proprio la voglia di essere lette perché la paura del giudizio altrui era, finalmente, svanita.

Si parla di te come un'esordiente. Scorrendo la tua attività letteraria fino ad ora troviamo un primo libro uscito nel 2009 - Sulla sedia sbagliata - un secondo libro nel 2011 - Un uso qualunque di te - e a breve - il 2 maggio prossimo - verrà pubblicato Non volare via, il tuo nuovo lavoro. Non c'è che dire, mi sembra un'ottima media per un'esordiente che oltretutto nella vita fa un'altro lavoro. Come ci si sente? 
Ci si sente bene. È un bel momento per me e me lo voglio godere per rendere omaggio al vero significato della vita. Insomma se ho diritto di arrabbiarmi quando le cose non funzionano, voglio gioire quando tutto si incastra al meglio. So che non durerà come è giusto che sia quindi per ora sorrido.

Parliamo di Non volare via, il tuo nuovo romanzo che come dicevo uscirà a breve, vorresti descriverlo e magari raccontare a chi ci sta leggendo come è nato? 
Era il Natale del 2011, qualcuno iniziava a definirmi “scrittrice” e io sentivo il grande desiderio di capire e poi dimostrare, prima a me stessa e poi agli altri, che non ero solo un caso. Così ho accettato la sfida di raccontare la storia di un uomo che si trova a dover decidere tra l’amore e la passione e la sua famiglia. Apparentemente non sembrava una storia tanto insolita finché non è arrivato Matteo che, con il suo linguaggio dei segni, mi ha spiegato tante cose che non avevo ancora compreso della sua famiglia e del suo papà.

Un titolo e una trama che già promettono grandi emozioni. Come per i romanzi precedenti tratti temi molto forti e difficili in cui però è facile per il lettore immedesimarsi e trovare un pezzettino di se. Quanto la tua vita reale condiziona la tua scrittura e le tue trame?
Parlo dei sentimenti e umanità, forse è per questo che sembrano temi forti ma in realtà, credo di raccontare una storia che possa davvero appartenere a chiunque. La mia vita reale stimola la mia scrittura attraverso l’ascolto e il confronto che, per fortuna, ho con molte persone. Non ho mai scritto storie autobiografiche ma spesso ho preso spunti proprio da quello che ho visto o sentito.

Il tuo libro precedente Un uso qualunque di te ha venduto 20.000 copie in una sola settimana ed è stato successivamente pubblicato in diversi paesi, questo ti ha dato la carica per il tuo nuovo romanzo o ti ha fatto titubare un po' per la paura di non riuscire a ripetere l'impresa?
Entrambe le cose. Come ti dicevo dover dimostrare che non ero stata solo fortunata era una esigenza fortissima per me. Ho imparato molto dalle mie esperienze precedenti. Sulla sedia sbagliata mi ha dato gioie e soddisfazioni che mai avrei creduto di provare ma soprattutto mi ha insegnato che senza un vero impegno la fortuna non arriva. Un uso qualunque mi ha fatta conoscere al pubblico e incontrare persone speciali: i miei lettori.

C'è un personaggio dei tuoi libri a cui ti sei affezionata maggiormente? Se sì perché?
Li amo tutti e credo che sia giusto così. Non prendo mai le parti e mi elevo da ogni giudizio morale perché credo che questo sia un diritto del lettore e non dello scrittore.

Stai per essere pubblicata da Garzanti, una delle più famose case editrici italiane, come vivi questo tuo repentino successo?
Con entusiasmo e gioia. Garzanti è davvero un editore straordinario e questo spiega il grande successo di tutti i suoi libri.

Quanto la tua nuova attività di scrittrice ha condizionato il tuo approccio come lettrice?
Non molto direi. Sono una lettice di romanzi forse l’unica vera differenza è che oggi, più di prima, cerco di leggere quelle storie che avrei voluto scrivere. Mi fa bene, mi fa rimanere con i piedi per terra arrivare seconda.

C'è un consiglio che ti senti di dare a chi come te sogna di intraprendere la carriera di scrittrice?
Di essere il più consapevole possibile delle proprie capacità. È una cosa molto complicata ma per fare lo scrittore bisogna avere qualcosa da dire e un modo originale di farlo. Farsi leggere e accettare le critiche e farne tesoro per migliorare. Non avere fretta e non accettare pubblicazioni a pagamento perché per quelle c’è sempre tempo.


Se i nostri lettori volessero conoscerti di persona - e magari farsi autografare la propria copia - sono previste presentazioni di promozione di Non volare via nelle librerie?
Certamente. Innanzitutto per gli amanti dei libri, sarò presente al Salone del libro di Torino. Poi consiglio di seguire la mia pagina facebook o quella dei miei libri dove posto tutte le altre date.

Un'ultima cosa, prima di salutarci, una curiosità a cui non posso non dare voce: in questo momento stai già scrivendo qualcosa di nuovo? Possiamo attenderci novità a tuo nome?
Ovviamente si. Ho accettato una nuova sfida: scrivere una storia vera, dolorosa e commuovente a cui non potevo non dare voce.

A questo punto non mi resta che salutarti ed attendere in trepidazione l’arrivo del 2 maggio per correre in libreria! Per il momento ti saluto e ti faccio un grosso in bocca al lupo per tutto. Ti ringrazio ancora per la tua grande disponibilità e ti aspetto nuovamente qui - se lo vorrai - per farci sapere come è andata.
Grazie
Sara


Ed ora per incuriosire ancora di più voi lettori ecco la trama ufficiale di Non volare via:

Per essere straordinari non è necessario nascere perfetti.
Matteo ama la pioggia, adora avvertire quel tocco leggero sulla pelle. È l'unico momento in cui è uguale a tutti gli altri, in cui smette di sentirsi diverso. Perché Matteo è nato sordo.
Oggi è giorno di esercizi. La logopedista gli mostra un disegno con tre uccellini. Uno vola via. Quanti ne restano? La domanda è continua, insistita. Ma Matteo non risponde, la voce non esce, e nei suoi occhi profondi c'è un mondo fatto soltanto di silenzio. All'improvviso la voce, gutturale, dice: «Pecché vola via?».
Un uccellino è volato via e Matteo l'ha capito prima di tutti. Prima della mamma, Sandra. Prima della sorella, Alice. È il padre a essere volato via, perché ha deciso di fuggire dalle sue responsabilità.
All'inizio non era stato facile crescere il piccolo Matteo. Eppure tutti si erano fatti forza in nome di un comandamento inespresso: restare uniti grazie all'amore. Ma è stato proprio l'amore a travolgere Alberto, un amore perduto e sempre rimpianto. Uno di quei segreti del passato che ti sconvolgono la vita quando meno te l'aspetti. Lo fa quando credi di essere al sicuro, perché sei adulto e sai che non ti può succedere. E poi ti trascina nell'impeto di inseguire i tuoi sogni.
Ma adesso Alberto ha una famiglia che ha bisogno di lui. Sandra, la donna che ha sacrificato tutto per il figlio. Alice, la figlia adolescente che sta diventando grande troppo in fretta. Ma soprattutto ha bisogno di lui Matteo, che vorrebbe gridare: «Papà, non volare via».

Per chi volesse sarperne di più sul nuovo romanzo, su quelli già pubblicati e su Sara Rattaro può consultare il sito internet della Garzanti Libri , quello di Sara e le pagine facebook dei tre romanzi: Sulla sedia sbagliata, Un uso qualunque di te, Non volare via.