lunedì 31 marzo 2014

Recensione #11/2014 - L'ospite di Stephenie Meyer

Buonasera miei cari, come state?
Io un po' acciaccata; ieri ho rischiato di rompermi una spalla tirandomi addosso il portellone della macchina - non ridete e non chiedetemi come ho fatto - quindi oggi ho ancora i postumi della botta che mi porterò dietro per un po' di tempo!
A parte questo - e non è mica poco - tutto ok.
Oggi sono di nuovo con voi per regalarvi la recensione di un libro che ho appena finito di leggere per il Gruppo di Lettura organizzato da Denise del blog Reading is Believing.
Sto parlando de L'ospite di Stephenie Mayer edito da Bur Rizzoli

Trama: Nel futuro la specie umana sta scomparendo. Un'altra razza, aliena, potente e  intelligentissima, ha preso il sopravvento, e i pochi umani rimasti vivono raccolti in piccole comunità di fuggiaschi. Tra loro c'è Jared, l'uomo che la giovane Melanie, da poco caduta nelle mani degli "invasori", ama e non riesce a dimenticare. Neppure adesso che il suo corpo dovrebbe essere niente più di un guscio vuoto, un semplice involucro per l'anima aliena che le è stata assegnata. Perché l'identità di Melanie, i suoi ricordi, le sue emozioni e sensazioni, il desiderio di rincontrare Jared, sono ancora troppo vivi e brucianti per essere cancellati. Così l'aliena Wanderer si ritrova, del tutto inaspettatamente, invasa dal più umano e sconvolgente dei sentimenti: l'amore. E, spinta da questa forza nuova e irresistibile, accetta, contro ogni regola e ogni istinto della sua specie, di mettersi in cerca di Jared. Per rimanere coinvolta, insieme a Melanie, nel triangolo amoroso più impossibile e paradossale, quello fatto di tre anime e due soli corpi.

Difficile approcciarsi a questo libro senza pensare alla famosissima saga di Twiligth di cui la Meyer è la creatrice; ma anche facilissimo dire quanto questo libro non c'entri nulla con quel lavoro tanto amato da alcuni - io sono tra questi - quanto odiato da altri.
Dimenticatevi vampiri e lupi e provate ad immergervi completamente in questa lettura come se non conosceste i trascorsi di questa autrice. Non è facile, lo so, ma provateci e rimarrete positivamente colpiti.
Questo è un libro corposo, sia come numero di pagine - ben 569 - che come avvenimenti e personaggi , quindi non è affatto facile parlarne in modo completo cercando di non spoilerare.
Come già ben spiegato nella trama una razza aliena sta conquistando il mondo - e quindi anche la Terra - ma non fatevi trarre in inganno, non siamo davanti ad un libro di fantascienza fatto di astronavi e creature verdi a tre teste; no, niente di tutto questo. Gli alieni in questione sono anime; meravigliose creature argentee dall'indole assolutamente pacifica che, per proliferare nei mondi che conquistano, hanno bisogno di essere impiantate in un corpo - l'ospite appunto -  del quale prenderanno le sembianze. Normalmente dell'umano in cui l'anima viene impiantata sopravvive solo il corpo e tutto il resto viene annullato, ma ci sono eccezioni in cui i pensieri e la personalità dell'ospite non vengono cancellati e convivono nonostante la nuova situazione.
E' questo il caso di Melanie, prigioniera di un corpo che prima le apparteneva ma che ora deve dividere con Viandante, l'anima che le è stata impiantata. E' Viandante ad essere troppo debole come anima o Melanie ad essere particolarmente forte? E' questa la domanda che in tutto il libro viene da porsi.
Perchè Viandante nonostante le sue innumerevoli vite non è mai riuscita a fermarsi in uno dei mondi che ha abitato - come invece hanno fatto molte altre anime - trovandosi un compagno e degli amici? Forse perchè non aveva trovato il mondo adatto a lei? Forse perchè Melanie con la sua lotta per non scomparire le mostra quali sono le cose per cui vale la pena resistere?
All'inizio non è stato facile per me immergermi in modo profondo in questa lettura; ci troviamo immediatamente ad assistere all'impianto di Viandante nel corpo di Melanie e questo avvenimento è utilizzato dall'autrice per presentarci l'organizzazione della società aliena. E' un'inizio molto lento, particolareggiato e senza grande azione, un po' impegnativo dal punto di vista della lettura ma assolutamente necessario per avere poi in mente, per tutta la durata del libro, di come le anime ragionano. Certo, forse disseminare le informazioni necessarie durante lo svolgimento del libro avrebbe permesso di alleggerire tutta la parte iniziale del romanzo ma lo svolgimento fa poi dimenticare questo particolare. 
Per l'organizzazione delle anime Melanie è un ospite molto importante, la cui mente va esplorata in tutti i suoi ricordi più nascosti per permettere di scoprire dove si nascondano gli altri umani ribelli. Viandante ha un compito molto duro, ma viene ritenuta in tutto e per tutto capace del ruolo che deve svolgere; è una delle anime con un trascorso più particolare, il suo aver vissuto in ben 9 pianeti diversi la rende perfetta ma, inaspettatamente, tutto non avviene così facilmente come invece dovrebbe.
I ricordi di Melanie vengono tenuti sapientemente nascosti dalla vecchia personalità umana della stessa; nessun dettaglio relativo ai possibili nascondigli dei suoi amici viene svelato all'aliena, nessun dettaglio se non un sentimento fortissimo che Viandante non ha mai conosciuto nè provato in passato.
Melanie non viene assorbita dalla sia nuova anima, tutt'altro, Viandante e Mel convivono in un corpo non adatto ad ospitarle entrambe e pian piano i sentimenti di Mel verso il suo mondo perduto cominciano a prendere il sopravvento, regalando all'anima aliena i sentimenti umani della sua ospite, dei sentimenti  cui non riesce a sottrarsi e che sembrano diventare sempre più importanti nella sua esistenza.
Parte così un viaggio alla ricerca di un passato perduto per Mel e di un futuro sconosciuto ma incredibilmente calamitante per Viandante. Insieme all'ospite ed all'anima partecipiamo alla ricerca di Jared e Jamie - rispettivamente amore e fratello dell'umana Melanie - senza capire dove questo possa portare e senza pensare che tutto è solo all'inizio. Non voglio dirvi se Jared e Jemie verranno trovati o meno, e cosa Mel e Viandante si ritroveranno a vivere; voglio solamente dirvi che le due si ritroveranno in situazioni assolutamente credibili e coinvolgenti che riescono a tenere il lettore incantato davanti ad una mente così fantasiosa come quella della Meyer.
Tenetevi pronti quindi ad essere coinvolti emotivamente da una trama che - per quanto apparentemente inverosimile - ha una credibilità sconvolgente con un piano di invasione aliena pensato in ogni minimo dettaglio e in una maniera molto "umana". Anche la resistenza umana ai nuovi invasori ha dell'incredibile ed è pensata in una maniera molto reale e quasi sconvolgente.
La cosa che rimprovero alla Mayer è che avrei voluto arricchisse il tutto con un po' di adrenalina in più perchè mi è sembrato che nei punti più cruciali della storia tutto filasse troppo liscio, senza grandi colpi di scena - se non nel finale in cui ci ha regalato una chicca inaspettata - e questo un po' mi ha infastidito perchè ha rischiato di far diventare banali i tratti della storia che più avrebbero potuto essere elettrizzanti.
Quello che maggiormente mi ha entusiasmato sono i personaggi che arricchiscono la storia e la loro caratterizzazione; li ho amati tutti, da quello più buono e dolce a quello più duro e all'apparenza antipatico perchè la Mayer li ha saputi rappresentare in modo molto reale e completo.
Cosa ne pensate di questo libro? Lo avete letto o siete anche voi tra quelli che lo hanno snobbato a causa della sua scrittrice? Io consiglio questo libro anche ai non amanti del genere perchè in realtà racchiude al suo interno molte sfaccettature che rendono la storia molto particolare.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.

VOTO:


venerdì 28 marzo 2014

Chi ben comincia #29

Buon venerdì amici miei! Finalmente questa settimana interminabile sta volgendo al termine ed io non potrei esserne più felice. Ho avuto giornate lavorative intense, interminabili ed ho proprio bisogno di un paio di giorni di relax - ahahahahahah ma quando mai i miei week end sono rilassanti?? - e di tempo da dedicare alla lattura. Devo assolutamente finire L'ospite - mi mancano poche pagine - e devo darci dentro con Non ti addormentare. Comunque dopo questa volta non leggerò mai più due libri contemporaneamente...non fa proprio per me!
Come tutti i venerdì è il momento di una nuova puntata di "Chi ben comincia", ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri.

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Oggi vi voglio presentare l'incipit di uno dei libri che vi ho presentato nella scorsa puntata di shopping letterario. Credo proprio sarà la mia prossima lettura quindi ho voluto sbirciarne l'incipit insieme a voi.
Il libro in questione è Anatomia di un incubo di James Carol edito da Giunti.

REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti



L'ultima volta che ho visto mio padre vivo era legato al lettino di un carcere, le braccia aperte come se dovesse essere crocifisso. Ogni richiesta di appello era stata respinta e non avrebbero certo sospeso l'esecuzione in extremis. Aveva una flebo in ogni braccio, le cannule già inserite. Per la procedura ne bastava una, l'altra era di riserva. Un monitor scandiva i battiti del suo cuore: nonostante le circostanze la frequenza era lenta, regolare, di settantacinque al minuto.
Nella stanza adiacente c'era una ventina di testimoni. Genitori delle vittime, funzionari della prigione, un uomo dell'ufficio del Governatore della California in un abito inappuntabile. Si sentivano movimenti e fruscii: si stavano mettendo comodi per lo spettacolo, ma io ne ero solo in parte consapevole. Mio padre guardò attraverso la spessa lastra di plexiglas e mi sentii trafiggere dalla sua occhiata intensa. In quell'istante c'eravamo solo io e lui. Ricambiai lo sguardo, curioso di capire che cosa stesse pensando. Avevo conosciuto e studiato un numero sufficiente di psicopatici per sapere che non si era pentito di quanto aveva fatto, che era incapace di mostrare rimorso per i suoi crimini.
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Non si può dire che questo incipit non entri immediatamente nel clou della storia.
Un padre criminale in attesa di un'esecuzione che darà fine alla sua vita, ed un figlio, dall'altra parte del vetro, spettatore. Inquetante che neanche davanti alla morte il padre abbia una aumento dei battiti cardiaci.
Molte domande sorgono immediate nella mia testa: chissà con quali creimini si sia sporcato le mani il giustiziato; chissà perchè il figlio dice di aver studiato e conosciuto un numero sufficiente di psicopatici, sarà un detective? O un medico? Sicuramente queste poche righe fanno venire voglia di continuare a leggere per riuscire ad avere un quadro più preciso della situazione.
Come inizio quindi direi niente male. Mi piacciono i libri che non si perdono in preamboli lunghissimi e mi fanno immergere, già dalle prime righe, nell'atmosfera giusta per andare avanti!
E voi, cosa ne pensate? Vi piace questo incipit?
Se vi va lasciatemi la vostra opinione e magari anche il vostro incipit di oggi!
Vi saluto, vi auguro un week end fantastico e, con questa rubrica, vi do appuntamento a venerdì prossimo.

mercoledì 26 marzo 2014

Shopping letterario #19

Buongiorno followers! Cosa mi raccontate di bello?
Io vi voglio presentare i miei ultimi acquisti libreschi...cosa c'è di più bello di questo????
Prima o poi dovrò capire come mai per me sia così difficile leggere in ebook ed invece sia così semplice cliccare sul tasto compra nelle offerte lampo giornaliere di Amazon per il kindle; il mio è veramente un caso disperato che andrebbe curato...
Non voglio pensarci ora - hihihihihihi - ma voglio solo godermi il momento e raccontarvi quali meravigliosi libri ho acquistato a prezzi assolutamente stracciati!
Devo essere in fase macabra perchè solo ora mi rendo conto che mi sono buttata unicamente su thriller, ed anche abbastanza forti... quindi attenti a me! ahahahhahahah
  •  Il sezionatore di Marc Raabe edito da Newton Compton, 430 pagine.
Trama: Berlino Ovest, 1979. Gabriel, un ragazzino di undici anni, se ne sta immobile circondato dal  buio, in cima alla scala che conduce in una cantina: il laboratorio fotografico del padre, cui nessuno può accedere. È notte, e la casa in cui vive è piena di rumori. È scalzo, eccitato e impaurito, ma lì sotto c'è un segreto che non gli permette di tornarsene a letto a dormire. Alla fine vince il terrore e decide di muoversi: mette il piede sul primo gradino e comincia a scendere le scale, come attratto da una calamita. Non può ancora saperlo, ma le conseguenze di questa decisione saranno terribili. Trent'anni dopo quel bambino è cresciuto, è ormai un uomo che lavora per una ditta di sicurezza. Ha rimosso ciò che accadde quella notte. Ha dimenticato del tutto quel giorno in cantina, quelle foto, quei rumori. Non sa più nulla dell'orrore che ha visto, finché la sua fidanzata, Liz, non scompare, rapita da uno psicopatico con un diabolico piano e allora, per salvarla, sarà costretto a ricordare...

  • Luce e ombra di Ake Edwardson edito da Baldini & Castoldi, 394 pagine.
Trama: Il commissario Erik Winter deve recarsi in Spagna, dove ormai da tempo si sono trasferiti i genitori, perché il padre sta morendo; ma a Göteborg la criminalità non sembra voler rispettare il suo dolore: una coppia è stata barbaramente uccisa nel proprio appartamento, decapitata, le teste scambiate. Gli indizi portano Winter a indagare in ambienti oscuri, inquietanti, dove luce e ombra si scambiano continuamente di posto. Ad aggiungere tensione c'è il fatto che l'omicidio è avvenuto molto vicino alla sua abitazione, e la sua compagna, Angela, in attesa del primo figlio, è sempre più turbata. Ogni passo fuori dalla porta e ogni squillo del telefono si trasformano in una possibile minaccia. Perché la vita è un'alternanza di luce e ombra, di sole e tenebra. Per ciascuno di noi.

  •  Anatomia di un incubo di James Carol edito da Giunti, 368 pagine.
Trama: Mentre su Londra si abbatte una violenta bufera di neve e tutti sono impegnati nei preparativi natalizi, un folle criminale rapisce le donne, le tortura per giorni, ma non le uccide: prova piacere nello spegnere in loro ogni scintilla di vita, prima di lasciarle andare. La polizia brancola nel buio e l'ispettore Hatcher sa che solo una persona è in grado di aiutarli: Jefferson Winter, il miglior profiler americano. Figlio di uno spietato serial killer, Winter è ossessionato dal suo passato, che però gli ha regalato un intuito infallibile: nessuno come lui riesce a penetrare la psicologia delle menti criminali. Ma questo caso è diverso: perché mutilare una donna imprigionandola nel suo corpo per sempre, rendendola insensibile al mondo esterno e totalmente dipendente dagli altri? Un destino più atroce della morte. Le vittime aumentano e il maniaco è sempre più assetato: tra poco toccherà alla numero cinque e non c'è un attimo da perdere. Con l'aiuto dell'affascinante Sophie Templeton, la caccia all'uomo ha inizio...

Ecco qui il mio malloppo! Devo dire che sono molto soddisfatta delle mie scelte.
Cosa ne pensate? Quale avete letto tra questi? Quale vi incuriosisce?  

lunedì 24 marzo 2014

Recensione #10/2014 - A passo di tartaruga di Rosario Centorrino

Buon pomeriggio miei cari. Come state? Io ho cominciato il lunedì veramente in modo pessimo: ho fatto una coda allucinante questa mattina; dopo più di un'ora dall'uscita da casa avevo fatto solamente 8 km!!! Capirete che sono stata nervosa tutta mattina. Mi sto riprendendo un po' adesso.
Tra un'oretta andrò a prendere il mio cucciolo a scuola materna e tutto magicamente passerà! Fortuna che ho lui che mi fa dimenticare tutto!!!
Questo pomeriggio torno con una recensione, che spero vi potrà incuriosire!
Come promesso non ho fatto passare troppo tempo tra la fine della lettura di un libro che per me è stato assolutamente una scoperta e la scrittura della sua recensione.
Il libro in questione è A passo di Tartaruga, opera prima di Rosario Centorrino edito da Edizioni Smasher.
Se ben ricordate lo avevo presentato qui.

Sinossi: Ale è una ragazza travolta dalla spirale della vita e dal susseguirsi di inaspettati eventi. Continui flashback le fanno ricordare la dolcezza del passato, lasciandole il retrogusto amaro del presente. Ricorda di essere stata insicura, vulnerabile, combattuta tra le emozioni di chi desiderava amare con tutta se stessa e di chi, però, ha avuto paura. È costantemente alla ricerca di un posto nel mondo. Sogni, fallimenti e conquiste l’accompagnano nella crescita. A spese proprie ha imparato a fare delle scelte, ad arrendersi e a osare.
Bea e Marco sono gli amici di sempre. Complici e parti attive della sua tumultuosa esistenza. Tre giovani inseparabili ma, inaspettatamente, flessibili alle inclinazioni impalpabili dell’amore dalle mille sfaccettature.
Tre personaggi avvolti in un misterioso rapporto fatto di complicità e sorprendenti rivelazioni. Riescono a raggiungere un equilibrio perfetto quando qualcosa destabilizza, definitivamente, la loro condizione.
A passo di tartaruga racconta di come, a volte, l’amore e l’amicizia possano intrecciarsi, diventando un unico e misterioso sentimento che annienta la razionalità e condiziona l’esistenza umana.

Ho ricevuto questo libro proprio dal suo scrittore. Come sapete sono sempre ben disposta verso gli emergenti che cercano attraverso il mio blog una vetrina per far conoscere maggiormente al mondo il proprio lavoro. Ovviamente sono umana, alcuni libri mi incuriosiscono maggiormente, altri meno, ma sarebbe strano se accadesse il contrario. Con questo libro è stato amore a prima vista, un colpo di fulmine immediato. Quando mi sono ritrovata ad aprire la busta che mi è arrivata a casa e ne ho tirato fuori questo libriccino di poco meno di 150 pagine la mia curiosità è stata totalmente rapita in primo luogo dalle sue fattezze: quella cover bianca con in primo piano tre coppie di piedi; quella piccola tartarughina, con il viso da donna come tatuata sul tallone di uno dei due piedi più grossi, mi ha assolutamente conquistata. In più la trama che mi attirava in modo assolutamente incomprensibile...
Come sapete in questo periodo sto partecipando ad un GdL su L'ospite - anche se rimango sempre indietro con le pagine lette perchè ho poco tempo e perchè la lettura in ebook non mi aiuta - ed in più avevo in programma di cominciare Non ti addormentare; quando A passo di tartaruga è arrivato tutto questo è stato messo in stand by perchè non ho resisteto ed ho voluto cominciare a leggerlo immediatamente.
La storia raccontata è quella di tre ragazzi, Alessandra, Bea e Marco e della loro grande amicizia. Ale e Bea si conoscono a scuola, e dopo il primo incontro saranno compagne di banco per il resto del loro percorso scolastico. Insieme programmano il loro futuro senza rendersi conto, ancora bambine, che crescendo le attitudini e le aspettative cambiano. Marco è il fidanzato di Bea, o meglio, una frequentazione, come preferisce chiamarla lei. Le vite dei tre si intrecciano in un vortice di avvenimenti ed emozioni fino a diventare un'unica cosa, ognuno indispensabile a modo suo per l'altro, ognuno parte di un tassello che gli permette di raggiungere il loro stato di "tranquillitudine".
Ho letto questo libro in due sere; certo direte voi, è piccolo quindi si finisce subito... E invece no, l'ho finito in così poco tempo perchè è stata una lettura assolutamente calamitante, che ha saputo farmi immergere completamente in quell'amicizia che tanto meravigliosamente viene descritta.
Sono sempre felicissima quando trovo uno scrittore emergente che sa toccarmi il cuore come in questo caso, perchè vuole dire che il mio credere in loro non è vano.
La prima particolarità di questo scritto che voglio sottolineare è la scelta della voce narrante: tutto è raccontato in prima persona da Alessandra. Anche in questo caso starete pensando che non c'è nulla di nuovo perchè spessissimo le protagoniste sono donne; certo, vi rispondo io, ma quante volte la voce narrante è femminile quando il libro è scritto da un uomo? Rosario Centorrino parla in prima persona come se fosse una donna, entra nel profondo di quella che è la sua protagonista, vive le sue emozioni e ce ne racconta la vita non sbagliando un colpo, riuscendo perfettamente ad essere credibile e convincente.
Un altro punto a favore di questo lavoro è che riesce a non essere banale e ripetitivo nonostante parli praticamente solo di tre personaggi - le altre figure che appaiono sono solamente di contorno-; anche in poche pagine sarebbe stato semplice far scivolare il lettore nella noia se lo stile di scrittura non fosse stato assolutamente coinvolgente.
Ho letto avidamente, fino a notte inoltrata, la prima sera; ho bramato il momento in cui avrei potuto ricominciare a leggere per tutta la giornata successiva fino a quando, finalmente, in un'altra serata ho letteralmente divorato la parte finale del libro. Ciliegina sulla torta... quando a mezzanotte ho sfogliato l'ultima pagina ho pianto, pianto nel buio della notte, pianto come una bambina, e spegnendo la luce per mettermi a dormire ho sofferto ed ho riflettuto, in compagnia di un vuoto dentro che non mi ha permesso di addormentarmi per tutta l'ora successiva. Ma badate bene, questo non è un libro tragico, tutt'altro; è positivo, aperto al mondo ed alle sue stranezze, un libro che insegna quanto l'amicizia, quella vere, possa essere il cuore pulsante della nostra esistenza.
Mi capita raramente che un libro mi prenda in questa maniera; ultimamente ricordo un unico libro che mi è entrato dentro così tanto in così poche pagine ed è Un uso qualunque di te di Sara Rattaro. Ecco, è proprio la carriera di Sara che auguro a Rosario perchè non ci credo che questo libro sia frutto della fortuna del principiante, questo libro credo sia frutto della penna di uno scrittore capace che in futuro ci riserverà altri meravigliosi lavori, che ovviamente io adesso aspetto con ansia.
Un ultimo particolare, non secondario nella storia, è la sua ambientazione: Sicilia, anzi Messina, la città della mia mamma, quella che amo tanto; e proprio di quella città ho ritrovato i profumi, le abitudini, le tradizioni popolari, le prelibatezze culinarie.
Insomma avete capito che sono stata letteralmente conquistata da questa lettura, e sono orgogliosa di avere una copia veramente mia, firmata e dedicata dall'autore, perchè questa è l'Italia che voglio celebrare con il mio blog, quella di chi lotta per un sogno, di chi nonostante tutto crede ancora che la vita possa essere plasmata dalla passione.
Prima di salutarvi vorrei regalarvi un passaggio del libro:
"Come una tartaruga ferita, vorrei raccoglierti e curarti.
Vorrei darti quella sicurezza e autonomia per permetterti di tornare a nuotare libera nei tuoi sogni di mare spumeggiante, in distese infinite di sorrisi nascosti, di fantasie celate da nuvole passeggere. Un po' di calore per un cuore che si nasconde dietro cespugli di silenzio..."
Ovviamente vi consiglio di correre a comprare questo libro e di tornare a dirmi come lo avete trovato.

VOTO:


venerdì 21 marzo 2014

Chi ben comincia #28

Buon pomeriggio cari lettori appassionati, come va? Pronti per il week end?
Cosa farete di bello? Io credo che lo passerò diviso tra lavoro, famiglia ed amici; un connubio perfetto!!!
Ahhhhh, ovviamente lo passerò con un buon libro in mano, ma questo è inutile che io lo dica! ;)
Cosa sarebbe il venerdì senza la nostra rubrichetta?
Quindi ecco una nuova puntata di "Chi ben comincia", ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri.
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Per scegliere l'incipi di oggi ho aperto la mia applicazione Kindle ed ho dato una sbirciata alle copertine. Scorrendo i troppi libri che ho già accumulato anche in formato diginale mi è venuto in mente che non considero mai i due che ho sulla app del Kobo che mi erano stati regalati con una promozione natalizia. Quindi per oggi ho pensato di scegliere proprio uno di quei due libri e precisamente Non tutti gli uomini vengono per nuocere di Federica Bosco edito da Mondadori

REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti


"Cristina? Cristina, dai, svegliati"
Mmmh... Dio che nausea, ma dove sono? Mi gira la testa come se fossi su una giostra impazzita... e poi cos'hanno da urlare tutti, neanche fosse il primo giorno di saldi? E perchè mi schiaffeggiano? Cos'ho fatto di male???
"Cristina... Cristina, mi senti? Mi seeenti?
Certo che ti sento! Come potrei evitarlo, continui a prendermi a sberle! Cos'hai, un complesso d'inferiorità nei confronti delle donne? E quell'aureola intorno alla testa? Eddai, Geù, tornatene a moltiplicare pani e pesci e lasciami dormire, ti prego.
"Cristina, sveglia! Su, sveglia! Lo sai dove sei?"
Ma certo che lo so, nel mio letto tranquilla e beata a dormire per non pensare a quello stronzo di Lorenzo che non risponde più al telefono da due giorni. Ho bevuto troppo mirto, del resto quello c'era in frigo, e ora sto avendo sicuramente un incubo... mi sa che il mirto è una pianta allucinogena... ora però esci dal mio sogno, uomo con l'aureola, così io mi sveglio, mi faccio la doccia e vado in cucina a farmi due uova al tegamino con molto pane e burro... mi ci vuole qualcosa di unto e grasso e poi... un caffè enorme, sì ho proprio bisogno di un gigantesco caf...
SBAM!

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Comincio col dire che non ho mai letto nulla della Bosco. Ne ho sentito parlare per alcuni versi molto bene, per altri molto male.
Leggo quest'incipit non ricordando neanche lontanamente la trama e questo mi aiuta a pormi tantissime domande.
Cosa è successo a Cristina? Sta veramente dormendo e sognando - ame capita a volte di sognare e nel sogno essere assolutamente consapevole che lo sia - oppure è svenuta e quello stano uomo con l'aureola sta cercando di farla rinvenire, oppure è morta ed è davvero al cospetto di un angelo?
Leggendo queste poche righe si può pensare veramente a qualsiasi cosa.
Di certo come inizio è divertente.
Cosa ne pensate? Avete già letto questo libro?  E la Bosco è una scrittrice che amate o come me non avete ancora mai letto nulla dei suoi lavori?
Se vi va fatemi sapere cosa ne pensate! :)

giovedì 20 marzo 2014

Chi bussa #8

Buongiorno amici miei, buon giovedì! La settimana volge - fortunatamente - al termine e la primavera è alle porte! Cosa volere di più? Che abbiano sbagliato le previsioni del tempo e che qui al nord non piova tutto il week end...hihihihihi. Pretendo troppo? Forse, ma ci provo!!! ;)
Per prima cosa vorrei chiedervi se c'è qualcosa del blog che vi ha stufato, che non vi interessa più. E' qualche tempo che vedo diminuire i vostri passaggi qui ed anche i vostri commenti, quindi se c'è qualcosa che posso fare per migliorare questo angolino ditemelo e cercherò di porre rimedio.
Spero sia solo l'arrivo della bella stagione che vi porta a passare più tempo fuori casa e meno al PC...

Ora torniamo a noi e al motivo della mia presenza qui oggi.
Vorrei presentarvi una nuova puntata di Chi bussa?, la rubrica dedicata agli autori emergenti e alle loro opere. Quindi cominciamo.

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Titolo: A passo di tartaruga
Autore: Rosario Centorrino
Genere: Narrativa
Pagine: 136
Costo: Cartaceo 10.00 euro - Ebook 3.90 euro
Pubblicazione: Dicembre 2013, prima ristampa Febbraio 2014 - edito da Edizioni Smasher

Sinossi: Ale è una ragazza travolta dalla spirale della vita e dal susseguirsi di inaspettati eventi. Continui flashback le fanno ricordare la dolcezza del passato, lasciandole il retrogusto amaro del presente. Ricorda di essere stata insicura, vulnerabile, combattuta tra le emozioni di chi desiderava amare con tutta se stessa e di chi, però, ha avuto paura. È costantemente alla ricerca di un posto nel mondo. Sogni, fallimenti e conquiste l’accompagnano nella crescita. A spese proprie ha imparato a fare delle scelte, ad arrendersi e a osare.
Bea e Marco sono gli amici di sempre. Complici e parti attive della sua tumultuosa esistenza. Tre giovani inseparabili ma, inaspettatamente, flessibili alle inclinazioni impalpabili dell’amore dalle mille sfaccettature.
Tre personaggi avvolti in un misterioso rapporto fatto di complicità e sorprendenti rivelazioni. Riescono a raggiungere un equilibrio perfetto quando qualcosa destabilizza, definitivamente, la loro condizione.
A passo di tartaruga racconta di come, a volte, l’amore e l’amicizia possano intrecciarsi, diventando un unico e misterioso sentimento che annienta la razionalità e condiziona l’esistenza umana.

Autore: Rosario Centorrino nasce nell'81 a Messina dove vive attualmente insieme alla moglie Flavia e la piccola Alice.
Nel 2004 consegue la laurea in Scienze Motorie e Sportive e nello stesso anno inizia a lavorare presso il Kinecenter, noto centro medico di riabilitazione fisica, dove è attualmente impiegato.
A passo di Tartaruga è il suo primo libro.

Per saperne di più:

Pagina Facebook del romanzo https://www.facebook.com/apassoditartaruga

Casa editrice sul cui sito è anche possibile acquistare il romanzo Edizioni Smasher

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Devo essere sincera con voi, ieri sera mi è arrivato il libro a casa! Mi è stato gentilmente spedito dall'autore stesso per darmi la possibiltà di leggerlo.
Bè, quando ho avuto per le mani questo libricino con la sua copertina bianca, il titolo che mi ha subito incuriosito, quell'immagine sulla cover di sei piedi che si sfiorano, che racchiude in se un mondo, non ho potuto metterlo in attesa nella libreria, ho sentito l'assoluta necessità di cominciare a leggerlo al più presto. Ho cominciato ieri sera verso le 22.30 e ho letto ininterrottamente fino a mezzanotte. Ho chiuso il libro a 30 pagine dalla fine solo perchè stavo crollando dal sonno ma avrei voluto continuare.
E' così calamitante che oggi ho passato tutto il giorno ad aspettare di avere una mezz'oretta di tempo per finirlo quindi questo è assolutamente un punto a favore del libro e del suo capace scrittore.
Vi capita mai di avere un colpo di fulmine così forte per un libro di cui non sapete assolutamente nulla? A me non spesso e quando succede rimango sempre un po' sconvolta!
Di sicuro leggerete presto qui sul blog la mia recensione, ma ora voglio sapere cosa ne pensate voi a pelle!
Vi incuriosisce? Lo conoscete?
Sarò come sempre felice di leggervi nei commenti.

mercoledì 19 marzo 2014

Recensione #9/2014 - All'ombra dei fiori di jacaranda di Rosalba Perrotta

Buonasera carissimi!Come sta andando la vostra settimana?
Per me è un periodo impegnativo, troppi imprevisti che si susseguono in modo quasi inquietante non mi permettono di vivermi le giornate come vorrei. Come mi dico sempre...passerà e arriveranno periodi migliori...anche se ultimamente me lo dico un po' troppo spesso.
Anche riuscire a stare dietro al blog come vorrei sta diventando complicato perchè la mia testa è troppo piena di pensieri e spesso non ho neanche la forza di mettermi al PC. So che mi perdonerete per questo.
Ma pensiamo a cose belle e parliamo di libri.
Oggi vorrei parlarvi di un libro che ho letto da molto tempo ormai, la cui recensione è finita per troppo in coda ad altre, che hanno trattato libri letti più recentemente. Sto parlando di un romanzo ricevuto in settembre dalla casa editrice Salani e che mi aveva incuriosito da subito: si tratta di All'ombra dei fiori di jacaranda scritto da Rosalba Perrotta. Pagine 350.
Se fate mente locale vi ricorderete che era anche stato il protagonista di una puntata di Chi ben comincia che, se vi siete persi, potete trovare qui.

Trama: La zia Colomba, ricchissima e molto chiacchierata, non sembra la persona giusta per occuparsi della piccola Arabella. Il suo mondo è fatto di una villa colma di opere d’arte, una domestica bisbetica, molta disciplina e poco affetto. Ma la bambina trova nella sua tutrice e nella realtà che la circonda un universo di stimoli culturali e idee libertarie, che lei, come un fiore sotto la pioggia, assorbe e usa per crescere, per trovare la sua strada. E così, grazie all’educazione ricevuta nella sua famiglia di origine e grazie alla zia Colomba, che le trasmette allegramente la libertà, l’ironia e il disincanto con cui guarda il mondo, Arabella riesce a realizzare le sue aspirazioni, viaggia e studia, impara e si innamora, figlia cosmopolita di una Sicilia profumata, antica e piena di contraddizioni. È nato un nuovo genere, una narrazione originale e di qualità: simile a Zia Mame di Patrick Dennis per la vivacità dei personaggi, con la stessa capacità di emozionare di Simonetta Agnello Hornby e lo stesso umorismo dei romanzi di Stefania Bertola. La vita di una ragazza fuori dagli schemi, un ricco e vivido affresco della Sicilia a partire dagli anni Quaranta.

Non è facile per me pensare da che parte cominciare per parlare di questo libro. Non so perchè sia così complicato tirare insieme i pensieri visto che comunque il voto che troverete alla fine è un voto alto e di solito questa difficoltà la trovo maggiormente quando una lettura non mi ha soddisfatto; forse sono solo le tante cose di cui vorrei parlare per spiegarvi il mio pensiero su questo libro.
Partiamo dalle aspettative che avevo. Quando la casa editrice mi ha proposto questo libro me lo ha presentato facendone delle analogie con Zia Mame di Patrick Dennis e La zia marchesa di Simonetta Agnello Hornby; in passato ho letto entrambi i libri - infatti cliccando sui loro titoli verrete rimandati alle recensioni - ed in entrambi i casi mi è mancato qualcosa affinchè io potessi apprezzarli fino in fondo: il primo un libro molto piacevole ma secondo me con i capitoli troppo scollegati tra loro; il secondo con una trama con un potenziale assolutamente alto ma appesantita da un'enormità di personaggi a volte neanche essenziali per la logicità degli avvenimenti. Partendo da questi presupposti, cercavo in questo libro quel qualcosa in più, e devo dire che credo di averlo trovato in una trama completa e lineare e in uno stile assolutamente piacevole e scorrevole.
Certo, devo dire che forse le analogie con Zia Mame non mi hanno permesso di arrivare ad assegnare un punteggio più alto a questa lettura.
La storia è già tutta nella trama, Arabella viene affidata alla zia Colomba, anticonformista, viaggiatrice, sognatrice ed assolutamente al di fuori degli schemi per una Sicilia degli anni Quaranta. L'ambientazione è assolutamente perfetta; i dettagli che la strittrice ci regala sul territorio - in pillole, senza esagerare ma dove serve - hanno permesso - a me che quella zona la conosco grazie ad una mamma siciliana - di poter vedere con i miei occhi quei luoghi che mi sono tanto cari e che credo risultino perfetti per la dicotomia che emerge forte in questo libro tra una donna come la zia Colomba ed i luoghi in cui si trova a vivere.
La zia, con la scusa di non accettare la poca apertura mentale dell'isola, viaggia alla ricerca di non sa neanche lei cosa, non permettendo alla nipote di diventare veramente parte della sua vita. 
Arabella - una bambina sfortunata, orfana, zoppa, affidata ad una zia che apparentemente non la considera -cresce praticamente sola, attorniata dalle persone di fiducia di cui la zia si serve per mandare avanti la casa quando viaggia in giro per il mondo e deve, per forza di cose, crearsi un suo mondo, per andare avanti e non affondare nella noia. La sua salvezza sono i nuovi abitanti della casa in fianco, una mamma ed una bambina dai riccioli rossi - Annalisa - della stessa età della nostra piccola protagonista, che diventeranno la sua seconda famiglia e le permetteranno di non sentirsi sola.
Annalisa sarà la sua amica del cuore, la sua compagna di avventure, la sua confidente in una Sicilia difficile da affrontare, incapace di aprirsi al mondo.
Dopo un'infanzia in Sicilia la zia decide di mandare Arabella in Svizzera, in un collegio la cui direttrice è una sua amica con un metodo di studio molto particolare ed aperto; dopo i primi tentennamenti la ragazza accetta e si ritrova in un mondo che le permetterà di aprire gli orizzonti, di conoscere realtà così diverse che i suoi brevi soggiorni vacanzieri in quella che era ormai diventata la sua casa le staranno stretti. Quelle stanze vuote, quella camera così poco sua, in cui continua a sentirsi un'intrusa, in cui continua a sentirsi osservata, ora più che mai sembrano non appartenerle.
Madame Ledrout, la direttrice del collegio, diventa per la ragazza come una madre, una figura di riferimento capace di farla crescere con le certezza che una ragazza di quell'età ha bisogno.
Ecco come Arabella descrive la donna in un passaggio del libro:
"Madame Ledrout mi dava affetto e sostegno, ed era per me un modello. In quel periodo molti ragazzi ricercavano affetto e sostegno da persone a cui non avrebbero voluto assomigliare. Genitori autoritari e professori noiosi, che insegnavano cose di cui non si capiva l'utilità. Adulti deprimenti anche dal punto estetico. [...] Madame Ledrout era l'opposto, o perlomeno così la vedevo. Aveva le caratteristiche che attribuivo a mia mamma: continentale (cioè anticonformista e moderna), maestra montessoriana (cioè amorevole e libertaria) e crocerossina (e quindi soccorritrice e scienziata). Con quel po' di follia e levità che la accomunavano alla zia Colomba. Per quanto riguardava il look: cambiava con l'estro e con l'umore. E di certo non diceva al mondo che era virtuosa o vestita secondo le regole del bon-ton."
Arabella crescerà, conoscerà l'amore, comincerà a porsi delle domande rispetto a quella che è la vita della zia, a quelli che sono i suoi consigli e a quello che potrebbe diventare il suo futuro. Crescendo, il passato della sua famiglia comincerà a manifestarsi insistente e la porterà ad essere diversa, diffidente a volte, ma anche aperta a nuove scoperte.
Molti personaggi ruotano attorno ad Arabella e alla zia Colomba, qualcuno emergendo un po' di più e qualcuno meno ma tutti con un ruolo ed una caratterizzazione ben precisi.
Un bello scorcio di vita vera che ripercorre un'epoca di transizione sicuramente difficile da vivere.
Tradizioni reali - come ad esempio la festività dei morti che molto spesso ho sentito raccontare quando ero bambina da mia mamma e dai miei nonni - perfettamente integrate in un romanzo di fantasia che sa farsi leggere in modo molto piacevole.
L'ultima cosa che vorrei sottolineare - che magari per molti è un dettaglio ma che per me è assolutamente essenziale affinchè un libro mi prenda completamente - è la cover splendida capace di farci immergere immediatamente nell'atmosfera che ci accompagnerà per tutto il romanzo.
Cosa ve ne pare? Conoscete questo romanzo? Lo avete letto? Fatemi sapere le vostre impressioni!

Voto:






lunedì 17 marzo 2014

Book Cake Tag

Buongiorno carissimi! Oggi sono qui con un nuovo Tag. Lo sapete che ultimamente mi sto appassionando.
Mi perdonerete se la cosa non vi entusiasma, anche se in realtà spero possa divertirvi come succede a me. Quindi bando alle ciance, e cominciamo.





REGOLE:

1. Inserire l'immagine del Tag nel blog preparando il post
2. Citare il blog che ti ha taggata
3. Rispondere alle domande del TAG
4. Tagga i blog che ami di più


Per prima cosa ringrazio la carissima Monica del blog Books Land che mi ha taggata. *____*

Ed ora passiamo alle mie risposte:

FARINA:
un libro all'inizio un po' lento ma che poi si è ripreso proseguendo nella lettura



Non è stato facile rispondere a questa domanda, ma scorrendo i libri letti da quando esiste il blog devo dire La colpa di Lorenza Ghinelli, un libro che all'inizio mi aveva turbato e che non capivo. Poi invece qualcosa nella trama è stato svelato ed è cambiato tutto! Divorato!


MARGARINA:
un libro con una grande e ricca storia


Devo per forza di cose Shantaram di Gregory David Roberts. Lo so, adesso penserete che sono ripetitiva ma cosa ci posso fare se questo libro mi ha completamente rubato l'anima? E' un libro capace di fare viaggare la mente in modo assolutamente unico e che non smetterò mai di consigliare.


UOVA:
un libro che pensavi sarebbe stato brutto e invece ti è piaciuto


Anche in questo caso non è stato semplice ma ho scelto il caso più emblematico. Perfetto di Alessia Esse è un libro che non avrei mai preso in considerazione se non fossi stata convinta da un'amica blogger, perchè non rientrava assolutamente nei miei soliti generi di lettura. Fortunatamente ho deciso di provarci ed ho scoperto - insieme al seguito Segreto - due tra i più bei libri letti nel 2013.


ZUCCHERO:
un libro dolce come lo zucchero


Sapete che non leggo molti libri sdolcinati. Quando ho letto questa definizione mi si è fissata davanti agli occhi una cover e un libro: Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery. Ho postato l'immagine della versione vecchia come me - ahahahahahahahah - perchè è quella che ha un posto speciale nel mio cuore.

ICING:
un libro che ha racchiuso tutto quello che ami di più (momenti divertenti, azione, momenti tristi, ecc.)


Per non dire ancora Shantaram - ahahahahahahahah anche se vi dirò la verità è il primo che mi è venuto in mente - dico il secondo a cui ho pensato: La verità sul caso Harry Quebert di Joel Dicker, un libro nel libro con una grande trama che racchiude moltissimi generi e che evoca tante emozioni differenti.


CONFETTI:
una serie alla quale ritorni quando vuoi tirarti su di morale, quando ti senti giù


Difficilmente rileggo libri già letti, o almeno non lo faccio mai di frequente, da quando però ho letto Io che amo solo te e il seguito La cena di Natale di Io che amo solo te di Luca Bianchini mi è capitato spesso di andarne a rileggere dei passaggi che ho sottolineato durante la lettura. E un toccasana per il mio umore e per il mio cuore e poi, quale libro migliore da essere associato ai confetti se non quello che parla di un matrimonio? ;)

CILIEGINA SULLA TORTA:
il tuo libro preferito di quest'anno finora



Sono felice di poter dare questo primato ad un'opera prima di una scrittrice esordiente che ha moltissimo da raccontare e di cui  - ne sono assolutamente sicura - sentiremo parlare moltissimo in futuro. Sto parlando di Francesca Diotallevi e del suo Le stanze buie, un romanzo completo, ben strutturato e con dei personaggi caratterizzati in modo molto interessante. Leggetelo e non ve ne pentirete.

Praticamente la maggior parte dei blog che seguo più assiduamente hanno già fatto questo Tag quindi lascio liberi tutti voi, se vi va, di farlo sul vostro blog - se ne avete uno - e venirmi a lasciare il link; oppure se un blog non lo avete potete - come sempre ed io ne sarò super felice - rispondere a questo tag qui sotto nei commenti.
Sono curiosissima di sapere quali sono i vostri libri preferiti quindi sbizzarritevi!!!! :)))))

venerdì 14 marzo 2014

Chi ben comincia #27

Ciao amici miei! Finalmente è venerdì!!!!
Anche se le settimane sembrano non passare mai in realtà tirando le somme il tempo vola, siamo già a metà marzo.
Come tutti i venerdì è il momento  della rubrica "Chi ben comincia", ideata da Alessia del blog Il profumo dei libri.
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Ho voglia di leggere un bel thriller prossimamente quindi ho deciso di scegliere dalla mia libreria qualcosa di quel genere per l'incipit di oggi. Guardando i libri che sono in attesa di essere letti ho optato per Non ti addormentare di S.J.Watson edito da Piemme per la collana Numeri primi

REGOLE:

- Prendete un libro qualsiasi contenuto nella vostra libreria
- Copiate le prime righe del libro (possono essere 10, 15, 20 righe)
- Scrivete titolo e autore per chi fosse interessato
- Aspettate i commenti



La stanza è strana. Sconosciuta. Non so dove mi trovo, come ci sono arrivata. Non so come farò a tornare a casa.
Ho passato la notte qui. Mi ha svegliata una voce di donna (sulle prime ho pensato che fosse a letto con me, ma poi mi sono resa conto che leggeva delle notizie e che stavo ascoltando una radiosveglia) e quando ho aperto gli occhi mi sono ritrovata qui. In questa stanza che non riconosco.
La mia vista si abitua alla penombra e mi guardo intorno. Sul lato interno dell'anta di un armadio è appesa una vestaglia (è da donna, sicuramente molto più vecchia di me) e sullo schienale della sedia davanti alla toletta è drappeggiato con cura un paio di pantaloni scuri, ma non riesco a distinguere molto altro. La sveglia sembra uno strumento complicato, ma trovo il tasto per zittirla.
E' a questo punto che sento un respiro vibrare alle mie spalle e mi rendo conto di non essere sola. Mi volto. Vedo una distesa di pelle e peli scuri brizzolati. Un uomo. Tiene il  braccio sinistro fuori dalle lenzuola, e all'anulare ha una fede d'oro. Reprimo un gemito. Sicchè questo non è solo vecchio e canuto, mi dico, è anche sposato. Non solo ho scopato con un uomo sposato, ma l'ho fatto in quella che immagino sia casa sua, nel letto che di solito condividerà con la moglie. Mi abbandono sulla schiena per raccogliere le idee. Dovrei vergognarmi. Mi domando dove sia la moglie. Dovrei temere il suo arrivo improvviso? La immagino in piedi sul lato opposto della stanza che mi insulta, dandomi della puttana. Una Medusa. Un ammasso di serpenti. Mi chiedo come farò a difendermi se si presenterà davvero. Il tizio a letto, dal canto suo, non sembra preoccupato. Si è girato dall'altra parte e prosegue a russare.

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Scusate, ho trascritto tantissimo, molto più della prima pagina, ma volevo arrivare ad un puntoche non lasciasse il discorso a metà.
Che dire di questo incipit? Conoscendo la trama posso dire che la questione entra subito nel vivo.
Ci viene presentata una donna, in una casa che non riconosce, in un letto che non le sembra il suo, accanto ad un uomo di cui non ricorda nulla.
Se non conoscessi la trama non so cosa mi aspetterei da questo libro, forse la solita sveltina dopo una serata di follie accompagnata da innumerevoli drink di troppo. Invece la trama la conosco e so che la protagonista perde la memoria, ogni giorno, ed ogni giorno non ricorda il suo volto, suo marito, la sua casa...terribile!
Comunque, a parte la trama trovo che quest'incipit sia molto ben scritto. Mi piacciono le frasi secche, brevi, intervallate da molti punti. Mi danno quel giusto senso di ansia, di smarrimento che rende benissimo lo stato d'animo della narratrice.
So che molti di voi hanno già letto questo libro, ed ho letto numerose recensioni positive quindi mi aspetto grandi cosi dal proseguo della stori.
Voi cosa ne pensate? Lo avete letto? Se no vi è venuta voglia di saperne di più?
Vi lascio augurandovi uno splendido fine settimana e dandovi appuntamente con questa rubrica alla prossima settimana. 

giovedì 13 marzo 2014

Random #2

Rubrica mensile curata da Michy in cui, ogni secondo giovedì del mese, vi parlerà a Random di argomenti diversi legati al mondo dei libri e della lettura.
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Buongiorno cari lettori!
E' già passato un mese dal mio esordio qui, un mese che è volato, sarà per quei tre giorni in meno di febbraio.
Che ne dite se oggi parliamo un po' di una scrittrice italiana che mi piace tanto? Vi va di elogiare un made in Italy che merita? (Almeno secondo il mio modestissimo parere).
Mi riferisco a Chiara Gamberale, adorabile scrittrice di successo, conduttrice radiofonica e televisiva. Classe 1977, a 22 anni pubblica un'autobiografia importante con Una vita sottile in cui racconta la propria esperienza con quel male nero che è l'anoressia. A distanza di poco pubblica Color lucciola e Arrivano i pagliacci e poi uno stop di 6 anni, durante i quali si dedica, come autrice e conduttrice, alla radio con "Trovati un bravo ragazzo", in onda su Radio24. Nel 2008 riceve il Premio Campiello per La zona cieca e da lì è tutto in salita, collabora con testate giornalistiche di spessore, pubblica Una passione sinistra (2008), Le luci nelle case degli altri (2010), L'amore quando c'era (2012) e, nel 2013, Quattro etti d'amore grazie e Per dieci minuti, lavorando nel contempo per RaiRadio2 con il programma "Io, Chiara e l'Oscuro" ed impegnata nella gestione di un blog sul sito iodonna del Corriere della Sera.
Questo è un breve sunto della sua vita lavorativa, che vi ho messo per informazione ma soprattutto per attirare la vostra attenzione sui titoli che Chiara sceglie per i suoi lavori. A me piacciono un sacco, mi incuriosiscono e li trovo sulla mia stessa lunghezza d'onda, un po' seri un po' sarcastici, toccano nel punto giusto e colgono nel segno. Da questi titoli si capisce già un pochino quale sia, a grandi linee, il suo stile (o forse è una sensazione mia dipesa dal senno di poi?).

Ora passiamo ai libri di Chiara che ho letto io:

 Le luci nelle case degli altri, è stato il mio primo appuntamento con la Gamberale, risale all'inizio dello scorso anno. Attirata dalla cover e dalla trama, la lettura non ha smentito le mie aspettative. Mi sono trovata davanti ad uno stile nuovo per me, strano così come strano è tutto ciò che il romanzo contiene: la storia, i personaggi e i dialoghi. Ma strano è soprattutto il fatto che una storia di per sé piuttosto triste non mi abbia mai intristita, penso proprio in dipendenza dell'originalità e della strana dolcezza mista ad amore che ne riempie le pagine. Una storia a tratti surreale e inverosimile ma non in senso negativo. Unica note dolente è il finale, che ho trovato davvero troppo prevedibile, ma pazienza, in questo caso a me ha fatto solo storcere un pochino il naso.

Trama: Mandorla è la bambina felice di una ragazza madre piena di fantasia. Maria, la mamma, lavora come amministratrice d'immobili e ha lo speciale dono di trasformare ogni riunione condominiale in toccanti sedute di terapia di gruppo... Quando un tristissimo giorno Maria muore cadendo dal motorino, i condomini di via Grotta Perfetta 315, quelli che più le volevano bene, scoprono da una lettera che proprio nel loro stabile la piccola Mandorla è stata concepita... ma su chi sia il padre, la lettera tace. Proprio perché con tutti Maria sapeva instaurare un legame intenso, nessun uomo tra i condomini si sente sollevato agli occhi degli altri dal sospetto di essere il padre di Mandorla. È così che verrà presa la decisione di non fare il test del DNA su Mandorla, e stabiliscono di crescere la bambina tutti assieme. È questo il fatale presupposto di una commedia umana che, con l'alibi del paradosso, in realtà ci chiama in causa tutti. E mentre, di piano in piano, Mandorla cresce, s'innamora, cerca suo padre e se stessa, ci si avventura con lei verso rivelazioni luminose e rivelazioni scomode, si assiste a nuove unioni e a separazioni necessarie. L'autrice costruisce attorno al cuore pulsante della sua protagonista un romanzo corale dove i grandi archetipi si mescolano agli struggimenti contemporanei, la verità e la menzogna cambiano continuamente di segno per dare vita a una voce fresca e profonda, che condurrà, fiduciosa soprattutto dei suoi dubbi, verso un finale sorprendente.



La zona cieca, ossia "tutto quello che gli altri sanno di te ma che tu ignori". E' una storia un po' "psicolabile" (perdonatemi il termine) che narra di come Lidia (speaker radiofonica, maniaca del controllo, confusa cronica) affronti l'amore strampalato con Lorenzo (scrittore in crisi, distrutto dalla fine del suo matrimonio, bugiardo patologico, narcisista sfrenato) e viceversa. Sono personaggi fragili dalla grande personalità, che a momenti fanno ridere, in altri fanno strabuzzare gli occhi e, a volte, anche arrabbiare e spazientire. E' un libro coraggioso, profondo e leggero, in cui le contraddizioni hanno ruolo principe. Una tragicommedia dal meritato successo.

Trama:  La zona cieca è tutto quello che gli altri colgono di noi ma che a noi (inevitabilmente e maledettamente) sfugge. Lo sa bene Lidia Frezzani, che ogni giorno nella sua trasmissione radiofonica "Sentimentalisti anonimi" riceve confidenze di persone totalmente confuse, e che s'innamora di Lorenzo, uno scrittore quarantenne arrogante e fascinoso, totalmente annebbiato dal suo narcisismo. Comincia una storia d'amore dai ritmi serrati, fatta di bugie vere o supposte, smascherate, di tradimenti e piaceri perversi: quello che prova Lidia nello schiantarsi contro l'imperturbabilità e l'apparente indifferenza di Lorenzo, e quello di Lorenzo che sembra godere nel lasciarla fare. In un crescendo di tensione e pathos, di abbandoni e colpi di scena,all'improvviso a Lorenzo arrivano le misteriose lettere di Brian, uno sciamano. Che ha un nome, un'anima e un passato, ma non ha un volto: ma si dimostrerà molto più reale di ogni reale persona...


 
Quattro etti d'amore grazie regalo di Natale apprezzatissimo, è stata una lettura particolare, molto carina e divertente. Come sempre, anche in questo romanzo, l'autrice unisce in modo credibile e tutt'altro che banale ciò che è e ciò che vorremo che fosse, con serietà mista ad ilarità ed ironia. Mischia pensieri e realtà, immaginazione e dati di fatto con la trovata del buttar l'occhio sulla spesa degli altri e fantasticarsi su. Le due co-protagoniste, così simili e diverse allo stesso tempo, ci fanno capire quanto è facile sbagliarsi quando si giudica senza conoscere, svelandoci qualcosa di loro stesse che l'altra nemmeno immagina.

Trama: Quasi ogni giorno Erica e Tea s'incrociano tra gli scaffali di un supermercato. Erica ha un posto in banca, un marito devoto, una madre stralunata, un gruppo di ex compagni di classe su facebook, due figli. Tea è la protagonista della serie tv di culto "Testa o Cuore", ha un passato complesso, un marito fascinoso e manipolatore. Erica fa la spesa di una madre di famiglia, Tea non va oltre gli yogurt light. Erica osserva il carrello di Tea e sogna: sogna la libertà di una donna bambina, senza responsabilità, la leggerezza di un corpo fantastico, la passione di un amore proibito. Certo non immaginerebbe mai di essere un mito per il suo mito, un ideale per il suo ideale. Invece per Tea lo è: di Erica non conosce nemmeno il nome e l'ha ribattezzata "signora Cunningham". Nelle sue abitudini coglie la promessa di una pace che a lei pare negata, è convinta sia un punto di riferimento per se stessa e per gli altri, proprio come la madre impeccabile di "Happy Days". Le due donne, in un continuo gioco di equivoci e di proiezioni, si spiano la spesa, si contemplano a vicenda: ma l'appello all'esistenza dell'altra diventa soprattutto l'occasione per guardare in faccia le proprie scelte e non confonderle con il destino. Che comunque irrompe, strisciante prima, deflagrante poi, nelle case di entrambe. Sotto la lente divertita e sensibile della scrittura di Chiara Gamberale, ecco così le lusinghe del tradimento e del sottile ma fondamentale confine tra fuga e ricerca.


Per dieci minuti, a mio parere, il suo fiore all'occhiello. Preso, divorato, finito, amato in due giorni. Si tratta di una sorta di autobiografia romanzata che offre un'idea stravagante e bella: dedicare dieci minuti nella giornata a fare qualcosa che non si è mai fatto prima, qualunque cosa sia. E' una sfida alla routine e uno stimolo alla conoscenza: un incoraggiamento ad affrontare la novità, che spesso si teme in quanto sconosciuta, e a scoprire ciò che si ha sotto il naso da sempre ma che nemmeno si vede e che, sorprendentemente, può piacere. Una storia saporita, che strappa molto sorrisi.

Trama: Quasi ogni giorno Erica e Tea s'incrociano tra gli scaffali di un supermercato. Erica ha un posto in banca, un marito devoto, una madre stralunata, un gruppo di ex compagni di classe su facebook, due figli. Tea è la protagonista della serie tv di culto "Testa o Cuore", ha un passato complesso, un marito fascinoso e manipolatore. Erica fa la spesa di una madre di famiglia, Tea non va oltre gli yogurt light. Erica osserva il carrello di Tea e sogna: sogna la libertà di una donna bambina, senza responsabilità, la leggerezza di un corpo fantastico, la passione di un amore proibito. Certo non immaginerebbe mai di essere un mito per il suo mito, un ideale per il suo ideale. Invece per Tea lo è: di Erica non conosce nemmeno il nome e l'ha ribattezzata "signora Cunningham". Nelle sue abitudini coglie la promessa di una pace che a lei pare negata, è convinta sia un punto di riferimento per se stessa e per gli altri, proprio come la madre impeccabile di "Happy Days". Le due donne, in un continuo gioco di equivoci e di proiezioni, si spiano la spesa, si contemplano a vicenda: ma l'appello all'esistenza dell'altra diventa soprattutto l'occasione per guardare in faccia le proprie scelte e non confonderle con il destino. Che comunque irrompe, strisciante prima, deflagrante poi, nelle case di entrambe. Sotto la lente divertita e sensibile della scrittura di Chiara Gamberale, ecco così le lusinghe del tradimento e del sottile ma fondamentale confine tra fuga e ricerca.

 
Ciò che più apprezzo nei libri di Chiara sono le sue protagoniste femminili, nelle quali mi rivedo spesso e volentieri, ragazze/donne che si prendono poco sul serio e scherzano su tutto, ma non per questo sono da considerare insensibili e stupide. L'ironia è la loro forza e la loro salvezza quando la vita tira brutti scherzi. Sembrano prendersi e prendere tutto alla leggera ma in realtà sono tutt'altro che frivole.
Mi piace molto anche il suo modo di vivere l'altro sesso, sempre combattuta, sdrammatizza l'amore mancato ma per finta, perché ne sento il bisogno ma stenta ad ammetterlo, anche a sé stessa.
Adoro il suo stile di scrittura: calamitante.

Questa è la chiave di lettura che ho dato ai suoi romanzi, è il mio modo di interpretare le sue storie e il modo in cui le affronta, mettendoci sempre un pezzettino di sé.
Il mio desiderio è di leggere presto gli altri suoi romanzi, primo fra tutti L'amore quando c'era. Leggendo le trame mi ha incuriosita da matti anche Color lucciola.
Li metto tutti in WL. Spero di riuscire a leggerli tutti e spero che Chiara Gamberale continui a deliziarmi con nuovi romanzi.
Bene bene, chissà se vi ho incuriositi! Oppure siete già suoi fan sfegatati?
Mi sono divertita ed è stato interessante per me approfondire un po' la conoscenza di questa autrice e mi auguro che abbiate letto tutto con piacere.
Lasciatemi la vostra opinione ;)

Ci rivediamo il 10 aprile con una nuova puntata di Random!
Baci a tutti!