mercoledì 29 giugno 2016

Recensione #136 - Che fine ha fatto lo stoccafisso di Monia Farina

Buon mercoledì carissimi lettori. Finalmente riesco a trovare qualche minuto per dedicarmi al blog. Ultimamente il tempo è tiranno ed anche la stanchezza non aiuta! Ho proprio bisogno di ferie ma ancora manca un mese intero di lavoro... meglio non pensarci!!!!
Oggi torno con la recensione di un libro che ho ricevuto direttamente dall'autrice: si tratta di Che fine ha fatto lo stoccafisso di Monia Farina edito da Algra, pag. 88.
Sinossi: Castegnino, Brescia. Vittorio Emanuele Pautasso è un giovane comandante dei carabinieri. Le sue origini vengono da molto lontano, ma è cresciuto in una famiglia italiana. A Castegnino si ritrova ad affrontare i misteri e i delitti dei suoi abitanti, ultima tra tutti la scomparsa del noto medico Fabrizio Ghidini. Ad aiutarlo ci saranno le sue amiche del negozio "Il cesto di LuLu". Saranno proprio loro a dare una svolta al caso, complice uno stoccafisso.



Ho ricevuto questo libro grazie ad un’autrice che amo molto e che ormai considero un’amica: Loredana Limone. Monia Farina è stata una delle sue allieve ed ha da poco esordito nel panorama italiano con un libro un po’ giallo, un po’ mangereccio.
Ho accettato molto volentieri perché mi fido del giudizio di Loredana e devo dire che credo proprio di aver fatto bene.
Monia Farina ha una capacità narrativa che colpisce. Anche la storia è ben architettata e sviluppata dando un tocco di mistero con una sparizione importante ma dando anche un tono scanzonato grazie a personaggi divertenti come le sorelle Luisa e Luigia, proprietarie del negozio Il cesto di Lulu.
Peccato la brevità del libro che con le sue 88 pagine ha più il sapore del racconto, un buono spunto su cui poi costruire un volume più corposo.
La storia è ambientata a Castegnino, Brescia – luogo di fantasia collocato sul Lago d’Iseo – un paesino dove le dicerie di paese non mancano e dove le beghine non perdono occasione di farle circolare. Luogo di ritrovo: il piazzale della chiesa. Argomento preferito: tutti, senza riserve.
Quindi nella storia abbiamo un paesino, tante pettegole, un negozio – Il cesto di Lulu, che prima ha fatto parlare di se e che poi diventa un punto di incontro per i tanti abitanti appassionati di cucina e delle prelibatezze che le due sorelle riescono a procurarsi -, una sparizione, un commissario con il nome italianissimo – Vittorio Emanuele Pautasso – ma originario della Costa d’Avorio, ed uno stoccafisso perduto.
L’autrice è molto brava a mettere insieme tutti i tasselli del puzzle permettendoci comunque, in pochissime pagine, anche di immaginarci molto bene l’ambientazione ed i personaggi a cui dedica una spiegazione non solo attuale ma anche del loro passato e degli avvenimenti che li hanno portati al punto del libro. Non mancano anche accenni a ricette, pasti, leccornie in cui le sorelle Luigia e Luisa sfoggiano il meglio del loro sapere non solo nella cucina tradizionale ma anche quella – tanto di moda – vegana.
E si improvvisano anche un po’ detective le due negozianti, anche perché, chi meglio di loro può conoscere le abitudini dei paesani? Se in più si tiene conto che il medico scomparso era stato al loro negozio proprio quel giorno per acquistare il famoso stoccafisso scomparso insieme a lui, loro sono proprio le persone adatte! La parte dedicata al giallo è di facile risoluzione ma la lettura è piacevole, scorrevole e fa venire voglia di conoscere più a fondo tutti personaggi – non pochi – che popolano il libro.
Leggere questo libro mi ha fatto tornare in mente proprio Borgo Propizio, il libro di Loredana Limone – recensione qui – perché i meccanismi sono molto simili ed anche l’atmosfera che si respira.
Un buonissimo esordio quello di Monia Farina che spero di vedere sviluppato in un libro più corposo, magari pubblicato da una casa editrice importante… Le premesse ci sono tutte!
 
Consigliato a chi ha voglia di staccare per qualche ora facendosi trasportare in un paesino inventato ma perfettamente plausibile!

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