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martedì 13 novembre 2018

Recensione #267 - Dai tuoi occhi solamente di Francesca Diotallevi

Buongiorno lettori, eccomi nuovamente con una recensione! Oggi vi parlo del libro Dai tuoi occhi solamente di Francesca Diotallevi, edito da Neri Pozza, 207  pagine. Data pubblicazione: 04 ottobre 2018. Ringrazio Francesca che, oltre ad essere una delle mie autrici italiane preferite, negli anni è diventata anche un'amica e che oltre al libro mi ha fatto una dedica speciale! 

Sinossi: New York, 1954. Capelli corti, abito dal colletto tondo, prime rughe attorno agli occhi, ventotto anni, Vivian ha risposto a un'inserzione sul New York Herald Tribune. Cercavano una tata. Un lavoro giusto per lei. Le famiglie l'hanno sempre incuriosita. La affascina entrare nel loro mondo, diventare spettatrice dei loro piccoli drammi senza esserne partecipe, e osservare la recita, la pantomima della vita da cui soltanto i bambini le sembrano immuni. La giovane madre che l'accoglie ha labbra perfettamente disegnate con il rossetto, capelli acconciati in onde rigide, golfini impeccabili. Dietro il suo perfetto abbigliamento, però, Vivian sa scorgere la crepa, il muto appello di una donna che sembra chiedere aiuto in silenzio. Del resto, questo è il suo lavoro: prendersi cura della vita degli altri. L'accordo arriva in fretta. A lei basta poco: una stanza dove raccogliere le sue cose; una città, come New York, dove potere osservare le vite incrociarsi sulle strade, scrutare mani che si stringono, la rabbia di un gesto, la tenerezza in uno sguardo, l'insopportabile caducità di ogni istante. Ed essere, nello stesso tempo, invisibile, sola nel mare aperto della grande città, a spingere una carrozzina o a chinarsi per raddrizzare l'orlo della calza di un bambino. Scrutare i gesti altrui e guardarsi bene dall'esserne toccata: questa è, d'altronde, la sua esistenza da tempo. Troppe, infatti, sono le ferite che le sono state inferte nell'infanzia, quando la rabbia di un gesto - di sua madre, Marie, o di suo fratello Karl, animati dalla medesima ira nei confronti del mondo - si è rivolta contro di lei. Sola nella camera che le è stata assegnata, Vivian scosta le tende dalla finestra, lancia un'occhiata al cortiletto ombroso e spoglio nel sole morente di fine giornata, estrae dalla borsa la sua Rolleiflex e cerca la giusta inquadratura per catturare il proprio riflesso che appare contro l'oscurità del vetro. È il solo gesto con cui Vivian Maier trova il suo vero posto nel mondo: stringere al ventre la sua macchina fotografica e rubare gli istanti, i luoghi e le storie che le persone non sanno di vivere.

Nei tempi di Instagram, in cui tutti credono di essere diventati fotografi o di poterlo diventare unicamente comprandosi una macchina fotografica professionale, Francesca Diotallevi ci parla, nel suo romanzo ispirato alla vita di Vivian Maier, di una donna che fotografa lo era per davvero, che per la fotografia aveva un talento naturale e che, per scelta di vita e a causa del suo essere schiva e riservata ha tenuto questo suo talento nascosto, tanto che il mondo ne è venuto a conoscenza solo dopo la sua morte.
La fotografia per Vivian non era un mezzo per mettersi in mostra ma per cogliere un attimo e conservarne il ricordo.
Ecco, credo che proprio questo sia il fulcro di questo libro, l'innato talento per cogliere le sfumature, per catturare un istante guardandolo con occhi diversi rispetto ad un qualsiasi spettatore.

domenica 20 maggio 2018

Rassegna letteraria: Libri al Leu - Giorno 2

Eccomi di nuovo qui per parlarvi di "Libri al Leu", la rassegna letteraria che Baba del blog Desperate Bookswife ed io abbiamo organizzato questo weekend a Casalborgone (TO).


Ecco gli appuntamenti di oggi:








Tutti gli eventi odierni si terranno presso la Chiesa sconsacrata Santissima Trinità in piazza Statuto, nel centro storico di Casalborgone. Cercheremo ancora una volta di riprendere tutto in diretta per permettere di seguirci anche a chi non riuscirà ad essere presente fisicamente.
Ovviamente siete tutti invitati!




venerdì 27 ottobre 2017

If I say... #13 - Bosco

Buooooongiorno readers, come va? Io non so più come vestirmi... la mattina esco di casa con sette gradi ed il pomeriggio esco dall'ufficio con venticinque. Anche il vestirsi a cipolla non è più una soluzione visto che comunque siamo in quel periodo in cui, all'interno fa freddissimo anche se fuori sembra estate. Arghhhhhhhhhhhhh!!!
Ma torniamo ai libri, che con loro si va sempre sul sicuro. Oggi torna If I say in collaborazione con Baba  Desperate Bookswife . Come funziona? È semplicemente un'associazione di idee; partendo da una parola che scegliete voi attraverso un sondaggio, io e Baba vi diciamo i libri che ci vengono in mente. Per la puntata di oggi la parola scelta è: BOSCO.

Ecco, lo so, con bosco sarebbe naturale pensare a foglie, alberi, autunno... e invece io sono talmente tanto rimasta folgorata da un libro letto recentemente che appena ho pensato a questa parola ho pensato all'autrice quindi dico: Ci vediamo un giorno di questi di Federica Bosco edito da Garanti. Un libro che se non avete letto dovete rimediare subito! Un libro meraviglioso che fa emozionare nel profondo, adatto a qualsiasi tipo di lettore!!! Recensione qui.



Voglio però anche rimanere sul classico e pensare alle foglie e ai boschi quindi come secondo libro dico Dentro soffia il vento di Francesca Diotallevi edito da Neri Pozza, in cui la protagonista, Fiamma, abita appunto in un capanno nel bosco. Altro libro super consigliato. Recensione qui.
 

E anche per oggi è tutto! Ricordatevi di scegliere la prossima parola qui sotto prima di correre a vedere le associazioni di  Baba . Ovviamente siamo anche curiosissime di sapere le vostre associazioni quindi, se vi va, ditecele nei commenti!


domenica 8 gennaio 2017

Top Ten 2016



Buongiorno lettori e, anche se in ritardo, buon 2017!!! Rieccomi finalmente con voi dopo una lunghissima pausa non voluta. Sono partita il 27 dicembre in camper per la mia calssica vacanza invernale e, come sempre, ero munita di chiavetta per poter condividere con voi i libri che più ho amato nell'anno appena concluso ma, putrtoppo, una connessione praticamente inesistente me lo ha impedito. Quindi eccomi qui, oggi, a pubblicare la mia personalissima top ten del 2016.
Prima però vorrei fare, come sempre, un piccolo bilancio.
Un anno che per quanto riguarda le letture si è rivelato molto fruttuoso infatti sono riuscita a superare la sfida con me stessa: nel 2015 avevo letto 65 libri per un totale di 22231 mentre nel 2016 sono riuscita a raggiungere 70 libri con 23733 pagine - elenco completo qui.
Per quanto riguarda il blog invece non sono pienamente soddisfatta. Con mio figlio in prima elementare e con l'inizio di una sua impegnativa attività sportiva il mio tempo libero si è notevolmente ridotto quindi ho fatto fatica a stare dietro al blog come avrei voluto perchè arrivando a casa alle otto quattro sere a settimana eccendere il PC mi è diventato un peso. Spero di riuscire a fare meglio quest'anno, magari organizzandomi con anticipo ma, ovviamente, se dovrò dare una priorità la darò alla famiglia. Ringrazio comunque voi, i miei lettori, che nonostante questo avete continuato a crescere e a seguirmi con interesse.
Per il resto boh... è stato un anno strano, che mi ha dato tanto ma mi ha anche tolto tanto; un anno che mi ha fatto capire che a quasi quarant'anni do ancora troppa fiducia al genere umano, alle parole dette che spesso si rivelano fumo, alla finzione che spesso si nasconde dietro a gesti esagerati; un anno che mi ha dato la conferma che i rapporti migliori sono sempre quelli in cui non c'è bisogno di dire nulla perchè bastano la presenza costante - anche se silenziosa - e l'appoggio nei momenti di difficoltà, perchè è troppo semplice essere amici solo nei momenti di gioia. 
Insomma, un anno ricco di novità, positive e negative. Ma ora smetto di tediarvi e vi lascio alla mia personalissima top ten che quest'anno è stata particolarmente impegnativa.

1° POSTO: 

TEMPO ASSASSINO di Michel Bussi

Un autore questo che non conoscevo e quindi una lettura da cui non mi aspettavo nulla ma che è stata una vera rivelzione!!! Un thriller che sa essere anche una storia familiare. Un libro ricco di mistero, con un giallo congegnato con intelligenza e precisione non lasciando nulla al caso. Ho amato tutto di questo libro: lo stile capace di assorbirmi completamente per oltre cinquecento pagine, ho amato i personaggi - sia quelli positivi che quelli volutamente negativi -, ho amato la scelta di non concentrarsi unicamente su mistero ma di darci un quadro completo di vita.
Recensione qui.

Trama: Estate 1989
Corsica, penisola della Revellata, tra mare e montagna. Una strada che segue la costa a precipizio sul mare, un’auto che corre troppo veloce… e sprofonda nel vuoto. Una sola sopravvissuta: Clotilde, quindici anni... I genitori e il fratello sono morti sotto i suoi occhi.

Estate 2016
Clotilde torna per la prima volta nei luoghi dell’incidente, con suo marito e la figlia adolescente, in vacanza, per esorcizzare il passato. Nel posto esatto dove trascorse l’ultima estate assieme ai genitori, riceve una lettera. Una lettera firmata da sua madre. Ma allora è viva?

Tradotto in circa trenta lingue, Michel Bussi è il maestro riconosciuto dell’alchimia tra manipolazione, emozione e suspense. È l’autore francese di noir attualmente più venduto oltralpe. I suoi libri hanno scalato le classifiche mondiali, tra cui anche quella del Times britannico. Le sue trame sono congegni diabolici dove il lettore è invitato a perdersi e ritrovarsi tra miraggi, prospettive ingannevoli e giochi di prestigio. Ma anche tra desiderio di vendetta e sentimenti d’amore.


2° POSTO:

L'OMBRA DELLA MONTAGNA di Gregory David Roberts

Seguito del merviglioso Shantaram, questo libro mi ha stupito! Difficile per un autore ripetere il successo avuto con un best seller ma, per quanto mi riguarda, in questo caso ci è riuscito.
Ho chiuso l'ultima pagina soddisfatta di come l'autore abbia saputo creare una storia per niente banale, non ripetitiva rispetto alla precedente e capace di chiudere quel cerchio rimasto aperto più di dieci anni fa con il suo libro d'esordio.
Ho chiuso l'ultima pagina con la stessa consapevolezza che provai leggendo Shantaram, la consapevolezza che ogni singolo personaggio mi mancherà ancora come fosse la prima volta.
 

Recensione qui.

Trama: Non c’è forse nel mondo lettore di Shantaram, il romanzo d’esordio di Gregory David Roberts, che non abbia partecipato con l’intensità emotiva, che soltanto i grandi libri sono soliti suscitare, alle sorti di Lin, il giovane studioso dell’università di Melbourne che, diventato uno dei «most wanted men» australiani, condannato a 19 anni di carcere per rapina a mano armata, catturato e scappato da un carcere di massima sicurezza, si rifugia a Bombay, dove viene chiamato Shantaram, «uomo della pace di Dio», allestisce un ospedale per i mendicanti e gli indigenti, recita nei film di Bollywood, stringe relazioni pericolose con la mafia indiana, ama perdutamente una donna sfuggente. Salutato al suo apparire come un vero e proprio «capolavoro letterario», capace di conquistare milioni di lettori nel mondo, Shantaram ha ora un seguito che si annuncia come uno degli eventi più importanti della presente stagione letteraria: L’ombra della montagna. Bombay è al centro di una sanguinaria guerra tra le nuove generazioni di mafiosi che si contendono il controllo dei traffici illegali della metropoli. Lin non ha più accanto a sé Kaderbhai, il boss che lo aveva preso sotto la sua ala come un figlio. Si accompagna con la giovane americana Lisa, ma Karla, andata in sposa a un magnate dei media, non cessa di lasciare ferite profonde nel suo cuore. Lin sente che tutto, per lui, è irrimediabilmente perduto, il suo vecchio mondo, il suo grande amore. Che cosa fare, allora, per ritrovare sé stesso? Lin conosce già la risposta: deve smettere di vivere all’ombra della montagna. Smettere di tornare lungo il sentiero da cui è venuto, e decidersi a scalare la montagna degli ostacoli e degli impedimenti che oscurano la sua vita. Solo una volta raggiunta la vetta, Shantaram potrà osservare l’orizzonte in totale liberta e capire chi è diventato, e che cosa gli riserva il futuro.

3° POSTO:

DOCTOR SLEEP di Stephen King

Seguito di Shining, un colosso scritto nel 1977 che rese questo autore famosissimo. Come riuscire, dopo quasi quarant’anni a creare un seguito credibile e all’altezza del precedente romanzo? Se si è il re dell'horror si può, infatti King ha creato una storia convincente, appassionate, collegata a doppia mandata, se non tripla, a quella di Shining.
Ogni cosa al suo posto, ogni catena chiusa e salda, ogni ricordo ripercorso, ogni scheletro del passato affrontato e distrutto. Impossibile, secondo me, rimanere indifferenti e non adorare questo libro
Recensione qui.

Trama: Perseguitato dalle visioni provocate dallo shining, la luccicanza, il dono maledetto con il quale è nato, e dai fantasmi dei vecchi ospiti dell'Overlook Hotel dove ha trascorso un terribile inverno da bambino, Dan ha continuato a vagabondare per decenni. Una disperata vita on the road per liberarsi da un'eredità paterna fatta di alcolismo, violenza e depressione. Oggi, finalmente, è riuscito a mettere radici in una piccola città del New Hampshire, dove ha trovato un gruppo di amici in grado di aiutarlo e un lavoro nell'ospizio in cui quel che resta della sua luccicanza regala agli anziani pazienti l'indispensabile conforto finale. Aiutato da un gatto capace di prevedere il futuro, Torrance diventa Doctor Sleep, il Dottor Sonno. Poi Dan incontra l'evanescente Abra Stone, il cui incredibile dono, la luccicanza più abbagliante di tutti i tempi, riporta in vita i demoni di Dan e lo spinge a ingaggiare una poderosa battaglia per salvare l'esistenza e l'anima della ragazzina. Sulle superstrade d'America, infatti, i membri del Vero Nodo viaggiano in cerca di cibo. Hanno un aspetto inoffensivo: non più giovani, indossano abiti dimessi e sono perennemente in viaggio sui loro camper scassati. Ma come intuisce Dan Torrance, e come imparerà presto a sue spese la piccola Abra, si tratta in realtà di esseri quasi immortali che si nutrono proprio del calore dello shining.


4° POSTO:

DENTRO SOFFIA IL VENTO di Francesca Diotallevi

Questa è una di quelle storie capaci di farmi provare così tante emozioni che quasi mi sembrano troppe.
Ho chiuso l’ultima pagina con una lacrima che mi rigava la guancia, con un senso di vuoto ma anche di appagamento tale che mi lascia quasi perplessa.
Anche questa volta Francesca ha fatto centro. E non parlo solo di una storia orignale, con un’ambientazione unica e ricercata ma parlo anche di una capacità narrativa che cresce ogni opera sempre di più.
Quello che mi lascia sempre affascinata una volta conclusi i libri di Francesca è l’estrema capacità di portare il lettore ovunque lei voglia, sia attraverso i luoghi che attraverso il tempo.
Recensione qui.

Trama: In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al tempo della Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto campanile.
Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto opportunamente protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive Fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco in un camino.
Come faceva sua madre quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni » approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Così, mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi.
Il piccolo e inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che Fiamma conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine, però, a volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando Raphaël Rosset se n’è andato.
Era inaspettatamente comparso un giorno al suo cospetto, Raphaël, quando era ancora un bambino sparuto, con una folta matassa di capelli biondi come il grano e una spruzzata di lentiggini sul naso a patata. Le aveva parlato normalmente, come si fa tra ragazzi ed era diventato col tempo il suo migliore e unico amico. Poi, a ventuno anni, in un giorno di sole era partito per la guerra con il sorriso stampato sul volto e la penna di corvo ben lucida sul cappello, e non era più tornato. Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al limitare del bosco, fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire inghiottita dal buio della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa dove, in preda ai sensi di colpa per non essere andato lui in guerra, si aggira sconsolato Yann, il fratello zoppo di Raphaël… il fratello che la odia.
Ritornando su un tema caro alla letteratura di ogni tempo – l’amore che dissolve il rapporto tra una comunità e il suo capro espiatorio – Francesca Diotallevi costruisce un romanzo che sorprende per la maturità della scrittura e la solidità della trama, un’opera che annuncia un nuovo talento della narrativa italiana.


5° POSTO:

LA TRISTEZZA HA IL SONNO LEGGERO di Lorenzo Marone

Questo libro mi ha ricordato una commedia alla Totò e Peppino in una Napoli che fa da contorno – ma anche da protagonista – dove il primo attore è uno – Erri - ma sono anche tanti, tenuti insieme da una sceneggiatura perfetta, in cui l’autore spazia dal presente al passato senza mai perdere il filo del discorso, senza mai lasciare che il lettore si distragga. Il sipario si apre già alla prima pagina, con una faro puntato su questa grande famiglia allargata, tanto strana, difficile, imperfetta, bugiarda, piena di casini ma pur sempre famiglia. Quelle famiglie tanto poco mulino bianco che, io l’ho sempre detto, per me non esistono; quelle famiglie sgangherate che riescono, pur con i loro giganteschi casini e difetti, ad andare avanti, giorno per giorno.
Leggendo questo libro ho provato un’infinità di emozioni differenti, dovute al taglio sì riflessivo che Lorenzo ha dato alla storia ma anche a quegli sprazzi divertenti, siparietti simbolo della nostra Italia, delle nostre famiglie numerose, di quel sud da cui quasi tutti, alla vicina o alla lontana ormai proveniamo.
Recensione qui.

Trama: Erri Gargiulo ha due padri, una madre e mezzo e svariati fratelli. È uno di quei figli cresciuti un po’ qua e un po’ là, in bilico tra due famiglie e ancora in cerca di se stesso. Sulla soglia dei quarant’anni è un uomo fragile e ironico, arguto ma incapace di scegliere e di imporsi, così trattenuto che nella sua vita, attraversata in punta di piedi, Erri non esprime mai le sue emozioni ma le ricaccia nel¬lo stomaco, somatizzando tutto.
Finché un giorno la moglie Matilde, con cui ha cer¬cato per anni di avere un bambino, lo lascia.
Da quel momento Erri non avrà più scuse per rimandare l’appuntamento con il suo destino.
Circondato da un carosello di personaggi mai banali, Erri deciderà di affrontare, una per una, le piccole e grandi sfide a cui si è sempre sottratto. Imparerà così che per essere felici dobbiamo essere pronti a liberarci del nostro passato, capire che noi non siamo quello che abbiamo vissuto e che, se non vogliamo vivere una vita che non ci appartiene, a volte è indispensabile ribel¬larci. Anche a chi ci ama.
Sarà pronto, ora, a prendere la decisio¬ne più difficile della sua esistenza?

6° POSTO:

SCRIVERE È UN MESTIERE PERICOLOSO di Alice Basso

Seguito del libro L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome. Se già Alice con il primo romanzo era stata superba nel raccontare le vicissitudini della nostra ghostwriter dark, paladina degli scrittori incapaci o in blocco, in questo secondo capitolo si è veramente superata.
In questo nuovo lavoro ho ritrovato la scrittura divertente ed ironica ma anche molto colta che mi aveva colpito nel libro d'esordio. Se nel primo libro Alice Basso faceva sfoggio di un'ampia conoscenza di letteratura americana, in questo cita moltissimi libri gialli facendo venire voglia di leggerli tutti. Ed è proprio la parte del mistero da scoprire - quel tocco di giallo che già era stato accennato nel primo libro - che in questo secondo volume mi è sembrata più completa, meno affrettata, più intricata ed interessante. 
Recensione qui.

Trama: Un gesto, una parola, un'espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con sé stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell'ombra. Scrive libri al posto di altri autori, imitando alla perfezione il loro stile. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un'anziana cuoca. Un'impresa più ardua del solito, quasi impossibile, perché Vani non sa un accidente di cucina, non ha mai preso in mano una padella e non ha la più pallida idea di cosa significhino termini come scalogno o topinambur. C'è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, di Vázquez Montalbán, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l'altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l'affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi. Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto. Un delitto avvenuto anni prima in una delle famiglie più in vista di Torino. Berganza abbandona i fornelli per indagare e ha bisogno di Vani. Ha bisogno del suo dono che le permette di osservare le persone e scoprirne i segreti più nascosti.
Eppure la strada che porta alla verità è lunga e tortuosa. A volte la vita assomiglia a un giallo. È piena di falsi indizi. Solo l'intuito di Vani può smascherarli.
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome è stato uno degli esordi più amati dai lettori e dalla stampa più autorevole. Lo stile unico e la forza narrativa di Alice Basso hanno conquistato tutti. Come la sua esilarante protagonista, Vani, che torna con un nuovo libro da scrivere, un nuovo caso da risolvere e un nuovo inaspettato nodo sentimentale da sciogliere.

7° POSTO:

FLAWED - GLI IMPERFETTI di Cecelia Ahern

Un libro che mi ha conquistata anche se fuori dai canoni delle mie solite letture.
Uno young adult distopico da cui non emerge assolutamente una semplificazione dello stile o della trama, ma che risulta essere adatto ad ogni età, anche per chi, come me, legge pochissimo questo tipo di libri.
Un esperimento riuscito quello dell’autrice, conosciuta normalmente per i suoi lavori un po' più romance, che ha saputo mettersi alla prova con un genere nuovo, dimostrando ancora una volta di essere una bravissima narratrice ed anche una grande inventrice di storie. Adoro quando una scrittrice evolve senza paura, quando nonostante sia famossissima prova a buttarsi in qualcosa di nuovo, senza avere il timore che i suoi lettori affezionati le voltino le spalle.
Recensione qui.

Trama: In un futuro non molto lontano, il giudice ​Crevan conduce una spietata guerra contro l’immoralità.
È lui e lui solo a decidere chi è un cittadino modello, e chi invece è un “imperfetto”, un essere Fallato da marchiare a ​ ​ fuoco con una ​F sulla pelle e da allontanare dalla società civile. 
Celestine ha diciassette anni e non ha mai avuto dubbi sul suo ruolo nel mondo: è una figlia perfetta, una studentessa perfetta, ed è anche una fidanzata perfetta. La fidanzata di Art, il figlio del giudice Crevan. Ma un giorno tutto cambia. Celestine vede un Fallato in fin di vita e sente di doverlo aiutare. D’un tratto tutto ciò che ha sempre ritenuto giusto non lo è più. Perché la compassione è più forte. Più forte della legge e delle rigide regole del giudice Crevan. Celestine decide quindi di aiutare il pover’uomo e quella decisione cambia la sua vita in un attimo.
Allontanata dalla famiglia, arrestata e umiliata, la ragazza viene ​ ​ trascinata in processo davanti a Crevan. E proprio lui, incurante delle suppliche di Art, la condanna a essere marchiata a fuoco come Fallata. Sarà durante il processo che la strada di Celestine incrocerà quella di Carrick Vane, un Fallato misterioso e affascinante: l’unico amico su cui d’ora in poi Celestine potrà contare.

8° POSTO:

LO STRANO VIAGGIO DI UN OGGETTO SMARRITO di Salvatore Basile

Che tenerezza questo libro. Mi ha conquistato con il suo intercedere lento e malinconico. Un viaggio fisico alla ricerca di una madre scomparsa ma anche un viaggio interiore alla ricerca di se stessi, dei propri sentimenti, del proprio animo. L’autore è stato bravissimo ad imprimere sulla storia quella sensazione di vuoto e di mancanza; una sensazione che non mi ha mai abbondata, durante tutta la lettura e che alla fine mi è mancata, lasciandomi orfana di una tensione emotiva che mi ha colpito più di quanto mi abbiano colpito le parole. E quando un libro mi arriva così non posso che adorarlo, consigliarlo, regalarlo!
Recensione qui.

Trama: Il mare è agitato e le bandiere rosse sventolano sulla spiaggia. Il piccolo Michele ha corso a perdifiato per tornare presto a casa dopo la scuola, ma quando apre la porta della sua casa nella piccola stazione di Miniera di Mare, trova sua madre di fronte a una valigia aperta. Fra le mani tiene il diario segreto di Michele, un quaderno rosso con la copertina un po’ ammaccata. Con gli occhi pieni di tristezza la donna chiede a suo figlio di poter tenere quel diario. Lo ripone nella valigia, promettendo di restituirlo. Poi, sale sul treno in partenza dalla banchina. Sono passati vent’anni da allora. Michele vive ancora nella piccola casa dentro la stazione ferroviaria. Addosso, la divisa di capostazione di suo padre. Negli occhi, una tristezza assoluta, profonda e lontana. Perché sua madre non è mai più tornata. Michele vuole stare solo, con l’unica compagnia degli oggetti smarriti che vengono trovati ogni giorno nell’unico treno che passa da Miniera di Mare. Perché gli oggetti non se ne vanno, mantengono le promesse, non ti abbandonano. Finché un giorno, sullo stesso treno che aveva portato via sua madre, incastrato tra due sedili, Michele ritrova il suo diario. Non sa come sia possibile, ma Michele sente che è sua madre che l’ha lasciato lì. Per lui. E c’è solo una persona che può aiutarlo: Elena, una ragazza folle e imprevedibile come la vita, che lo spinge a salire su quel treno e ad andare a cercare la verità. E, forse, anche una cura per il suo cuore smarrito. Salvatore Basile ci regala una favola piena di magia, emozione e speranza. Una nuova voce italiana indimenticabile, che disegna un sorriso sul nostro cuore.

9° POSTO:


SARO' COME MI VUOI di Greta Simeone

Un libro che ha saputo stupirmi perchè in questa lettura c’è ironia, freschezza, sagacia, cultura cinematografica oltre che una storia d’amore divertente, coinvolgente e anche un po’ improbabile. La protagonista di questo libro mi ha ammaliato sin dalle prime righe. Gina: anonima, triste, sciatta, pessimista ed anche un po’ sfigata. Un brutto anatroccolo perso in questo immenso stagno che è la vita. Uno stagno in cui ogni giorno vede sfilare davanti a se dei meravigliosi cigni che lei non può far altro che invidiare. Ma, per fortuna, a volte la vita fa un po’ da se, ed uno scossone lo regala anche a chi come Gina non è di certo incline a svoltare la propria esistenza. Lo stile dell’autrice è impeccabile, divertente al punto giusto, ma anche capace di acquisire toni più seri in alcuni punti o più sensuali in altri. Una capacità di parlare di sesso e di mostrarcene anche alcune scene in modo mai volgare ma, anzi, raccontandole in modo piacevole e convincente.
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Trama: A Gina sta andando tutto storto: sola da un po’, ora ha anche perso il lavoro. Risponde ad annunci di tutti i tipi, per paura di dover rinunciare alla propria casa e tornare a vivere dai suoi, che sono freddi come l’inverno, anche se ormai si è convinta che non l’assumerà nessuno. Troppa la concorrenza, con la crisi che c’è, e lei non brilla in niente. Una sera però arriva, a sorpresa, una telefonata. A chiamarla è Paolo, socio in una catena di sexy shop, che cerca una venditrice a domicilio, e con cui aveva avuto un colloquio poche ore prima. Lei era certa di aver fatto una pessima figura, ma secondo Paolo ha le carte in regola per riuscire.
Però … però dovrà rifarsi il look, acquisire le giuste competenze, seguire tutte le sue indicazioni, affidarsi a lui senza remore: è disponibile?
Gina accetta con riluttanza l’unica proposta ricevuta. Presto, inaspettatamente, le si aprirà un mondo nuovo: sotto la guida di Paolo imparerà molto su se stessa e sulle sue capacità. Troverà l’amore, perderà le sue inibizioni. Fino a quando ogni sua certezza sarà spazzata via da una terribile scoperta.

10° POSTO:

L'ARMONIA SEGRETA di Geraldine Brooks

Un romanzo storico, ricostruzione della vita del re David d'Israele
Quello che spicca maggiormente – oltre ovviamente ad una caratterizzazione storica perfetta – sono i personaggi, resi in modo perfetto sia a livello fisico che emotivo. Un intreccio di vite che costituiscono l’elemento principale di questo libro.
Uno stile chiaro, diretto, capace di non appesantire la storia dandone una visione troppo storica, pur lasciando che questo tratto emerga ed anche in modo molto approfondito. Insomma un mix tra nozioni storiche necessarie ad inquadrare il periodo, le condizioni di vita, le abitudini dei protagonisti ed una parte narrativa più leggera ed intrigante, capace di far appassionare il lettore.
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Trama: È l’alba di una calda estate del X secolo a.C. quando il piccolo Natan è destato dal sonno da grida atroci, provenienti da ogni parte del villaggio lungo le rive del Mar Rosso, dove da tempo immemorabile la sua famiglia esercita il mestiere di vignaioli. Si precipita fuori casa, e la scena che si apre davanti ai suoi occhi è raccapricciante. Suo padre e suo zio giacciono in un lago di sangue, e davanti ai suoi occhi, la daga ancora stretta nella mano, si erge l’assassino: David, il figlio di Yshay di Bet Lehem.
Accampato nei pressi del villaggio, chiedeva da qualche giorno una decina di otri di vino e qualche sacco di datteri per sé e i suoi uomini e, dinanzi al rifiuto del padre di Natan, è penetrato furtivamente di notte tra le case per vendicarsi.
Col volto rigato di lacrime, Natan fissa negli occhi quel giovane uomo noto nell’intero Israel per il suo coraggio, la sua audacia e il suo talento nel trarre le armonie più segrete dall’arpa che tiene sempre con sé. Da ragazzo, a Emeq Elah, ha messo in fuga i Filistei, uccidendo con un colpo di fionda ben assestato il gigante Golyat. Valente guerriero, è stato a capo di tutte le armate di re Shaul, finché un giorno il re, accecato dalla gelosia, gli ha scagliato contro una lancia, e lo ha costretto alla fuga e a una vita da brigante e predatore di villaggi indifesi.
Natan dovrebbe esplodere d’ira e di rabbia, ma, mentre una strana calma si impadronisce di lui, comincia a proferire delle parole che non riesce a sentire, ma che turbano profondamente David e i suoi compagni. Parole dettate da una Voce che parla attraverso la sua bocca. Parole che annunciano una grande profezia: il figlio di Yshay di Bet Lehem, il guerriero divenuto brigante per volontà di Shaul, sarà incoronato re di Yehudah, farà un solo popolo delle tribù del Nome, fonderà il regno imperituro di Israel. E lui, Natan, piccolo pastore e vignaiolo del Mar Rosso, sarà il suo profeta.

Ecco qui, ogni volta sempre più difficile, perchè creare una classifica in cui rientrino generi così differenti mi mette a dura prova. Ovviamente il pensiero è personalissimo ed è condizionato dal ricordo che, dopo un anno di letture, mi rimane di determinati libri. Purtroppo 10 posti sono pochissimi e rimangono fuori dalla classifica libri che ho comunque amato molto.
E voi? Avete fatto una classifica? Siete soddisfatti dei libri letti lo scorso anno?
Io quest'anno proverò a superare ancora me stessa ma chissà, l'anno è ancora lungo!

lunedì 20 giugno 2016

BibliOmaggi #11



Buongiorno lettori e buon lunedì. Come state? Io sono indietro con tutto ma pian piano riuscirò a rimettermi al passo! Prima di mostrarvi gli omaggi ricevuti negli ultimi mesi dalle case editrici - come vi dicevo sono indietro quindi troverete libri che ho già letto e recensito! - vorrei ricordare alle partecipanti della Challenge che martedì alle ore 18.00 scadrà il termine per inviare i link relativi alle recensioni corrispondenti agli obiettivi della mia tappa, quindi se siete indietro dateci dentro. Ed ora passiamo agli omaggi.

  • Dentro soffia il vento di Francesca Diotallevi edito da Neri Pozza, che ringrazio per la copia, 180 pagine. Data pubblicazione:  05 maggio 2016. Un libro meraviglioso che è riuscito a farmi innamorare dopo poche righe! Già letto e recensito qui.
Trama: In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al tempo della Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto campanile.
Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto opportunamente protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive Fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco in un camino.
Come faceva sua madre quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni » approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Così, mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi.
Il piccolo e inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che Fiamma conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine, però, a volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando Raphaël Rosset se n’è andato.
Era inaspettatamente comparso un giorno al suo cospetto, Raphaël, quando era ancora un bambino sparuto, con una folta matassa di capelli biondi come il grano e una spruzzata di lentiggini sul naso a patata. Le aveva parlato normalmente, come si fa tra ragazzi ed era diventato col tempo il suo migliore e unico amico. Poi, a ventuno anni, in un giorno di sole era partito per la guerra con il sorriso stampato sul volto e la penna di corvo ben lucida sul cappello, e non era più tornato. Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al limitare del bosco, fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire inghiottita dal buio della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa dove, in preda ai sensi di colpa per non essere andato lui in guerra, si aggira sconsolato Yann, il fratello zoppo di Raphaël… il fratello che la odia.
Ritornando su un tema caro alla letteratura di ogni tempo – l’amore che dissolve il rapporto tra una comunità e il suo capro espiatorio – Francesca Diotallevi costruisce un romanzo che sorprende per la maturità della scrittura e la solidità della trama, un’opera che annuncia un nuovo talento della narrativa italiana.
  • Aspettando Bojangles di Olivier Bourdeaut edito da Neri Pozza, che ringrazio per la copia, 144 pagine., che ringrazio per la copia, 144  pagine. Data pubblicazione:  14 aprile 2016. Un libro che purtroppo non ha saputo conquistarmi e che mi ha lasciato particolarmente perplessa (a quanto pare sono praticamente l'unica!). Già letto e recensito qui.
http://libroperamico.blogspot.it/2016/05/recensione-128-aspettando-bojangles-di.htmlTrama: Immaginate di essere un bambino e di avere un padre che non chiama mai vostra madre con lo stesso nome. Immaginate poi che a vostra madre quest’abitudine non dispiaccia affatto, poiché tutte le mattine, in cucina, tiene lo sguardo fisso e allegro su vostro padre, col naso dentro la tazza di latte oppure col mento tra le mani, in attesa del verdetto; e poi, felice, si volta verso lo specchio salutando la nuova Renée, o la nuova Joséphine, o la nuova Marylou...
Se immaginate tutto questo, potete mettere piede nel fantastico universo familiare descritto dal bambino in queste pagine. Un universo in cui a reggere le sorti di tutto e tutti è Renée, Joséphine, Marylou… la madre.
Di lei, suo marito dice che dà del tu alle stelle, ma in realtà dà del voi a tutti, a suo marito, al bambino e alla damigella di Numidia che vive nel loro appartamento, un grosso uccello strambo ed elegante che passeggia oscillando il lungo collo nero, le piume bianche e gli occhi di un rosso violento.
Renée, Joséphine, Marylou, o anche, ogni 15 febbraio, Georgette, ama ballare con suo marito sempre e ovunque, di giorno e di notte, da soli e in compagnia degli amici, al suono soprattutto di Mister Bojangles di Nina Simone, una canzone gaia e triste allo stesso tempo.
Per il resto del tempo si entusiasma e si estasia per ogni cosa, trovando incredibilmente divertente l’andare avanti del mondo. E non tratta il suo piccolo né da adulto né da bambino, ma come un personaggio da romanzo. Un romanzo che lei ama molto e nel quale s’immerge in ogni momento.
Di una sola cosa non vuole sentire parlare: delle tristezze e degli inganni della vita; perciò ripete come un mantra ai suoi: «Quando la realtà è banale e triste, inventatemi una bella storia, voi che sapete mentire così bene».
La realtà, però, è a volte molto banale e triste, così scioccamente triste che occorre più di una prodigiosa arte del mentire per continuare a gioire del mondo.

  • Gli effetti speciali dell'amore di Angela Iezzi edito da Newton Compton, che ringrazio per la copia, 288  pagine. Data pubblicazione:  12 maggio 2016. Già letto e recensito qui. Un libro di un genere che non leggo spesso ma che mi è piaciuto molto.
Trama: Ashley Morgan ha ventiquattro anni, una grande passione per i libri e una laurea in economia, che ha conseguito al solo scopo di compiacere il padre, proprietario di una famosa azienda dolciaria, di cui è certa di prendere il posto. E invece, del tutto inaspettatamente, il padre decide di affidare la guida della società a Jaime Standley, che lavora al suo fianco da molti anni e ne è diventato il braccio destro. Di fronte a quel gesto Ashley chiude i rapporti con lui. Passano gli anni, durante i quali padre e figlia perdono quasi ogni contatto, fino a quando il signor Morgan muore, lasciandole una cospicua eredità. Alla lettura del testamento un’altra sorpresa attende Ashley: a lei andranno il conto in banca, la casa di famiglia e una quota di minoranza della società, a Jaime la maggioranza delle azioni e il compito di gestire e amministrare la Morgan&Hall. Ma solo a una condizione: che per un anno i due beneficiari lavorino insieme e risiedano sotto lo stesso tetto. Ashley si sente ingannata e truffata: Jaime è un impostore e lei gliela farà pagare. Ma la convivenza forzata qualche volta può rivelarsi assolutamente imprevedibile…

  • Scrivere è un mestiere pericoloso di Alice Basso edito da Garzanti, che ringrazio per la copia, 348 pagine. Data pubblicazione:  12 maggio 2016. Un libro bellissimo dove l'ironia dell'autrice emerge in ogni pagina. Già letto e recensito qui. Vi ricordo che fino al 30 giugno è possibile iscriversi per partecipare all'estrazione per vincere una copia cartecea di questo libro. Tutte le istruzioni nel post della recensione. 
http://libroperamico.blogspot.it/2016/06/recensione-133-scrivere-e-un-mestiere.htmlTrama: Un gesto, una parola, un'espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare. Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con sé stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell'ombra. Scrive libri al posto di altri autori, imitando alla perfezione il loro stile. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un'anziana cuoca. Un'impresa più ardua del solito, quasi impossibile, perché Vani non sa un accidente di cucina, non ha mai preso in mano una padella e non ha la più pallida idea di cosa significhino termini come scalogno o topinambur. C'è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri. Quella di Simenon, di Vázquez Montalbán, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l'altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti. Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l'affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi. Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto. Un delitto avvenuto anni prima in una delle famiglie più in vista di Torino. Berganza abbandona i fornelli per indagare e ha bisogno di Vani. Ha bisogno del suo dono che le permette di osservare le persone e scoprirne i segreti più nascosti.
Eppure la strada che porta alla verità è lunga e tortuosa. A volte la vita assomiglia a un giallo. È piena di falsi indizi. Solo l'intuito di Vani può smascherarli.
L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome è stato uno degli esordi più amati dai lettori e dalla stampa più autorevole. Lo stile unico e la forza narrativa di Alice Basso hanno conquistato tutti. Come la sua esilarante protagonista, Vani, che torna con un nuovo libro da scrivere, un nuovo caso da risolvere e un nuovo inaspettato nodo sentimentale da sciogliere.
 
  • Lo strano viaggio di un oggetto smarrito di Salvatore Basile edito da Garzanti, che ringrazio per la copia, 302 pagine. Data pubblicazione:  05 maggio 2016. Bellissimo! A breve la recensione.
Trama: Il mare è agitato e le bandiere rosse sventolano sulla spiaggia. Il piccolo Michele ha corso a perdifiato per tornare presto a casa dopo la scuola, ma quando apre la porta della sua casa nella piccola stazione di Miniera di Mare, trova sua madre di fronte a una valigia aperta. Fra le mani tiene il diario segreto di Michele, un quaderno rosso con la copertina un po' ammaccata. Con gli occhi pieni di tristezza la donna chiede a suo figlio di poter tenere quel diario, lo ripone nella valigia, ma promette di restituirlo. Poi, sale sul treno in partenza sulla banchina.
Sono passati vent'anni da allora. Michele vive ancora nella piccola casa dentro la stazione ferroviaria. Addosso, la divisa di capostazione di suo padre. Negli occhi, una tristezza assoluta, profonda e lontana. Perché sua madre non è mai più tornata. Michele vuole stare solo, con l'unica compagnia degli oggetti smarriti che vengono trovati ogni giorno nell'unico treno che passa da Miniera di Mare. Perché gli oggetti non se ne vanno, mantengono le promesse, non ti abbandonano.
Finché un giorno, sullo stesso treno che aveva portato via sua madre, incastrato tra due sedili, Michele ritrova il suo diario. Non sa come sia possibile, ma Michele sente che è sua madre che l'ha lasciato lì. Per lui.
E c'è solo una persona che può aiutarlo: Elena, una ragazza folle e imprevedibile come la vita, che lo spinge a salire su quel treno e ad andare a cercare la verità. E, forse, anche una cura per il suo cuore smarrito.
Questa è la storia di un ragazzo che ha dimenticato cosa significa essere amati. È la storia di una ragazza che ha fatto un patto della felicità, nonostante il dolore. È la storia di due anime che riescono a colorarsi a vicenda per affrontare la vita senza arrendersi mai. Salvatore Basile ci regala una favola piena di magia, emozione e speranza. Un caso editoriale che ha subito conquistato il cuore di tutte le case editrici del mondo, che se lo sono conteso acerrimamente alla fiera di Francoforte. Una voce indimenticabile, che disegna un sorriso sul nostro cuore.

  • Che fine ha fatto lo stoccafisso di Monia Farina, che ringrazio per la copia, edito da Algra, 88  pagine. A breve la recensione!

Trama: Castegnino, Brescia. Vittorio Emanuele Pautasso è un giovane comandante dei carabinieri. Le sue origini vengono da molto lontano, ma è cresciuto in una famiglia italiana. A Castegnino si ritrova ad affrontare i misteri e i delitti dei suoi abitanti, ultima tra tutti la scomparsa del noto medico Fabrizio Ghidini. Ad aiutarlo ci saranno le sue amiche del negozio "Il cesto di LuLu". Saranno proprio loro a dare una svolta al caso, complice uno stoccafisso.


  • Brucio di Christian Frascella edito da Mondadori, 348  pagine. Data pubblicazione:  26 aprile 2016. Ringrazio Sara dell'ufficio stampa dell'autore che me lo ha proposto! Sarà la mia prossima lettura.
Trama: "Il fuoco. La stanza invasa dalle fiamme, le grida, la paura. Ogni rumore mi crepita nelle orecchie come legna spezzata da un calcio. Il fumo mi annebbia la vista. Le narici invase, il respiro sempre più corto, disperato. Non riesco a gridare, ci provo, ma non riesco. Cerco mia madre, cerco mio padre, cerco Anna." L'incendio di quella notte gli ha sfigurato il volto e si è portato via tutto. Di quel Tommy bambino non è rimasta che l'ombra, l'unica cosa di cui gli altri non sembrano aver paura, provare ribrezzo. Da allora Tommy passa da una famiglia affidataria all'altra, su e giù per l'Italia. Ogni volta, però, insieme a lui arrivano le complicazioni. Del resto, se hai una faccia come la sua, non puoi "che essere un poco di buono, un delinquente, un ladro, un potenziale omicida". E poi la gente ha un bel dire che l'aspetto non conta. Magari andrà meglio stavolta, ora che è approdato in un paesino di provincia come ce ne sono milioni, rassicurante: "Case attaccate a case, palazzi che si strusciano con altri palazzi, e strade che ti ributtano sempre verso il centro casomai dovessi perderti". E che ad accoglierlo ci sono i Cotta, brave persone: madre avvocato, padre pompiere, un figlio diciassettenne suo coetaneo. Ma quando i guai li hai cuciti addosso c'è poco da fare. Succede così che, a poche ore dal suo arrivo, Tommy assista per caso a un rocambolesco tentativo di furto in un negozio e che venga arrestato da un ispettore di polizia in pattuglia che lo crede coinvolto, e che da quel momento gli darà il tormento. A scuola non va certo meglio, ma almeno lì c'è Sally, occhi scuri e l'aria di una "come di passaggio", che "un attimo c'è, un attimo dopo potrebbe non esserci". Conoscerla per Tommy è come tornare a respirare. Con lei accanto il futuro fa meno paura e tutto sembra possibile. Anche per lui. Se solo non fosse la nipote dell'ispettore che l'ha arrestato quella notte. E se solo quel tranquillo paesino a due passi da Asti in cui tutto sembra perfetto non nascondesse mostruosità che proprio lui si ritroverà, suo malgrado, a svelare. Con Brucio, Frascella sonda il labile confine tra giovinezza ed età adulta, tra ingenuità e colpa, tra la luce della purezza e l'ombra nera della corruzione. E ci regala un personaggio meravigliosamente complesso, negli eccessi così come nelle fragilità, strafottente e coraggioso nel suo tener testa a un destino che con lui – non c'è dubbio – ha picchiato veramente duro.

  • Il battito del sangue di Tess Gerritsen edito da Longanesi, che ringrazio per la copia, 288  pagine. Data pubblicazione:  24 giugno 2016. L'ho cominciato in questo week end e spero di postare la recensione prima della pubblicazione.
Trama: Durante un viaggio a Roma, la violinista americana Julia Ansdell scopre un libro molto vecchio che contiene lo spartito inedito di un valzer dal titolo Incendio, composto da un autore misterioso. Un brano che ha un ritmo unico e inconfondibile, come il battito del cuore. Non appena ne legge le note, Julia resta ipnotizzata dalla melodia struggente e a tratti convulsa, e non vede l’ora di tornare a casa, nel Massachusetts, per interpretarla con il suo violino. Ed è allora che le cose cambiano per sempre. Ogni volta che suona Incendio, infatti, si verificano eventi inquietanti e sanguinosi che coinvolgono sua figlia Lily, una bellissima e, fino a quel momento, placida bambina di tre anni. Quando comprende che a rischio non c’è soltanto la sua sanità mentale, ma anche la sua stessa vita, Julia decide che c’è un solo modo per salvarsi: andare alla radice del mistero. Scopre così che l’autore del valzer è Lorenzo Todesco, un ebreo che ha vissuto un amore tanto potente quanto tormentato negli anni fra il 1938 e il 1944, in una Venezia straziata dalla guerra e dalle leggi razziali. A quel punto Julia parte per la città lagunare. La sua storia si intreccia a quella di Lorenzo, trascinando il lettore fino a una sconvolgente conclusione…



E con questo è tutto! Cosa ne dite? Ce n'è qualcuno che vi ispira particolarmente o che al contrario non vi ispira per niente?
Vi auguro un buon inizio settimana!

sabato 30 aprile 2016

Recensione #123 in anteprima - Dentro soffia il vento di Francesca Diotallevi

Buongiorno lettori e buon sabato. Oggi sono qui per condividere con voi una recensione speciale, quella di un libro che uscirà nelle librerie il 5 maggio e sancirà l'esordio di Francesca Diotallevi nella rosa degli autori della prestigiosa casa editrice Neri Pozza. Il romanzo si intitola Dentro soffia il vento - 180 pagine - che è già stato preceduto da un prequel in ebook - Le Grand Diable - che trovate già disponibile in tutti gli store online. Per chi se la fosse persa ho già pubblicato la recensione qui.

Trama: In un avvallamento tra due montagne della Val d’Aosta, al tempo della Grande Guerra, sorge il borgo di Saint Rhémy: un piccolo gruppo di case affastellate le une sulle altre, in mezzo alle quali spunta uno sparuto campanile.
Al calare della sera, da una di quelle case, con il volto opportunamente protetto dall’oscurità, qualche «anima pia» esce a volte per avventurarsi nel bosco e andare a bussare alla porta di un capanno dove vive Fiamma, una ragazza dai capelli così rossi che sembrano guizzare come lingue di fuoco in un camino.
Come faceva sua madre quand’era ancora in vita, Fiamma prepara decotti per curare ogni malanno: asma, reumatismi, cattiva digestione, insonnia, infezioni… Infusi d’erbe che, in bocca alla gente del borgo diventano «pozioni » approntate da una «strega» che ha venduto l’anima al diavolo. Così, mentre al calare delle ombre gli abitanti di Saint Rhémy compaiono furtivi alla sua porta, alla luce del sole si segnano al passaggio della ragazza ed evitano persino di guardarla negli occhi.
Il piccolo e inospitale capanno e il bosco sono perciò l’unica realtà che Fiamma conosce, l’unico luogo in cui si sente al sicuro. La solitudine, però, a volte le pesa addosso come un macigno, soprattutto da quando Raphaël Rosset se n’è andato.
Era inaspettatamente comparso un giorno al suo cospetto, Raphaël, quando era ancora un bambino sparuto, con una folta matassa di capelli biondi come il grano e una spruzzata di lentiggini sul naso a patata. Le aveva parlato normalmente, come si fa tra ragazzi ed era diventato col tempo il suo migliore e unico amico. Poi, a ventuno anni, in un giorno di sole era partito per la guerra con il sorriso stampato sul volto e la penna di corvo ben lucida sul cappello, e non era più tornato. Ora, ogni sera alla stessa ora, Fiamma si spinge al limitare del bosco, fino alla fattoria dei Rosset. Prima di scomparire inghiottita dal buio della notte, se ne sta a guardare a lungo la casa dove, in preda ai sensi di colpa per non essere andato lui in guerra, si aggira sconsolato Yann, il fratello zoppo di Raphaël… il fratello che la odia.
Ritornando su un tema caro alla letteratura di ogni tempo – l’amore che dissolve il rapporto tra una comunità e il suo capro espiatorio – Francesca Diotallevi costruisce un romanzo che sorprende per la maturità della scrittura e la solidità della trama, un’opera che annuncia un nuovo talento della narrativa italiana.

Ci sono libri per cui prima di parlarne ho bisogno di lunghe riflessioni mentre ce ne sono altri che come una valanga riescono a superare ogni mia barriera e mi si insinuano sotto pelle. Dentro soffia il vento appartiene alla seconda categoria. Ho appena finito di leggerlo, scrivo, ripenso alla storia ed alla sua evoluzione e dei brividi mi percorrono tutto il corpo senza lasciarmi scampo.
È una di quelle storie capaci di farmi provare così tante emozioni che quasi mi sembrano troppe.
Ho chiuso l’ultima pagina con una lacrima che mi rigava la guancia, con un senso di vuoto ma anche di appagamento tale che mi lascia quasi perplessa.
Anche questa volta Francesca ha fatto centro. E non parlo solo di una storia orignale, con un’ambientazione unica e ricercata ma parlo anche di una capacità narrativa che cresce ogni opera sempre di più e che finalmente ora potrà essere apprezzata da un pubblico più ampio grazie ad una visibilità che una casa editrice come Neri Pozza può darle.
L’autrice sa districarsi in modo perfetto ed infallibile in un racconto a tre voci: quelle di Fiamma, Yann e Agape. Le tre voci permettono al lettore di leggere la stessa storia raccontata da tre punti di vista e di viverne le emozioni in modo accentuato. Una storia che parla di fuga: da una vita che non si sente propria, da un amore impossibile, dai fantasmi di un passato troppo doloroso; ma anche una storia che parla di rinascita, di amicizia, di amore, di superstizioni, di umanità, di sofferenza e di cattiveria. Tutto questo in un connubio perfetto.
Quello che mi lascia sempre affascinata una volta conclusi i libri di Francesca è l’estrema capacità di portare il lettore ovunque lei voglia, sia attraverso i luoghi che attraverso il tempo. Lo so, probabilmente ho fatto questa affermazione anche parlando dei libri precedenti ma devo ripetermi. In questo caso il lettore viene catapultato in Val d’Aosta, a Saint Rhemy, subito dopo la fine della prima guerra mondiale. Un conflitto che ha toccato moltissimo quel paesino abbarbicato sulle montagne perchè ha chiamato a se molti dei suoi cittadini più giovani privandoli di un futuro.
È in questo contesto che ci vengono presentati i personaggi. Uno di questi è Don Agape, che ha appena deciso di abbandonare Roma ed il Vaticano per buttarsi tra le montagne impervie delle alpi. Nessuno comprende il suo gesto e, forse, non lo comprende fino in fondo neanche lui; apparentemente un modo per mettersi alla prova, forse un modo per scappare da quella vita scelta più per appagare il volere altrui che per una propria, vera vocazione.
Da subito il paesino di montagna appare per quello che è: un luogo chiuso in cui i suoi abitanti vivono ancora all’ombra delle leggende che per lungo tempo li hanno accompagnati.
Fiamma per tutti è una strega. Lei, abituata da sempre a vivere nei boschi è considerata una creatura del demonio; tutti la temono e la additano anche se nei momenti di difficoltà si rivolgono a lei per farsi curare con gli “intrugli” che crea con le erbe. Ha capelli del colore del fuoco, degli occhi verdi penetranti e una capacità disarmante di sparire al momento opportuno attraverso i boschi; il suo atteggiamento schivo e ribelle verso chi non l'ha mai accettata e verso un Dio a cui non può credere,  non fa altro che accrescere questa diceria. Solo Raphael conosceva veramente Fiamma. Raphael Rosset ora non c’è più, partito verso un fronte da cui non è più tornato. L’unico amico che Fiamma avesse mai avuto, l’unico che conoscesse la sua vera natura. A Fiamma quel ragazzo manca, così come manca a Yann, suo fratello, che non ha mai capito la passione di Raph per quella ragazza tanto odiata da tutti, quella donna che con i suoi occhi sembra ammaliare chi se la trova davanti. 
L'autrice intreccia la storia di questi tre personaggi e la inserisce in modo perfetto in una trama avvincente, capace di tenere il lettore incollato alle pagine fino alla fine; una capacità degna delle grandi scrittrici, quello che Francesca è diventata! 
Una chicca del romanzo è secondo me rapprasentata dal finale che sa tranciare il cuore dei lettori così come le lettere di Raph dal fronte, frutto - come confessatomi dall'autrice - di una lunga e sofferta ricerca tra la corrispondenza dell'epoca.
Moltissime le parti che ho sottolineato, tantissime quelle che mi hanno emozionato... eccone un paio:
"Per questo amavo i libri: rendevano le persone migliori. A volte le salvavano."
"Non lasciare che qualcuno ti dica in cosa credere, ragiona con la tua testa, segui l'istinto. Nessuno dovrà importi chi amare. L'amore non si insegna, è l'unica cosa che posso spiegarti. Non posso dirti quali battaglie combattere, dovrai capirlo da sola e non sarà facile. L'amore non lo è mai, richiede coraggio e tenacia. Non si scegli, è sempre lui che sceglie te."
Un libro che parla di privazioni ma anche di libertà, un libro che saprà fare breccia nel vostro cuore.
Ora vi lascio, sperando di avervi un pochino incuriositi ed esortandovi ad andare in libreria il 5 maggio a comprare questo libro.


VOTO: