venerdì 11 dicembre 2020

Letture con Marina #112 - Recensione de L'investigatore olistico Dirk Gently di Douglas Adams

Buongiorno lettori, un altro venerdì è giunto e insieme a lui, lo sapete ormai, arriva Marina con una nuova recensione.


Sono di parte, lo so, ma vi siete mai fermati a pensare al contributo che la letteratura inglese ha dato – e continua a dare – alla produzione letteraria mondiale? E quanta parte della cultura gialla / poliziesca deve i suoi natali a scrittori britannici? Nell’Olimpo, due nomi per tutti: Agatha Christie e Arthur Conan Doyle. Sicuramente nelle sue intenzioni, Douglas Noel Adams non avrebbe pensato di rientrare tra i grandi scrittori inglesi e chissà…

Ti
tolo: L'investigatore olistico Dirk Gently
Autore: Douglas Adams
Casa editrice: Feltrinelli, 1996
Traduzione:
Andrea Buzzi
Pagine: 294
 
Trama: Dirk Gently è un detective disastroso e disastrato, che fin dall'epoca del college dice alla gente di essere un ciarlatano. I suoi clienti sono rari e dunque cerca di far quadrare il bilancio con altre attività. Soprattutto sfruttando il dono della veggenza, avuto in eredità da genitori transilvanici. Quando ha a che fare con un caso difficile, fa uso di ogni mezzo, complicando sempre più la matassa. In questo caso, cosa possono avere in comune un gatto morto, un bimbetto mago di computer, un Monaco Elettrico che crede che il mondo sia rosa, la meccanica quantistica, Samuel Taylor Coleridge e una pizza? Molte cose, come dimostrerà il nostro investigatore.
 

 
RECENSIONE: 

Parecchi accadimenti inconsueti e particolari colpiscono il lettore, mentre è impegnato a non farsi gabbare da Adams, se è vero che ogni qualvolta si è in odore di giallo o poliziesco, si presume che l’autore non voglia farci scoprire il colpevole o quantomeno il movente, che è sempre il deus ex-machina di tutta la vicenda. Va detto innanzitutto che quest’Adams è il papà di “Guida Galattica”, per chi non avesse ancora collegato l’autore. Fortunatissima commedia radiofonica a puntate trasmessa dalla BBC Radio 4 nel 1978 e da lui sceneggiata, prima di essere poi trasposta sempre da Adams in una serie di romanzi, di cui il primo della serie è “Guida Galattica per gli Autostoppisti”, del 1979. Penso non serva aggiungere altro perché, anche se non letta, è universalmente conosciuta e le citazioni che provengono da quest’opera sono copiose. Come di consueto, essendo questo un capolavoro (diventato di culto per la generazione che ha contribuito alla nascita di Internet e del Web), trasforma le altre opere dell’autore in un qualcosa di diverso, facendole considerare secondarie rispetto all’opera prima e di subitaneo successo. Eppure in questo specifico caso non è così. Sicuramente le battute, le gag esilaranti e gli strampalati personaggi sono scoppiettanti nella Guida come nei purtroppo troppo pochi libri dedicati all’investigatore Dirk Gently. Ciò nonostante, proprio perché a questo professionista della disciplina olistica sono stati dedicati solo due romanzi (il terzo, appena abbozzato, è rimasto tristemente incompiuto a causa della prematura scomparsa di Adams all’età di soli 49 anni), forse un lettore preferisce dedicare la sua attenzione alla Guida Galattica, che consta di diversi volumi e che quindi non lascia a bocca asciutta, non appena ci si è appassionati ed affezionati ad un personaggio.

Ma venendo a Dirk Gently, o a Svlad Cjelli, sempre che uno dei due nomi sia quello giusto dato che a Dirk piace cambiare nome, possiamo dire che è alquanto strano che il protagonista compaia quasi a metà del romanzo? Tanto che inizialmente e poi proseguendo il romanzo, si tende a credere che il suo ex compagno di studi universitari, Richard McDuff, programmatore di una certa fama per aver creato un software che converte numeri gestionali e grafici in musica, sia il vero protagonista. E all’inizio, pensarlo non sarebbe proprio del tutto sbagliato, in quanto la vicenda ruota proprio intorno a lui, alla sua fidanzata, la violoncellista Susann, al rivale in amore Michael e a Gordon, che è il fratello della sua fidanzata e che per fatalità è anche il suo capo, il ricco fondatore e proprietario della WayForward Technologies. Se poi ci mettiamo in mezzo un divano ben incastrato sulle scale che portano all’appartamento di Richard, un cavallo che compare misteriosamente in bagno del suo ex tutor al college e un Monaco elettrico, per non parlare del poeta Samuel Taylor Coleridge, ecco che abbiamo ambientazione, personaggi, colpevole, movente. Storia. E l’autore è così intelligente, ironico e sdegnoso di creare un altro investigatore che vada ad ingrossare le fila della gloriosa tradizione anglosassone dei Grandi Investigatori, che non shakera semplicemente gli ingredienti per servirci un tiepido aperitivo, ma ci abbaglia con un fantasmagorico romanzo, creando un drink nuovo e di gran classe.

Ed è proprio a romanzo avanzato che Dirk Gently, come preferisce farsi chiamare al momento, investigatore impegnato a cercare gatti con il suo metodo induttivo/deduttivo olistico, mentre la oramai non più paziente segretaria minaccia e mette in atto il totale abbandono del proprio posto lavorativo, che l’investigatore – che al momento sta osservando con il binocolo i dintorni - scorge un losco quanto inesperto figuro scalare la facciata di un edificio per introdursi in un appartamento. Salvo poi scoprire quasi subito che il poco dignitoso ladro altri non è che Richard, suo ex compagno di studi universitari. Che si sta introducendo a casa della propria fidanzata dalla parte sbagliata, dato che ha le chiavi dell’appartamento di lei. Perché? Forse perché “il punto importante è la sostanziale interconnessione di tutte le cose” e quindi la scalata di Richard può essere interconnessa all’uscita dei quotidiani del giorno successivo e alla morte del suo capo? E quindi per Dirk può essere l’occasione per svincolarsi dal suo logoro lavoro di cerca gatti di anziane signore? O c’è dell’altro che collega i due uomini, forse la richiesta la sera precedente dell’ex tutor di college di Richard, di trovare Svlad Cjelli?

I 36 capitoli che si susseguono sono un puzzle divertente, sempre venato da ironia ed humor britannici, che a tratti si vena di sana follia e ci fa sorridere apertamente e che intercala il giallo alla fantascienza e alla ghost-story, non disdegnando l’amore per la musica e la poesia, passando per un naturalismo di denuncia e in cui tra l’altro gli appassionati sia della serie del dottor Who che dei Monty Phyton possono cogliere somiglianze, sia per le gags comiche che per la comicità acutamente intellettuale (pur se messa a disposizione in termini fruibili dalla massa), con uso innovativo di tematiche di genere classico (l’inversione del credo investigativo di Holmes) e con autoreferenze (la Guida) e numerosi riferimenti culturali. Un appunto poi che ho letto da qualche parte, paragona Dirk ai colleghi e protagonisti di hard-boiled… nel modo di fare, nell’essere sempre appassionati del proprio lavoro seppur squattrinati – nel modo magari anche di trattare le donne, o le proprie segretarie. E devo dire che avendo appena letto un’avventura del famoso Philip Marlowe, questo qualcosa di somiglianza l’ho colto.

Ciò che Richard non sospetta e che invece Dirk arguisce per grazia di interconnessioni e di una conversazione con un ragazzetto, è che, tra una pizza fredda, una lunga registrazione sulla segreteria telefonica e l’ira della violoncellista Susan, i due amici e Reg, il tutor universitario, saranno chiamati a salvare il mondo. Mentre un’irata Susan – appunto - dimenticata per l’ennesima volta dallo svagato Richard, ci metterà del suo, convincendo il rivale in amore a portarla fuori ed innescando così una bomba ad orologeria che il lettore che avrà la compiacenza di seguire l’autore nella declinazione di tutte le sfaccettature delle vicende interconnesse, avrà la possibilità di gustare, fino alla detonazione. Che diversamente da altri autori, Adams ha il coraggio di far esplodere sin dall’inizio. Buon divertimento!
 
A presto




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