domenica 26 maggio 2013

Il mio nome è rosso

Ciao a tutti, come state? Io assorbita in tutto e per tutto da mille impegni e pensieri quotidiani che purtroppo in questo periodo mi hanno lasciato poco tempo da dedicare a me stessa, alla lettura e al blog. Se in più mi scelgo letture non proprio leggere, allora la questione si complica ulteriormente. Nelle prossime settimane, lo prometto a me stessa, mi dedicherò a generi più leggibili anche in situazioni di tempo molto resegato, così magari riuscirò a non trascinarmi un libro troppo a lungo.

Ho appena concluso la lettura di un libro molto particolare, in cui mi sono imbattuta poco tempo fa in una delle mie frequenti incursioni in libreria.
Si tratta de "Il mio nome è rosso", una delle opere del famoso scrittore turco Ohran Pamuk.
Dopo essermi fatta ammaliare dalla copertina - che ritrae una figura femminile orientale che ci regala un assaggio dell'atmosfera che si respirerà all'interno del romanzo - sono stata incuriosita dalla trama che prometteva intrecci tra delitti e vicende amorose nel mondo dei miniaturisti del Sultano ad Istanbul.
Un libro non recente, pubblicato per la prima volta nel 1998 ed ambientato nel 1591.
L'ho acquistato perchè avevo voglia di cambiare un po' genere, mi intrigava la trama e la sua ambientazione storica.

Ecco la trama del libro:
Istanbul, 1591. In una città scossa da antiche inquietudini e nuovissime tentazioni, tra i miniaturisti del Sultano si nasconde un feroce assassino. Per smascherarlo, Nero è disposto a tutto, anche a rischiare la vita. Perché se fallisce, per lui non ci sarà futuro con la bella Seküre, non ci sarà l'amore che ha sognato per dodici anni.
Libro corale, ricco di passione e di suspense, questo straordinario romanzo di Orhan Pamuk restituisce la ricchezza e la malinconia di un mondo al tramonto. Nel contrasto tra i due vecchi miniaturisti, Zio Effendi e Maestro Osman, Pamuk riassume una discussione che continua ancora oggi nel mondo islamico, diviso tra modernità e tradizione.


Nonostante non sapessi cosa aspettarmi e avessi paura che la parte storica, se troppo presente nel libro, avrebbe potuto annoiarmi, ho cominciato questo libro con molto entusiasmo e devo dire che già dalla prima pagina sono stata rapita dalla scrittura dell'autore, che mi ha coinvolto per i primi capitoli.

Il libro comincia così: " Adesso io sono un morto, un cadavere in fondo a un pozzo. Ho esalato l'ultimo respiro ormai da tempo, il mio cuore si è fermato, ma, a parte quel vigliacco del mio assassino, nessuno sa cosa mi sia successo. Lui, il disgraziato schifoso, per essere sicuro di avermi ucciso ha ascoltato il mio respiro, ha tastato il mio polso mi ha dato un calcio nel fianco, mi ha portato al pozzo e mi a preso in braccio per buttarmici dentro. La testa me l'aveva già spaccata a colpi di pietra, e cadendo nel pozzo è andata in pezzi, la mia faccia, la fronte e le guance, è rimasta schiacciata, è scomparsa, le ossa si sono spezzate, la bocca si è riempita di sangue."
Chi parla nel primo capitolo è proprio il morto. Racconta il suo assassinio dal proprio punto di vista, permettendo a chi legge di entrare nel pieno della vicenda. Sembra quasi di essere catapultati in fianco a lui, in fondo al pozzo, e di osservare la sua faccia spaccata ed irriconoscibile.
La particolarità di questo libro sta nel tipo di narrazione, infatti Pamuk rende protagonista ogni singolo personaggio facendogli narrare gli avvenimenti e creando così un insieme di punti di vista variegati che rendono la lettura molto piacevole. Ogni capitolo è narrato da un personaggio diverso - che si ripete nel corso del romanzo - ed è preceduto da un titolo che ci svela chi parlerà; in questo modo risulta anche molto semplice rimanere al passo con la narrazione nonostante questi innumerevoli personaggi che intervengono strada facendo. Inoltre ogni personaggio si rivolge spesso al lettore, dando al romanzo un senso quasi teatrale, come se ogni capitolo rappresentasse una scena su un palcoscenico, con una scenografia diversa, e come se alla fine di ognuno di questi si tirasse il sipario e si entrasse in un mondo nuovo.
Sicuramente non si tratta di un libro semplice, a me ha richiesto molta concentrazione, soprattutto in alcuni punti, dove il racconto si inoltra - a volte in modo un po' troppo particolareggiato per i miei gusti - nell'ambiente dei miniaturisti, ripetendo in modo ossessivo le loro regole e le loro convinzioni.
La storia principale secondo me è molto intrigante, ma non è trattata come un vero e proprio giallo, anzi si ritrova spesso a ad essere quasi un contorno di tutta la vicenda.
Raffinato Effendi, il morto, viene assassinato da un suo compagno di lavoro di cui non ci viene svelato il nome ma a cui viene spesso data la parola nel corso del romanzo. Sta al lettore tenere a mente i possibili indizi in modo da arrivare a scoprire insieme a Nero - il vero protagonista della storia - chi è il traditore che è riuscito a commettere quel brutale omicidio.
A fare da sfondo alla parte misteriosa della storia, c'è la vicenda amorosa tra Nero e Sekure; lui da sempre innamorato della bella cugina e allontanato da Istanbul in passato proprio per averle dichiarato il suo amore e lei, moglie e mamma, in attesa di un marito partito per la guerra che non rientra da più di quattro anni e quindi probabilmente morto in battaglia.
Solo riuscendo ad individuare l'assassino, che ha sconvolto i labili equilibri del gruppo dei miniaturisti, Nero avrà forse la possibilità di vivere senza riserve l'amore da sempre sognato.
E infine c'è la questione islamica, che assume nel romanzo un ruolo particolarmente importante con la contrapposizione tra gli ideli di bellezza e di rappresentazione risalenti agli antichi maestri orientali, e quelli invece dei maestri europei ritenuti da molti peccatori.

Ecco alcuni passaggi - oltre a quello iniziale del primo capitolo che vi ho già indicato -che più mi hanno colpito nel romanzo:

"Ci abbracciammo. E mi piacque talmente che non mi sentii più in colpa. Era una sensazione più dolce del miele, mi persi. Lo abbracciai più forte. Gli permisi di baciarmi, lo baciai anch'io. E mentre ci baciavamo, sembrava che il mondo intero fosse immerso in una dolce oscurità. Avrei voluto che tutti si abbracciassero come noi. Mi sembrava di ricordare che amare fosse qualcosa di simile."

"Sento che vi domandate: cosa vuol dire essere un colore? Il colore è il tocco dell'occhio, la musica dei sordi, un grido nel buio. Dato che sono decine di migliaia di anni che ascolto, di libro in libro, di oggetto in oggetto, quel che dicono le anime, come il ronzio del vento, lasciatemi dire che il mio tocco somiglia a quello degli angeli. Parte di me richiama i vostri occhi, è la mia parte pesante. L'altra parte vola in aria con i vostri sguardi, è la mia parte leggera. Sono cosí contento di essere rosso! Mi brucia dentro, sono forte, so di attirare l'attenzione, so anche che non riuscite a resistermi"

"Ma l'amore dev'essere una cosa che non va capita con la razionalità di chi come me fa continuamente funzionare il cervello per difendersi, ma con l'irrazionalità"

Nel complesso consiglio il libro, anche se bisogna avere la forza di superare qualche punto che può risultare un po' ostico per chi non è particolarmente amante dei romanzi troppo storici, come la sottoscritta. Forse la difficoltà di capire fino in fondo il punto di vista Orientale, sia nei contenuti che negli atteggiamenti, ha reso dal mio punto di vista le cose ancora più difficili. Le ultime 150 pagine sono state, in alcuni passaggi, abbastanza impegnative perchè la descrizione delle miniature arriva ad un dettaglio eccessivo, che porta quasi ad allontanare l'attenzione dall'argomento principale che dovrebbe essere quello di trovare un assassino. Credo che le 440 pagine di questo libro avrebbero potuto tranquillamente essere ridotte di almeno un centinaio senza che si perdesse per questo il senso del racconto, anzi, probabilmente sarebbe stato un valore aggiunto. Fortunatamente ho sempre trovato la scrittura dell'autore molto fluida, capace quindi - superati i piccoli scogli che in un libro del genere si possono anche accettare - di farmi riassorbire dalla storia non appena l'argomento trattato tornava ad abbandonare i troppi dettagli storici e artistici.

Chi di voi ha letto qualcosa dello scrittore in questione? Come lo avete trovato?
Sarei felice di trovare nei commenti un segno del vostro passaggio in questo mio piccolo mondo!

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