giovedì 21 novembre 2019

Recensione #331 - L'ombra dello scorpione di Stephen King

Buon pomeriggio lettori. Per prima cosa mi scuso per la latitanza ma ho avuto delle settimane davvero complicate e piene di cose da fare quindi ho dovuto, per forza di cose, abbandonare un pochino il blog. Oggi però riesco finalmente ad essere nuovamente qui con la recensione del libro L'ombra dello scorpione di Stephen King, pubblicato da Bompiani, pag. 1376. 

Sinossi: L'errore di un computer, l'incoscienza di pochi uomini e si scatena la fine del mondo. Il morbo sfuggito a un segretissimo laboratorio semina morte e terrore. Il novantanove per cento della popolazione della terra non sopravvive all'apocalittica epidemia e per i pochi scampati c'è una guerra ancora tutta da combattere, una lotta eterna e fatale tra chi ha deciso di seguire il Bene e appoggiarsi alle fragili spalle di Mother Abagail, la veggente ultracentenaria, e chi invece ha scelto di calcare le orme di Randall, il Senza Volto, il Male, il Signore delle Tenebre.


Se mi seguite sui social sapete che, circa un mesetto fa, la follia mia e di Baba del blog Desperate Bookswife ci ha portato a cominciare su instagram un gruppo di lettura del romanzo L'ombra dello scorpione in versione espansione del romanzo originale, pubblicata nel 2017 da Bompiani. La colpa è stata mia che, circa 25 anni fa (ahimè!) lessi questo romanzo e me ne innamorai. Da quel momento divenni una fan sfegatata di King e lessi tutto il leggibile, fino a quando la sua scrittura non virò più sul Fantasy che sull'horror.
Mi sembrava una bella idea rileggere quello che per me fu IL LIBRO, quello che mi fece diventare la lettrice che sono ora. Ma come sarà andata? Ora cerco di spiegarvi cosa mi ha convinto e cosa no.

"È all'ospedale con questa influenza. Captain Trips, la chiamano da queste parti. Ma sono trip per niente da ridere. Dicono che è morta una quantità di gente. La gente ha paura, se ne sta rintanata in casa. Abbiamo sei tavoli liberi, e sai che da Jane non ci sono mai tavoli liberi."

Devo premettere che non ricordavo assolutamente nulla di questo libro, né della storia di base, né dei personaggi. Da subito ho fatto fatica a leggere speditamente, ad entrare nella storia. 
Questo romanzo ripubblicato, rispetto alla versione che lessi io negli anni '90 è un'espansione. King spiega nella prefazione che ai tempi ci furono molti tagli del manoscritto dovuti a scelte commerciali visto che - dice lui - se avessero pubblicato un romanzo così lungo avrebbe avuto dei costi troppo elevati. Ora, Stephen io ti amo, ti ho sempre amato nonostante la tua follia ma credi veramente che quella fosse la ragione dei tagli? Bé io credo che probabilmente ai tempi chi operò quei tagli ci vide lungo, anzi lunghissimo e, se fossi in te, lo ringrazierei perché credo che ti abbia fatto un favore.
Ricordavo un libro meraviglioso, scorrevole, pieno di avvenimenti e invece mi sono trovata per le mani un libro lento, pesante, a tratti delirante...
Ma andiamo con ordine.
King nelle prime 800 pagine - e non sono mica poche - dissemina il romanzo di morti, tantissimi personaggi di cui ci racconta anche molte cose e che poi irrimediabilmente muoiono. Spesso mi sono ritrovata a leggere parti che sembravano inutili alla finalità del romanzo, che mi hanno lasciata perplessa soprattutto perché mi sembrava di leggere qualcosa che non avesse un senso. 
Poi, con non poca fatica, la storia si è delineata.
Una super influenza, generata a causa di un errore avvenuto in un laboratorio governativo si diffonde in gran parte dell'America e lo fa velocemente, senza dare scampo a chi ne viene attaccato. Ci sono però delle persone che, senza una ragione precisa, sopravvivono al morbo, persone che dovranno trovare, le une nelle altre, una ragione per andare avanti, un modo per ricominciare. Ma non tutti i sopravvissuti prenderanno la stessa strada: alcuni saranno attratti dal Bene, altri dal Male, e questo creerà due vere e proprie fazioni che dovranno combattersi per sopravvivere.
Ho fatto molta fatica a trovare la motivazione per stare al passo con le tappe del gruppo di lettura, mi sono obbligata ad andare avanti sicura che prima o poi da questo libro avrei avuto una gioia.
La gioia è arrivata a circa 300 pagine dalla fine, quando tutto ha preso ritmo, tutto ha avuto un senso ma purtroppo era tardi per urlare al capolavoro come invece avevo fatto con la lettura del testo originale.
L'idea di base è geniale: una storia intricata, ricca - a volte troppo - capace di reggere e di tenere il filo nonostante le tante - troppe - divagazioni di cui è piena.
Pian piano - tra un morto e l'altro - emergono dei personaggi; personaggi che King ha caratterizzato splendidamente e che, da subito, hanno assunto un ruolo speciale nella trama anche se non da subito quel ruolo lo hanno trovato nel mio cuore.
Quando si fatica a leggere capita di trovarsi a faticare anche a trovare empatia con i protagonisti e purtroppo è quello che mi è successo.
Ricapitolando... Sono sicura che quella che lessi ai tempi fosse una storia del tutto diversa; sono sicura che se la leggessi adesso in quella versione la amerei come la amai allora; sono sicura che i tagli fatti negli anni novanta fossero necessari.
Allo stesso tempo sono sicura di non poter totalmente bocciare questa versione del romanzo ma non posso neanche promuoverla quindi mi tocca dare un voto al centro perché tanto sono state stupende le parti scorrevoli, quanto sono state assurde e barbose le parti aggiunte.
A malincuore, perché King per me resta King ma qui credo abbia proprio toppato.
Ovviamente mi riferisco unicamente a questa versione quindi se vi va di leggere L'ombra dello scorpione, mi raccomando, recuperate la versione originale e non questa!
Scusandomi per la recensione un po' strana vi auguro un magnifico pomeriggio. Io affonderò i miei dispiaceri in una bella tazza di tè.



VOTO:



4 commenti:

  1. Sebbene abbia letto molti romanzi di King questo mi manca, soprattutto per mancanza di tempo. Credo comunque che, se mai lo leggerò, ti darò ascolto e cercherò la versione originale!

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    1. Ecco, brava, non sbagliare che altrimenti te lo rovini! 😜

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  2. King una volta mi piaceva, ma questo romanzo effettivamente non è il massimo.
    Si perde molte volte e lo ricordo noioso. Domani, avendolo a portata di mano, provo a risfogliarlo... ma sicuramente all'epoca mi lasciò poco e come anche altri del Re, feci fatica a finirlo (e, come te, a tratti anche a capire dove volesse andare a parare).

    Moz-

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    1. Eun peccato perché veramente la versione degli anni 90 era strepitosa... Qui ha voluto esagerare!

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