venerdì 22 gennaio 2021

Letture con Marina #116 - La sovrana lettrice di Alan Bennett

Buongiorno lettori, è venerdì e, come di consueto, lascio la parola a Marina e alla sua recensione.


Possiamo resistere al gioco di parole che Bennett mette ironicamente in scena, prendendo a prestito il titolo dei saggi di Virginia Woolf, pubblicati con il titolo “The common reader”, dove la regina della Letteratura inglese del Novecento si trasforma in una qualunque lettrice, affrancandosi dalla sua veste di grande scrittrice, per parlarci dei grandi della letteratura di tutti i tempi?


Ti
tolo: La sovrana lettrice
Autore: Alan Bennett
Traduzione: Monica Pavani
Casa editrice: Adelphi, 2011
Pagine: 95
 
Trama: A una cena ufficiale, circostanza che generalmente non si presta a un disinvolto scambio di idee, la regina d'Inghilterra chiede al presidente francese se ha mai letto Jean Genet. Ora, se il personaggio pubblico noto per avere emesso, nella sua carriera, il minor numero di parole arrischia una domanda del genere, qualcosa deve essere successo. Qualcosa in effetti è successo, qualcosa di semplice, ma dalle conseguenze incalcolabili: per un puro accidente, la sovrana ha scoperto la lettura di quegli oggetti strani che sono i libri, non può più farne a meno e cerca di trasmettere il virus a chiunque incontri sul suo cammino. Con quali effetti sul suo entourage, sui suoi sudditi, sui servizi di security e soprattutto sui suoi lettori lo scoprirà solo chi arriverà all'ultima pagina, anzi all'ultima riga.
 

 
RECENSIONE: 

Non potevamo non farci sorprendere dal capovolgimento che Bennett impone al titolo del suo romanzo, in un rimando di specchi. Là dove Virginia Woolf si fa lettrice comune, qui ironicamente una vera regina si fa lettrice, una lettrice inesperta ma sicuramente non comune. Non possiamo che iniziare a parlarne così, perché il rimando a Virginia Woolf è troppo ghiotto, e Alan Bennett, da quel drammaturgo e sceneggiatore britannico che è, lo sa perfettamente e ci gioca.

Un romanzo molto breve, solo 95 pagine, che però sono quanto basta a questo autore per raccontarci una bella favola, fermandosi al punto giusto, senza pretendere di allungarla e perdendo così la brillantezza che invece proprio la brevità le conferisce. Divertente ed ironica la storia di una regina che gira il mondo, che conosce le personalità più disparate e che pure, ad un certo punto della sua vita, già non più giovanissima perché siamo quasi al traguardo degli ottanta, scopre il mondo della lettura e che al suo interno ci si perda. Perdutamente. E sempre più, nonostante l’ostilità di tutte le sue risorse umane, o meglio del suo personale, oppsss, di tutta la sua servitù.

Eppure accade, o meglio, nel mondo di Bennett accade che un semplice lavapiatti magrolino e pel di carota incontri casualmente la regina Elisabetta II all’interno del furgone della Biblioteca circolante del distretto di Westminster, che ogni mercoledì si ferma di fronte alle cucine reali. E complici i cani della regina, per non dispiacere il bibliotecario, lei scelga un libro a caso, tanto poi lo farà restituire dandogli giusto un’occhiata per gentilezza. Sceglierà per istinto un libro di Ivy Compton-Burnett, perché l’ha conosciuta… anzi, l’ha anche nominata Dama. Il lavapiatti Norman invece sta scegliendo un libro del fotografo Cecil Beaton che, guarda caso, ha fotografato anche Elisabetta.

Alla seconda imprevista visita in questa Biblioteca viaggiante, inaspettata in primis per la regina stessa, Norman proseguirà nelle sue letture con David Hockney, manifestando la sua preferenza per sederi di giovanotti che escono da piscine californiane, mentre la regina, scornata dalla lettura di Dama Ivy, sceglierà felicemente “Inseguendo l’Amore” di Nancy Mitford, la cui sorella, oh guarda!, aveva sposato un fascista. Oh!, e l’altra sorella era stata sua guardarobiera personale…

E all’improvviso Norman viene nominato dalla regina suo cameriere personale prima e factotum poi, rivestendo il ruolo di mentore iniziale per ciò che concerne la preparazione letteraria della regina. Come dicevamo, la passione della regina per la lettura di qualsivoglia genere di libro esplode così, casualmente ed all’improvviso, dilagando e diventando una penitenza per tutti a palazzo, dalla servitù, ai collaboratori, alla famiglia e finanche agli illustri ospiti. Perché, udite udite!, la regina non aveva mai manifestato preferenza per alcun tipo di hobby… E la preferenza implica predilezione, e la regina deve essere imparziale su tutto, non può e non deve prediligere alcunchè! Non passerà molto tempo e, complice uno dei soliti e tanti tour su scala nazionale della regina, destino e oserei dire lavoro della monarchia inglese, che il segretario personale della regina farà sparire il giovanissimo Norman, pensando così di far morire in breve tempo la passione recente della sua regina. Che tra l’altro, sia detto fra noi, si ostina a chiamarlo Sir Kevin – nessuno lo chiama mai per nome, lui lo odia!, e non perde occasione per fare apprezzamenti sulla sua terra natia, la Nuova Zelanda, e lui sa…

Alan Bennett è persona troppo attiva nel mondo anglosassone per non pensare che dietro a questo divertissement non si celi anche un certo qual intento di satira. E a noi che piace ricercare significati nascosti tra le pieghe della carta stampata, pare di ravvisare tra i personaggi il vero primo ministro degli anni 1997-2007, forse più interessato alla platea dei sudditi che al suo ruolo istituzionale, essendo anche molto giovane. Chi invece alza gli occhi al cielo per l’assioma di un giovane lettore omosessuale, preso della scoperta di libri di autori del suo stesso orientamento sessuale – ma poi chi l’ha detto?, tutto sommato bisogna pur iniziare da qualche parte – e perché non da ciò che più piace e ci fa felici? E se poi ci diamo la pena di leggere la biografia di questo autore classe 1934, sicuramente ci faremo sorprendere positivamente. C’è però chi potrebbe aver gradito una descrizione più particolareggiata dell’ambientazione, che invece in questo breve romanzo viene lasciata in sordina, proprio per centrare l’attenzione su un solo personaggio principale e sui molteplici autori conosciuti realmente e/o conosciuti solo attraverso le opere cartacee.

Viene poi in mente anche un parallelo con la serie TV di Netflix “The Crown”, vista recentemente, che ha in comune l’anelito della regina ad una conoscenza maggiore di quanto in realtà ha potuto avere, con un sincero rimpianto per il tempo perso e dedicato al percorso di regina che l’aspettava. Ricordiamoci che la regina Elisabetta è stata incoronata nel lontano 1953…

Tanti, tantissimi gli incontri letterari descritti e le letture inconsuete e non, che Norman ed Elisabetta faranno. Ai già citati autori, vorrei aggiungere un piccolo elenco, giusto per incuriosirvi: da un inconsueto Ackerley e la sua cagna, a nomi più conosciuti come T.S. Eliot, Walter de la Mere, Masefield, Ted Hughes con cui ho ancora personalmente un conto aperto a causa di sua moglie Sylvia Plath che gli preferisco decisamene, Priestley, Larkin, Brookner, McEwan, l’adorata Antonia S. Byatt, Dylan Thomas, Jan Morris, Kilvert, John Cowper Powys, Lewis Carrol… e tanti altri. Come non ravvisare qui le preferenze dell’autore ed un’occasione in più per lettori compiacenti e divoratori di libri, che all’inizio di un nuovo anno hanno l’occasione di allungare ulteriormente la loro lista di letture da programmare?

Ma tutto questo è fantasia o forse chissà, qualche punto in comune con la vera Elisabetta II questa regina cartacea ce l’ha… Io intanto, oltre al godimento della lettura, mi sono fatta prendere da quella sorta di piacere che dà una caccia al tesoro, a proposito di regalità!, e mi sono divertita a cercare in internet se qualcuno dei nomi dei segretari personali e valletti o bibliotecari esistessero nella realtà. Perché è vero che siamo solerti nel sospendere il senso della realtà per catapultarci nelle fantasie degli autori, ma talvolta tenere gli occhi bene aperti è consigliabile, soprattutto con un vecchio volpone come Bennett. Tanto più che nelle ultime pagine, la regina riserverà una sorpresa a tutti e chissà se da parte dell’autore è un velato consiglio alla regina oppure se…
 
A presto




 

4 commenti:

  1. Marina! Posseggo questo libro. Me lo ha consigliato un'amica, la mia spacciatrice di libri, che questa volta non è Daniela. Ombretta no perché leggiamo cose diverse. Non la conoscete, è "la mia personale spacciatrice di titoli segreta" ah ah ah
    È una prof in pensione che oggi fa la bibliotecaria. Lei ci azzecca sempre con me. Mi ha detto che questo libro avrei dovuto possederlo...e io me lo sono procurato! La tua recensione è bellissima. Grazie. Lo leggerò con gioia e penserò anche un po' alle tue parole.

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  2. Ehilà ciao Baba,
    grazie e credo che la tua spacciatrice stia facendo un ottimo lavoro! Personalmente ho preso una sbandata x i romanzi di Bennett, che trovo molto arguti e proseguirò nella lettura... Quando lo leggerai mi dirai le tue impressioni... chissà poi se anche a Palazzo, come nella politica, ci sono veramente i tramacci che descrive Bennett o che si sono visti nella serie TV "The Crown"...

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  3. Di questo libro ne ho sentito tanto parlare ma non ero sicura di volerlo leggere, ma dopo questa recensione penso che comincerò a cercarlo!

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  4. Ciao Nicole,
    ma che gentile, grazie! Tieni presente che qui Bennett predilige i personaggi, a discapito, ad esempio, delle ambientazioni, che sono quasi inesistenti.
    Mi dirai come l'hai trovato, una volta letto.
    Ci conto!
    Buona domenica, ciao, Marina

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