giovedì 29 settembre 2016

Recensione #151 - Il gioco del male di Angela Marsons

Ciao a tutti, rieccomi con una recensione. Oggi vi parlo di un thriller,  Il gioco del male di Angela Marsons edito da Newton Compton Editori, pag. 384

Sinossi: Quando viene rinvenuto il cadavere di uno stupratore, la detective Kim Stone e il suo team sono chiamati a investigare.
Sembra un semplice caso di vendetta personale, ma l’omicidio è solo il primo di una serie di delitti che via via diventano più cruenti. È evidente che dietro tutto questo c’è qualcuno con un piano preciso da realizzare. Mentre le indagini si fanno sempre più frenetiche, Kim si ritrova nel mirino di un individuo spietato e deciso a mettere in atto il proprio progetto criminale, a qualunque costo. Contro un sociopatico che sembra conoscere ogni sua debolezza, la detective Stone si rende conto che ogni mossa potrebbe esserle letale. E così, mentre il numero delle vittime continua a crescere, Kim dovrà considerare ogni minima traccia, perché con un avversario del genere anche la più remota pista va percorsa per fermare il massacro. E questa volta è una questione personale.




Tempo fa vi avevo parlato di questa autrice e del suo esordio nel mondo del thriller con il libro Urla nel silenzio, recensione qui. Ora torna con un nuovo lavoro, in cui la protagonista è sempre la detective Kim Stone e lo fa, per quanto mi riguarda, in modo altrettanto convincente. Se nel primo libro il taglio della storia era particolarmente crudo, con avvenimenti e ritrovamenti spiegati nel dettaglio, qui l’autrice cambia registro, mettendo la storia sul piano psicologico e costruendo attorno alla mente umana, tutta la trama.
Kim si troverà infatti a fare i conti con un personaggio folle e subdolo, una psichiatra sociopatica che invece di aiutare come dovrebbe i suoi pazienti, li utilizza per degli esperimenti di controllo della mente al limite dell’immaginabile. Un osso duro per Kim che, nonostante ora sia una detective di successo, non è mai riuscita a superare il suo passato, che in questo libro assume un ruolo meno marginale e diventa parte integrante dell’intera storia.
Da subito sarete messi al corrente di tutto dall'autrice quindi non vi svelo niente di eclatante. Quello su cui la Marson ci fa riflettere è il come e non il chi!
Kim e Alex, sono due donne che si danno la caccia a vicenda cercando, ognuna, di non commettere errori che possano favorire l’altra.
All’inizio con la lettura di questo libro sono partita meno in quarta rispetto a quello che era successo con il precedente; avevo un po’ la sensazione di smarrimento che si prova quando ci si aspetta un certo stile e invece tutto cambia poi sono entrata nell’ottica, ho cominciato ad essere attratta da questo gioco al massacro che le due protagoniste, seppur in modo molto lento e psicologico, si ritrovano a fare e mi sono appassionata. Non è un libro di azione, quindi se è questo che cercate passate oltre, è un libro che scava nella mente dei personaggi, facendo emergere in modo predominante le loro paure e i loro difetti rendendoli protagonisti, sia in senso positivo che negativo. Già, perché sono le emozioni più che le persone ad avere un ruolo dominante in questo libro; lo è la rabbia verso uno stupratore, la gelosia verso una moglie capace di rifarsi una vita, la paura verso un figlio che si crede di non poter proteggere da un mondo pericoloso, il terrore di non essere mai sicuri in un luogo.
L’autrice è riuscita secondo me a far emergere le caratteristiche della maggior parte dei personaggi, creando alle loro spalle un passato, che interagisce bene con il presente e che lo rende convincente.
Interessante anche l’evoluzione del personaggio di Kim, che nonostante rimanga una persona chiusa, poco socievole e poco avvezza alle emozioni in questo secondo volume ha un’apertura verso il mondo esterno… almeno verso quello animale!!!
Per quanto riguarda la storia, forse in alcuni passaggi risulta un po’ troppo precipitosa – soprattutto nel finale - ed alcuni avvenimenti avrebbero potuto essere meno marginali, ma queste sono scelte che magari altri lettori possono apprezzare; di certo l’dea di base non è per niente male e, secondo me, in generale non lo è neanche il suo sviluppo. Un libro che può essere assolutamente letto anche senza il precedente perché, a parte per l’evoluzione del personaggio di Kim, è totalmente slegato dal primo della serie.
Ora non mi resta che attendere il terzo della serie che, vista la velocità con cui il secondo è stato pubblicato, spero non mi faccia aspettare troppo.
Che ne dite? Vi ispira? Lo leggerete?

 VOTO: 



8 commenti:

  1. Già lo sai, avevo apprezzato molto il primo della serie e, anche se questo ha un altro registro, non vedo l'ora di leggerlo! Giusto oggi devo fare un salto alla Feltrinelli... :-p

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    1. Allora aspetto il tuo parere!!! E anche l'elenco dei libri che hai comprato hihihihi

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  2. Urla nel silenzio mi aveva piacevolmente stupita, mi piace lo stile dell'autrice e il personaggio di Kim.

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  3. Iniziato da un giorno e sono già oltre la metà....non vedo l'ora di terminarlo!!
    Urla del silenzio mi era piaciuto molto e anche questo mi ha catturata!! ;)

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