venerdì 11 febbraio 2022

Letture con Marina #161 - Recensione di La pelle del mostro di Miss Black

 Buongiorno lettori, come state? Vi sarete resi conto che sono stata parecchio assente ultimamente. Eh già, grandi cambiamenti lavorativi sono avvenuti nella mia vita e devo ancora rodare con orari e tempo libero sparito di botto quindi a malincuore a rimetterci è il blog. Portate pazienza, tornerò più attiva di prima ma dovete darmi il tempo di rimettere un po' in ordine la mia vita. Nel frattempo per fortuna c'è Marina sempre sul pezzo che oggi vi lascia la recensione di un libro consigliato PER SOLI ADULTI.


E dopo le novità di inizio anno, ma rimanendo in scia della precedente recensione a tema “mostri”, inauguriamo questo freddo mese di Febbraio con un genere che nell’ultimo anno ho visitato parecchio, anche se in questo specifico caso siamo in presenza di una contaminazione di generi: romance e fantascienza. Il che forse mi riporta all’adolescenza…

 

 
    Tito
lo: La pelle del mostro
Autore: Miss Black
Casa editrice: StreetLib, 2019 
Genere: Sci-fi Erotico
Pagine: 185

Trama: In una città lagunare ormai in rovina, Raina ha rinunciato a tutto: al proprio lignaggio, a ogni affetto e alla speranza. La città è a pezzi, dilaniata da una lotta intestina tra fazioni e accerchiata da un nemico soverchiante. La povertà dilaga, i canali sono invasi dai serpenti marini, non resta quasi nulla dell’antica tecnologia e dell’antico splendore. Raina è alla deriva, finché non le capita di salvare una ragazzina coraggiosa e sventata: Jayde. Jayde è la figlia di Uno dei signori della città, il famigerato e crudele Argent Sephiran, ma non è come lui. È affamata d’amore e vuole dimostrare al mondo di valere qualcosa. Così tra la ragazzina senza una madre e la giovane donna senza una famiglia si crea una strana, profonda, amicizia. Argent è sospettoso nei confronti di Raina, ma ama sua figlia più di qualsiasi cosa al mondo e per lei è disposto a proteggere anche la nuova arrivata. Che, tra l’altro, è un’incredibile cacciatrice di serpenti marini. Ma in una città come la loro nessun affetto è semplice, e ogni speranza ha il suo prezzo.CONTIENE SCENE ESPLICITE - CONSIGLIATO A UN PUBBLICO ADULTO


 

RECENSIONE:   



Appena letta a trama di questo romanzo di fantascienza erotica, ho capito che non avrei avuto pace finché non l’avessi letto. Dal dire al fare sono poi trascorsi mesi, ma alfine…

Anche in questo ulteriore romanzo di Miss Black ci sono degli stereotipi di genere, direi che il più immediato è sicuramente quello della bella ragazza che proviene da un’antica casata decaduta, ma che nonostante privazioni e vessazioni fisiche e psicologiche, resta forte ed indomita. Beh, non c’è che dire, a questo punto ci troviamo con la base bella fatta di un romance o di un erotico. Ma se l’autrice è in grado di svincolarsi da questo punto fermo, o meglio, di partire da questa base per costruirci sopra una bella storia, allora il fatto che si tratti di un breve romanzo che cavalca il genere fantascienza non disdegnando l’erotico… beh, gli fa guadagnare punti. E soprattutto permette al lettore di gustarsi un breve interludio alla sua vita “normale” e/o alle sue solite letture. In un certo qual modo, una boccata d’aria fresca.

Qui, come in alcuni altri romanzi di quest’autrice, la trama regge, il gioco di coppia pure e la scenografia, che sia naturale o “costruita”, dà una mano non da poco. Personalmente poi, ciò che in alcuni libri diventa un difetto, in questi di Miss Black la cifra della brevità è un furbo espediente che consente all’autrice di non far stancare il lettore e di fargli finire la lettura con un senso di soddisfazione per non essersi dovuto sobbarcare parti inutili o ridondanti e per aver potuto cavalcare la trama sull’onda… di un serpente marino! Detto questo, che forse poteva essere una considerazione da lasciare per la chiusa, occupiamoci della trama e dei personaggi.

“Quello che cercavo erano tre cose: i barchini di altri pescatori di frodo, banchi di pesce di grandi dimensioni, serpenti marini”.

Qui l’eroina indiscussa è certamente Raina, pur se il suo incontro con la giovane Jayde e successivamente con il di lei violento padre Argent Sephiran, capo di una delle Famiglie della Laguna, non è secondario. Brevemente, nel corso della vicenda l’autrice ci porta a scoprire un po’ alla volta questa stupenda quanto fatiscente e pericolosa Laguna, che ricorda molto da vicino Venezia, anche se l’ambientazione è in un imprecisato futuro, dove le tre Famiglie che comandano e hanno facoltà di vita e di morte sulla popolazione stremata anche dalla fame, invece di unirsi e combattere il nemico più potente che aspetta al largo in attesa che la Laguna alzi bandiera bianca e si arrenda al suo destino, si scannano fra di loro. Rendendo la vita del popolo della Laguna ancor più cupa e meschina.

Contrariamente al suo credo di avere sempre un profilo basso e non attirare mai l’attenzione su di sé, una sera in cui è a pesca, Raina salva la giovane Jayde che è a caccia di serpenti marini. Quando poi rientra a “casa”, facciamo la conoscenza del suo violento compagno e del di lui fratello, cui Raina fa da schiava anche sessuale. Una serie di peripezie, la comune mancanza di affetti di Raina e Jayde, il padre che si è trovato a vestire i panni del violento a causa delle circostanze cui non ha potuto sottrarsi per senso di responsabilità e, grazie al coraggio, l’intelligenza e la determinazione di Raina, la Laguna avrà finalmente una regina, con tanto di rapimenti, violenze fisiche, ricatti, scambi di prigionieri e soprattutto pesca di grossi serpenti marini. Come finisce? Non sarò certo io a svelarvelo perché, indipendentemente che vi piacciano o meno gli erotici o i libri di fantascienza, questo breve romanzo vale la pena di essere letto. Forse la parte effettivamente realistica ma con violenze fisico-sessuali poteva essere evitata ma anche così, tutto sommato, la parte fantascientifica e di sviluppo dei personaggi e dell’ambientazione di una laguna simil-veneziana, unitamente ad una trama avventurosa e poco erotica, come ogni tanto succede nei romanzi di questa autrice, mitiga un po’ quella particolare situazione che l’autrice ha evidentemente voluto raccontare e che temo non si discosti poi molto da certe realtà, solitamente di disagio sociale ed economico. Un argomento ahimè sempre agli onori della cronaca, dove la donna quasi sempre è la vittima e che Miss Black, anche coraggiosamente in un romanzo simile, ha la volontà di raccontare.

Resta come di consueto il mistero di quest’autrice, che scrive moltissimo e che mi fa considerare la possibilità che sia in realtà una sorta di comune di scrittori, visto il numero di romanzi sfornati e gli argomenti e i generi più disparati di cui si occupa. Del resto alla fine ha ragione Miss Black: lei scrive di quello di cui vuole scrivere e non le interessa il parere degli altri. Il libro si legge, oppure non si legge. E se lo si legge, ripeto, ha ragione lei.

A presto,





 

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