martedì 14 marzo 2017

Recensione #177 - Il prigioniero del cielo di Carlos Ruiz Zafon

Ciao a tutti, mentre oggi sul blog Desperate Bookswife chiacchieriamo della penultima parte dell'ultimo libro della quadrilogia di Carlos Ruiz Zafon, io qui  vi lascio il mio pensiero su Il prigioniero del cielo, pag. 352, terzo volume della quadrilogia Il cimitero dei libri dimenticati edita da Mondadori.

Sinossi: Nel dicembre del 1957 un lungo inverno di cenere e ombra avvolge Barcellona e i suoi vicoli oscuri. La città sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra, e solo per i bambini, e per coloro che hanno imparato a dimenticare, il Natale conserva intatta la sua atmosfera magica, carica di speranza. Daniel Sempere - il memorabile protagonista di "L'ombra del vento" è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia. Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un'edizione di pregio di "Il conte di Montecristo" pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín. Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín. Per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un'epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martín - il narratore di "Il gioco dell'angelo" - al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista...

A differenza di quanto era avvenuto con i primi due volumi della quadrilogia, che avevo già letto anni fa, con Il prigioniero del cielo è stata la prima volta quindi non sapevo assolutamente cosa aspettarmi, se un libro pacato anche se avvincente più simile a L’ombra del vento oppure se un libro sconclusionato e fantasy come Il gioco dell’angelo.
Fortunatamente – come sapete non amo particolarmente i fantasy – Zafon ha fatto un passo indietro tornando allo stile utilizzato per il primo volume della quadrilogia e creando, con questo terzo libro, una sorta di romanzo cuscinetto, a collegamento tra i precedenti. Se con Il gioco dell’angelo non si capiva bene il collegamento con la lettura che lo aveva preceduto e l’autore ci aveva lasciato con tantissimi dubbi e domande, qui cerca di dare una risposta plausibile a tutti quegli avvenimenti che ancora avevano necessità di una risposta.
Daniel è ormai felicemente sposato con Bea ed hanno un bambino – Julian -; Fermin è sempre il suo fidato braccio destro – sia nel lavoro che nella vita privata – ed è più che mai legato alla sua amatissima Bernarda con cui si sposerà presto; la libreria Sempre e figli ha grandi problemi economici che preoccupano non poco Sempere padre.
Ritroviamo quindi i meravigliosi personaggi de L’ombra del vento con, primo fra tutti, il nostro amato Fermin cui l’autore dedica gran parte del libro raccontandocene la storia – cui precedentemente aveva sempre e solo accennato – dalla sua prigionia fino al suo ritorno a Barcellona ed al suo incontro con Daniel. Proprio Fermin sarà in realtà il collegamento tra due mondi che sembrano lontanissimi – quelli del primo e del secondo romanzo – ma che in realtà sono molto più legati di quello che noi comunissimi lettori avremmo potuto credere.
Daniel e David, i protagonisti rispettivamente del primo e del secondo volume della quadrilogia, vengono in questo nuovo lavoro collegati attraverso nuovi misteri, nuove rivelazioni ed anche nuovi personaggi.
Tra i vecchi personaggi - oltre Daniel, Fermin e David – ritroviamo: Isabella, anche solo come ricordo; il vecchio fidanzato di Bea, che lei aveva lasciato perché innamorata di Daniel; Isaac, il vecchio custode del cimitero dei libri dimenticati e infine il malvagio ispettore Fumero.
Numerose sono anche le new entry che arricchiscono questo nuovo lavoro e ne completano il quadro globale: Salvador Salgado, compagno di prigionia di Fermin; Mauricio Valls, direttore del carcere di Montjuïc che sarà al centro dell’attenzione per gran parte del romanzo; Sophia, nipote italiana di Sempere, che si trasferisce a Barcellona e che incontriamo solamente nelle ultimissime pagine ma che mi aspetto di ritrovare ne Il labirinto degli spiriti.
Insomma, un altro intricatissimo gruppo di personaggi che sa creare non pochi misteri.
Come in tutti i libri di questa saga non mancano inoltre incendi, uccisioni più o meno misteriose, personaggi inquietanti e malvagi; una ricetta cui Zafon ci ha abituato e che credo rappresenti ormai il suo marchio di fabbrica. Anche il suo stile resta coinvolgente, capace di portarci nei luoghi di cui ci racconta, dandoci l’impressione di conoscere ogni singolo personaggio che ci troviamo di fronte. 
Impossibile leggere il libro e non venirne travolti senza scampo, grazie alla sempre impressionante capacità dell'autore di descrivere luoghi, personaggi, atmosfere, sentimenti.  
Un terzo libro che, a differenza di quello che dice l’antefatto, non credo possa essere letto a prescindere dagli altri due senza i quali non penso avrebbe senso.

VOTO: 


4 commenti:

  1. Sono d'accordo con te Dany, anche se all'inizio si dice che i libri possono essere letti in qualsiasi ordine credo proprio che, se se ne vuole venire a capo, si debba seguire l'ordine canonico. Questo volume poi mi piace particolarmente perché Firmin la fa da padrone, e noi lo adoriamo, vero? :-)

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  2. H iniziato ieri e sto già a pagina 36. Però penso che il gioco dell'angelo dovrebbe essere letto per primo in modo da essere una storia più coerente. Perchè non avevo capito se non all'ultimo che il Sampere padre fosse il nonno di Daniel quando è morto ho iniziato a capirlo prima no che scema. Comunque il gioco dell'angelo è un po' surreale rispetto al primo molto realistico, ora non so cosa aspettarmi, forse un misto dei sue tipi ^_^

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    1. Il problema dei Sempere lo abbiamo avuto anche tutte noi nel gruppo di lettura! Zafon ha mischiato bene le carte!
      Anche io ho pensato che forse con il senno di poi leggerei prima il gioco dell'Angelo anche se mi è piaciuto meno degli altri quindi mi chiedo se sarei mai andata avanti nella serie...
      Il mio preferito resta in ogni caso L'ombra del vento, anche adesso che ho letto tutta la quadrilogia!

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