Buongiorno
lettori, buon lunedì. Passato bene il week end? Il mio volato, come sempre.
Oggi torno con una recensione, questo marzo in fatto di letture si sta rivelando veramente proficuo, sto leggendo tantissimo e non ho ancora trovato fregature, anzi! Oggi vi parlo di Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro, edito da Einaudi, 291 pagine.
Oggi torno con una recensione, questo marzo in fatto di letture si sta rivelando veramente proficuo, sto leggendo tantissimo e non ho ancora trovato fregature, anzi! Oggi vi parlo di Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro, edito da Einaudi, 291 pagine.

Ho comprato questo libro più di
tre anni fa - ricordo che il blog era appena nato – attratta a pelle durante un
acquisto online. Solo successivamente ho cercato notizie in rete, trovando
pareri assolutamente contrastanti: meraviglioso o terribile, nessuna via di
mezzo. A causa di quei pareri questo romanzo ha preso polvere sui miei scaffali
per così tanto tempo. Cosa mi ha fatto decidere di leggerlo? La mia
partecipazione ad una challenge che ha tra gli obiettivi quello di leggere un
libro che mi sono pentita di aver acquistato a causa magari di pareri negativi.
Era un segno… questo libro mi chiamava ed io questa volta gli ho risposto,
felice di averlo fatto.
L’ho letto, divorato. Alla fine
mi è rimasta addosso una tristezza infinita. Una storia tremenda, per fortuna
di fantasia ma, mi chiedo, quanto siamo lontani da quello che l’autore ha
immaginato??? Una storia che mi ha fatto riflettere, arrabbiare, incupire.
I protagonisti assoluti di questo
romanzo sono tre ragazzi – Kathy, Tommy e Ruth – molto particolari. Vivono in
un collegio - Hailsham – insieme ad altri “studenti” e da che hanno ricordo quella
è la loro casa. All’inizio ho fatto fatica a capire cosa fossero… Orfani?
Poveri? Trovatelli? L’autore è bravo a non scucirsi mai troppo, tenendo il
lettore sulle spine, spesso confondendolo.
Poi pian piano tutto è diventato
più chiaro.
È Kathy – ormai adulta, quasi al
termine della sua avventura da assistente - a raccontare, ripercorrendola
attraverso i ricordi, la loro storia. Si rivolge al lettore in prima persona,
ponendogli spesso delle domande come se realmente questo potesse avere delle
risposte. Da subito questa scelta narrativa mi ha catapultato in
quell’edificio, con i suoi stanzoni che ospitano studenti di ogni età -
dall’asilo fino all’adolescenza - con le sue aule riconoscibili solo attraverso
un numero, con i suoi baratti ed i suoi incanti, con i suoi professori
sfuggenti e poco chiari, con quella strana donna – Madame – che periodicamente
fa la sua apparizione al college per scegliere delle opere artistiche degli
studenti da mettere nella propria galleria. Ma chi sono veramente quei ragazzi
che tutti chiamano studenti? Perché nessuno riesce ad avere un contatto umano
con loro? Perché si devono accontentare di cose dette a metà? Mai un sorriso,
mai una carezza, niente che possa portare a sentimentalismi o attaccamenti.
Beh la verità è lontana da
qualsiasi immaginazione. L’autore ipotizza uno scenario che, se solo fosse
vero, mi riempirebbe di ribrezzo e incredulità. Inaccettabile, terribile! È
difficile parlare di questa lettura senza svelarvi altro che, di certo, mi
aiuterebbe a spiegare il mio pensiero ma voglio lasciarvi il gusto della
scoperta per darvi la possibilità di rimanere a bocca aperta al momento debito.
Per tutto il romanzo conosceremo
i pensieri dei protagonisti, saremo messi a parte delle loro emozioni, delle
loro ipotesi riguardanti il loro futuro, dei loro rapporti di amicizia. Tutto
ripercorrendo con non poco dolore la loro vita.
Durante la lettura ho avuto
pensieri discordanti su ognuno di loro.
Ho trovato odiosa – in alcuni
tratti – Ruth, con il suo atteggiamento spesso superiore e poco attento ai
sentimenti degli altri; ho spesso trovato troppo cerebrale Kathy, con le sue
pochissime emozioni, come rassegnata ad una vita di rinunce; ho trovato Tommy
troppo trascinato dagli eventi, quasi incapace di decidere con la sua testa; ma
ho anche trovato Ruth di una dolcezza infinita nel suo ruolo di adulta; ho
trovato Kathy romantica e sognatrice nei suoi momenti solitari in compagnia
solo della sua musicassetta preferita; ho trovato Tommy un grande amico,
sincero ed appassionato.
Come non essere delle
contraddizioni viventi avendo avuto una vita simile? Come appassionarsi alla
vita sapendo quello che li aspetta senza avere la minima possibilità di
cambiare le cose?
Lo stile dell’autore mi è
piaciuto; la sua decisione di volerci mostrare tutto con gli occhi di uno degli
studenti permette di entrare fino in fondo nel loro mondo, non rimanendo
unicamente da parte come spettatori inermi. Solo in alcuni momenti ho trovato
un po’ di confusione nella narrazione ma, col senno di poi, credo che la cosa
possa essere voluta, per rimarcare la difficoltà di Kathy di tirare insieme i
propri pensieri.
Per tre giorni ho letto
ininterrottamente per capire come la storia potesse evolversi, e questa è
certamente una caratteristica positiva in una lettura, segno per me di come
l’autore abbia fatto centro.
Un libro particolare, che
sicuramente ricorderò e che mi ha fatto venire la curiosità di leggere altre
opere di questo autore che non conoscevo.