Buongiorno lettori! Oggi qui sul blog diamo spazio al blogtour del libro Bianco letale di Robert Galbraith, quarto della serie dedicata al detective Cormoran Strike. Ce ne parlerà Marina, quindi bando alle ciance, lascio a lei la parola!
3 febbraio - Aspettando Cormoran - Desperate Bookswife - Baba
4 febbraio - Dove eravamo rimasti? - L'ennesimo Book Blog
5 febbraio - Chi sono Cormoran e Robin - La tana di una booklover
6 febbraio - Serie Noir. Perchè leggere Roberth Galbraith - Un libro per amico - Marina
7 febbraio - Ricapitolando i casi di Strike - Diario di una dipendenza
8 febbraio - E la Serie? Dal libro agli schermi della BBC - La tana di una booklover
9 febbraio - Londra e l'ambientazione per un giallo - Desperate Bookswife - Nadia
Titolo: Bianco letale
Autore: Robert Galbraith
Casa editrice: Salani
Data pubblicazione: 4 febbraio 2018
Pagine: 784
Descrizione: Quando il giovane Billy, in preda a una grande agitazione, irrompe nella sua agenzia investigativa per denunciare un crimine a cui crede di aver assistito da piccolo, Cormoran Strike rimane profondamente turbato. Anche se Billy ha problemi mentali e fatica a ricordare i particolari concreti, in lui e nel suo racconto c'è qualcosa di sincero. Ma prima che Strike possa interrogarlo più a fondo, Billy si spaventa e fugge via. Cercando di scoprire la verità sulla storia di Billy, Strike e Robin Ellacott - una volta sua assistente, ora sua socia - seguono una pista tortuosa, che si dipana dai sobborghi di Londra alle stanze più recondite e segrete del Parlamento, fino a una suggestiva ma inquietante tenuta di campagna. E se l'indagine si fa sempre più labirintica, la vita di Strike è tutt'altro che semplice: la sua rinnovata fama di investigatore privato gli impedisce di agire nell'ombra come un tempo e il suo rapporto con Robin è più teso che mai. Lei è senza dubbio indispensabile nel lavoro dell'agenzia, ma la loro relazione personale è piena di sottintesi e non detti...
Grazie a Baba del blog Desperate Bookswife che, appoggiata dalla Casa Editrice Salani, ha organizzato un Blog Tour in occasione dell’uscita dell’attesissimo nuovo romanzo di Robert Galbraith, seguendo i blog precedenti che ci hanno avvicinato nuovamente a questo duo di investigatori con le tappe: Aspettando Cormoran Strike, Dove eravamo rimasti e Chi sono Cormoran e Robin,
cerchiamo di capire insieme cosa ha portato questa serie ad essere così ansiosamente attesa:
SERIE NOIR. PERCHE’ LEGGERE ROBERT GALBRAITH ?
cerchiamo di capire insieme cosa ha portato questa serie ad essere così ansiosamente attesa:
SERIE NOIR. PERCHE’ LEGGERE ROBERT GALBRAITH ?
A TUTTO STRIKE!!
Se c’è un genere che non ha mai segnato battute d’arresto nella letteratura, è il genere che gravita attorno al giallo/noir e tutte le sue declinazioni. Da letteratura di serie “B”, o di puro intrattenimento, negli ultimi decenni questo genere ha visto incrementare il numero dei suoi estimatori – ma soprattutto il numeri di autori che si dedicano a questo settore ben preciso della letteratura. Il che poi significa andare a braccetto perché, come insegna il mercato, se non c’è domanda, dovrebbe calare anche l’offerta. Ma è sempre così nell’editoria? Non vogliamo qui generalizzare un discorso che ci porterebbe lontano e che meriterebbe uno studio approfondito, di cui tra l’altro non molto tempo fa ho letto una bella disamina fatta dallo scrittore Piergiorgio Pulixi, che egli stesso ha intitolato “Quel profondo scrutare nel buio”, dove in modo professionale e ben circostanziato cerca di tracciare un profilo sullo stato attuale del genere noir, tracciando una linea di demarcazione che parte dagli anni 90 del secolo scorso. Periodo in cui, “sulla scia del successo commerciale di Camilleri e grazie ad operazioni di rottura di alcune case editrici, il genere noir - e per estrema sintesi quel sottogenere di romanzo poliziesco attento più al perché che al chi, in maggior misura all’analisi psicologica del protagonista e a una lettura sociologica del contesto in cui maturava il delitto intorno a cui ruotava la storia, ha avuto esponenti di spicco che col tempo sono diventati dei maestri riconosciuti…, uniti da una comunione di intenti non sempre manifesta, ma sicuramente i loro libri, per quanto diversi, erano accomunati da una visione precisa del genere che aveva sempre una matrice di intrattenimento del lettore, ma in cui si innestava una poetica di analisi della società, più o meno agra…” (per gentile concessione dell’autore, lo scrittore Piergiorgio Pulixi).
Tralasciamo a questo punto l’analisi senza addentrarci ulteriormente in quello che è successo poi a partire dagli anni 2000 in Italia, dato che è proprio il “perché” ed il “chi” in un romanzo ad interessarci in questo momento.
Nello specifico, a distanza di circa due anni dal terzo episodio della serie incentrata sulla coppia di investigatori privati Cormoran Strike e Robin Venetia Ellacott (fino alla terza avventura quest’ultima più segretaria/collaboratrice che investigatrice), dopo lunga attesa è uscito in Italia un paio di giorni fa il 4° episodio di questo duo, con un romanzo edito da Salani dal titolo “Bianco Letale” (Lethal White, London, Sphere, 2018).
Nonostante J.K Rowling consideri questa serie il suo parco giochi ed abbia tentato per una serie di ovvi motivi di tenerla separata dalla serie del Maghetto, sin dall’uscita del primo romanzo si è sparsa la voce che in realtà questo giovane scrittore, tale Galbraith, altri non era che la mamma di Harry Potter.
Ma ciò che a noi preme in questo contesto è cercare di capire le ragioni che hanno portato un sempre maggior numero di lettori ad attendere con impazienza di poter leggere quest’ultimo corposo romanzo di oltre 700 pagg. e di conseguenza le tre puntate precedenti, che ci hanno fatto conoscere i due protagonisti, insieme ad un corollario di amici, familiari e poliziotti. Precisiamo per chi non lo sapesse che i casi che il duo protagonista risolve sono autoconclusivi, ma non leggere i primi romanzi della serie significa sicuramente perdere metà del piacere di questa lettura.
E ritorniamo quindi al “chi” e “perché”, di cui parlavamo in precedenza. In realtà l’autore non sembra principalmente interessato a mantenere l’anonimato del colpevole. Già dal titolo di alcuni dei romanzi o dall’apertura dei capitoli (in quest’ultimo romanzo viene citato il dramma “Rosmersholm” di Ibsen), un lettore attento e curioso potrebbe arrivare alla scoperta dell’assassino. Quanto poi ad indovinare le motivazioni, questo è già più difficile, considerato che l’autore dissemina gli indizi in modo accorto e complesso. I trucchi del mestiere per rendere la trama articolata ed interessante, con particolarità che l’autore di libro in libro si diverte a lasciare come sassolini ai suoi lettori - come in ogni buon giallo che si rispetti - ci sono tutti: situazioni complicate ed intriganti che si intrecciano con la vicenda principale e che sviano l’attenzione del lettore, protagonisti “tridimensionali” nei loro punti di forza e nelle loro fragilità, così ben tratteggiati che è possibile riconoscersi in loro; possibili colpevoli disegnati a tutto tondo, comprimari che reggono l’interesse dell’autore nel voler presentare tematiche quali la povertà, le disabilità, il bullismo, l’abbandono genitoriale, le proteste sociali…Tutto è studiato per irretire, affascinare ed inquietare il lettore che una volta iniziato il romanzo, deve arrivare alla fine della vicenda, ammaliato ora dalla città, ora dalle dinamiche delle indagini, ora lasciato a districarsi tra le vicende di Cormoran Strike, quest’uomo disabile, ex militare, veterano della guerra in Afghanistan - che nella sua quotidianità è sempre così eroico da fare continuamente la cosa giusta, in una visione onesta della vita, pur se a contatto con la parte “sporca” della società e della quotidianità. Per non parlare poi di Robin Venetia Ellacott, inizialmente sua segretaria e via via collaboratrice e poi investigatrice socia. E forse qualcosa di più di una sbandata che non riesce a portare a termine nulla nella sua vita!
In quest’ultimo romanzo l’autore riesce ad innestare nel giallo il filone “deduttivo”, aiutato anche dal botta e risposta dei ragionamenti fra i due detectives… E nonostante tutto quanto detto, permane l’impressione che l’autore sia maggiormente interessato a dipingere la scenografia – le strade più famose così come le più misconosciute di Londra, insieme ai tipici pubs inglesi, (oltre a qualche puntata fuori porta) – e soprattutto alla caratterizzazione dei personaggi che sono una sua specialità conclamata, più che essere un patito della struttura in senso classico del giallo.
Anche qui è molto interessante, come accennato nell’analisi del noir italiano dell’autore italiano Pulixi, il dare il là ad accadimenti, anche lontani nel passato, che fanno parte della storia di un Paese – in questo caso naturalmente La Gran Bretagna, innestandoli in una reale contemporaneità che ci fa sentire conosciuto, vicino e “vivibile” in prima persona quanto stanno vivendo i due protagonisti… In quest’ultimo romanzo, tanto per farvi rendere conto del periodo, il romanzo inizia con una vicenda personale di Robin che si era interrotta nel precedente libro e parimenti si stanno organizzando le Olimpiadi e le Paralimpiadi del 2012 a Londra.
Vi lasciamo quindi alle successive tappe del Blog Tour - domani 7 febbraio con Ricapitolando i casi di Strike sul blog Diario di una dipendenza - senza svelarvi nulla di più, lasciandovi in fremente attesa di ritrovarci qui il prossimo Lunedì 11 Febbraio con la recensione di questo accattivante giallo e di quello che accadrà tra Cormoran e Robin.
Ma ciò che a noi preme in questo contesto è cercare di capire le ragioni che hanno portato un sempre maggior numero di lettori ad attendere con impazienza di poter leggere quest’ultimo corposo romanzo di oltre 700 pagg. e di conseguenza le tre puntate precedenti, che ci hanno fatto conoscere i due protagonisti, insieme ad un corollario di amici, familiari e poliziotti. Precisiamo per chi non lo sapesse che i casi che il duo protagonista risolve sono autoconclusivi, ma non leggere i primi romanzi della serie significa sicuramente perdere metà del piacere di questa lettura.
E ritorniamo quindi al “chi” e “perché”, di cui parlavamo in precedenza. In realtà l’autore non sembra principalmente interessato a mantenere l’anonimato del colpevole. Già dal titolo di alcuni dei romanzi o dall’apertura dei capitoli (in quest’ultimo romanzo viene citato il dramma “Rosmersholm” di Ibsen), un lettore attento e curioso potrebbe arrivare alla scoperta dell’assassino. Quanto poi ad indovinare le motivazioni, questo è già più difficile, considerato che l’autore dissemina gli indizi in modo accorto e complesso. I trucchi del mestiere per rendere la trama articolata ed interessante, con particolarità che l’autore di libro in libro si diverte a lasciare come sassolini ai suoi lettori - come in ogni buon giallo che si rispetti - ci sono tutti: situazioni complicate ed intriganti che si intrecciano con la vicenda principale e che sviano l’attenzione del lettore, protagonisti “tridimensionali” nei loro punti di forza e nelle loro fragilità, così ben tratteggiati che è possibile riconoscersi in loro; possibili colpevoli disegnati a tutto tondo, comprimari che reggono l’interesse dell’autore nel voler presentare tematiche quali la povertà, le disabilità, il bullismo, l’abbandono genitoriale, le proteste sociali…Tutto è studiato per irretire, affascinare ed inquietare il lettore che una volta iniziato il romanzo, deve arrivare alla fine della vicenda, ammaliato ora dalla città, ora dalle dinamiche delle indagini, ora lasciato a districarsi tra le vicende di Cormoran Strike, quest’uomo disabile, ex militare, veterano della guerra in Afghanistan - che nella sua quotidianità è sempre così eroico da fare continuamente la cosa giusta, in una visione onesta della vita, pur se a contatto con la parte “sporca” della società e della quotidianità. Per non parlare poi di Robin Venetia Ellacott, inizialmente sua segretaria e via via collaboratrice e poi investigatrice socia. E forse qualcosa di più di una sbandata che non riesce a portare a termine nulla nella sua vita!
In quest’ultimo romanzo l’autore riesce ad innestare nel giallo il filone “deduttivo”, aiutato anche dal botta e risposta dei ragionamenti fra i due detectives… E nonostante tutto quanto detto, permane l’impressione che l’autore sia maggiormente interessato a dipingere la scenografia – le strade più famose così come le più misconosciute di Londra, insieme ai tipici pubs inglesi, (oltre a qualche puntata fuori porta) – e soprattutto alla caratterizzazione dei personaggi che sono una sua specialità conclamata, più che essere un patito della struttura in senso classico del giallo.
Anche qui è molto interessante, come accennato nell’analisi del noir italiano dell’autore italiano Pulixi, il dare il là ad accadimenti, anche lontani nel passato, che fanno parte della storia di un Paese – in questo caso naturalmente La Gran Bretagna, innestandoli in una reale contemporaneità che ci fa sentire conosciuto, vicino e “vivibile” in prima persona quanto stanno vivendo i due protagonisti… In quest’ultimo romanzo, tanto per farvi rendere conto del periodo, il romanzo inizia con una vicenda personale di Robin che si era interrotta nel precedente libro e parimenti si stanno organizzando le Olimpiadi e le Paralimpiadi del 2012 a Londra.
Vi lasciamo quindi alle successive tappe del Blog Tour - domani 7 febbraio con Ricapitolando i casi di Strike sul blog Diario di una dipendenza - senza svelarvi nulla di più, lasciandovi in fremente attesa di ritrovarci qui il prossimo Lunedì 11 Febbraio con la recensione di questo accattivante giallo e di quello che accadrà tra Cormoran e Robin.
SAGA DI CORMORAN STRIKE
Il richiamo del cuculo, Salani, 2013.
Il baco da seta, Salani, 2014.
La via del male, Salani, 2016.
Bianco Letale, Salani, 2019
A presto
Marina stupendo questo post!! *_*
RispondiEliminaVisto? Lei e bravissima!! 😍😍😍😍
EliminaCiao Autumn e Grazie.
EliminaÈ che quando incontri un libro di ampio respiro, poi è un piacere parlarne! E quest'ultimo romanzo dà il la a parecchi argomenti...
Buona serata, Marina
Sono una grande fan di questo genere e pie avendo letto molto libri di questo settore, sono comunque riuscita ad appassionarmi moltissimo alla saga di Strike. Non nego che il primo motore è stato quello della Rowling, perché volevo proprio capire come se la cavasse in questo genere (anche perché non avevo voluto leggere "Il seggio vacante"). Poi però tra l'ambientazione (Londra è la mia città del cuore) e il fatto che i protagonisti mi hanno da subito colpita, ho finito per divorare tutti i libri, rimanendo quasi sempre soddisfatta dei contenuti.
RispondiEliminaÈ vero, individuare i colpevoli non è troppo difficile, ma allo stesso tempo sono i moventi quello che incuriosiscono di più e ovviamente i processi mentali che portano Strike a scoprire la verità.
Post super interessante ;)
Ciao Annie, grazie!!
RispondiEliminaTra l'altro quanto hai detto qui sopra, è proprio ciò che è capitato a me 😁
Buona serata, Marina
Marina, te l'ho già scritto, tanti tanti complimenti. Questo post è di una precisione pazzesca e tu riesci con naturalezza a spiegare tutto ai lettori. Brava ragazza.
RispondiEliminaCiao Baba,
RispondiEliminaGentilissima. Sono stata aiutata in questo dalla lettura di un interessante analisi del mondo noir dello scrittore Pulixi.
E poi leggere e fare ricerche su ciò che si legge è entusiasmante!!
Stupenda avventura insieme a te, Michele, Daniela, Federica e le altre bloggers che hanno partecipato sotto l'egida della casa editrice Salani.
Ogni nuova esperienza porta in sè nuove conoscenze.
Grazie! 😘