Buongiorno miei cari lettori, come state? Io sono ancora inebriata dal meraviglioso concerto dei Negramaro a cui sono stata ieri sera! Stadio Sansiro di Milano, emozioni uniche e indescrivibili, ed anche se avevo già assistito al loro primo concerto allo stadio di cinque anni fa, e a quello di un anno e mezzo fa al forum di Assago, è sempre come la prima volta!! Li adorooooooo!!!!
Ma veniamo a noi e al libro di cui vi vorrei parlare oggi.
Per prima cosa dovrei un po' tirarmi le orecchie da sola perchè questo libro fa parte del mio ultimo acquisto folle che ho fatto lo scorso anno proprio qualche giorno prima di andare al mare e invece, come accade spesso, mi ritrovo a leggerlo solo adesso.
Non saprei dire perchè a volte compro libri con uno slancio intensissimo e poi, passato qualche giorno, il richiamo di quei volumi non è più così forte tanto da farmi, a volte, attendere come in questo caso addirittura un anno prima di mettermi a leggerlo. Chissà, forse dovrei andare in analisi...e non solo per questa cosa ahahahhaha!
Per puro caso è il secondo libro consecutivo che leggo di questa casa editrice e volevo farvi notare una cosa che mi entusiasma delle loro copertine: sotto la copertina removibile invece di trovare una copertina rigida anonima, tutta nera o tutta bianca, troviamo una cover rigida stampata in modo esattamente identico a quella esterna (che io tolgo sempre mentre leggo per la paura di rovinarla!).
Ma veniamo al libro.
Francis Ackerman è fuggito da un ospedale psichiatrico di massima sicurezza. Il suo unico obiettivo è uccidere, e i più deboli sono le sue prede preferite. Adora giocare con le sue vittime e, prima di concedere loro la morte, gli piace vederle agonizzare. Poi fugge nella notte, lasciando dietro di sé una scia di sangue e terrore. Marcus Williams, invece, è un ex poliziotto tormentato da un passato difficile. E sempre dalla parte degli indifesi ma è spietato con i nemici. Ha appena ereditato una tenuta nel Texas meridionale e finalmente conta di lasciarsi alle spalle i suoi incubi e iniziare una nuova vita. Ma il destino gli farà incontrare Ackerman. Perché solo un uomo come Marcus può fermare il folle assassino prima che colpisca ancora. E così, suo malgrado, Marcus si ritroverà al centro di un gioco sanguinoso e spietato, in cui per stanare il nemico dovrà sottostare alle sue regole. Ma presto scoprirà che Ackerman non è l'unico a volerlo morto...
Francis Ackerman è fuggito da un ospedale psichiatrico di massima sicurezza. Il suo unico obiettivo è uccidere, e i più deboli sono le sue prede preferite. Adora giocare con le sue vittime e, prima di concedere loro la morte, gli piace vederle agonizzare. Poi fugge nella notte, lasciando dietro di sé una scia di sangue e terrore. Marcus Williams, invece, è un ex poliziotto tormentato da un passato difficile. E sempre dalla parte degli indifesi ma è spietato con i nemici. Ha appena ereditato una tenuta nel Texas meridionale e finalmente conta di lasciarsi alle spalle i suoi incubi e iniziare una nuova vita. Ma il destino gli farà incontrare Ackerman. Perché solo un uomo come Marcus può fermare il folle assassino prima che colpisca ancora. E così, suo malgrado, Marcus si ritroverà al centro di un gioco sanguinoso e spietato, in cui per stanare il nemico dovrà sottostare alle sue regole. Ma presto scoprirà che Ackerman non è l'unico a volerlo morto...
La quarta di copertina promette brivido alla stato puro, terrore tale da non poter prendere sonno, insomma tutti elementi che in un thriller fanno solitamente la differenza. In copertina il protagonista viene indicato come "La più terrificante mente criminale dai tempi di Hannibal Lecter". Avevo voglia di qualcosa di forte in questo momento ed ho pensato che questa lettura facesse proprio al caso mio.
Mi aspettavo di avere qualche momento difficile essendo abituata a leggere prevalentemente di sera, al buio, sdraiata nel letto con la mia fidata lucina magica e prima di cominciare ho avuto veramente il pensiero che forse avrei dovuto aspettare di avere il tempo per leggere questo libro unicamente di giorno, visto che sembrava dovesse terrorizzare il lettore in modo indelebile e invece...che delusione...
L'idea di base potrebbe essere molto azzeccata infatti quel "Facciamo un gioco" che il killer rivolge alle sue vittime prescelte porta in un primo momento ad incollare il lettore alle pagine ma, lasciatemelo dire, dopo un po' stufa! Ho trovato la cosa un po' ripetitiva ed anche troppo poco approfondita se vogliamo. Certo l'assassino propone un gioco, ma lo stesso si risolve sempre in pochi passaggi che portano comunque abbastanza velocemente alla conclusione della questione senza creare quel necessario coinvolgimento emotivo in chi legge. In più, andando avanti con le pagine, la storia si concentra maggiormente su una vicenda che dovrebbe essere secondaria ma che prende, secondo me, troppo spazio rubando la scena a quello che dovrebbe essere il novo Hannibal Lecter. Forse sono passati troppi anni per me e ricordo male, forse il mio incontro con Hannibal è avvenuto in un'età in cui ero più facilmente impressionabile - da adolescenti tutto risulta più pauroso - forse il mio nascere lettrice con i romanzi di Stephen King ha condizionato il mio essere lettrice oggi ma, in confronto a ai quelli conosciuti in passato, il killer del libro che ho appena letto mi sembra un gentiluomo. Per carità, non che non ci sia sangue, ma emotivamente non sono riuscita a lasciarmi andare, mai, in nessun punto del romanzo, ho provato terrore; mai questo killer ha saputo tirar fuori le mie paure più grandi come invece prometteva.
Un po' forzato anche il titolo in italiano; perchè mai "The shepherd" - questo l'originale in inglese che tradotto letteralmente significa "Il pastore" - dovrebbe diventare "Il castigo degli innocenti"? Mi spiace dirlo ma credo sia solo una scelta commerciale; credo il ragionamento sia stato... avendolo voluto paragonare - per quanto mi riguarda forzatamente - al silenzio degli innocenti, perchè non richiamarlo anche nel titolo? Scelta che non condivido assolutamente se si tiene conto che "Il pastore" sarebbe stato più appropriato anche in Italia visto i riferimenti molto espliciti al gregge e al pastore che spesso si ritrovano tra le pagine del romanzo e addirittura nei titoli delle diverse parti in cui la storia è suddivisa. Insomma, se ad un primo approccio poteva sembrare un libro con ottime potenzialità nel complesso mi ha totalmente deluso.
Oltretutto mi sono imbattuta in tantissimi errori di stampa che sinceramente mi hanno infastidito; per carità, non è sicuramente da questo che valuto un buon libro ma sicuramente il fatto di farlo pagare relativamente poco non deve inficiare quella che è l'attenzione verso il lettore.
Non so voi, ma ci resto davvero male quando mi fanno riporre tantissime aspettative su qualcosa che alla fine mi delude...
Vorrei proprio sapere se qualcuno di voi ha letto "Il castigo degli innocenti" e come lo ha trovato. Online ho trovato giudizi molto contrastanti, chi parla di perfezione assoluta e chi, come me, ne è rimasto totalmente deluso.
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