venerdì 10 marzo 2017

Letture con Marina #9

Buon venerdì amici. Dopo due settimane torna Marina con la sua rubrica. A lei la parola!


Autore: Alexander McCall Smith
Traduzione: Elisa Banfi
Titolo: 44 Scotland Street
Casa editrice: Ugo Guanda Editore Spa  
Pagine: 336
Anno Pubblicazione:2009

Sinossi:  Quando spinge il portone del 44 di Scotland Street, nel centro di Edimburgo, Pat non vede l'ora di cominciare tutto daccapo. È al suo secondo anno sabbatico e una casa e un lavoro nuovi sono quello che ci vuole per ripartire. Da lì in poi dividerà l'appartamento con l'insopportabile Bruce, agente immobiliare bello e vanitoso; troverà lavoro nella galleria d'arte di Matthew, un giovane delicato ma inconcludente che di arte non capisce nulla; trascorrerà piacevoli serate con l'eccentrica vicina di casa Domenica, un'anziana antropologa dispensatrice di storie esotiche e saggi consigli sugli uomini. Intanto al piano di sotto Bertie, inquieto bambino prodigio, cerca di far capire alla madre, Irene, che preferirebbe rugby e trenini elettrici ai corsi di yoga, sassofono e italiano. A unire tutti un misterioso tentativo di furto e la caccia a un quadro che potrebbe essere una crosta o valere una fortuna...

RECENSIONE:

Di Alexander McCall Smith, che considero scrittore scozzese a tutti gli effetti dato l’amore che profonde a piene mani per l’adorata Edimburgo, avevo già letto il primo libro di un’altra sua serie (Il Club dei filosofi dilettanti - Serie: I casi di Isabel Dalhousie), che mi aveva lasciata un po’ perplessa e insoddisfatta. Ed invece, ora che ho iniziato la serie di 44 Scotland Street e sono immersa nella lettura del secondo romanzo, mi devo ricredere. Penso che McCall Smith sia un autore che non si apprezza immediatamente, forse perché, oltre alla bellezza del libro in sé, sono anche tanti gli spunti che in modo molto naturale egli dissemina nelle sue opere. Il lettore deve immergersi nel suo mondo ed entrare nel ritmo quieto ed elegante dei suoi aneddoti. Senza fretta e riflettendo su quanto egli fa dire o fare ai suoi personaggi. E questa serie ne è un perfetto esempio.
Sarà che le storie di condominio o di signorili palazzotti in decadenza sono sempre intriganti, saranno gli abitanti con le loro vite e vicissitudini. Sarà il modo in cui l’autore ci fa girare per le strade di Edimburgo, fino a conoscere bene questa città, i suoi abitanti, le loro abitudini e le loro pecche. Sarà che in questi romanzi non ci sono soprassalti o moti del cuore che fanno sobbalzare o inquietare. Sarà la finezza elegante e soffusa, oltre alle dinamiche che si dispiegano davanti agli occhi del lettore mano a mano che si prosegue la lettura, ma mi sto appassionando a questa serie e mi sono definitivamente innamorata di quest’autore.
Un autore che qui suddivide i suoi romanzi in piccoli capitoli, ciascuno con un titolo accattivante e che sembrano anticipare quanto poi succede nel capitolo stesso.
Ci sono molti temi - sociali, politici e psicologici - che l’autore fa affrontare ai suoi personaggi e che sembrano catapultarci nella mente di questo Signore con la “S” maiuscola. 
“L’ipocrisia è nell’aria che respiriamo”: questo è uno dei temi ripresi varie volte dai protagonisti di questa serie, nel parlare di Edimburgo. Altra parola che i protagonisti del romanzo usano per identificare Edimburgo è: antiquata.

Ma conosciamoli dunque questi personaggi, che sono la colonna portante di questa serie. C’è Pat, che forse è la vera protagonista del romanzo, o comunque la portavoce, attraverso la quale ci addentriamo nel romanzo e veniamo resi partecipi della vita anche di tutti gli altri. Vite che come nella nostra storia reale e quotidiana si incrociano – e portano ad altre conoscenze. Pat che dopo un anno sabbatico, non ha ancora deciso cosa fare della sua vita, se andare all’Università, lavorare o … Una cosa però ha ben chiara in mente: andare a vivere la sua vita fuori di casa dei genitori, nonostante l’amore ed il rispetto, sentimenti che, oltre all’ammirazione, la legano al padre. Il narciso, borioso ed insopportabile bel Bruce, agente immobiliare, che l’accoglie in un appartamento che dovrebbe dividere, oltre che con lei, anche con altri 2 coinquilini, salvo poi convivere solo con Pat. E Domenica, una donna colta e simpatica sulla sessantina, sua dirimpettaia, donna interessante, sempre pronta a raccogliere confidenze, fulcro di incontri e conversazioni stimolanti, nonostante la grossa differenza di età. Il suo amico pittore Angus Lordie con il cane Cyril, amante della birra e delle donne. E poi il giovane Matthew, il debole, sensibile ed inetto ricco capo di Pat, proprietario di una galleria d’arte. E Big Lou, donna enigmatica proprietaria di un pub, ex libreria. E la famiglia di Irene e Stuart Pollock con il figlio di 6 anni, Bertie, superdotato ma forse solo troppo stimolato bambino. Con i loro problemi, le loro manie e le loro assenze. E tanti altri che incontreremo lungo il percorso del romanzo, come Todd, il proprietario dell’agenzia immobiliare dove lavora il bel Bruce, tipico – a quanto sembra – esponente della piccola – soprattutto di vedute - borghesia edimburghese.

Come dicevo, tanti temi interessanti in questo romanzo. A partire dalla città di Edimburgo. Ma sarebbe troppo lungo elencarli tutti qui e forse si rovinerebbe la lettura a chi volesse suonare il campanello al nr. 44 di Scotland Street.
The Singing Buttler, Jack Vettriano

Una cosa però mi piace anticipare: ovviamente, avendo “creato” un proprietario di una galleria d’arte, si parla di diversi artisti scozzesi: soprattutto pittori, ma grazie al personaggio di Angus Lordie, anche di poeti. Vorrei soffermarmi su due artisti (gli altri Ve li lascerò scoprire nelle conversazioni dei protagonisti di questa serie): Peploe (1871-1935) e Vettriano (1951). Soprattutto Vettriano, di origine italiana, con la sua arte figurativa osè e molto conturbante. Qui di seguito Vi lascio due opere, le cui raffigurazioni si trovano liberamente in Internet, come il resto di tutta la sua produzione. 
Bluebird at Bonneville, Jack Vettriano
Una, the singing butler (il maggiordomo danzante) mi ha colpita particolarmente per i colori usati e soprattutto la fluidità dei movimenti dei protagonisti immortalati. Ed anche per i pensieri nati proprio dal titolo, unitamente alla figura della donna che si accompagna al maggiordomo. Il secondo, con una composizione scenografica accurata, oltre ai colori stupendi, perché è stata battuta da Sotheby’s a 468.000 sterline!



Vi invito ad andare a curiosare in Internet … rimarrete piacevolmente sorpresi !

Se dovessi riassumere in poche parole il libro letto, direi che è un romanzo dal ritmo piacevolmente lento, dove succede poco e quel che accade, anche se inizialmente misterioso, viene trattato con la quotidianità che risolve quietamente il mistero, ma dove soprattutto ci sono tanti spunti di riflessione e di interesse sia sull’amore che sul filosofeggiare che hanno parecchi personaggi del romanzo e che ci ammaliano fino a voler leggere ancora ed ancora le storie delle persone che abitano al 44 di Scotland Street.

AUTORE: Alexander McCall Smith, nato e cresciuto in Africa, è stato per anni professore di diritto presso
l’Università di Edimburgo ed è stato vicepresidente della commissione per la genetica della Gran Bretagna.
Prima di dedicarsi alla narrativa, ha scritto molti libri di altro genere.
Guanda ha pubblicato la serie di Precious Ramotswe e della sua Ladies’ Detective Agency N. 1. E la serie della detective per caso Isabel Dalhousie. Sempre per Guanda è uscita la raccolta di racconti su Edimburgo, dove McCall Smith compare come autore insieme a Irvine Welsh e Ian Rankin.

11 commenti:

  1. Ciao Marina,
    anche a me il primo della serie dei filosofi dilettanti aveva lasciato insoddisfatta! Potrei tentare con questo!
    Grazie per la bella recensione.
    Lea

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  2. Ciao Lea,
    questa serie in effetti mi sta piacendo molto. Tanto che piano pianino arriverò fino in fondo. Anche per sapere che fine fanno questi personaggi 😉
    Buon venerdì, Marina

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  3. Quanto mi piace Alexander McCall Smith! Credo di aver letto tutto di lui e condivido ogni tua parola! Mi piace soprattutto il suo stile garbato e le sue riflessioni, così pacate ma incisive. In questa serie il mio personaggio preferito è sicuramente il piccolo Bertie, sottoposto dalla madre a mille stimoli, il più delle volte assurdi per un bambino di quell'età (e vogliamo parlare della salopette color fragola?!)

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  4. Buongiorno Nadia!
    In poche stringatissime righe hai sintetizzato il mio logorroico post! ;-)
    "stile garbato e riflessioni pacate ed incisive": colpito ed affondato!
    La fam. di Bertie è da leggere, con tutte le attività sue e della madre (il "floatarium" e lo psicologo al top delle assurdità!).
    L'autore porta avanti le vite dei suoi protagonisti in modo che il lettore non può fare altro che leggere, leggere, leggere...
    Sono al 3° romanzo della serie e mi sento come una drogata: non posso smettere 😂
    E poi poeti e pittori che grazie all'autore sto conoscendo. Come una sorta di passa-parola.

    Volevo chiederti già dall'altra volta: ma tu hai un blog? Stamane dovrei aver pigiato "segui" in quella che credo sia la tua pagina FB...
    Ti auguro uno splendido weekend!, ciao, Marina

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  5. Ciao Marina, no, non ho un blog e non ho neppure una pagina Facebook in realtà :-) immagino si tratti di un'omonima. Grazie comunque per avermi pensata e buon weekend anche a te!

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  6. Marina, uno dei miei autori preferiti, poliedrico oserei dire. Un abbraccio

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  7. Ciao Baba!
    Si, me ne sto rendendo conto.
    Ed ora la curiosità mi direbbe di leggere qlcos'altro di suo, al di fuori di questa serie.
    Pian pianino...
    Buona serata, Marina

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  8. Ciao Baba!
    Si, me ne sto rendendo conto.
    Ed ora la curiosità mi direbbe di leggere qlcos'altro di suo, al di fuori di questa serie.
    Pian pianino...
    Buona serata, Marina

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