Buongiorno lettori, come va? È di nuovo venerdì e come ogni quindi giorni torna Marina con una delle sue recensioni. Vi lascio quindi a lei e al suo pensiero!
Autore: Renate Dorrestein
Traduzione: L. Pignatti
Casa editrice: Guanda - 2018
Pagine: 176
Descrizione: Sette amiche olandesi di mezza età, Annabel, Martha, Jo, Tillie, Willemien, Leonie e Barbara, hanno costituito un club di lettura e da anni si incontrano e leggono insieme. E insieme partecipano a una crociera letteraria in Scozia «nello spirito di Moby Dick», sotto la guida del loro autore preferito, Gideon de Wit, che considerano il migliore di questo secolo e del precedente. Le sette sono elettrizzate dall’avventura che le attende, ma non tutto in questo viaggio va come deve andare. Anzi, proprio niente. L’amatissimo Gideon si presenta in palese ritardo, con la sua famosa coda di cavallo e gli altrettanto famosi pantaloni di cuoio neri attillati, ma molto meno giovane e molto meno magro di quanto appaia sulle quarte di copertina dei suoi romanzi. Non solo: risulta anche molto meno simpatico e brillante di quanto le sue magnifiche pagine facciano intuire. Come se non bastasse, quando sono ormai a una certa distanza dalla costa vengono sorpresi da una tempesta. Cominciano a imbarcare acqua e poco dopo fanno naufragio su un’isoletta deserta, con il povero Gideon gravemente ferito… Una commedia brillante sui libri e la lettura, scritta con grande garbo e irresistibile ironia.
RECENSIONE:
E devo dire che questa volta sono incappata in un romanzo diverso dal consueto. Il plot potrebbe far pensare al solito romanzetto trito: un club di lettura al femminile e la vita delle lettrici appartenenti al club che si intreccia, con avventure varie e qualche titolo di romanzo qua e là, giusto come contentino.
E invece, già la struttura risulta subito diversa: una voce narrante, che rimarrà solitaria – un tribunale, nel quale si trovano insieme tutte e 7 le amiche olandesi– un giudice donna (più giovane rispetto alle “sospettate”), che non conosceremo mai, perché “parlerà” sempre e solo attraverso la voce narrante, tramite le domande che la stessa ripeterà per rendere partecipi noi lettori esterni e alla quale risponderà sempre e solo lei, per spiegare la vicenda, che diventerà poi occasione di considerazioni e riflessioni sugli argomenti più vari, non ultimo toccando con un pizzico di amarezza il delicato argomento della più bistrattata categoria di lettori, che sono i lettori di mezza età.
Ed il giallo non riguarderà tanto il SE avverrà l’omicidio e CHI verrà ucciso: ma COME verrà ucciso il famoso scrittore, che sulla sua barca ospita le 7 “befane”, per una crociera letteraria in Scozia, della durata di una settimana.
“Nello spirito di Moby Dick” dovrebbe essere l’egida sotto cui veleggiare, tra cenette, drinks e scorpacciate letterarie: ma accade subito tutto la prima notte di crociera… e si ritroveranno tutti in una minuscola isoletta… molto isolata!, dove l’unica cosa che c’è sono le rocce e qualche bagaglio che le onde portano sulla spiaggetta di rocce.
E così le nostre protagoniste leggono rapidamente Melville, per entrare subito nell’atmosfera della barca, novella Pequod – e per seguire il loro autore preferito, sorta di moderno Achab. Ma…
Naufragio!! E da qui dovrei dire che parte la vera avventura ed il divertito sbigottimento con cui si prosegue la lettura. In realtà l’avventura prosegue, perché anche il prima della crociera, nonostante la normalità delle situazioni, risulta essere ironicamente frizzante oltrechè fuori dalle consuete linee della vita, pur narrando di situazioni del tutto normali, ma così come ce lo fa narrare l’autrice diventa subito un mix di feroce ironia, condito da incoscienza della mezza età, il tutto scekerato con ingredienti letterari non consueti.
Sette donne di mezza età dicevamo, amiche crediamo, ciascuna con le proprie caratteristiche, esperienze e credenze: donne così particolari nella loro normalità, che è impossibile renderle se non leggendo il romanzo della Dorrestein.
Uno scrittore Gideon de Wit, che la voce narrante di una di queste 7 befane - così ci piace continuare a definirle, nonostante la non veneranda età e chi ha letto il romanzo capisce ed approva sicuramente - rende così vivido e particolare, che anche quando viene riportato a riva sballottato dalle onde e più morto che vivo, avrà la sua parte in questo naufragio da incubo. Ed anzi, sarà proprio il protagonista di questa farsa frizzante che porterà poi le sette amiche dritte dal giudice in tribunale, per difendere il proprio operato.
“Non abbiamo alcun motivo per negare di avere ucciso Gideon de Wit. Ma definirlo omicidio…” Ecco. Appunto. Ed è quello che spiegheranno al giudice, dandole anche via via qualche consiglio personale.
E riderete sbigottite, durante il prosieguo della lettura. Non potrete farne a meno. La voce narrante è come un cartepillar che travolge tutto nella sua corsa, senza lasciare possibilità di tentennamenti in questa vicenda che, una volta avvenuto il naufragio ed approdati sull’isoletta, si trasformerà una black comedy che avrebbe ingolosito Quentin Tarantino, sia per gli accadimenti grondanti un sano orrore, sia per l’ironia con cui vengono presentati e narrati.
Nonostante Tillie, che farà scorta di alcolici per la partenza, Johanna con i suoi completini beige, Leonie con la sua mania di controllo, o ancora Barbara, che le sue amiche non avrebbero voluto partecipasse a questa gita letteraria e che porta con sé la famigerata pistola dorata, oggetto che porterà non poco scompiglio e che rischierà di far naufragare la loro oramai cementata amicizia ed appartenenza al club letterario, fortemente voluto da tutte loro e portato avanti con dedizione ed amore appassionato.
Attenzione poi alla parte finale del romanzo: le ultime 30 pagine sono in realtà le note di spiegazione ma se non volete perdere la bellezza di questa garbata ed al contempo feroce commedia, leggetele prima oppure dopo. In realtà sono una piccola guida della Scozia e forniranno risposta alle curiosità del luogo che si leggono durante il racconto.
E come per altri autori incontrati lungo il mio cammino di lettrice, anche Renate Dorrestein rimarrà nei miei appunti, in attesa di leggere un altro dei suoi scritti, per capire se questa garbata, divertente e feroce ironia sia proprio il tratto distintivo delle sue prove artistiche.
Ciao Marina, sembra un bel romanzo fresco e piacevole! Me lo segno!
RispondiEliminaCiao Nadia 👍
RispondiEliminaE anche divertente...
Molto interessante come lettura.
Buon fine settimana!!