Ciao amici!!! Come ve la passate? Siamo già a metà ottobre ed ormai sono entrata pienamente nella modalità autunnale: appena posso libro, divano, copertina e tazza di té... non chiedo di meglio!!! Anche se la mia stagione preferita resta l'estate, non nego che per leggere questo periodo ha un che di magico.
Ma torniamo al post di oggi che sarà dedicato alla recensione di un libro che mi ha fortemente deluso: Il settimo bambino di Erik Valeur edito da Neri Pozza, 800 pagine.
Trama: All’alba dell’11 settembre 2001, in una spiaggia a nord di Copenaghen,
viene rinvenuto il cadavere di una sconosciuta. Poche ore dopo, mentre
il mondo osserva attonito il crollo delle Torri Gemelle di New York, la
polizia danese chiude il caso come «morte accidentale».
Eppure, sul luogo del ritrovamento vengono raccolti quattro oggetti che rimandano palesemente a un macabro rituale: un libricino di fantascienza, un ramo di tiglio, un piccolo cappio e un raro canarino con il collo spezzato. A poche centinaia di metri dalla spiaggia si erge, inoltre, il celebre brefotrofio di Kongslund diretto da Martha Ladegaard, cui nessuno ha pensato di rivolgere la benché minima domanda.
Queste e altre considerazioni si affollano nella testa di Knud Tåsing, giornalista screditato da uno scandalo e sull’orlo del licenziamento, allorché, sette anni dopo, apre la lettera anonima che gli è stata recapitata e ne esamina il contenuto: un articolo del 1961 che parla del brefotrofio e una foto che ritrae sette bambini. Alcuni di loro sono volti noti della società: un astronomo, un noto presentatore televisivo, un avvocato e persino l’assistente di un ministro. Uno solo, invece, tale John Bjergstrand, non compare da nessuna parte. Come se non fosse mai esistito.
Chi è quel bambino? E perché qualcuno sta cercando di attirare l’attenzione su di lui dopo così tanto tempo? Possibile che le mura di quel benemerito istituto abbiano ospitato una mente perversa capace di far scomparire un bambino senza lasciare traccia? Tra rivelazioni inaspettate, morti violente e velate minacce da parte delle più alte cariche del governo, Knud è sempre più convinto che la chiave per risolvere quell’enigma stia nella soluzione del mistero della donna rinvenuta sulla spiaggia. Un mistero, tuttavia, davvero complicato.
Con una trama ricca di suspense e una scrittura impeccabile, Il settimo bambino – venduto in dodici paesi, vincitore del Glass Key per il miglior giallo scandinavo – è un thriller psicologico «drammatico e accattivante» (Berlingske Tidende). Erik Valeur affronta i fantasmi propri dell’infanzia e, lasciandosi ispirare dalle atmosfere delle fiabe di Hans Christian Andersen, si addentra a fondo nella vita di coloro che nascono indesiderati, e sono costretti a vivere sotto il feroce marchio dell’abbandono.
Eppure, sul luogo del ritrovamento vengono raccolti quattro oggetti che rimandano palesemente a un macabro rituale: un libricino di fantascienza, un ramo di tiglio, un piccolo cappio e un raro canarino con il collo spezzato. A poche centinaia di metri dalla spiaggia si erge, inoltre, il celebre brefotrofio di Kongslund diretto da Martha Ladegaard, cui nessuno ha pensato di rivolgere la benché minima domanda.
Queste e altre considerazioni si affollano nella testa di Knud Tåsing, giornalista screditato da uno scandalo e sull’orlo del licenziamento, allorché, sette anni dopo, apre la lettera anonima che gli è stata recapitata e ne esamina il contenuto: un articolo del 1961 che parla del brefotrofio e una foto che ritrae sette bambini. Alcuni di loro sono volti noti della società: un astronomo, un noto presentatore televisivo, un avvocato e persino l’assistente di un ministro. Uno solo, invece, tale John Bjergstrand, non compare da nessuna parte. Come se non fosse mai esistito.
Chi è quel bambino? E perché qualcuno sta cercando di attirare l’attenzione su di lui dopo così tanto tempo? Possibile che le mura di quel benemerito istituto abbiano ospitato una mente perversa capace di far scomparire un bambino senza lasciare traccia? Tra rivelazioni inaspettate, morti violente e velate minacce da parte delle più alte cariche del governo, Knud è sempre più convinto che la chiave per risolvere quell’enigma stia nella soluzione del mistero della donna rinvenuta sulla spiaggia. Un mistero, tuttavia, davvero complicato.
Con una trama ricca di suspense e una scrittura impeccabile, Il settimo bambino – venduto in dodici paesi, vincitore del Glass Key per il miglior giallo scandinavo – è un thriller psicologico «drammatico e accattivante» (Berlingske Tidende). Erik Valeur affronta i fantasmi propri dell’infanzia e, lasciandosi ispirare dalle atmosfere delle fiabe di Hans Christian Andersen, si addentra a fondo nella vita di coloro che nascono indesiderati, e sono costretti a vivere sotto il feroce marchio dell’abbandono.
Ho cominciato questo libro in una sera di fine agosto. Ero già rientrata dalle vacanze ma avevo ancora una settimana a casa prima di tornare al lavoro. Avevo appena finito una lettura e dovevo sceglierne una nuova. Scorrendo il kindle mi sono imbattuta nella cover di questo libro - lasciatemelo dire, bellissima! - e mi sono fatta ammaliare. Ho controllato il numero delle pagine, ottocento, ma non mi sono più di tanto scomposta; adoro i bei libroni importanti quindi mi sono buttata a capofitto nella lettura. Ecco, ora, con il senno di poi, mi chiedo se quella sera non avessi di meglio da fare! ahahahahahah
Come dicevo, ottocento pagine. Ottocento pagine che se anche fossero state quattrocento non sarebbe cambiato nulla. Quando così tante pagine servono solo come pretesto per ripetere una marea di volte notizie già date, avvenimenti già spiegati, descrizioni di personaggi in precedenza descritti allora ottocento pagine possono sembrare duemila.
Diciamo che fino a poco meno della metà le cose non andavano poi così male poi c'è stato un degenero galoppante.
Già dalla trama la sensazione che le cose sarebbero state intricate emergeva e mi stuzzicava non poco ma in questo caso forse l'autore ha un po' esagerato. C'è un cadavere rinvenuto sulla spiaggia; delle lettere anonime che vengono inviate ai bambini ex ospiti, ora adulti, di un brefotrofio, oltre che al primo ministro danese; c'è un bambino - il settimo appunto - ospite di quella struttura che sembra un fantasma, come se non fosse mai esistito; c'è il governo che cerca di investigare sulle lettere anonime e sul possibile mandante; c'è una direttrice alquanto strana e misteriosa. Insomma un intrico nell'intrico... il tutto con un accenno all'11 settembre 2001 e alle Torri Gemelle.
Ora, io capisco tutto ma quando tu, autore, vedi che ti ritrovi a riassumere i fatti almeno 20 volte durante lo svolgimento del libro, non pensi neanche una misera volta che forse il tuo lavoro non sta funzionando? Che forse il lettore si perderà non appena aggiungerai un altro colpo di scena con relativi dettagli da scoprire? Beh io un pensierino ce lo avrei fatto.
Anche con la narrazione scelta dall'autore si fa un po' fatica perchè ci sono parti riferiti al momento della narrazione che sono in prima persona e sono lasciate alla voce di Marie, figlia affidataria della direttrice del brefotrofio, altre parti che cominciano con stralci di diario al presente e in prima persona, a cui seguono però momenti passati che spesso si fa fatica ad incastrare nell'insieme.
Insomma per quanto mi riguarda una gran confusione che viene accentuata dopo la metà con l'aggiunta di troppi misteri, di troppe parti inutili, di nomignoli utilizzati nel governo per identificare i vari ministri e le varie figure di spicco; e per non farci mancare niente perchè non inserire anche delle parti paranormali? No dai è troppo!
Ciliegina sulla torta - purtroppo in senso assolutamente negativo - gli innumerevoli errori di traduzione che si trovano disseminati nel testo; congiuntivo questo sconosciuto...
Tutte queste cose mi hanno portato ad un votaccio. Mi spiace perchè ero partita con così tante aspettative su questo libro! Chi di voi lo ha letto ha voglia di dirmi cosa ne pensa? Sono io che ho il cervello limitato e mi sono persa e alla fine annoiata in tutti questi intrighi oppure avete avuto la mia stessa impressione?
Come dicevo, ottocento pagine. Ottocento pagine che se anche fossero state quattrocento non sarebbe cambiato nulla. Quando così tante pagine servono solo come pretesto per ripetere una marea di volte notizie già date, avvenimenti già spiegati, descrizioni di personaggi in precedenza descritti allora ottocento pagine possono sembrare duemila.
Diciamo che fino a poco meno della metà le cose non andavano poi così male poi c'è stato un degenero galoppante.
Già dalla trama la sensazione che le cose sarebbero state intricate emergeva e mi stuzzicava non poco ma in questo caso forse l'autore ha un po' esagerato. C'è un cadavere rinvenuto sulla spiaggia; delle lettere anonime che vengono inviate ai bambini ex ospiti, ora adulti, di un brefotrofio, oltre che al primo ministro danese; c'è un bambino - il settimo appunto - ospite di quella struttura che sembra un fantasma, come se non fosse mai esistito; c'è il governo che cerca di investigare sulle lettere anonime e sul possibile mandante; c'è una direttrice alquanto strana e misteriosa. Insomma un intrico nell'intrico... il tutto con un accenno all'11 settembre 2001 e alle Torri Gemelle.
Ora, io capisco tutto ma quando tu, autore, vedi che ti ritrovi a riassumere i fatti almeno 20 volte durante lo svolgimento del libro, non pensi neanche una misera volta che forse il tuo lavoro non sta funzionando? Che forse il lettore si perderà non appena aggiungerai un altro colpo di scena con relativi dettagli da scoprire? Beh io un pensierino ce lo avrei fatto.
Anche con la narrazione scelta dall'autore si fa un po' fatica perchè ci sono parti riferiti al momento della narrazione che sono in prima persona e sono lasciate alla voce di Marie, figlia affidataria della direttrice del brefotrofio, altre parti che cominciano con stralci di diario al presente e in prima persona, a cui seguono però momenti passati che spesso si fa fatica ad incastrare nell'insieme.
Insomma per quanto mi riguarda una gran confusione che viene accentuata dopo la metà con l'aggiunta di troppi misteri, di troppe parti inutili, di nomignoli utilizzati nel governo per identificare i vari ministri e le varie figure di spicco; e per non farci mancare niente perchè non inserire anche delle parti paranormali? No dai è troppo!
Ciliegina sulla torta - purtroppo in senso assolutamente negativo - gli innumerevoli errori di traduzione che si trovano disseminati nel testo; congiuntivo questo sconosciuto...
Tutte queste cose mi hanno portato ad un votaccio. Mi spiace perchè ero partita con così tante aspettative su questo libro! Chi di voi lo ha letto ha voglia di dirmi cosa ne pensa? Sono io che ho il cervello limitato e mi sono persa e alla fine annoiata in tutti questi intrighi oppure avete avuto la mia stessa impressione?
Ciao, sono una tua nuova seguace di blog, nonché appassionata lettrice proprietaria a mia volta di un blog neonato. Intanto complimenti perché questo posto è davvero carino! Ti sono grata della recensione perché proprio lo scorso fine settimana, durante il consueto assalto alla mia libreria preferita, stavo per comprarlo. La copertina, il fatto che è un thriller, il fatto che è NERI POZZA...(per me sinonimo di garanzia).Per fortuna ho comprato altro!! Ma cosa sta combinando questa casa editrice? E' già il secondo "thriller" di recente pubblicazione che non funziona, forse dovrebbe restare su altri generi....Allora è deciso, non lo compro! Buona giornata!
RispondiEliminaPaola
Ciao! Prima di tutto benvenuta! Che dire...io qui l'ansia l'ho provata ma perché non finiva mai ahahhha
EliminaGrazie per aver fatto da cavia =D
RispondiEliminaBrutta madre,cattiva madre! Ahahahah
Eliminaoddio XD me ne starò alla larga!! soprattutto se è ripetitivo e ci sono parti inutili!
RispondiEliminaIo ne ho trovate parecchie!
EliminaSono appena appena tornata ai thriller, mi sa che questo lo evito
RispondiEliminaPer il momento credo sia meglio!
EliminaUna grandissima delusione, sono d'accordo con tutto quello che hai scritto!
RispondiEliminaÈ sempre consolante non essere sole!
EliminaQuando ne fu annunciata l'imminente pubblicazione mi aveva incuriosito.
RispondiEliminaPoi ho cominciato a cercare notizie e devo dire che la tua delusione è largamente condivisa.
Di Neri Pozza ti consiglio"Il mistero di Oliver Ryan",quello si che merita,almeno per me
Pensa che io invece da incosciente l'ho letto senza prima cercare notizie... Maledetta me! Mi segno il tuo consiglio!
EliminaEppure la trama e la copertina mi stuzzicano parecchio, ma penso che ne starò alla larga a meno che non lo trovo per pochi spicci usato o in scambio XD
RispondiEliminaIo sarei felice di trovare qualcuno che mi dia una chiave di lettura per poterlo apprezzare quindi, se per caso lo leggerai, torna a farmi sapere!
EliminaTutti ne parlano piuttosto male, mi sa che lo evito alla grande :D
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda tempo perso anche se mi piacerebbe avere il giudizio di un esperto come te!
EliminaHo appena terminato la lettura e ho cercato notizie e pareri di chi avesse già letto così sono approdata qui.
RispondiEliminaCondivido in pieno il giudizio sulla ripetitività, sulla traduzione e aggiungeri sulla revisione del testo.
Per quanto riguarda la storia ho trovato frustrante la delusione delle aspettative: c'è
un continuo carico di tensione che poi scema in un finale quasi prevedibile e neanche originale: la lettura del registro mi sembrava riproponesse l ' atmosfera del film "il cigno nero". Mi sarebbe piaciuto che fossero portate a compimento le storie di tutti e sette i bambini.
Tuttavia l 'ho letto in pochissimi giorni, tralasciando molte incombenze :-( ....come spesso mi accade quando un libro mi "prende".
Se lo avessi comprato mi sarei sentita "derubata", ma per fortuna esistono le biblioteche.
Hai ragione, per fortuna! :)
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