venerdì 19 febbraio 2016

Recensione #109 - Urla nel silenzio di Angela Marsons

Buongiorno carissimi, scusate l'assenza ma ho problemi di connessione e non riesco ad essere presente quanto vorrei. Spero di rifarmi presto!
Per il momento vi lascio la recensione di un libro che mi è piaciuto molto, si tratta di Urla nel silenzio di Angela Marsons edito da Newton Compton - che ringrazio per la copia - 384  pagine.

Trama: Cinque persone circondano una fossa vuota. A turno, ognuno di loro è costretto a scavare per dare sepoltura a un cadavere. Ma non è il corpo di un adulto, è troppo piccolo. Una vita innocente è stata sacrificata e un oscuro patto di sangue è stato siglato. E il segreto delle cinque persone sarà sepolto sotto quella terra. Anni dopo, la direttrice di una scuola viene uccisa brutalmente: è il primo di una serie di agghiaccianti delitti che stanno insanguinando la regione di Black Country, in Inghilterra. Nel corso delle indagini, ritorneranno alla luce anche i resti del corpicino sepolto tempo prima da quel misterioso gruppo di persone. La detective Kim Stone viene chiamata a indagare per fermare il killer prima che colpisca ancora. Ma per farlo, dovrà confrontarsi con i demoni del proprio passato...


Ogni volta che comincio a leggere un libro pubblicizzato come super esordio ho sempre un po’ di timore perché, si sa, spesso le frasi che accompagnano una pubblicazione sono esagerate e non veritiere. In questo caso, invece, il grande entusiasmo credo sia assolutamente ben riposto ed io non posso che confermare la qualità di questo esordio.
Angela Marsons, già scrittrice di racconti, sancisce con questo lavoro il suo esordio come scrittrice di romanzi nel mondo del thriller; primo libro di una serie con protagonista la detective Kim Stone, Urla nel silenzio si inserisce perfettamente in un filone di cui i lettori ultimamente sembrano essere ghiotti ma in cui è anche molto facile scivolare. Non è questo il caso.
Kim Stone è una protagonista vera, che con la sua fortissima personalità dona al libro una luce propria, e gli regala credibilità, intensità e carattere. Una detective che per “importanza scenica” ricorda moltissimo alcune grandi protagoniste della letteratura del genere come Mila Velasquez di Il suggeritore di Donato Carrisi, D.D. Warren del libro A chi vuoi bene di Lisa Gardner o ancora la grandissima Jane Rizzoli dei bellissimi thriller firmati Tess Gerritsen.
Già dalle prime righe la storia entra nel vivo con un ritmo incalzante che per tutta la lettura non abbandona mai il lettore e lo rende bramoso di sapere.
Dopo un prologo che anticipa immediatamente un omicidio commesso nel passato per nascondere dei terribili segreti, l’autrice ci riporta subito nel presente dove la situazione non sembra essere tanto migliore. Una direttrice scolastica viene brutalmente assassinata e, dopo di lei, diversi altri cadaveri irrompono a scombussolare la quotidianità della regione inglese della Black Country.
Oltre ai morti del presente Kim si ritroverà a dover fare i conti con quelli del passato che riaffioreranno uno dopo l’altro riportando alla luce una situazione macabra e molto dolorosa per la donna ma anche per il resto della squadra.
Chi si cela dietro quegli omicidi? Quanto sarà necessario scavare affinché la verità possa finalmente venire a galla? Quanto i cadaveri del presente sono legati a quelli del passato e, soprattutto, è stata la stessa mano a compierli?
Starà appunto a Kim scoprirlo, con i suoi metodi diretti, precisi e spesso poco convenzionali. È una donna sicura del suo intuito, che non si lascia spaventare e che non molla il colpo finchè il caso cui sta lavorando non sia risolto. Poche parole ed un atteggiamento schivo fanno di lei un capo temuto ma anche molto rispettato.
Il lettore assisterà alle indagini ed anche all’evoluzione di un personaggio che dovrà, per forza di cose, fare i conti con il proprio passato che torna per chiedere il conto.
Non solo la detective ma anche tutti gli altri personaggi che ruotano attorno alla storia sono caratterizzati in modo molto approfondito e tutti, nessuno escluso, assumono un ruolo importante nella vicenda.
L’autrice sceglie una narrazione in terza persona per quasi l’intera vicenda e lascia, qualche capitolo qua e là, alla voce in prima persona all’assassino che nell’ombra segue le indagini e continua a tessere la sua tela di morte.
Anche l’ambientazione fa bene la sua parte. La concentrazione delle indagini avviene in un terreno nei paraggi di un vecchio orfanotrofio; un luogo che viene descritto in modo molto realistico e in cui il lettore riesce ad immergersi totalmente come se fosse un luogo realmente davanti ai suoi occhi.
Una storia nella storia, un intreccio ben articolato e non banale fanno sì che il lettore non perda mai l’attenzione con lo scorrere delle pagine.
Un equilibrio perfetto tra azione e ricerca di dettagli inserisce di diritto questa autrice, per quanto mi riguarda, nel panorama degli scrittori di thriller capaci; se in più aggiungiamo un bel, quanto inatteso, colpo di scena finale che chiude il cerchio di questa prima indagine di Kim Stone, non posso che promuovere con ottimi voti questo esordio di cui attenderò con impazienza il seguito.Lo avete letto? Vi è piaciuto?

VOTO: 


20 commenti:

  1. E io proprio la tua recensione aspettavo per avere una scusa per leggerlo :-p

    RispondiElimina
  2. Risposte
    1. Anche io all'inizio l'ho snobbato, poi me lo hanno proposto e ho pensato di dargli una possibilità! A volte sono i libri che scelgono noi! ;)

      Elimina
    2. Hai proprio ragione. Aggiornami, piuttosto, su quello che hai in lettura. Mi è arrivato per caso, ma forse potrebbe sorprendermi. ;)

      Elimina
    3. Anche a me è arrivato per caso. Ho letto un centinaio di pagine e per il momento mi sembra normale. Non mi crea dipendenza ma neanche non mi piace... È un nordico quindi me lo aspettavo più lento rispetto a questo della Marsons, ora devo solo capire se la storia regge! Ti dirò andando avanti. Laura La Libridinosa lo ha letto e non le è piaciuto.

      Elimina
  3. Recensione interessante. No, non l'ho letto ma mi sembra intrigante. Anche se devo dire che odio nella maniera più assoluta quando nei thriller gli autori fanno parlare in prima persona l'assassino. Non che ci sia qualcosa di sbagliato in questo... E' che l'assassino lo odio per principio, e non mi interessa cosa ha da dire. E' un problema mio, lo so :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahaha è un bel problema perché ultimamente sta diventando un'abitudine quella di dare voce all'assassino! ;)

      Elimina
    2. Invece, io trovo che il loro punto di vista sia assolutamente il più interessanti. E' lì che vedi se l'autore è bravo, oppure no. :)

      Elimina
  4. Sento sempre belle parole su questo libro e finalmente anche per me è arrivato il momento di leggerlo ;) Lo inizierò proprio a breve.. speriamo che le mie aspettative saranno soddisfatte ;)

    RispondiElimina