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venerdì 20 marzo 2020

Letture con Marina #82 - Recensione del libro In viaggio contromano di Michael Zadoorian

Buongiorno lettori, scusate la latitanza ma il periodo non aiuta... Sono in casa da tre settimane e non c'è stato un momento di tranquillità. La prima settimana è stato ammalato il grande, la seconda il piccolo e la terza mi sono ammalata io e ancora mi sto riprendendo. Insomma non ho avuto la volontà di accendere il pc e mettermici davanti quindi mi scuserete.
Ringrazio invece Marina che, nonostante tutto, ogni due settimane vi allieta con le sue recensioni. Vi prometto che tornerò presto attiva anche io. Per il momento godotevi questa nuova recensione di un libro che ho consigliato per la challenge e che avevo letto moltissimo tempo fa. Spero che stiate tutti bene!!!!

Non sono particolarmente portata per la lettura dei romanzi d’amore. Eppure… Non amo particolarmente vedere un film di cui ho già letto il libro da cui è stato tratto. Eppure… Eppure ho amato profondamente questo romanzo:
Titolo: In viaggio contromano
Autore: Michael Zadoorian
Casa editrice: Marcos y Marcos, 2009
Pagine:282
Trama: Poche storie, Ella e John hanno deciso: partiranno. Chi se ne frega dei divieti e delle ansie dei figli, al diavolo medici, paramedici, rompiscatole che ti ammorbano a suon di esami prescrizioni precauzioni. Ella ha più problemi sanitari di un paese del Terzo mondo, John non ricorda come si chiama sua moglie, ma insieme "formano una persona intera". Di cose grandiose, se ne possono fare anche all'ultimo round. Anche dopo una vita che non ha nulla di straordinario. E allora? Si parte e stop. In barba a ogni cautela, ogni pallosa ragionevolezza, a ottant'anni suonati Ella e John balzano sul loro camper - un vecchio Leisure Seeker - e attraversano l'America da Est a Ovest. Partendo da Detroit, puntano dritti a Disneyland, lungo la mitica Route 66. Un vero e proprio viaggio contromano a base di cocktail vietati, hippies irriducibili, diapositive all'alba, malviventi messi in fuga. Un inno alla Strada, un caleidoscopio di paesaggi strepitosi e cittadine fantasma, ansie, sogni,paure; quello che è stato, che si è amato, quel che è qui e ora e più non sarà... perché la vita è profondamente nostra, teneramente, drammaticamenteìgrande, fino all'ultimo chilometro.

Da questo libro è stato tratto il film "Ella & John – The Leisure Seeker" diretto da Paolo Virzì, con protagonisti Helen Mirren e Donald Sutherland



RECENSIONE:

venerdì 17 novembre 2017

Letture con Marina #25

Ciao a tutti, come state? Finalmente è venerdì! Mi attende un weekend particolare... no, non il Bookcity, quest'anno salto. Questa sera partirò per un fine settimana in camper! Rinuncio ai libri e faccio felice mio figlio!!! Mica male no?
Prima di tutto però, comincio la giornata lasciandovi con Marina e con la sua rubrica Letture con Marina.

  

Buongiorno!
Quest’oggi vorrei proporvi un bel libro giallo, un mistery che si occupa di viaggi, moti intelligenti, battute sagaci, luoghi comuni e caratteristiche peculiari del popolo inglese ed italiano. Un leggerissimo ed interessante divertissement che si legge come se fossimo anche noi nel Golfo ligure sotto l’ombrellone: ma non fatevi sentire dire questo da Penelope Poirot!
Titolo: Penelope Poirot e il male inglese
Autore: Becky Sharp
Casa editrice: Marcos Y Marcos
Pagine: 300
Genere: Giallo
Anno di pubblicazione: 2017

Sinossi: Penelope Poirot è ormai famosa. La sua autobiografia, "Una nipote", è in vetta alle classifiche. Le riviste più glamour si contendono i suoi reportage di costume, e Penelope ha deciso di dedicarne uno al male inglese, a quella forma atavica di malinconia che si curava viaggiando, preferibilmente in Italia, e in particolare in Liguria, nei languidi golfi della Riviera di Levante. Accompagnata da Velma Hamilton, paziente segretaria nonché vittima privilegiata dei suoi sfoghi, Penelope si appresta dunque a ripercorrere il Grand Tour. La prima tappa, a Portofino, le riserva una sorpresa: ha riaperto i battenti villa Travers, meta delle più belle estati della sua adolescenza. Da dieci anni la famiglia Travers disertava la villa, dopo la scomparsa del rampollo Samuel, uscito in mare in una notte incresciosa per non fare più ritorno. E adesso invece, tovaglie stese, finestre spalancate sul mare, eccoli di nuovo lì, sulla terrazza dalla vista spettacolare, intorno alla piscina rinnovata, lungo i sentieri del parco inselvatichito: vedova, figli, amici, cognato, patriarca. Penelope e Velma possono sistemarsi nella camera verde, con il suo netto sentore di polvere e di muffa. Ben più mefitici, tuttavia, sono i residui umani, attecchiti ovunque: fumi di vecchi rancori, ceneri di passioni spente, solchi d'invidia tagliente. In un terreno così fertile, il delitto germoglia, e sboccia nell'alba come un fiore splendido e velenoso.

RECENSIONE:
In un clima di sottile ed esilarante ironia, incontriamo nuovamente Penelope Poirot, nullafacente eclettica, nuova opinionista, sovrappeso e con una folta calotta rossa che si re-inventa di volta in volta critica culinaria, scrittrice, finanche investigatrice. Del resto, per la pronipote di Poirot, “il sangue non è acqua”… Accompagnata dalla fida Velma Hamilton, sua segretaria personale e che in questo secondo romanzo a me piace ancor di più per come è stata tratteggiata, contraltare classico di un carattere impetuoso – autodefinitasi con compiacimento “tappezzeria” - che preferisce l’osservare all’agire. Un superbo Watson, insomma!
Le caratteristiche ci sono tutte per creare un giallo di classe. E l’autrice, Sharp delle Vanità o Arzola sfuggente, non si fa certo prendere la mano. Crea un giallo, un mistery molto intelligente, giocato sui toni divertiti di un personaggio che ruba la scena ed altrettanto svia il lettore. Tra luoghi comuni, rimembranze, strizzatine d’occhio a pettegolezzi e a mode d’altri tempi, aspetti peculiari tipici di ogni popolo – che dire!, ci incanta con un tocco di intelligenza che non guasta, soprattutto perché accompagnata da lampi di humor… inglese! L’ambientazione è ancora una volta tutta italiana, anche se l’aria che si respira è tipicamente britannica, nonostante molti degli attori protagonisti siano italiani. Ambientazione d’hoc, come si conviene ad un buon mistery, che sceglie con cura i suoi scenari. Qui siamo nel Golfo del Tigullio, meta di molti vips - e più precisamente a Portofino, dove le gite eleganti non mancano, tanto per non tradire i vecchi romanzi fine du siecle del più famoso ed intelligente Hercule Poirot. Ma si sa, le donne sono più intuitive: e Penelope non fa mistero di questa sua dote sopraffina.
E quindi, una volta diventata vieppiù e fortunosamente famosa con il suo libro, dopo aver momentaneamente smesso i panni dell’esperta critica culinaria e prima di iniziare la sua “Recherche” sul male inglese (argomento peraltro molto interessante per tuti gli anglofili), perché non trascorrere qualche giorno in ozio su una splendida spiaggia ligure? E perché non farsi invitare dal patriarca Isaac Travers, che dopo 10 anni decide alfine di riaprire la Villa? Villa e famiglia con cui Penelope aveva condiviso non poche estati durante l’adolescenza.
Da qui in poi, l’autrice ci introduce in Villa e ci fa conoscere tutti i protagonisti di questa vicenda, Villa compresa, in attesa che avvenga il classico omicidio e che l’esperto di turno – Penelope?, Vilma?, la giovane poliziotta? – risolva felicemente il caso. In mezzo a tradimenti, passioni sopite e clandestine, venerazione di chi non c’è più e odio per chi si è insinuato nella pieghe di questa famiglia bene. Tutti sono sospettati, come nel più classico dei gialli. Insomma, gli ingredienti ci sono tutti e anche in questa seconda prova l’autrice non fallisce: anzi, a mio parere bilancia il tiro e scrive un romanzo ancora più bello, divertente ed intrigante rispetto al primo. Predisponendo gli incauti lettori amanti del giallo e del mistery ad attendere con ansia il terzo capitolo di questa che, il lettore si augura, diverrà una serie.
Non dimentichiamo inoltre il ruolo fondamentale di un’altra protagonista dei romanzi di Becky Sharp: la Casa o Villa che sia, protagonista al pari di Penelope e Velma. E le particolari copertine che Marcos y Marcos dedica a questi monumenti silenziosi (ma non troppo) e testimoni del genere umano che si avvicenda all’interno delle proprie mura.
Una lapidaria quanto simpatica prefazione avvisa subito i lettori che all’interno del romanzo c’è una rivelazione inerente uno dei personaggi de I Fratelli Karamazov di Dostoevskij – ed invero all’interno Vi si ritrovano altri romanzieri russi: una passione della Arzola, devo supporre. Ma cito questa prefazione non tanto per questo inciso, quanto per la definizione che l’autrice dà del termine inglese “spoiler”, oramai in uso massiccio anche qui in Italia e che come sottolinea la Arzola/Sharp, è di una vaghezza aggressiva. Stupenda definizione! E quanto poetico è il sinonimo usato in sua vece: rivelazione…
Ecco allora una stringata definizione per i romanzi della Sharp/Arzola: sono una rivelazione, per come sia possibile costruire un giallo che pur partendo da premesse note e classiche, risulta fresco, piacevole e con risvolti davvero ancorati alla tradizione letteraria.
Che rivelazione!
A presto,
                             

mercoledì 23 ottobre 2013

A chi vuoi bene

Ciao a tutti miei cari amici. Come state? Io mi sento particolarmente infreddolita, con questa pioggia che a Milano cade incessantemente da giorni c'è un'umidà paurosa che entra proprio nelle ossa e per chi, come me, soffre di cervicale, non è proprio il massimo. L'unica soluzione è - nel tempo libero - armarsi di copertina e accoccolarsi sul divano a leggere un buon libro!

Oggi vi parlerò di un libro che ho finito di leggere già da un po' di tempo ma la cui recensione mi è rimasta indietro a causa delle altre - per fortuna tante - iniziative di cui mi sono occupata nell'ultimo periodo.
Il libro in questione è A chi vuoi bene di Lisa Gardner edito dalla Marcos Y Marcos. E' un libro che mi era stato proposto tempo fa dalla casa editrice e che sono felice di aver accettato.
Se ricordate questo romanzo era anche stato protagonista di una puntata della rubrica Chi ben comincia che potete trovare qui.

TramaChe mamma speciale, Tessa Leoni. Si è rifatta una vita partendo dal fango, un gradino dopo l'altro, per amore della sua bambina, concepita chissà con chi. Che poliziotta, Tessa Leoni, che donna: i turni di notte a pattugliare da sola le strade nere, poche ore di sonno e di corsa all'asilo a prendere Sophie. Poi arriva Brian, l'uomo dei sogni, un amante appassionato per lei, un padre per Sophie... Ma adesso che è domenica mattina e tira il vento freddo di marzo, Brian è steso sul pavimento della cucina con tre pallottole in corpo, la piccola Sophie è sparita e Tessa è ancora lì con la pistola in mano. Una sergente bella e inflessibile, D.D. Warren, la incalza di domande, è certa che Tessa sia un mostro. Perché ha sparato al marito, e dov'è finita la piccola Sophie? Come può una madre e poliziotta modello non sapere più nulla di sua figlia? Adesso, proprio adesso, D.D. Warren non lo vorrebbe, un caso così. Un mese di ritardo, si accarezza la pancia; come può una madre far del male alla sua piccolina di sei anni? Scava nel passato di Tessa, in fretta, più in fretta, l'allarme per la scomparsa di Sophie diffuso in tutto lo stato. E Tessa, intanto, contusa e ferita, mente, si difende, lotta e sa una sola cosa: vuole bene a sua figlia. Più di tutto.

In questo giallo molto ben articolato emerge preponderante, in ogni singola pagina, senza mezzi termini, la forza inarrestabile delle sue donne.
Tessa e D.D., le protagoniste indiscusse di questo libro. Due poliziotte, due donne dal temperamento diametralmente opposto, che all'apparenza non hanno niente in comune ma che forse, sotto sotto, sono più simili di quanto anche loro stesse possano pensare. 
Due donne che sin dal loro primo incontro sembrano non sopportarsi, non avere la minima possibilità di collaborare; una indagata, l'altra detective a capo delle indagini.
Tessa, con un marito morto ai suoi piedi, una pistola nelle mani, una figlia scomparsa. La sua vita dedita al lavoro, senza mai legarsi troppo ai colleghi, tutti uomini. Un marito conosciuto per caso e amato più per necessità che per reale slancio amoroso. Un marito che si rivela presto difficile da gestire con i suoi tanti mesi fuori casa per lavoro e con la necessità di vivere una vita in libertà. Difficile sopportare una vita così, facile perdere il controllo.
D.D., con alle spalle una storia d'amore finita e nel presente una nuova relazione ancora senza programmi particolari di vita insieme. Il presentimento di una gravidanza, la difficoltà di comunicarlo al compagno, un'indole materna praticamente inesistente ed un caso difficile con al centro una bambina scomparsa; proprio ora, proprio quando la possibilità di diventare madre si affaccia nella sua vita.
Mentre gli uomini della polizia stradale - colleghi di Tessa - cercano in tutti i modi di stringere un cordone indissolubile intorno a lei, D.D. sembra essere l'unica a non avere il minimo dubbio sulla colpevolezza della collega.
Dalle prime righe ci ritroviamo catapultati sulla scena del delitto, ci viene presentato un cadavere, ci viene fornito un assassino, un'arma del delitto ed anche un movente perfetto; e da subito una domanda martellante si insinua nella notra mente: può una madre perdere così tanto il controllo da uccidere il marito, fare sparire la figlia e probabilmente anche ucciderla? E' difficile dare una risposta ad una situazione apparentemente così scontata, è difficile riuscire a credere che tutto questo possa essere successo perchè se da una parte abbiamo una confessione di colpevolezza dall'altra appare subito chiaro che qualcosa nella ricosruzione dei fatti non torna, Tessa è strana, nasconde qualcosa. Possibile che D.D. non se ne renda conto?
Quelle raccontate in questo libro sono due donne a cui il lettore non riesce a non legarsi - anche se per motivazioni diverse - due donne che sono riuscita ad amare in modo viscerale, senza riserve; la loro personalità emerge in modo assoluto, mettendo in ombra tutti gli altri personaggi che popolano il romanzo e che nonostante abbiano anche ruoli importanti non riescono a trovare un loro spazio, non riescono ad essere così carismatici, così interessanti.
Un libro che sembra quasi svelare tutto sin dall'inizio, si rivela invece un romanzo ben architettato in ogni minimo, singolo particolare trasportando il lettore con se, in un viaggio ricco di colpi di scena, di situazioni tutte da scoprire e per niente banali. Un giallo che riesce a raccontare anche il carattere profondo delle sue protagoniste, dando una visione completa delle sensazioni che le due provano anche grazie ad una narrazione che in ogni capitolo cambia punto di vista, raccontando una volta quello di Tessa e l'altra quello di D.D. permettendoci di immaginare le diverse situazioni in modo differente.
Per chi ama il genere credo sia un libro da non farsi scappare perchè non è scontato e non si limita unicamente alla ricerca del colpevole ma cerca di darci un quadro profondo di ogni dettaglio permettendoci di entrare nella storia in modo totale, come solo i bravi scrittori sanno fare.
Cosa ne pensate? Vi incuriosisce? Io credo che mi procurerò al più presto anche La vicina, che io sappia l'unico altro romanzo di questa scrittrice pubblicato in Itlaia. La protagonista è sempre D.D. Warren, sarà un piacere incontrarla nuovamente ed accompagnarla in un nuovo intricato caso.


VOTO: