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lunedì 14 marzo 2016

Recensione #114 - Non Lasciarmi di Kasuo Ishiguro

Buongiorno lettori, buon lunedì. Passato bene il week end? Il mio volato, come sempre.
Oggi torno con una recensione, questo marzo in fatto di letture si sta rivelando veramente proficuo, sto leggendo tantissimo e non ho ancora trovato fregature, anzi! Oggi vi parlo di  Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro, edito da Einaudi, 291  pagine.

Trama: Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham, immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori, che si occupano della loro educazione. Fin dalla più tenera età nasce fra i tre bambini una grande amicizia. La loro vita, voluta e programmata da un'autorità superiore nascosta, sarà accompagnata dalla musica dei sentimenti, dall'intimità più calda al distacco più violento. Una delle responsabili del collegio, che i bambini chiamano semplicemente Madame, si comporta in modo strano con i piccoli. Anche gli altri tutori hanno talvolta reazioni eccessive quando i bambini pongono domande apparentemente semplici. Cosa ne sarà di loro in futuro? Che cosa significano le parole "donatore" e "assistente"? E perché i loro disegni e le loro poesie, raccolti da Madame in un luogo misterioso, sono così importanti? Non lasciarmi è prima di tutto una grande storia d'amore. È anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un'utopia al rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata. È uno di quei libri che agiscono sul lettore come lenti d'ingrandimento: facendogli percepire in modo intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.

Ho comprato questo libro più di tre anni fa - ricordo che il blog era appena nato – attratta a pelle durante un acquisto online. Solo successivamente ho cercato notizie in rete, trovando pareri assolutamente contrastanti: meraviglioso o terribile, nessuna via di mezzo. A causa di quei pareri questo romanzo ha preso polvere sui miei scaffali per così tanto tempo. Cosa mi ha fatto decidere di leggerlo? La mia partecipazione ad una challenge che ha tra gli obiettivi quello di leggere un libro che mi sono pentita di aver acquistato a causa magari di pareri negativi. Era un segno… questo libro mi chiamava ed io questa volta gli ho risposto, felice di averlo fatto.
L’ho letto, divorato. Alla fine mi è rimasta addosso una tristezza infinita. Una storia tremenda, per fortuna di fantasia ma, mi chiedo, quanto siamo lontani da quello che l’autore ha immaginato??? Una storia che mi ha fatto riflettere, arrabbiare, incupire.
I protagonisti assoluti di questo romanzo sono tre ragazzi – Kathy, Tommy e Ruth – molto particolari. Vivono in un collegio - Hailsham – insieme ad altri “studenti” e da che hanno ricordo quella è la loro casa. All’inizio ho fatto fatica a capire cosa fossero… Orfani? Poveri? Trovatelli? L’autore è bravo a non scucirsi mai troppo, tenendo il lettore sulle spine, spesso confondendolo.
Poi pian piano tutto è diventato più chiaro.
È Kathy – ormai adulta, quasi al termine della sua avventura da assistente - a raccontare, ripercorrendola attraverso i ricordi, la loro storia. Si rivolge al lettore in prima persona, ponendogli spesso delle domande come se realmente questo potesse avere delle risposte. Da subito questa scelta narrativa mi ha catapultato in quell’edificio, con i suoi stanzoni che ospitano studenti di ogni età - dall’asilo fino all’adolescenza - con le sue aule riconoscibili solo attraverso un numero, con i suoi baratti ed i suoi incanti, con i suoi professori sfuggenti e poco chiari, con quella strana donna – Madame – che periodicamente fa la sua apparizione al college per scegliere delle opere artistiche degli studenti da mettere nella propria galleria. Ma chi sono veramente quei ragazzi che tutti chiamano studenti? Perché nessuno riesce ad avere un contatto umano con loro? Perché si devono accontentare di cose dette a metà? Mai un sorriso, mai una carezza, niente che possa portare a sentimentalismi o attaccamenti.
Beh la verità è lontana da qualsiasi immaginazione. L’autore ipotizza uno scenario che, se solo fosse vero, mi riempirebbe di ribrezzo e incredulità. Inaccettabile, terribile! È difficile parlare di questa lettura senza svelarvi altro che, di certo, mi aiuterebbe a spiegare il mio pensiero ma voglio lasciarvi il gusto della scoperta per darvi la possibilità di rimanere a bocca aperta al momento debito.
Per tutto il romanzo conosceremo i pensieri dei protagonisti, saremo messi a parte delle loro emozioni, delle loro ipotesi riguardanti il loro futuro, dei loro rapporti di amicizia. Tutto ripercorrendo con non poco dolore la loro vita.
Durante la lettura ho avuto pensieri discordanti su ognuno di loro.
Ho trovato odiosa – in alcuni tratti – Ruth, con il suo atteggiamento spesso superiore e poco attento ai sentimenti degli altri; ho spesso trovato troppo cerebrale Kathy, con le sue pochissime emozioni, come rassegnata ad una vita di rinunce; ho trovato Tommy troppo trascinato dagli eventi, quasi incapace di decidere con la sua testa; ma ho anche trovato Ruth di una dolcezza infinita nel suo ruolo di adulta; ho trovato Kathy romantica e sognatrice nei suoi momenti solitari in compagnia solo della sua musicassetta preferita; ho trovato Tommy un grande amico, sincero ed appassionato.
Come non essere delle contraddizioni viventi avendo avuto una vita simile? Come appassionarsi alla vita sapendo quello che li aspetta senza avere la minima possibilità di cambiare le cose? 
Lo stile dell’autore mi è piaciuto; la sua decisione di volerci mostrare tutto con gli occhi di uno degli studenti permette di entrare fino in fondo nel loro mondo, non rimanendo unicamente da parte come spettatori inermi. Solo in alcuni momenti ho trovato un po’ di confusione nella narrazione ma, col senno di poi, credo che la cosa possa essere voluta, per rimarcare la difficoltà di Kathy di tirare insieme i propri pensieri.
Per tre giorni ho letto ininterrottamente per capire come la storia potesse evolversi, e questa è certamente una caratteristica positiva in una lettura, segno per me di come l’autore abbia fatto centro.
Un libro particolare, che sicuramente ricorderò e che mi ha fatto venire la curiosità di leggere altre opere di questo autore che non conoscevo.

VOTO: