venerdì 26 gennaio 2018

Letture con Marina #29

Buongiorno lettori, di nuovo venerdì quindi torna la rubrica Letture con Marina. Vi lascio a lei augurandovi buon fine settimana.


Titolo: Quando tutto era possibile (The Interestings)
Autore: Meg Wolitzer
Casa editrice: Garzanti
Traduzione: Elisabetta Valdrè
Genere: Narrativa
Pagine: 550
Anno di pubblicazione: 2014

Sinossi: Luglio 1974. È una serata piena di stelle. Il cuore di Jules batte all'impazzata mentre rivolge per la prima volta la parola ai suoi nuovi amici. Il suo sogno è quello di fare l'attrice, ma è timida e introversa. Eppure, ora tutto sta per cambiare. Cinque ragazzi che trascorrono con lei le vacanze estive in un prestigioso campeggio del Massachusetts l'hanno accolta tra loro, nel ristretto novero delle persone "più dannatamente interessanti che siano mai vissute". Tranne Jules, tutti loro sono rampolli dell'alta società di New York, e hanno creato una strana società segreta, poco più che un sogno di gioventù estemporaneo e altisonante. Ma questo non importa. Quello che conta ora sono le loro ambizioni e i loro desideri. Alcuni destinati a consumarsi velocemente, esaurendosi nello spazio di un'estate; altri a essere inseguiti con tenacia e coronati dal successo; altri ancora, semplicemente, a non realizzarsi mai. Ma mentre agli ideali giovanili, nati al ritmo delle ballate di Bob Dylan, si sostituiscono le sfide della vita adulta e la necessità di lottare a denti stretti per ciò che si ama, ciò che non conosce fine è la loro amicizia. Un legame indissolubile, che resiste alla sfida del tempo. Quando il futuro li mette alla prova, ciascuno di loro sa di poter contare sugli altri. Perché né Jules né nessuno dei suoi amici può dimenticare che c'è stato almeno un giorno, un'ora, un minuto in cui tutto era possibile.

RECENSIONE:
Romanzo che prende in esame una cinquantina d’anni, dagli inizi degli anni ’70 fino al primo decennio del duemila. E che viene vissuto a New York city e “periferia”, tranne quando i 6 ragazzi protagonisti trascorrono i due mesi estivi nel prestigioso campeggio di Spirit-in-the-Woods, Massachusetts, aperto nei primi anni ’50. Campeggio che dovrebbe servire a far emergere nei ragazzi il lato artistico, se le famiglie altolocate cui appartengono non ci avessero già pensato, facendo fare ai loro ragazzi attività tipo disegno, musica, teatro, etc… Romanzo di formazione, parte prendendo in esame le vite dei fratelli Ash e Goodman Wolf, Julie “Jules” Jacobson, Cathy Kiplinger, Ethan Figman e Jonah Bay dall’età di circa 15 anni fino ai 50 anni o poco più. Un romanzo in cui, dopo gli anni dell’adolescenza nei quali si ritrovano in estate al campeggio, prendono direzioni separate ed intraprendono vite completamente diverse, sempre rimanendo in contatto, chi più e chi meno, vivendo tra talento, successi, segreti inconfessati, atti violenti mai confessati, rinunce e rimpianti e prese di coscienza tardive: un po’ come accade nella vita reale, senza bisogno di dover tirare in ballo soap-operas.

Narrato in terza persona ma facendo assurgere Julie “Jules” Jacobson a vera protagonista, tra l’altro la meno abbiente del sestetto, l’autrice ci fa vivere gli anni presi in esame tra la New York ricca e bene, intellettuale - e la New York come città che ti svuota, che se non hai talento / successo ti divora e ti lascia indietro come un relitto, città insostenibile, invivibile, ma impossibile da lasciare. Da notare e tenere presente che qui in particolare si parla di “talento” come di quell’entità sfuggente che in quegli anni si confonde spesso con successo e denaro. Dei 6 ragazzi, qualcuno di loro brucerà come un fiammifero, con una fiammata così intensa da bruciare totalmente se stesso così come le persone che gli stanno intorno. Qualcuno che da ragazzo non era particolarmente valutato verrà baciato da un talento assoluto, che farà scordare agli altri tutti i possibili difetti. Qualcuno rifuggirà dal proprio talento, nel terrore di bruciare troppo intensamente e negandosi una vita diversa. Qualcuno scoprirà abbastanza preso di non avere alcun talento e ripiegherà nella vita in posizioni di second’ordine, rimpiangendo per sempre il passato e non riuscendo mai del tutto ad uscire da questa sorta di loop temporale legato alle estati del campeggio. E qualcuno, forse la sorte peggiore, verrà tradito dal gruppo stesso, venendo poi abbandonato ed immolato sull’altare del denaro…

L’autrice in questo cinquantennio non fa mancare proprio nulla ai suoi protagonisti, ripercorrendo in parallelo quegli anni sia a livello politico (Nixon, Ronald Reagan e Bush i più citati), che sociale: canne e droga, le prime dichiarazioni di omosessualità, lo stupro, l’Aids ed il cancro, l’autismo, le sette religiose, il femminismo, il problema dei senza-tetto, il riconoscimento dell’ingiusto sfruttamento del lavoro minorile, depressioni… In fondo si ripercorrono 50 anni di vita e l’autrice sembra aver voluto modellare una vita diversa per ciascuno dei protagonisti, anche se a tratti sembra che la Wolitzer abbia voluto inserire a forza tutto quanto è accaduto in quegli anni, rendendo talvolta un po’ sovrabbondante la narrazione, dato che alcune delle tematiche inserite non sembrano aver avuto alcun effetto sul filo della narrazione stessa.

Mentre si legge questo romanzo corale, se così vogliamo anche definirlo, non può non venire in mente Woody Allen con il suo talento geniale ed al contempo le sue nevrosi intellettuali e soprattutto la sua New York, che si vive così intensamente in questo romanzo di Meg Wolitzer, definito al tempo dal prestigioso New York Times uno dei 10 migliori romanzi, nell’anno della pubblicazione.

Tra i tanti sentimenti presi in esame, forse l’appartenenza ad un gruppo nel momento formativo dell’adolescenza e l’amicizia che di seguito ne è nata, ancorchè pervasa da gelosie ed invidie, è il sentimento che pervade tutta l’opera, insieme all’amarezza, difficile da interiorizzare e superare per chi ha scoperto di non avere un talento particolare – a differenza di tutti i propri amici – con l’enorme difficoltà di re-inventarsi una vita che permetta comunque la frequentazione di quell’enclave così elitario (giusto o sbagliato che sia), tanto da non aver tentato altre amicizie o altri stili di vita ed incolpando il destino di non aver mantenuto quanto in gioventù promesso.

Anche in questo romanzo ci viene presentato il dio denaro come il deus-ex-machina di molte vicende, alcune francamente difficili da credere, se non come escamotage per proseguire il romanzo: e reiterare il concetto che i soldi vincono sempre sui sentimenti più puri, quando il potere si accompagna alla mancanza del senso di responsabilità e di una crescita equilibrata e fatta di sacrifici, è onestamente un concetto che non ha dato alcun valore aggiunto al romanzo.

Bell’esempio dal punto di vista stilistico invece, la ricercata discontinuità cronologica che avviene ripetutamente nel corso del romanzo e che interrompe e riprende le vite dei protagonisti, rendendo questo sì ancora più vivide ed interessanti le loro vicende, considerata anche la mole del libro. Romanzo indiscutibilmente interessante che ci riporta ai tempi del folk e delle ballate dei cantautori americani degli anni settanta, un periodo molto controverso ed in cui i giovani dell’epoca iniziano a considerare la vita in modo diverso rispetto al passato, prendendo a volte le distanze e rinnegando quanto fatto e ritenuto valido dai genitori – ed entrando in un’epoca di benessere, di rivoluzioni tecnologiche e di pensiero che li accomuna più ai nostri tempi – anche se sono trascorsi oramai 50anni e cronologicamente siano più vicini temporalmente ai loro genitori.
A presto,




8 commenti:

  1. Penso che lo leggerò. Stavo già per metterlo in borsa, ma una utente mi ha fregata sul tempo.
    Ciao da Lea

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  2. Ciao Lea,
    è stato un po' come trovarsi nella New York di Woody Allen...
    Buon fine settimana, Marina

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  3. Uno dei miei libri del cuore. Mi ero affezionata tanto ai personaggi e ne conservo un bel ricordo!

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    1. Ciao Tessa, ha dato anche a te l'impressione di entrare nel mondo di Woody Allen? O per lo meno nella sua New York!
      Che tratteggio di personaggi...
      Capisco perchè ti sia piaciuto.
      Mi associo!
      Buon fine settimana, ciao, Marina

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  4. Non lo conoscevo ma mi ispira un sacco anche se credo che ci voglia il giusto momento per leggerlo. Lo tengo presente! ;)

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    1. Ciao Daniela.
      Lungo, ma molto bello.
      Ti porta in molti mondi che furono già...
      Ora voglio leggere anche La Stagione delle cattive madri di quest'autrice...
      Buon weekend!! Ciao, Marina

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  5. Leggere la trama mi ha fatto fare un'associazione con Dio di illusioni, romanzo che ho adorato... questo non lo conoscevo, ma me lo voglio procurare al più presto! Grazie Marina, buona serata!

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  6. Ciao Nadia,
    che bella questa associazione.
    Io ho avuto costantemente l'impressione di essere ad un passo dai film di Woody Allen...
    E io non conosco Dio di Illusioni, che ora vado subito a curiosare!
    Ciao e buon fine settimana, Marina

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