Buongiorno lettori, come va? dite nuovamente ciao a Marina che in questo periodo di pandemia - a differenza della sottoscritta - ci sta dando dentro con la lettura e quindi con le recensioni!
Immersi nel Venerdì Santo, forse ci sarebbe stato meglio un coniglio. Ma si sa, gli inglesi sono sempre originali…
"Il vento tra i salici, o Il vento nei salici (The Wind in the Willows), è un classico della letteratura per l'infanzia scritto da Kenneth Grahame, pubblicato per la prima volta nel 1908. La sua trama è incentrata su animali antropomorfi che rappresentano la società rurale inglese dell'epoca. Il romanzo è notevole per la sua mistura di misticismo, avventura, moralismo e cameratismo" (da Wikipedia).
Autore: Kenneth Grahame
Casa editrice: Eianudi, 2007
Traduzione: Beppe Fenoglio
Illustrazioni: Ernest H. Shepard
Pagine:222
Trama: Sulla riva del fiume il Topo, la Talpa, il Rospo e il Tasso sono buoni amici e vivono in serenità; ma sentono che devono abbandonare quella vita tranquilla e iniziare a vivere le straordinarie avventure del Gran Mondo, narrate in questo che è uno dei libri più letti dai bambini inglesi e dai loro genitori. Quando, all'inizio del secolo, Kenneth Grahame, segretario della Banca d'Inghilterra, era costretto ad allontanarsi da Londra per lavoro, scriveva ogni giorno al figlio una lettera con il racconto delle incredibili avventure di un Rospo snob e capriccioso, ma anche simpatico e generoso, di una Talpa e di un Topo d'acqua, prototipi del casalingo tranquillo, e di un Tasso vecchio e saggio, ricco di esperienza. Rielaborata, questa storia, quasi un inno alla libera vita della natura incontaminata, divenne "Il vento nei salici", un racconto che si è affermato come uno dei classici della letteratura inglese per ragazzi. Età di lettura: da 11 anni.
RECENSIONE:
Ci sono alcuni romanzi in cui mi sono imbattuta nella mia carriera di lettrice in cui le cose che si vorrebbero dire sono talmente tante che le lettere si affastellano l’una sull’altra e ci si deve fermare. Ci sono poi rimandi continui a romanzi, in cui ci imbattiamo nella ns vita di lettori, che prima o poi bisogna onorare. Fermarsi, cercare qual dato romanzo – e finalmente leggerlo.
Ed eccoci quindi a questo punto. Con la lettura di un romanzo dato alle stampe nel lontanissimo 1908, accolto dai recensori con perplessità, perché giudicato inadatto ai bambini, cui era dedicato. Solo un recensore all’epoca fu in grado di capire la grandezza di questo libro, vedendolo per ciò che era: “ritengo il libro di una certa rilevanza per la sua profonda comprensione per la Natura e per aver saputo esprimere con delicatezza emozioni che io probabilmente, come la maggior parte dei miei simili, ritenevo essere mia esclusiva proprietà”. Da tenere comunque presente che il romanzo era già stato ristampato 31 volte alla volta del 1929! E da allora, è veramente diventato un classico inglese della letteratura d’infanzia.
E invero il romanzo è una favola, i cui protagonisti principali, il Topo, la Talpa, il Tasso e il Rospo, animali antropomorfi, come detto in apertura, interagiscono tra di loro, salvo piccoli accenni agli esseri umani che lavorano i campi dando noia ad esempio ai topolini – o incontrati dal Rospo durante la sua incarcerazione.
Il lungo racconto è al contempo delicato, poetico e intrigante e a un certo punto, nell’incontro con il Dio Pan, tanto è l’atmosfera mistica creata dall’autore, che la mia mente non ha potuto far altro, per similitudine, che andare all’anime “Mononoke” di Miyazaki, quando incontriamo in tutta la sua maestosità il Dio Cervo. Ma ne parleremo più tardi. Incontriamo per prima la Talpa, che nel mentre delle pulizie primaverili, sente il fremito prepotente di uscire dalla sua tana e vivere in modo diverso. Subito dopo, durante la sua passeggiata, Talpa incontra il Topo d’acqua, che la invita sul suo barchino per una gita lungo il fiume presso il quale abita. Tanto sono in sintonia, che subito un’amicizia fraterna s’instaura. E la Talpa va ad abitare nella bella abitazione del Topo d’acqua. L’estate trascorre serena e lieta, tra incontri lungo il fiume, nuove amicizie e tante scoperte di vita e di boschi e fiume e laghetti. Lungo la calda stagione, incontrano anche il Rospo sbruffone, seppur gentile e di buon cuore, anche se al contempo scapestrato e troppo avventuroso, caratteristica forse dovuta alle grandi disponibilità economiche lasciategli dal padre. E’ solo d’inverno che con un’avventura che avrebbe potuto finire in tragedia, la Talpa conosce alfine il saggio ma schivo Tasso. Dopodichè, tra mille altre avventure dei protagonisti e soprattutto a causa di incaute passioni del Rospo, seguiremo questi animali in altrettante peripezie: il carcere a contatto diretto con gli umani, la riconquista di Villa Rospina persa durante il periodo in prigione, la malinconia fremente e la paura di scoprire nuovi posti ed amici a scapito dei vecchi luoghi natii e dei vicini amici… Sensazioni, esperienze, vite che ci scorrono accanto e che vorremmo sempre con noi, anche quando siamo in cerca di nuovi ambiti nei quali muoverci.
E proprio quando siamo a metà del romanzo, nel capitolo “Il pifferaio alle soglie dell’alba” verremo a contatto con un pezzo di misticismo e di sacralità tali da far fermare la lettura. Come dicevo poc’anzi, difficile non accostare queste pagine alla maestosità del manufatto di Miyazaki. Un tale eloquio, una tale atmosfera da incantare mente e cuore, tanto da sentirsi miracolosamente in pace e felici, in attesa che si disveli la Presenza che siamo solo in grado di percepire…
Forse un po’ difficoltoso da leggere per un bambino, anche perché la magnifica traduzione di Beppe Fenoglio è stata resa con un eloquio un po’ desueto, restando in questo fedele all’originale di Kenneth Grahame e ne risulta una magnifica lettura in età adulta.
Un’altra particolarità nella lettura di romanzi è che talvolta sento personalmente la necessità di conoscere la biografia dell’autore, per comprendere se c’è una linea sottile che unisce l’autore con la sua opera. E in questo caso questa connessione è talmente forte, che la vita dell’autore si lega inestricabilmente con la sua opera, dove, sia detto per inciso, uno degli animali protagonisti del romanzo si adatta perfettamente al figlio – e al rapporto di Kenneth con lui. E infatti, dopo la “Il vento nei salici” egli non scriverà più nulla, nonostante le richieste dell’editore e dei suoi più importanti estimatori, il Presidente Roosevelt e il Kaiser Guglielmo. E noi non possiamo che leggere le sue argomentazioni e tristemente accettare la sua decisione: “Nutro forti dubbi che scriverò mai un altro libro. Dare forma a una pagina di prosa comporta un certo dispendio di vita… I lettori hanno amato la storia, ma non si sono nemmeno resi conto da dove è scaturito tutto quell’atroce dolore…”. E noi, che a distanza di più di un secolo siamo in grado di leggere e collegare le cose, non possiamo che dispiacercene, perché “comprendiamo quel che abbiamo letto e che abbiamo al contempo perduto e speriamo che anche a noi sia concesso il dono ultimo di un semidio, dono che concede a coloro ai quali s’è rivelato: l’oblio”.
Piccola curiosità, per gli amanti della musica:
il titolo del primo disco dei Pink Floyd del 1967, "The Piper at the Gates of Dawn", il Pifferaio alle porte dell'Alba, è il titolo di uno dei capitoli del libro al quale Syd Barret si ispirò. Da “Rosso Floyd”, libro di Michele Mari: non si può non riconoscere nella Talpa, al sicuro nella sua tana sottoterra lo stesso Syd Barrett; nel Topo navigatore, Richard Wright e nel Tasso lo schivo Roger Waters. E David Gilmour…?
A presto,
Ciao Marina! Non conoscevo questo libro anche se credo di averne sentito parlare tanto tempo fa... volevo però farti i complimenti per la grandissima cura, cultura e ricerca che metti in ogni tua recensione, al punto da farla diventare a sua volta una piccola opera d'arte... almeno questo è il mio pensiero. Grazie per darmi sempre nuovi spunti di riflessione!
RispondiEliminaCiao Nadia!
RispondiEliminaIo era da parecchio che volevo leggerlo 😀 E soprattutto quando un romanzo mi interessa e piace, poi DEVO cercare di saperne il più possibile, altrimenti non ho pace 😂
Detto questo, ti ringrazio e ti auguro i migliori auguri per questa Pasqua... un po' diversa dal solito! Ciao, Marina