giovedì 20 maggio 2021

Letture con Marina #135 - Recensione di Viaggi letterari in Italia di Romina Angelici

Buongiorno lettori, anticipiamo a giovedì la rubrica di Marina perchè domani sul blog troverete la terza puntata della rubrica 5 blogger per un autore, in cui troverete il mio pensiero sulla mia prima esperienza di lettura dell'autrice Rebecca Quasi.


Ci sono case editrici con le quali si è più in sintonia proprio per la tipologia di libri che curano e che pubblicano. E ci sono scrittrici e scrittori con i quali, seppur inconsapevoli gli uni degli altri, si instaura una affinità elettiva che va oltre il consueto rapporto scrittore-lettore: c’è una comunione di interessi per argomenti, tematiche, periodi storici e vita letteraria che si condivide…





Ti
tolo: Viaggi letterari in Italia
Autore: Romina Angelici
Casa editrice: Floer-ed, 2021
Pagine: 164
Prefazione: Michela Alessandroni

Trama: I diari, i reportage di viaggio e le lettere spedite agli amici e ai familiari testimoniano fasi importanti della vita di molti scrittori che, in cerca di ispirazione, cultura e svago, lasciarono i loro luoghi di residenza per immergersi nelle bellezze artistiche e naturali italiane. Charles Dickens, Elizabeth Barrett Browning, Louisa May Alcott, Jean Webster, Edith Wharton e molti altri ancora raccontarono le sensazioni vivide e concrete della nostra Italia di un tempo ormai passato e la loro meraviglia davanti al fascino esercitato dalla sua bellezza: il lavoro di ricerca condotto da Romina Angelici ci consente di ripercorrere i loro passi, guardare con i loro occhi di visitatori e scoprire l’influenza che l’esperienza del viaggio esercitò su di loro e sulla loro produzione letteraria.
 
- PICCOLO EXCURSUS PERSONALE -



Non poteva lasciarmi indifferente questa nuova uscita libraria, per la scuderia Flower-ed: viaggi letterari, e proprio sul suolo natio! Un connubio tra la letteratura internazionale e la destinazione dei viaggi nel Bel Paese, dove cultura, storia, paesaggio e clima rendono l’Italia ancora una volta una nazione… sulla bocca di tutti, oltre che su diari, romanzi e tele dipinte. Unico neo, come di consueto, soprattutto al tempo preso in esame dall’autrice, non un viaggio per tutti, perché il costo, vista anche la permanenza non breve, doveva essere assai oneroso. Tornando a tempi sicuramente molto più recenti, io stessa, e sono sicura molti altri tra voi lettori, non sono nuova a queste avventure, sia dal punto di vista delle letture in poltrona che dell’atto pratico del viaggiare, in una sorta di reminiscenza illuminista, che consigliava di mettere in pratica ciò che ci si era dilettati a leggere o studiare. Ricordo con immenso piacere “La scrittrice abita qui”, di Sandra Petrignani del 2002, come pure della stessa, la presentazione del libro sulla Ginzburg, “La Corsara”, ed il suo conturbante affabulare, parlando dei luoghi di questa grande signora. Ma non solo. Le mie scappate a Londra e in Gran Bretagna in tempi lontani e non sospetti, alla ricerca dei luoghi di John Ronald Reuel Tolkien, di Lewis Carrol, di Virginia Woolf e di sua sorella Vanessa… Per dire, che anche senza esserne consapevoli o preparati, il viaggio letterario è sempre dietro l’angolo.



RECENSIONE:   

E poi, e poi… Impauriti dai saggi? Annoiati dalle biografie? Dubbiosi sull’interesse che può rivestire uno studio accurato e che fa ripercorrere il cammino di un letterato? O sull’opportunità da parte di un appassionato lettore di conoscere anche aspetti meramente biografici di un autore, nell’annosa questione: leggere scevri da approfondimenti biografici per tema di cogliere significati inesistenti nelle letture, oppure ricercare proprio anche tali dettagli, per meglio comprendere l’autore, e quindi il libro stesso? Romina Angelici si tiene alla larga da questa disputa, epperò noncurante, con il suo studio ci porta in alcune città d’Italia non ingabbiandoci in un periodo preciso o in una località sempre quella, ma facendoci scorrazzare felicemente dal nord al sud, in compagnia di una banda di scrittori, che sono uomini e sono donne che dall’Italia si sono fatti affascinare, pur se ad occhi aperti, sia dalla cultura che dalla storia e dal paesaggio, peritandosi di restare meravigliati dal clima e dagli scenari e trovando nella popolazione italiana tutto il buono che effettivamente c’è, a dispetto del mal governo e della povertà, laddove incontrata.

E allora eccoci insieme a Louisa May Alcott, Henry James, Edith Wharton, Oscar Wilde, Dickens, Katherine Mansfield, Lawrence, Virginia Woolf, Forster, Somerset Maugham, Elizabeth Barret Browning con Robert Browning, Gaskell, i Trollope, Byron e Shelley, Goethe… Li nomino così, a memoria ed in ordine sparso, non volendo di proposito scendere nei dettagli di ciò che ci racconta Romina Angelici, per non farvi perdere l’incanto del suo narrare, che si basa sulla realtà di quanto vissuto in Italia dai diversi protagonisti, e trattato come un racconto nel racconto.

La stessa prefazione di Michela Alessandroni è un viatico che ci introduce lievemente in quel piccolo ma grandioso cameo che poco oltre la Angelici ci dipingerà, a cavallo di epoche diverse, spaziando indifferentemente tra diverse nazionalità di appartenenza degli autori e soprattutto di motivazioni per cui si è intrapreso il viaggio nel Bel Paese, necessariamente figli dell’epoca cui si appartiene.

E così, se già nel Medioevo l’Italia era considerata una tappa fondamentale dal punto di vista religioso, man mano che ci avviciniamo ai nostri tempi, la ragione per intraprendere il così detto Grand Tour muta notevolmente, diventando non più mera tappa, ma Paese protagonista di turismo per le bellezze paesaggistiche, nonché Paese ricercato perchè culla della Storia e della cultura, per gli edifici antichi, oltre che per il clima sicuramente più salubre rispetto ai paesi del nord. I viaggi si prolungavano da qualche mese, all’oggi così detto anno sabbatico, che per qualcuno durava ancora di più. Da viaggio di formazione ad esperienza per poter entrare poi nell’età adulta con più sicurezza ed esperienza per alcuni, a “panacea salvifica” per altri, fino a trasformarsi in occasione di studi particolari o incontro amoroso per qualche fortunato e diventare possibilità di osservazione del genere umano e riflessione per altri ancora. Certo è che, a differenza dei tempi moderni, la fretta non assillava sicuramente il viaggiatore, che poteva permettersi di bighellonare e scoprire scorci inaspettati, rispetto alle mete classiche. Un periodo dilatato insomma, che non ha nulla a che spartire con i viaggi “mordi e fuggi” di oggi, dove le tante cose da vedere e fare si affastellano le une sule altre, rischiando di far ripensare ad un luogo come ad una fantasmagoria di cose e persone, con il risultato di far giungere il turista a casa con una gran confusione in testa.

Ciò nonostante, mi diverte il pensiero della vacanza come la intendiamo noi adesso, se rapportata al mondo che ci ha preceduti. Laddove nei tempi andati venire in Italia era innanzitutto un cancello da varcare per conoscere un mondo diverso, compiacendosi di fare un bagno di cultura, di storia, di panorami soleggiati e splendidi, ora tra le vacanze più gettonate v’è sicuramente la spensieratezza dei bagni di mare fini a sé stessi. E mi sovviene, proprio pensando a Forster e al suo stupendo “Camera con vista”, l’imbarazzante , ma al contempo tonificante per gli interpreti e divertente per lo spettatore (nel caso del film), in cui in un ammasso di membra nude, il fratello di Lucy, insieme al biondo e quasi teutonico incomprensibile George e al reverendo Bebee, si getta nel piccolo laghetto vicino casa, di nascosto osservati – con pruderie virginale confacente alla sua posizione sociale– dalla stessa Lucy Honeychurch. Per dire: che cosa meravigliosa la letteratura!

Grazie per le chiacchiere e a presto




 

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