venerdì 11 marzo 2016

Ti consiglio un libro #17 - Un libro di un autore/autrice italiani

Buongiorno lettori, eccoci con un nuovo venerdì cui diamo il buongiorno con una nuova puntata della rubrica Ti consiglio un libro, pubblicata circa due volte al mese e nata dalla collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Salvia di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. Oggi consigliamo Un libro di un autore/autrice italiani. Come sempre cliccando sul titolo sarete rimandati alla recensione.



IL MIO CONSIGLIO 



Autore: Francesco Dimitri
Casa editrice: Salani
Pagine: 400
Prezzo:  Cartaceo 15.90 euro 

Per il consiglio di oggi ho scelto un autore italiano che ha saputo rubarmi il cuore con un libro magico, carico di emozioni, apparentemente non nelle mie corde e che proprio per questo ha saputo conquistarmi. Uno stile capace di trascinare il lettore senza sosta ed una caratterizzazione dei personaggi in grado di trasmettere emozioni a tutto tondo. Assolutamente da leggere!!!

Ed ora non vi resta che andare a scoprire i consigli di Laura, Salvia e Laura

mercoledì 9 marzo 2016

Recensione #112 - Albion Ombre di Bianca Marconero

Buongiorno lettori, eccomi con una nuova recensione!
Si tratta di quella del libro Albion Ombre di Bianca Marconero, edito da Limited Edition, 512 pagine, secondo capitolo della saga Albion.

Trama: Marco Cinquedraghi e i suoi amici hanno scoperto di essere portatori di una peculiarità genetica che si fonda nella leggenda. Sono le nuove incarnazioni di Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda. Ma qual è il prezzo del loro privilegio? A cosa si deve rinunciare per guadagnarsi un destino già scritto? Marco preferisce non chiederselo. Saranno gli errori commessi e le bugie a trascinarlo in una spirale che lo obbligherà ad aprire gli occhi, mentre anche l'eredità di mago Merlino si risveglia e reclama il proprio tributo. Tra amicizie che si incrinano, amori condannati per le colpe del passato, l'ombra di una fata leggendaria e un'indagine su una morte sospetta che sembra portare a una tragica verità, i ragazzi dell'Albion College proseguono il loro cammino per diventare grandi. Ma capire cos'è la vera grandezza comporta un sacrificio che ognuno di loro dovrà affrontare da solo, per salvarsi.

Come vi avevo già anticipato nella recensione di Albion - qui - non appena terminata la lettura del primo volume della serie dedicata alla storia di Re Artù non ero riuscita a fermarmi, ed avendo già pronto sul kindle il seguito ho avuto la necessità di leggerlo per scoprire cosa sarebbe successo all'Albion.
Anche in questo secondo capitolo Bianca Marconero si rivela all'altezza delle aspettative che mi ero creata leggendo il libro precedente; continuando a mostrare una grande capacità narrativa e una profonda conoscenza storica degli eventi cui ha deciso di dedicare questa saga -  le vicende di Re Artù e la Tavola Rotonda -  ha creato una storia intricata, piena di avvenimenti, piena di personaggi, unendo il reale e la magia ma senza mai perdere il filo del discorso e senza mai diminuire di credibilità.
I personaggi che già avevamo conosciuto con il primo capitolo della saga tornano all'Albion dopo le vacanze natalizie con un fardello di segreti che gli sono stati rivelati e con cui dovranno convivere per il resto dei loro giorni. Nuove figure entreranno a reclamare il proprio posto nella vicenda e questo destabilizzerà non poco gli equilibri di una scuola che forse nasconde molto più di quel che sembra.
Tra giostre rinascimentali, confraternite dal losco operato, legami incrinati da errori del passato, personaggi non leali, l'autrice accompagna il lettore in queste oltre cinquecento pagine creando una sorta di dipendenza, di necessità di sapere, di sentimenti contrastanti che portano a parteggiare a volte per uno a volte per l'altro.
La vita dei ragazzi viene sconvolta sia da un'età che avanza trascinandosi dietro tutti i normali problemi del caso, sia da un destino che sembra riproporsi più e più volte senza lasciare scampo alla loro volontà.
Come in tutti i college anche all'Albion nasceranno degli amori, si creeranno o si sfasceranno delle amicizie, si cercherà di superare delle prove, si sospetterà delle persone sbagliate ed il lettore non potrà far altro che venire risucchiato dalle vite e dalle emozioni di questi ragazzi speciali.
Ora non mi resta che aspettare il terzo capitolo della saga che, a detta dell'autrice, dovrebbe essere pubblicato dopo l'estate! Beh io non vedo l'ora!!!
Se ancora ne avete, superate le reticenze ed iniziate a leggere subito questi libri che, sono sicura, sapranno conquistarvi!
VOTO: 


martedì 8 marzo 2016

Ritratto di Signora #25 - Speciale 8 marzo

In occasione della Giornata Mondiale della Donna, noi di Ritratto di Signora abbiamo sempre voluto sottolinearne l’importanza ed il valore storico e umano.
Lo abbiamo fatto con le parole di una canzone, con la forza delle immagini, attraverso le eroine dei nostri libri preferiti. Anche quest’anno, nonostante sia solo di ieri l’appuntamento mensile, vogliamo fermarci un attimo e dare spazio a quelle emozioni travolgenti che le storie di donne forti, caparbie, determinate suscitano. E lo facciamo attraverso un film.

BUONA VISIONE





Per questa puntata speciale ho deciso di consigliarvi il film The help, tratto dall’omonimo romanzo di Kathryn Stockett.
Ho scelto questa storia per l’importanza che viene data alle donne: donne di classe diverse – e dal colore della pelle diversa – che negli anni ’60 in Mississippi mettono insieme le proprie forze per lottare contro i soprusi ai danni delle persone di colore che possono educare i figli dei bianchi ma in casa non possono neanche usare il bagno.
Ecco il trailer del film e qualche frase significativa.






Il coraggio non sempre equivale a prodezza. Il coraggio è avere l’ardire di fare ciò che è giusto, malgrado la debolezza della nostra carne.

  
Tu sei brava, tu sei intelligente, tu sei importante.



Nessuno mi aveva mai chiesto cosa provavo ad essere me stessa. Quando ho detto la verità mi sono sentita libera.



Chi ama il suo peggior nemico ha vinto.



Ed ora correte a scoprire i film scelti dalle altre ragazze:

Franci lettrice sognatrice

Grazie mille a tutti per l'attenzione.

Daniela, Monica, Miki, Francesca, Federica e Jennifer

lunedì 7 marzo 2016

Ritratto di Signora #24 - Mary Anning

Buongiorno e buon lunedì lettori! Come ogni mese torniamo con un nuovo Ritratto di signora; oggi tocca a me quindi bando alle chiacchiere... vi lascio al mio ritratto!

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Per il Ritratto di Signora di oggi ho deciso di prendere spunto da un libro che ho letto recentemente - Strane creature di Tracy Chevalier recensione qui - e che mi ha portato a conoscenza di una donna che ha cambiato la storia e che io fino a quel momento ignoravo: Mary Anning (1799-1847) nata e vissuta a Lyme Regis, all’incrocio fra le scogliere del Dorset e del Devon, in una famiglia tutt'altro che benestante. Il padre, falegname di professione, abbinava al suo lavoro quello del cercatore di fossili sulle spiagge locali - ricche di fossili del periodo Giurassico - con lo scopo di rivenderli ai turisti; Lyme Regis agli inizi del 1800 era infatti diventata meta turistica ambita per le famiglie nobili e benestanti della città di Londra. 
Mary apprese prestissimo dal padre l'arte della ricerca dei fossili fino a farlo diventare un lavoro, soprattutto dopo la morte di quest'ultimo. Era scavando sulle spiagge di Lyme, in inverno, alla base delle instabili scogliere, in solitudine, rischiando spesso la vita che Mary contribuiva al sostentamento della famiglia.

Scheletro di Ittiosauro
Nel 1811 (altre fonti riportano 1809 e 1810) Joseph Anning, fratello maggiore di Mary, trova il teschio lungo più di un metro di un ittiosauro. Mary pochi mesi dopo - aveva solo 12 anni - riesce ad individuare il resto del corpo. Capace di raffigurarsi la sagoma di un animale – vissuto milioni di anni prima e che non somiglia a quelli che può vedere attorno a sé – in frammenti di ossa, accurata nel ricomporli, sei anni dopo ne ricostruisce lo scheletro intero e l’esploratore tedesco Ludwig Deichart la soprannomina «la principessa della paleontologia». Inizialmente l'esemplare viene identificato come coccodrillo ed acquistato da Henry Hoste Henley, Lord del luogo che lo compra da Mary per 23 pounds, e che lo rivende a sua volta a William Bullock, collezionista di curiosità naturalistiche. Ma è Charles Konig, un naturalista che lavora presso il British Museum a dargli il nome e una sistemazione definitiva presso il museo. Negli anni Mary ne scoprirà poi diversi altri, più o meno completi. 
La sua reputazione cresce, il reddito no, fino a quando il colonnello Thomas James Birch mette invece all’asta fra i conoscitori europei i fossili che aveva acquisito dalla famiglia Anning e consegna a lei i proventi: 400 sterline. 

Nel 1820 Mary trova il primo scheletro incompleto di plesiosauro, seguito due anni dopo da uno completo.
Scheletro di Plesiosauro
Per il numero assolutamente inconsueto di vertebre del collo (35), mai osservate fino a quel momento in nessun organismo vivente, inizialmente la scoperta genera i sospetti del naturalista ed anatomista francese Georges Cuvier, considerato a quel tempo autorità assoluta nel suo campo. Una tale accusa di falsificazione, anche non provata, avrebbe potuto mettere in grande imbarazzo Mary ed il suo commercio, togliendo credibilità ai suoi ritrovamenti. Grazie al secondo esemplare completo e all'appoggio della Geological Society, i dubbi cadono e Cuvier ritira le sue perplessità. 
Da quel momento Mary annota e critica articoli scientifici che si fa mandare dai visitatori, impara l’anatomia sezionando pesci e seppie per meglio visualizzare, per similitudine, la forma di specie estinte. A 27 anni, con i risparmi compra una casa e al pianterreno apre l’Anning’s Fossil Depot, assistita da una signorina di buona famiglia, Elizabeth Philpot - altra protagonista del libro della Chevalier - che ne diventa l’amica e la collaboratrice. Il deposito è presto frequentato da celebrità come re Federico Augusto II di Sassonia o i “fossilisti” del museo di storia naturale di Londra e di quello di New York.
Scheletro di Pterosauro

Nel 1828 è la volta del primo fossile di rettile volante mai trovato in Inghilterra, anche se incompleto, uno pterosauro; scoprì inoltre varie nuove specie di fossili di pesci, tra cui la prima Squaloraja, nel dicembre del 1829. Mary Anning ne ricava 210 sterline e dovrebbe finalmente vivere con un po’ di agio. Ma nel 1835 perde tutti i risparmi in un investimento sbagliato. Attraverso la nuova British Society for the Advancement of Science, Buckland le fa avere una pensione dal governo, per “contributi eccezionali alla scienza”.

Inutile specificare che essendo nata donna, alla fine del 1700, da una famiglia di bassissima estrazione sociale, Mary ebbe pochissimi, se non quasi nulli, riconoscimenti della sua opera in vita, nonostante durante le sue ricerche fosse venuta in contatto con importanti personaggi del campo scientifico che spesso la contattavano per chiederle pareri o per acquistare da lei pezzi dei suoi ritrovamenti. Nessuno di loro fece comunque mai un cenno a Mary nominandola apertamente nelle loro relazioni scientifiche. Non è ammessa nemmeno in visita alla Geological Society di Londra anche se i membri ne usano le opinioni e le scoperte (tra cui il fatto che certi sassi friabili erano in realtà coproliti, feci fossilizzate) per iscrivere la storia della vita e della morte delle specie nel «tempo profondo» delle ere geologiche, e approdare con Charles Darwin alla teoria dell’evoluzione.
Fossile di Squaloraja
La ragazza rischiò più volte la vita durante le sue ricerche ma il richiamo dei "ninnoli", come li chiamava lei, era più forte di qualsiasi altra cosa e la sua capacità di scovarli era impressionante.
Nel libro della Chevalier viene dato molto risalto a questa parte della storia e l'autrice riesce a raccontare in modo molto vivido sia le fasi di ricerca/ritrovamento che quella di pulizia/preparazione dei pezzi. Altro punto importante è l'amicizia e collaborazione di Mary con Elizabeth Philpot. Fu proprio un parente di quest'ultima - Thomas Philpot - a commissionare la costruzione del Lyme Regis Museum, costruito nel 1901 in una delle più antiche parti della città, un tempo affollata di case.

Mary muore a 47 anni, di cancro al seno. De la Bèche, presidente della Geological Society, ne pronuncia l’elogio funebre davanti all’assemblea, come se lei ne avesse fatto parte. Anni dopo, Charles Dickens racconterà sulla rivista letteraria All the Year Round la vita della «figlia del carpentiere che si guadagnò un nome tutto per sé e se lo meritava.»
Peccato che la donna, nella sua pur così importante vita, non abbia mai avuto in vita i riconoscimenti che si sarebbe meritata.

Bibliografia:

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Potrete trovare questo post sui blog:


Grazie mille a tutti per l'attenzione.

Daniela, Monica, Miki, Francesca, Federica e Jennifer

giovedì 3 marzo 2016

#AdottaUnAutoreEmergente... seconda - Mirko Zilahy

Buongiorno lettori, sul blog Lgs abbiamo adottato una nuova rubrica! Si tratta di interviste semiserie ad autori emergenti. Ognuna di noi quando intervisterà un autore per il blog comune plubblicherà il post anche sul suo blog personale quinsi eccoci qui, con una puntata della rubrica #AdottaUnAutoreEmergente.
Per questo secondo appuntamento abbiamo con noi un emergente nel mondo della scrittura ma non nel mondo dell'editoria. Sto parlando di Mirko Zilahy, già editor e traduttore, che ha esordito come scrittore con il suo È così che si uccide edito da Longanesi.


1. Ciao Mirko, benvenuto e grazie per esserti prestato a questa intervista semi-seria. Tu ed io ci siamo conosciuti con una figuraccia da parte mia. Avevo appena condiviso l’incipit del tuo libro in una puntata di Chi ben comincia ed avevo dichiarato di non essermi ancora riuscita a fare un’idea perché mi aspettavo un libro adrenalinico e invece avevo trovato un libro lento e pacato. Ovviamente la mia sfiga cronica ha voluto che tu, proprio quel giorno, mettessi un “mi piace” alla mia pagina facebook e ti trovassi nel bel mezzo di quelle mie affermazioni. Mi sei apparso in chat il giorno dopo con la frase: ”ancora impantanata tra le pagine del mio libraccio? ;)

Ora immagina la mia faccia… ho cominciato a sudare freddo e a chiedermi come risponderti.

Un altro al posto tuo mi avrebbe insultata – non sai cosa capita a noi povere blogger – quindi la prima domanda è: ma tu sei un angelo sceso tra di noi oppure sei un serial killer – come quello del tuo libro – e stai solo aspettando di capire dove mi trovo per venirmi a prendere e squartarmi?


Sono un angelo vendicatore! Ma tu sei innocente, sono altri quelli che presto andrò a trovare!



2. Per prima cosa togliamoci le curiosità: il tuo nome, che di italiano ha praticamente nulla, da dove arriva? Nome vero? Pseudonimo? Scrivi sotto copertura? Sei un agente della CIA che deve per forza di cosa non essere riconosciuto? A parte gli scherzi, raccontaci un po’ chi sei e che origini hai.



Zilahy è il cognome della mia famiglia paterna. Origine ungherese, Budapest. Radici lontane ma di cui vado molto fiero. Io sono nato a Roma, a Montesacro e, dopo delle lunghe parentesi a Latina, Dublino e Terni, sono rientrato a casa.
 

3. Ovviamente ti ho chiesto di poterti fare questa intervista prima che tu sapessi se mi fossi spantanata o meno – hihihihi tecniche di una blogger cacasotto, si può dire cacasotto? Vabbè ormai… - ora vorrei che tu dicessi ai possibili impantanati il motivo per cui dovrebbero andare avanti  nella lettura e non abbandonare il libro (oltre che per la paura che tu li scopra e li uccida ovviamente!).



Il libro ha quattro velocità, quattro marce che corrispondono a quattro fasi della storia e a quattro atmosfere distinte. La prima, quella in cui tu ti sei impantanata (;-)), è quella più ipnotica, onirica, vittoriana.
 

4. La tua famiglia vive sonni tranquilli dopo aver letto le tecniche di squartamento in cui ti sei perfezionato scrivendo questo tuo lavoro? Non vorrei mai trovarmi nei panni di una compagna che ti ha fatto diventare le mutande rosine a causa di un lavaggio sbagliato o nei panni di un collega che ti fa arrabbiare! 


La mia famiglia crede che io abbia scritto un saggio sulla disinfestazione dalla zanzara tigre, per cui sì, dormono sogni tranquilli. Per ora…



5. La Mira Lanza, fabbrica di detersivi di cui le nostre mamme, quando noi eravamo ancora bambini, scambiavano figurine come se non ci fosse un domani – solo le carampane come me possono avere quel ricordo – l’hai tirata in mezzo per per farci rivivere un’infanzia fatta di mamme rimbecillite e distrarci così dal tuo serial killer che nel frattempo imperversava senza sosta? 


Quando studiavo le location per È così che si uccide ho ritrovato decine di pubblicità e di figurine del tempo. E in effetti, tra le suggestioni dei luoghi diroccati della prima parte del mio romanzo, la Mira Lanza ha questa doppia funzione di mondo abbandonato, cadente e pericoloso ma è anche un'eco per l'infanzia di tante generazioni di italiani.



6. Da traduttore/editor a scrittore - io già ti farei una statua per aver accettato di tradurre quella mole non indifferente de Il Cardellino di Donna Tartt – molti pensano che il passo sia breve, attraverso una qualche spintarella di sorte. Quanto è più semplice o quanto più difficile passare da un ruolo all’altro? Quanti di quelli con cui avevi a che fare prima nel mondo dell’editoria adesso ti guardano in cagnesco? C’è un sassolino nella scarpa che vuoi toglierti?


Il passo è breve, perché si ha a che fare con la scrittura in tutti questi mestieri e perché si conosce la realtà editoriale italiana dall'interno, ma è lunghissimo perché nel assale dall'altra parte si dimenticano automaticamente tutte le buone regole apprese nelle altre professioni. Per ora non mi sono accorto di nessuno sguardo in cagnesco, ma se succedesse so che fa parte del gioco. No, nessun sassolino.



7. Chissà quante volte nel tuo lavoro di tutti i giorni hai pensato: questo è un incapace eppure pubblica. Oppure, al contrario, hai pensato: questo è un capolavoro assoluto. Per salvarti da possibili querele non ti chiederò il nome dell’incapace – però se me lo dirai in chat mi renderai una donna felice! – ma mi piacerebbe sapere chi decreteresti come vincitore della tua personale classifica di gradimento, ovviamente non vale dire il tuo nome!



Bella domanda. Tra le cose a cui ho lavorato come redattore, traduttore e come editor, ci sono decine di libri stupendi. Nel thriller amo Shane Stevens e il suo masterpiece, Io ti troverò. Ma potrei citare Stoner, Il cardellino, Il mistero del mare di Bram Stoker e il capolavoro di John McGahern The Dark, in uscita per minimum fax in questi giorni. 

8. Mancini tornerà in libreria? Per lui ci sarà un seguito come ormai succede al 99% dei commissari letterari degli ultimi tempi? Io ce lo vedo bene! Magari però, prima, gli regaliamo un paio di guanti nuovi! ;)



Mancini tornerà in libreria perché È così che si uccide è il primo romanzo di una trilogia e perché me lo chiedono davvero tantissimi lettori. Perciò tagliamo corto perché devo andare a scrivere!!! :-)
 

9. Dai, ora puoi dirmelo, dopo questa intervista siamo diventati intimi! Cosa hai pensato veramente quando hai letto il mio post? Avresti voluto mandarmi a cagare e non lo hai fatto per galanteria?


Mi hai incuriosito invece. Mi sono detto, vediamo quando scatta la mia trappola! ;-)
 

10. Una domanda seria prima di chiudere voglio fartela. Quanto Mirko c’è in Enrico Mancini e quanto invece ce n’è nell’Ombra? Come ho già scritto nella mia recensione, leggendo sembra quasi che queste due figure siano due risvolti della stessa medaglia, come se più che due persone diverse siano due atteggiamenti differenti ad una grande sofferenza terrena. È stata solo una mia impressione o c’è qualcosa di vero in quello che ho percepito?



Hai colto nel segno, sono due uomini allo specchio, lontanissimi eppure simili, nell'amore e nella morte. Ho messo il meglio e il peggio di me in questi due personaggi, mescolando gli ingredienti per bene. In entrambi c'è un po' Dottor Jekyll e un po' Mr Hyde. 

Con questo è tutto. Ti ringrazio per aver accettato senza riserve l’intervista di una che in quel momento risultava impantanata sulle tue parole. Il tuo atteggiamento mi ha comunque fatto pensare che, a prescindere da tutto, tu sia una persona buona e intelligente!

Grazie a te! Sono certamente più buono che intelligente, ma questo forse è il caso di non dirlo… sarebbe cattiva pubblicità per uno scrittore di thriller!!! ops…



Che ne dite di questo autore? Vi ha incuriosito questa intervista? Allora cosa aspettate, correte a leggere il suo libro!

lunedì 29 febbraio 2016

Recensione #111 - Albion di Bianca Marconero

Buongiorno lettori, come state? Un altro lunedì incombe sulle nostre teste, che amarezza. In più non è che il week end sia stato particolarmente entusiasmante; non so da voi ma a Milano ha piovuto ininterrottamente sia sabato che domenica. L'unica nota positiva è che pioggia vuol dire divano e libro (tranne che nel momento dei mestieri, della cucina, dello stiro...).
Sono riuscita a terminare la lettura che avevo in corso:  Albion di Bianca Marconero, edito da Limited Edition, 398  pagine. Ecco la mia recensione.

Trama: Cresciuto senza madre, e dopo aver perduto il fratello maggiore - morto in circostanze misteriose -, nel giorno del funerale dell'amatissimo nonno, Marco Cinquedraghi riceve la notizia che gli cambierà la vita: deve lasciare Roma e partire per la Svizzera. È infatti giunto il momento di iscriversi all'Albion College, la scuola in cui, da sempre, si diplomano i membri della sua famiglia. Ma il blasonato collegio riserva molte sorprese. Tra duelli di spade e lezioni di filologia romanza, mistici poteri che riaffiorano e verità sepolte dal tempo che riemergono, Marco scoprirà il valore dell'amicizia e capirà che l'amore, quello vero, non si ottiene senza sacrificio. Nelle trame ordite dal più grande dei maghi e nell'eco di un amore indimenticabile si ridestano legami immortali, scritti nel sangue. Fino all'epilogo, tra le mura di un'antica abbazia, dove Marco conoscerà la strada che le stelle hanno in serbo per lui. Il destino di un re il cui nome è leggenda.

Da tantissimo tempo avevo questo libro caricato sul kindle. Da una parte ne ero attratta per le meravigliose recensioni che continuamente leggevo online; dall'altra mi spaventava il fatto che non appartenesse ad uno dei miei generi prediletti ed avevo paura che potessi non apprezzarlo a pieno. Devo dire che se avessi saputo che mi sarebbe piaciuto così tanto non avrei assolutamente aspettato tutto questo tempo per leggerlo.
L'Albion è collegio svizzero con regole molto rigide e in cui solo i predestinati possono essere ammessi. Un luogo che da subito si rivela ricco di misteri e affascinante per le materie che gli studenti si trovano ad affrontare.
Marco è uno di quegli studenti. La sua ammissione però è un caso speciale: solo i primogeniti delle famiglie predestinate possono studiare all'Albion; Marco invece è il figlio minore dei Cinquedraghi. Suo fratello Riccardo era il vero avente diritto all'ammissione ma la sua morte prematura avvenuta proprio all'interno del collegio, porta Marco ad essere il suo sostituto.
Marco è un ragazzo romano, la sua famiglia - i Cinquedraghi appunto - è una delle più importanti della città. Cresciuto senza una madre, morta dandolo alla luce, e con un rapporto conflittuale con il padre, per Marco la partenza verso la Svizzera è una possibilità di allontanarsi da una vita che - dopo la morte del fratello prima e di quella del carissimo nonno dopo - gli sta ormai stretta.
All'Albion il ragazzo viene da subito guardato con diffidenza; nessuno è mai stato ammesso direttamente al terzo anno e la difficoltà dell'insegnamento all'interno del collegio lo danno da subito come spacciato.
Non ci sono seconde possibilità: chi viene bocciato è fuori, senza nessuna possibilità di rientrare all'interno del programma.
Solo apparentemente all'Albion gli studenti sembrano essere tutti uguali; se una divisa comune obbliga gli iscritti ad uniformarsi tra loro, non c'è una vera coesione in quanto la classe sociale è un elemento estremamente importante tanto che gli studenti borsisti - che non pagano una retta come i benestanti - non hanno rapporti di amicizia con i ragazzi ricchi e dormono in un'ala del castello differente a loro dedicata. Da subito le vicende di Marco sembrano intrecciarsi con alcuni altri studenti, tra cui diversi borsisti.
Se in un primo momento non riuscivo a capire dove questo libro volesse andare a parare, con lo scorrere delle pagine sono riuscita ad entrare nel pieno dell'atmosfera appassionandomi sempre di più alla storia. Una storia particolare, per niente banale, che ha come base un collegio collocato all'interno di un castello in cui si studiano l'arte del combattimento e si pratica la caccia. Ambientazione che rende il tutto molto affascinante e fa entrare il lettore nel pieno della trama.
L'autrice è molto brava nelle descrizioni sia delle ambientazioni che dei personaggi, non lasciando mai niente al caso. Ogni descrizione è precisa, dettagliata ma non esagerata, mai trascurabile.
Nonostante il taglio fantasy il libro rimane sempre credibile, le vicende seppur richiamanti leggende del passato vengono inserite in un contesto attuale, ben collocato, dando la possibilità al lettore di avere in alcuni momenti la sensazioni di leggere una storia vera e possibile. Questo è fattibile perchè i personaggi sono dei ragazzi realistici, che agiscono come tutti quelli della loro età e che crescono attraverso gli avvenimenti e le conoscenze che apprendono frequentando il collegio. Personaggi che da subito sono capaci di entrare nel cuore del lettore che parteggerà per tutta la lettura per l'uno o per l'altro.
Il ritmo della narrazione cresce con lo scorrere delle pagine perchè i misteri pian piano vengono svelati ed il lettore ne viene messo a conoscenza poco per volta, permettendogli di mantenere sempre un'attenzione alta.
Lo stile dell'autrice emerge sin dalle prime righe: capace, appassionante, precisa anche nella ricostruzione storica, Bianca Marconero ha saputo realizzare un lavoro impeccabile.
Un libro che mi ha portato indietro nel tempo, alle leggende di Re Artù che da bambina tanto adoravo. Un lavoro assolutamente promosso di cui avevo già pronto il seguito, che ho iniziato a leggere subito ieri pomeriggio; sono troppo curiosa di vedere come si evolve la storia!
Consigliato anche a chi generalmente non legge il genere!

VOTO: 


venerdì 26 febbraio 2016

Ti consiglio un libro #16 - Un libro divertente

Buongiorno lettori, eccoci con un nuovo venerdì cui diamo il buongiorno con una nuova puntata della rubrica Ti consiglio un libro, pubblicata circa due volte al mese e nata dalla collaborazione con Laura de La Biblioteca di Eliza, Salvia di Desperate Bookswife e Laura de La Libridinosa. Oggi - orfane della nostra Salvia colpita e affondata da un tremendo virus intestinale - consigliamo Un libro divertente. Come sempre cliccando sul titolo sarete rimandati alla nostra recensione.



IL MIO CONSIGLIO 



Autore: John Niven
Casa editrice: Einaudi
Pagine: 381
Prezzo:  Cartaceo 19.00 euro - Ebook 8.99 euro


Un libro divertente in cui l'autore immagina Dio, di ritorno da una vacanza, che guardando la Terra la ritrova  con la presenza di un'infinità di religioni dai credi più disparati sparse in tutto il mondo; con guerre che in nome della religione hanno sconvolto e ancora sconvolgono il mondo; con una chiesa che spesso pretende di dire la sua anche in questioni che poco dovrebbero importargli; con l'idea che si possono commettere i peccati più distruttivi tanto poi c'è la confessione e la preghiera che perdona tutto. Come risolvere il problema? Ovvio, rimandando Gesù sulla Terra. Un Gesù un po' particolare, che mi ha fatto ridere non poco. Un libro irriverente ma con stile, pieno di personaggi, tantissimi, ognuno con la loro caratteristica ed ognuno necessario ai fini della storia; disadattati di ogni tipo che, guidati da un Gesù moderno e fricchettone, cercano una via per cambiare il mondo. Lo avete letto? Vi ha fatto ridere?

Ed ora correte a scoprire i consigli di Laura e Laura