Dopo una serie di letture diverse sono ritornata al mio genere preferito, quello dei thriller, complice lo stallo sulla mia libreria di un libro - ricevuto in regalo per Natale - che richiamava la mia attenzione ogni volta che gli passavo accanto. Il libro di cui parlo è Il negoziatore di James Patterson, un autore che ovviamente conoscevo di fama ma di cui non avevo mai letto nulla. La lettura è stata molto scorrevole e per nulla pesante, la storia è bella, magari un po' troppo scontata ma comunque piacevole e avvincente. Il susseguirsi di avvenimenti ha permesso di stuzzicare la mia curiosità e la brevità dei capitoli hanno aumentato sempre di più la mia voglia di continuare a leggere, tant'è che l'ho letto in pochissimi giorni.
Gli avvenimenti raccontati si svolgono a New York nel periodo magico delle festività natalizie. La storia è quella dell'uccisione della First Lady degli Stati Uniti organizzata per poter sequestrare una serie di celebrità durante i maestosi funerali nella chiesa di St. Patrick. Nonostante le più imponenti misure di sicurezza adottate per un evento così importante, il piano dei sequestratori va a buon fine e così, gran parte delle maggiori celebrità del momento, si ritrovano rinchiusi per giorni nella cattedrale, in balia degli umori di sequestratori spietati e pronti a tutto. A capo del negoziato con i rapitori c'è Michael Bennet - detective del NYPD con alle spalle una grande esperienza nel campo - che si butta anima e corpo nel suo incarico anche se la sua situazione familiare è molto difficile e dolorosa; sua moglie è infatti ricoverata in fin di vita in un reparto di ospedale per malati terminali di cancro. L'avvicendarsi nel racconto di immagini della vita personale del detective con quelle legate al rapimento dei VIP riporta la trama a livelli di veridicità; questi sequestratori così perfetti nel loro ruolo e queste forze di polizia così falcimente aggirabili avrebbero altrimenti potuto rasentare l'inverosimile e fatto perdere al lettore il contatto con la realtà.
Sicuramente alcuni tratti del romanzo avrebbero potuto essere approfonditi maggiormente e per alcuni aspetti ci si trova davanti ad una trama un po' troppo all'americana, servita su un piatto d'argento per realizzarne il classico film - come infatti è stato - ma nonostante tutto è un libro molto piacevole e che mi sento di consigliare a chi ama il genere.
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