lunedì 21 ottobre 2019

Recensione #328 - La città delle ragazze di Elizabeth Gilbert

Buongiorno e buon lunedì, nonostante la pioggi che al nord imperversa oggi cominciamo bene la settimana con una recensione di un libro strepitoso! Si tratta de La città delle ragazze di Elizabeth Gilbert edito da Rizzoli che ringrazio per la copia, pag. 496. 

Sinossi: Feste strepitose, attori seducenti, dive egocentriche e poi musica, risate, luci che si accendono. Vivian morris ha novantacinque anni, ma se chiude gli occhi torna a essere la diciannovenne che dopo un fallimentare tentativo al college si è ritrovata a sbirciare dietro le quinte del vivace e sgangherato tea-tro gestito da sua zia peg. L'anno è il 1940, la città new york, gli ambienti sono quelli del lily playhouse, un odeon pazzo dove le ragazze in cerca di fortuna si offrono al mondo, all'arte, agli uomini. Vivian inciampa in questo fiume in piena e ne è trascinata via, complice il fascino di celia, soubrette dal corpo meraviglioso e con la voce cupa da gatta randagia. Mentre la ragazza scopre di avere un talento come costumista, zia peg la accoglie nel suo regno esploso, al centro della città più sognata e ai margini della sua ricchezza. Dove bisogna scrollarsi di dosso la provincia impressa nel passo e negli occhi. La città delle ragazze è la storia di un'educazione sentimentale gioiosa, la rappresentazione di un universo che non teme di mostrarsi famelico, rumoroso, fragile e mosso da un'inquietudine costante. Amato dalla migliore critica americana, che ha trovato in questa scrittura uno sguardo illuminante e onesto sulla natura e il carattere del desiderio femminile, ecco il nuovo romanzo di Elizabeth Gilbert.


Premetto che, nonostante l'autrice sia quella del famosissimo Mangia prega ama, io non la conoscevo se non di nome. Quando mi hanno proposto questo libro ho accettato con slancio perchè sono stata ammaliata dalla stupenda cover ma anche dalla trama e dall'ambientazione newyorkese degli anni Quaranta. Ma, si sa, spesso le cover e le trame sono specchietti per le allodole quindi io ci vado sempre con i piedi di piombo e aspetto di leggere il romanzo per farmi l'idea corretta di quello che ho per le mani.
In questo caso però posso dire che cover e trama sono assolutamente in linea con il contenuto del romanzo che è, posso dirlo, uno dei pochi romanzi a cui nel 2019 ho dato il massimo dei voti.
Se volete sapere perchè dovete continuare a leggere!

"Mi misero su un treno per New York, e che treno! Era magnifico. L’Empire State Express, in partenza da Utica. Luccicante e cromato sistema di consegna di figlie degeneri. Mi accomiatai da mamma e papà e, con una certa aria d’importanza, affidai il mio bagaglio a un facchino. Poi presi posto nella carrozza ristorante, dove restai per l’intero viaggio a sorbire frappè al malto, mangiare pere sciroppate, fumare sigarette e sfogliare riviste. Stavo andando in esilio ma… con stile!"
Protagonista di questo libro è Vivian, che da subito si presenta al lettore facendosi amare incondizionatamente.  È il 2010 e la Vivian che ci si mostra nel primo capitolo è – come si definisce lei – una “vegliarda che arranca per le strade di New York, rifiutandosi categoricamente di rinunciare alla sua vita e alle sue proprietà immobiliari". Già da questa definizione ha rubato il mio cuore e mi ha fatto pensare che l’autrice ci stava preparando ad una storia particolare. E questo è stato. Perché per mano, dal capitolo successivo i lettori, accompagnati da Vivian, compiono un viaggio lunghissimo indietro nel tempo, nella New York degli anni ’40 e attraversano la storia sbirciandola dal sipario di un piccolo e povero teatro di bassa leva, dove gli attori sono avanzi di night club e i frequentatori sono poveri in canna che si accontentano di storie sempre uguali, con copioni basici e poco  appaganti ma che, comunque, permettono una distrazione a poco prezzo. 
La particolarità di questo viaggio è che Vivian lo racconta attraverso una lunghissima lettera rivolgendosi ad Angela, la figlia di un uomo che, lo si capisce subito, ha avuto un ruolo importante nella vita di Vivian, ma per scoprire quale sia il lettore dovrà pazientare fino alla fine del romanzo.
Il viaggio parte con Vivian dicannovenne che, dopo essersi fatta espellere dal facoltoso college che frequenta, viene mandata dai genitori in esilio a New York. Di lei si occuperà la zia Peg, sorella di suo padre, nonchè proprietaria di un piccolo teatro nella grande New York.
Da subito l'autrice riesce a far sorridere il lettore perchè il modo di raccontare che attribuisce a Vivian è decisamente divertente e capace di conquistare subito l'attenzione di chi legge. 
All'arrivo di Vivian a New York, dopo l'incontro con la zia che non vede da tantissimo tempo, sembra quasi di ritrovarsi davanti alla Zia Mame, protagonista del romanzo famosissimo, alla su esuberanza, alla sua apertura mentale, al suo anticonformismo.
Se però nel famosissimo romanzo di Patrick Dennis io ero rimasta un po' delusa dalla totalità del romanzo, che mi era sembrato formato da una serie di aneddoti e racconti che non avevano un filo conduttore forte e coinvolgente, in questo caso la Gilbert ha saputo delineare dei personaggi interessanti tanto quanto quelli di Dennis - se non di più - ma anche regalato al lettore una storia totamente convincente, ricca di sentimenti, con un'ambientazione strabiliante e una serie di avvenimenti capaci di intrecciarsi tra loro con grande maestria per quasi cinquecento pagine, fino ad arrivare al culmine con la rivelazione finale che... WOW! 
Sì, perchè se Vivian è la protagonista, tutti gli altri personaggi non hanno per niente un ruolo secondario ma emergono prepotentemente dalle pagine rivelando al lettore il proprio carattere, le proprie attitudini, i propri sentimenti e rivelandosi ognuno un tassello importante e necessario alla storia. Una storia che, oltre ad essere ambientata a New York tra il 1940 e il 1970 circa -rivelandone sempre perfettamente le atmosfere nel corso di un lasso di tempo per niente breve - si svolge principalmente all'interno del piccolo teatro che la zia Peg dirige con pochissimi soldi ma tantissimo sentimento. Questo permette all'autrice di raccontare la storia di personaggi particolari che orbitano attorno a questo teatro, personaggi non usuali, capaci di divertire il lettore ma anche di farlo riflettere molto. Sono proprio questi personaggi che si riveleranno importantissimi per la crescita della giovane Vivian, che le faranno commettere i primi veri e seri errori, che le apriranno gli occhi su un mondo che lei non poteva neanche immaginare, che la porteranno a frequentare persone, a fare cose, a realizzare sogni ma anche ad infrangerli con le proprie mani. Insomma, sono questi personaggi che permetteranno a Vivian di vivere sul serio, di diventare donna, di capire cosa potrebbe fare o non fare nella vita.
È una storia, questa, ricca di eccessi: eccessi nel bere, eccessi nel sesso, eccessi nel divertimento, eccessi nel rapporto con gli altri, ma è anche una storia profonda, importante, che punta i riflettori su temi tosti come la guerra, i tradimenti, i rapporti di amicizia, i rapporti d'amore, i rapporti familiari, la ricostruzione, le grandi soddisfazioni ma anche le grandi e dolorosissime delusioni. Insomma, punta i riflettori sulla vita vera e, credetemi, questi personaggi vi sembreranno in carne ed ossa tanto sono ben caratterizzati e delineati.
Ma, attenzione, non fatevi fuorviare da tutto quel rosa e da tutte quelle piume in copertina perchè questo NON È un romanzo rosa, NON È un romanzo per sole donne, NON È un romanzo superficiale e frivolo. Questo È un romanzo profondo, corposo, ricco e sarà capace di restarvi dentro grazie alle sue atmosfere magiche, ai suoi personaggi incredibili, allo stile divertente e spumeggiante capace di cambiare registro diventando doloroso e toccante. Insomma, dovete leggerlo. Subito. Senza tentennamenti perchè se mi conoscete sapete che i miei cinque sono molto centellinati, che sono sempre molto restia a dare i pieni voti perchè si può sempre migliorare nella vita quindi figuriamoci se non può farlo un romanzo. Quando arrivo a dare cinque è perchè in quello che ho letto non ho trovato nessun difetto, nessun avvenimento inutile, nessuna pagina di troppo, nessun personaggio inserito solo per far numero, insomma quando arrivo a dare cinque è perchè non sono riuscita a trovare niente che non sia gestito al meglio in un romanzo e questo è proprio un caso da cinque pienissimo!!!!
Spero di avervi convinto perchè ne vale la pena. Se vi ho convinto però poi tornate a dirmi se la lettura vi ha soddisfatto.
Vi auguro una settimana splendida - nonostante il tempo - e spero di riuscire a tornare presto con una nuova recensione.

 

VOTO:



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