venerdì 6 marzo 2020

Letture con Marina #81 - Recensione de Il cuore non si vede di Chiara Valerio

Buongiorno lettori, è venerdì e come un orologio svizzero torna Marina con una nuova recensione.
Lo scorso Settembre 2019, in occasione del Festival Letterario Pordenonelegge 2019, ho avuto modo di ascoltare Chiara Valerio, che presentava la grande interprete di scrittori e scrittrici / poeti e poetesse russe, Serena Vitale, Professore di letteratura russa e ceca che ha insegnato in vari atenei italiani, oltre a vincere diversi premi di grande rilievo per il suo lavoro di traduttrice. Ma di lei e di Sonecka Vi parlerò in un’altra occasione. Oggi Vi voglio svelare e parlare della fanciullesca, curiosa e colta Chiara Valerio.
Titolo: Il cuore non si vede
Autore:  Chiara Valerio
Casa editrice: Einaudi, 2019
Pagine:160
Sinossi: Andrea Dileva, quarantenne, studioso, curioso, professore di greco, si sveglia un giorno senza il cuore. Laura vive con lui, è abituata alle sue mancanze, ma questa proprio non se l'aspettava. Carla in teoria sarebbe la sua amante, ma a casa ha un cane, un bimbo, un marito, e poi con il corpo di Andrea ha sempre avuto un rapporto difficile, in fin dei conti le va bene anche cosí. Forse Simone avrebbe la fantasia per capire com'è che l'amico di mamma sta perdendo i pezzi, d'altronde è stato proprio lui a raccontargli storie di leviatani giganti e donne con la coda di pesce. Ma Simone ha otto anni e nessuno ha chiesto il suo parere. Andrea cerca dappertutto una storia che assomigli alla sua, senza trovarla: eppure era convinto che la mitologia fosse l'archetipo di ogni cosa. Certo, se l'umanità intera ha il terrore di morire, deve prendere atto che per lui è diventato impossibile. Come può smettere di battere un cuore che non c'è piú.




RECENSIONE:


Da notizie recenti, Chiara Valerio con il suo “Il Cuore non si vede” (Einaudi), è stata proposta da Jhumpa Lahiri per il Premio Strega 2020. Siamo ancora nella fase iniziale del Premio Letterario più prestigioso d’Italia, ma, copertina a parte, reputo questo romanzo molto interessante, colto, fascinoso e misterioso.

Ho acquistato il romanzo non appena sono uscita dall’incontro in cui Chiara Valerio presentava la Professoressa Serena Vitale. La vedo arrivare, sembra una ragazzina. Insieme alla Professoressa si accomoda sul palco. Se non ricordo male, un elegante completo pantalone nero, con una giacchina rosso brillante ed un foulard. Capello liscio che si appoggia dolcemente sulle spalle, occhialini tondi da comunista. Viso serio da secchiona. Curiosa. Partecipe. Attenta. Molto colta. Me ne sono innamorata. Sentirla duettare con Serena Vitale è stato un fulmine a ciel sereno. Sapere poi che per Nottetempo ha tradotto “Flush” e “Tra un atto e l’altro” di Virginia Woolf, non ha fatto che acuire questo innamoramento.

E così non ho potuto fare altro che leggerla, dopo averla ascoltata.

E mi ritrovo così invischiata in un romanzo al femminile, dove però il protagonista è un uomo quarantenne, il Prof. di greco Andrea Dileva, oramai all’apice della sua carriera, tanto che tiene anche seminari. Insomma, famoso, benestante, eterno bambinone che si gode la vita e che sembra aver trovato l’elisir di eterna giovinezza. Accanto a lui Laura, avvocatessa, sua convivente da cinque anni circa. E poi Carla, sua appassionata amante platonica da circa quattro anni, madre di un bimbo che si affeziona ad Andrea. Ma Carla è sposata e il di lei marito Claudio è perfettamente al corrente della relazione della moglie con il professore. E poi c’è Angelica, la dottoressa amica d’infanzia di Andrea. E Cristina, sorella minore di Andrea, con la figlia Agata.

Donne, donne, donne! Ed in mezzo lui. Che una bella mattina, proprio come nell’incipit di Kafka, si sveglia e si accorge che gli manca il cuore. Cioè non batte. E dopo una serie di lastre, ebbene sì, al posto del cuore c’è una macchia vuota. Dov’è mai andato a finire l’organi deputato all’amore? E soprattutto: perché Andrea è ancora vivo? Non si capisce. E Andrea non è il solo ad interrogarsi su questo fatto straordinario ed al contempo pauroso. Anche le sue donne, tutte le donne della sua vita, andando con la memoria al proprio passato, con o senza Andrea, cercano una risposta che possa spiegare l’arcano mistero. Solo che nel frattempo – e stiamo parlando di pochi giorni – Andrea inizia a perdere anche polmoni e fegato.

La sua metamorfosi è forse più spaventosa di quella di Gregor Samsa, perché la sua modificazione avviene all’interno, non all’esterno. E se essere degli scarafaggi può essere, tra le altre cose, schifoso – perdonatemi, ma perdere gli organi interni è di gran lunga più terrificante.

Chi cerca conforto nella scienza e negli organi specchio, chi predilige la psicologia e si aggrappa all’amore ed alle relazioni che suppliscono agli organi mancanti, chi si rifugia nel passato per ricercare una causa scatenante che a distanza di anni…

A nulla valgono tutte le congetture degli attori invischiati in questa metamorfosi fisica ed amorosa, se non a farci conoscere più intimamente queste persone. E veramente in questo romanzo vale il detto che l’importante non è la meta, cioè scoprire esattamente cosa sta accadendo e perché o cosa accadrà alla fine, ma la cosa meravigliosamente selvaggia è il viaggio, il romanzo tutto. E grazie ad Andrea, appassionato prosatore per bocca della divina Valerio, apprenderemo di uomini, eroi e dei greci. Il romanzo infatti è un elogio ed un omaggio alla letteratura greca, di cui Andrea incarna il novello divulgatore. A tratti un disattento lettore potrebbe avere a noia alcuni dei passaggi in cui il professore sta tenendo lezione all’Università o in cui si perde in vaneggiamenti in cui rievoca fantasmi oppure i sempre presenti eroi greci, ma non perdiamoci nei labirinti perché qui siamo in presenza della mitologia, quella con la “M” maiuscola e che è l’archetipo di ogni cosa. E proprio rimestando nella mitologia il protagonista potrà liberarsi degli strati di pelle in più e capire perché il cuore è scomparso, perché non batte più nel suo costato. E lo scoprirà suo malgrado, e malgrado la quasi moglie Laura, la quasi amante Carla, il quasi figlio di otto anni Simone, la meravigliosa amica d’infanzia Angelica e la fedele sorella Cristina. Ognuna di queste donne con il proprio carico di passato e con le proprie aspettative su quest’unico uomo, sano e robusto sì, ma “cavo”, farà capire al protagonista il perché il suo cuore è scomparso. E noi lettori, come si conviene in un grande romanzo, lo capiremo, ciascuno a proprio modo.

E ci innamoreremo. Del romanzo. E dell’autrice.


A presto,





8 commenti:

  1. Sperando che allo Strega si piazzi bene, è già in lista. :)

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  2. Ehilà ciao 😄 occhio che rischi di innamorarti 😉 incrociamo le dita allora!
    Buon fine settimana!!

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  3. Non so, non mi aveva ispirata questa cosa della metamorfosi ... Chiara Valerio ce l'ho ben presente invece, e mi piace molto. Dopo questa recensione magari le dò una possibilità.

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    1. Ciao Corie,
      Io dopo averla vista in azione lo scorso anno me ne sono proprio innamorata!
      Ho letto che qualcuno si è lamentato degli intermezzi della mitologia greca. Io li ho trovati molto ben innestati e facenti parte integrante ed interessante del romanzo. Gli danno insomma quel qualcosa in più...
      Spero che piacerà anche a te, ciao!

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  4. Incuriosiva tanto anche me. Spero di leggerlo presto anche io ☺️☺️☺️☺️

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    1. Ciao Gresi,
      Quando lo leggerai mi piacerebbe avere una tua opinione in merito.
      Trovo sempre molto peculiari i pareri naturalmente diversi alla lettura di uno stesso romanzo.
      Ciao e buone letture!

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  5. Un romanzo che sembra un miscuglio di tanti elementi ma nonostante questo, dalla tua recensione, pare sia venuto benissimo ♥

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  6. Ciao Franci,
    sì a tutta prima lo è, ma poi ad un certo punto tutto converge. Non come un giallo, ma come la vita... in modo così naturale che ti pare di averlo vissuto questo romanzo, più che averlo letto.
    Resta fortissima l'impronta della Valerio.
    Ti auguro un buon fine settimana, ciao!

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