giovedì 12 ottobre 2017

Recensione #211 - La figlia maschio di Patrizia Rinaldi

Ciao carissimi, come state? Io trascinata dagli eventi... mille cose da fare, mille cose a cui pensare, mille pensieri. In tutto questo cerco quanto più possibile di leggere e star dietro al blog anche se non è facile.
Intanto sono qui per lasciarvi il mio pensiero sul libro La figlia maschio di Patrizia Rinaldi, edito da edizioni e/o, che ringrazio per la copia, 176 pagine.

Sinossi: La storia di un viaggio in Cina, verso la fine degli anni Novanta, che spoglia e cambia quattro esistenze raccontate da quattro voci narranti.
Quattro punti di vista e i loro linguaggi particolarmente convincenti ci portano nelle tempeste degli amori, nei tradimenti, negli stermini aiutati dai dogmi ideologici, nei cambiamenti inattesi, negli imprevisti di ogni esistenza.
Una vacanza in apparenza convenzionale cambia la vita di quattro persone. Al ritorno da un viaggio in Cina, Marino, un imprenditore criminale, tornerà con un bottino che per lui somiglia all’amore. Sua moglie Felicita non riuscirà più a restare nella noia e nelle menzogne, analizzerà con cinismo il suo matrimonio bianco e con la risorsa dell’autoironia sceglierà di dirsi quello che è diventata, quello che non vuole essere più. Sergio, un inetto e affascinante dipendente dell’imprenditore criminale, scoprirà di saper combattere per quello che riconosce come il suo ultimo amore di carne e mistero. Una ragazza cinese senza identità, che non è stata dichiarata al momento della nascita come circa venticinque milioni di neonate connazionali, sceglierà di non essere più vittima della politica del figlio unico e di molto altro: da martire diventerà predatrice e userà senza pudore il corpo, le culture, la determinazione e qualsiasi altra avventura per salvarsi la vita. 
Un romanzo particolare questo, in cui un viaggio in Cina si rivela il vero protagonista della lettura, quello da cui ogni pensiero scaturisce ed ogni azione si compie.
Marino - un imprenditore pieno di sè e senza scrupoli -, Felicita - sua moglie -, Sergio - un dipendente di Marino - ed Anna - moglie di Sergio, sono i viaggiatori. 
Gli equilibri tra le due coppie non sono, già in partenza, dei migliori. Anna ha intenzione di riflettere sul suo rapporto e di decidere se è il caso di tenerlo in piedi. Sergio fa, come sempre, da galoppino a Marino. Marino si comporta come sempre da arrogante, credendo che i suoi soldi possano comprare tutto e tutti. Felicita è in balia degli eventi, sposata ad un uomo che non l'ha mai veramente apprezzata.
E poi c'è Na, che in Cina ci è nata, ma che in Cina uffialmente non esiste e la cui storia non è neanche lontanamente paragonabile a nessuna delle altre.
Ad ognuno di questi personaggi - tranne ad Anna - l'autrice assegna il compito di narratori che in prima persona, ognuno in un capitolo dedicato, più che parlarci dei fatti, fanno un percorso interiore, analizzando la propria vita precedente e successiva al viaggio. Come se fosse una scomposizione di una storia che ci viene solo accannata negli avvenimenti ma che viene sviscerata attraverso sentimenti, riflessioni ed equilibri ma soprattutto attraverso occhi ed atteggiamenti diversi. 
Tra tutti, il punto di vista di Sergio è quello che mi è piaciuto di più e che mi ha particolarmente emozionato.
Un libro che affronta temi importanti e lo fa con uno stile molto ricercato nella sua semplicità, poetico nell'intenzione ma allo stesso tempo crudo e diretto. Un romanzo capace di farci riflettere su quanto il singolo individuo sia essenziale, su quanto una stessa storia possa apparire diversa ed essere vissuta in modo differente in base al bagaglio di vita dei diversi attori che la vivono.
È quasi come se ognuno di loro avesse in realtà fatto un viaggio differente perchè il proprio io emerge e fa mutare le situazione. Quasi come un gioco di ruolo dove però i ruoli si intrecciano e si scambiano a seconda della necessità. Perchè in fondo tutto è apparenza, e la vita è piena di discorsi non detti, di istanti rubati, di scelte sbagliate fatte per caso o per convenienza. Ed ogni luogo può essere casa ma anche inferno, ogni amore può essere passione ma anche finzione, ogni istante può essere perfezione oppure solo una cicatrice in più, a seconda di chi siamo, a seconda di come viviamo. Tutto ed il contrario di tutto senza che ci sia necessariamente giusto o sbagliato.
Un libro difficile da raccontare se non in questi termini ma che saprà conquistarvi se non avete bisogno a tutti i costi di una storia definita e lineare.

VOTO: 


12 commenti:

  1. Deve essere un bel libro anche se molto crudo

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  2. Mi sono presa un attimo di relax per leggere la tua recensione con calma prima di andare al lavoro. Il libro sembra bello ma forse un po' impegnativo per me in questo momento che faccio fatica a leggere qualsiasi cosa. Lo tengo cmq presente per tempi migliori.😊

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    1. Non è sicuramente un libro adatto a qualsiasi momento ed un libro adatto a tutti. Aspetta il momento giusto e poi fammi sapere. ;)

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  3. Aspettavo la tua recensione perché questo libro mi intriga molto e poi fine novembre ho l'autrice dalle mie parti quindi potrebbe interessarmi. Dalla tua recensione intuisco che è una lettura particolare ma ci penso....

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  4. Ciao! Mi sono appena iscritta con piacere al tuo blog e trovo che posti articoli davvero interessanti. Se ti fa piacere ricambiare il follow, questo è il mio blog: https://lettricedisogni.blogspot.it/

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  5. Ah, me l'ero persa.
    Felice che sia piaciuto anche a te.
    Che penna, la Rinaldi!

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    1. Particolarissima! Tu hai letto altro? O questo era il primo?

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    2. Il primo, purtroppo, ma ho tutto in lista. ;)

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    3. Le nostre interminabili liste ahahahahahah

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