lunedì 14 settembre 2015

Blogtour "Amedeo, je t'aime" di Francesca Diotallevi - Tappa #2 Incipit + Estratto


Buongiorno lettori e buon lunedì. E' con estrema emozione che ospito qui, oggi, il Blogtour del libro Amedeo, je t'am nuovo romanzo di Francesca Diotallevi, autrice del libro Le stanze buie che, per quanto mi riguarda, è stata la migliore lettura del 2014. 
Venerdì Denise del blog Reading is Believing ha ospitato la prima tappa dove ha presentato il romanzo, se ve la siete persa cliccate qui.
Oggi io condividerò con voi l'incipit ed un estratto. Nelle prossime tappe sui blog Diario di una dipendenza e Il libro che pulsa troverete rispettivamente la recensione in anteprima ed una fantastica intervista all'autrice quindi non perdetevi nessun appuntamento! Vi ricordo inoltre che Francesca ha messo in palio una copia con dedica del romanzo che potrete provare a vincere compilando il form che troverete nell'ultima tappa.

INCIPIT
 
Parigi, gennaio 1920
Il buio è sempre più intenso prima dell’alba, è quell’incerto istante in cui non è più notte e non è ancora mattino. Un limbo scuro dove vagano, irrequieti, gli insonni e in cui ogni cosa sembra già scritta, inevitabile.
I rumori sono attutiti dalla neve; le prime luci si accendono nelle case, puntini luminosi simili a lucciole. Sembra un mondo irreale e forse lo è. Tutto si sta trasformando, tutti hanno una direzione.
Gli uomini che sono tornati dalla guerra vogliono solo dimenticare, tra feste folli e automobili ruggenti. Le donne accorciano le gonne e tagliano i capelli, chiedono più libertà e sfoggiano un’aggressività che non mi appartiene e che mai mi apparterrà.
È un mondo nuovo e affrontarlo da sola mi fa paura, non sono così coraggiosa. Non lo sono mai stata, nemmeno quando danzavo sull’abisso tentando di sfiorare le stelle. Non è stato coraggio, quello, ma cieca determinazione, come lo è sempre la speranza.
Ora quella speranza non mi appartiene più, è colata via, goccia a goccia, come pioggia su un vetro appannato. Per chi dovrei combattere?
Ho solo ventuno anni, ma me ne sento mille addosso, come se avessi vissuto innumerevoli vite. E se davvero le ho vissute, sono finite tutte nel medesimo modo: con lui.
La sua assenza mi disorienta, mi lascia inerme e tremante come quei gattini neonati che la madre rifiuta, che non riconosce più suoi, abbandonandoli al loro destino. La sua assenza mi fa sentire inutile, mutilata. Mutilata dentro, nell’anima. Nel cuore. Sono ore che non lo sento più battere. È tempo che vada.
Appoggio le mani alla ringhiera; è ghiacciata e il gelo brucia le mie dita. La strada, sotto, sembra un fiume lontano che si perde nella nebbia. È così lontana, da qui… sembra irraggiungibile.
Guardarla mi fa girare la testa ma non distolgo lo sguardo. Voglio guardare in faccia il destino che ho scelto. Deglutisco e sento una lacrima rigarmi la guancia.
Lo so, lo sento. Non ci sarà perdono per quanto sto per fare.
Mi chiamo Jeanne e questa è la mia ultima alba.

Quello che avete appena letto in realtà è il prologo del romanzo. È Jeanne che parla, inquadrando immediatamente il pediodo storico e mettendo il lettore a conoscenza dei grandi cambiamenti in corso durante i primi anni del dopoguerra. Un incipit malinconico, che mostra subito come la trasformazione in atto all'esterno non combaci con la sensazione di statiticità interiore che la ragazza ventunenne esprime invece attraverso le sue paure. 
Inquietante l'ultima riga dove finalmente si presenta comese fosse un'inizio, ma dove subito ci svela che quella è la sua ultima alba quindi in realtà la fine.
Un prologo d'impatto che fa venire la voglia di sapere cosa abbia portato in Jeanne quegli stati d'animo così negativi.

ESTRATTO

«Buongiorno, Jeanne.»
Sollevai gli occhi dal disegno e lui era lì, davanti a me. Il lapis mi cadde di mano e rimasi alcuni secondi immobile, la bocca spalancata per la sorpresa. Il mio attimo di smarrimento diede modo a Modigliani di prendere posto sulla sedia che Germaine aveva lasciato vuota, allontanandosi per andare a ordinare al bancone.
«Monsieur Modigliani…» balbettai, colta alla sprovvista. Lui, nel frattempo, si era piegato per raccogliere la mia matita. L’appoggiò sul tavolo, tra di noi, e mi rivolse un’occhiata penetrante.
«Vi ho aspettato a lungo» disse semplicemente. Alla luce del sole vidi che i suoi occhi erano di un caldo marrone, l’iride accesa da pagliuzze dorate. Era passata qualche settimana dal nostro primo incontro.
«Sono stata molto impegnata, Monsieur» risposi, con una certa cautela. Con la coda dell’occhio controllai che Germaine non fosse già di ritorno. Non volevo che ci vedesse parlare.
«Sì, questo lo vedo…» Modigliani stava guardando il foglio su cui avevo iniziato ad abbozzare il profilo di una donna che sedeva alcuni tavolini più avanti. «Posso?» mi domandò, indicandolo.
Esitai, poi annuii controvoglia, spingendo la cartelletta verso di lui. Non volevo che vedesse i miei lavori, ma non avrei saputo in che modo negarglielo.
Si mise a scrutare i fogli con aria assorta, e mentre lo faceva io studiai lui. Gli zigomi ampi, il naso dritto e le labbra piene, che sembravano disegnate tanto erano perfette, conferivano al suo volto un fascino indiscusso. Che le donne impazzissero per lui non era affatto strano. Indossava un cappello a falda larga, di feltro nero, una giacca di velluto a coste e una camicia a quadri. Erano abiti dimessi, da cui trasudava povertà, ma sembravano puliti e lui li indossava con estrema dignità, come se portasse un completo elegante. Attorno al collo aveva legato un foulard di seta rossa.
«Avete una mano sicura» disse in quel momento, sollevando lo sguardo. «C’è una mente decisa dietro questi disegni.»
«Lo… prenderò come un complimento» risposi abbassando gli occhi, imbarazzata per essere stata sorpresa a osservarlo.
«Dovreste.»
«Beh, grazie allora.»
Modigliani estrasse dalla giacca la scatola del tabacco e si arrotolò una sigaretta.
«Allora, Jeanne, quando poserete per me?» mi domandò, accavallando le gambe e facendo guizzare la fiamma di un fiammifero.
Sembrava totalmente a suo agio, mentre io avevo l’impressione di trovarmi sui carboni ardenti. Per qualche strano motivo la sua sola vicinanza era sufficiente a minare la mia razionalità. Strinsi la matita nella mano al punto da sentire la mina premere dolorosamente contro il palmo.
«Ecco…»
«Jeanne…» la voce di Germaine arrivò prima del suo sguardo perplesso. Quando mi voltai la mia amica era in piedi al mio fianco e stava guardando Modigliani con aria di sufficienza.
«Temo, Monsieur, che siate seduto al mio posto» disse, gelida.
Modigliani non si scompose davanti alla scortesia di Germaine. Si sollevò, togliendosi il cappello che usò per spolverare il sedile della sedia.«Voilà!» esclamò, rimettendosi il copricapo con aria beffarda.
Germaine sedette, ignorandolo, e appoggiò le tazze di café crème sul tavolino. Non c’era zucchero, per via dei razionamenti, ma Germaine iniziò a muovere il cucchiaino nella tazza producendo un suono ritmico e fastidioso. La tensione era palpabile ma Modigliani non accennava ad andarsene, dondolandosi sui talloni di fianco al tavolo.
«Avevate altro da dire?» gli chiese acida Germaine.
«Veramente stavo aspettando una risposta da Jeanne.»
La mia amica arricciò le labbra.
«Jeanne non poserà per voi, se è questo che volevate sapere.»
Spalancai la bocca per la sfacciataggine di Germaine. Capivo il suo desiderio di proteggermi, ma non accettavo quell’intromissione nelle mie decisioni.
«Immagino che Jeanne abbia una sua opinione e mi piacerebbe sentirlo dalla sua bocca…» stava dicendo Modigliani.
«Sì. Lo farò, poserò per voi, Monsieur Modigliani» esclamai, interrompendolo. Sollevai il mento, sfidando Germaine a contraddirmi. Lui sorrise, quel sorriso enigmatico che avevo già imparato a riconoscere.
«Era quello che speravo» disse soltanto. Non spiegò quando, né dove. Accennò una riverenza e si incamminò, una mano in tasca e l’altra stretta saldamente alla cartelletta azzurra che conteneva i suoi disegni.
Lo seguii con lo sguardo mentre Germaine sospirava, roteando gli occhi al cielo.
«Sei tutta matta, Jeanne» fu il suo laconico commento.
E forse, matta, lo ero davvero.

L'estratto che avete appena letto racconta di uno dei primi incontri tra Jeanne e Modigliani. La descrizione che Jeanne fa del pittore - attraverso la capace scrittura di Francesca - è chiara, precisa; immaginiamo esattamente ogni suo dettaglio fisico ma anche ogni atteggiamento e movimento che compie durante tutto il dialogo. Un uomo affascinante, ci racconta la ragazza, adorato dalle donne e capace di dare ad abiti dimessi e piuttosto poveri una parvenza di eleganza data dal suo portamento. Non vedo l'ora di sapere tutto su questo amore e sui suoi risvolti! E voi cosa ne pensate di quello che avete letto? Attendo le vostre impressioni.

Prima di salutarvi vi lascio il calendario delle prossime tappe con link e date:

11/9 TAPPA #1 ‹‹ Reading is believing ›› Presentazione romanzo
14/9 TAPPA #2 ‹‹ Un libro per amico ›› Incipit + estratto
16/9 TAPPA #3 ‹‹ Diario di una dipendenza ›› Recensione
18/9 TAPPA #4 ‹‹ Il libro che pulsa ›› Intervista + giveaway

Vi lascio inoltre il codice del bellissimo banner realizzato da Denise per questa iniziativa e che potrete utilizzare nelle sidebar dei vostri blog:



Per oggi è tutto, mi raccomando, non perdetevi la prossima tappa con la recensione in anteprima!

25 commenti:

  1. Innanzitutto rinnovo i complimenti che ho già fatto a Denise e vi ringrazio per la bellissima iniziativa! E' bellissimo poter scoprire in anteprima qualcosa di questo romanzo e, per me che lo conoscevo soltanto di fama, assaporare un pizzico dello stile di Francesca Diotallevi. Dopodiché, Jeanne sembra così bella e delicata... e lui sarà anche stato un grande artista, ma tutto 'sto fascino da perderci la testa non ce lo vedo (ok, sono un po' sacrilega e molto poco romantica, scusate) :-p Comunque sono affascinata all'ennesima potenza da questa storia, non voglio perdermi neanche una tappa per scoprire il più possibile!

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    1. Ahahahahah tranquilla Nadia, anche io ho pensato dove fosse tutto sto fascino!
      Sono contenta di poter ospitare questo libro e la sua autrice qui da me perché la stima che ho per Francesca è enorme!

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  2. Che emozioneeee! L'incipit è fantastico, mi sono sentita subito coinvolta nella storia. Per quanto riguarda l'estratto non vedo l'ora di leggere di più, so che questo libro non mi deluderà, ci sono tutti gli ingredienti per una di quelle storie che tanto piacciono a me.. Aspetto con ansia la recensione di Mik.

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    1. Concordo con te sull'incipit! Posso si aver anche subito ritrovato lo stile inconfondibile di Francesca!

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  3. Oddio il prologo... So già che questo libro mi spezzerà il cuore!
    Adoro come scrive questa autrice, stile unico *-*

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  4. Prologo bellissimo ed estratto stuzzicante per quello che mi riguarda,lo stile di Francesca si conferma già da queste poche righe! Non vedo l'ora di leggerlo, sono sicura che mi piacerà anche questo suo libro...se non di più de Le stanze buie!! *-*

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    1. Abbiamo tutti altissime aspettative riguardo questo libro! ;)

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  5. Meraviglioso....ho già ordinato il libro :-)

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  6. Il prologo è veramente bello, sembra di avere davanti un quadro non un testo talmente le immagini sono vivide!

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  7. Ciao, molto interessante. Cerchero' di leggere anche il precedente!

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  8. Devo assolutamente leggerlo! L'incipit è fantastico! Sbaglio o ne ha scritto un altro prima di questo? :)

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    1. Sì, ha scritto Le stanze buie edito da Mursia.
      Qui trovi la mia recensione http://libroperamico.blogspot.it/2014/02/recensione-52014-le-stanze-buie-di.html

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  9. Il prologo è stupendo! E dopo aver letto questo piccolo estratto, mi sono decisa a cercare il suo primo libro "Le stanze buie"! Ne ho sentito parlare super bene e ogni recensione che ho letto era più che positiva! Grazie a questo bellissimo blog tour ho scoperto questa magnifica autrice! Meglio tardi che mai! Vi ringrazio!

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  10. Aver letto l'estratto mi ha convinta definitivamente. Lo inserirò nella wl con precedenza e spero di poterlo leggere presto :)

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  11. Wow che bell'estratto! Mi piace molto il modo di scrivere dell'autrice

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    1. Francesca è una garanzia! Sfido chiunque a non amare il suo modo di scrivere!! :)

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  12. Non avevo ancora letto niente della Diotallevi, ne avevo sentito parlare bene, questo sì, ma, a quanto vedo, scrive anche bene. Questo romanzo mi incuriosisce sempre più...

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    1. Scrive meravigliosamente e soprattutto sa adattare la sua scrittura al periodo storico ed al luogo in cui ambienta i suoi libri e questo non è cosa da molti!

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