venerdì 23 marzo 2018

Letture con Marina #33

Buon venerdì carissimi. Pronti per il weekend? Io sarò domani al Bookpride di Milano. Qualcuno di voi ci sarà? Fatemelo sapere che magari ci beviamo un caffè insieme! Poi domenica mi aspetta la Stramilano che ogni anno facciamo in gruppo con la scuola di mio figlio, stancante ma anche molto bello condividere con metà paese questo evento. Ma non voglio tediarvi oltre e vi lascio con Marina e la sua rubrica Letture con Marina.



Buona giornata e buon ingresso nel primo – favoloso – weekend di Primavera! Tra l’altro si cambia anche l’ora e quindi benvenuta luce, movimento, vita! Dopo La Principessa sul Pisello della Littizzetto che ci ha portati simpaticamente a spasso per il Paese delle Coppie e dopo il magnifico romanzo Il Gatto dagli Occhi d’Oro, in cui la De Mari ci fa conoscere Leila, un’adolescente un po’ fuori dagli schemi, ho pensato di farVi fare un giro nel mondo delle mamme…
Titolo: Quello che le mamme non dicono
Autore: Chiara Cecilia Santamaria

Casa editrice: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Genere: Narrativa
Pagine: 261
Anno di pubblicazione: 2012

Sinossi: Lei ha 27 anni e crede nel mojito, nella carriera, nel suo uomo e nei viaggi improvvisati. La nana ha cinque settimane e abita la sua pancia. Scoprirlo è uno shock, "fare la mamma" sembra un'attività totalizzante, incompatibile con libertà, sogni, ambizioni. L'autrice decide di affrontare la situazione armandosi di buoni propositi, ma soprattutto di ironia. Qui si sostiene che è buono e giusto conservare la parte migliore di sé - quella divertente, folle, avventuriera - anche dopo un figlio. Che l'istinto materno a volte arriva e altre volte è in ritardo. Ma anche che esistono momenti neri che nessuno racconta, che dopo un mese di neonato ne servirebbero tre di psicoterapia, che ogni tanto è normale rimpiangere il "prima". Dimenticate la mammina che chiama il figlio "angioletto" anche se non dorme da quindici settimane, quella che considera il parco giochi una botta di vita e decanta le gioie delle vacanze coi nonni. Preparatevi a scoprire tutta la verità riguardo alla vita col pupo, e anche gli esilaranti retroscena di pappe, giochi e ninne nanne. Un libro dedicato alle donne che si sentono troppo giovani per fare figli, a quelle che ci pensano ma non sanno cosa le aspetta, a quelle che già ne hanno e certe volte, con tutto l'amore del mondo, vorrebbero fuggire alle Bahamas.

RECENSIONE:

“Dal Pampero ai Pampers, alla ricerca dell'istinto materno”

Non un manuale per la brave mamme. Non è questo che aveva in mente l’autrice, mentre ci conduce a spasso nel suo anno di gravidanza e nell’anno e mezzo di convivenza con la sua Polpetta, altrimenti detta Viola. In realtà il sottotitolo, che avrei preferito fosse “Dal Mojito ai Pampers”, racconta di un intento spiritoso per affrontare temi seri e profondi, perché diciamocelo: l’istinto così detto materno non è innato, lo si acquisisce nel convivere con il nostro “nano” / la nostra “nana”, piano piano…

L’autrice, che nel frattempo durante la gravidanza ha aperto un blog: “Ma che davvero?”, esclamazione sincera di una romana che a 27 anni scopre inaspettatamente di essere rimasta incinta è un romanzo-viaggio che dura l’arco di circa due anni e mezzo: da quando appunto scopre con sorpresa e disappunto di essere incinta, a quando la sua “nana”, la sua “Polpetta” Viola ha circa un anno e mezzo.
Suddiviso in simpaticissimi capitoli dai titoli originali e divertenti, questa signora romana un po’ caciarona, come dice lei stessa, offre il fianco a possibili critiche in più di un’occasione. Magari quando si ritrova incinta e deve decidere se tenere il feto oppure abortire…? Oppure quando cerca di scappare dalla piccola nanerottola, che le ruba il sonno, oltre al divertimento di una vita giovane e movimentata che d’improvviso ha uno stop naturale…? E il suo Lui, che dice della gravidanza e delle varie vicissitudini? Simpaticissimo diario sui generis, occasione per ripensare al proprio periodo della o delle gravidanze, agli attimi che precedono il parto – al parto stesso, che chissà perché non è mai come amiche, conoscenti od ex-colleghe si sono premurate di raccontarti. E sembra sempre che la sfiga si accanisca con te, sempre parlando naturalmente di vissuto normale, non colpito da malattie tragiche. E allora il ricordo mio personale dell’anno e mezzo in cui la seconda figlia si svegliava anche 5/6 volte per notte, rendendoti uno zombie al lavoro. E facendo la considerazione che comunque la mamma è sempre la mamma da centinaia di anni – e a nulla serve parlare di parità di diritti e doveri. Quando il pupo piange la notte, nell’esperienza mia personale come dell’autrice, è sempre mamma che si alza, anche se deve andare lei stessa al lavoro. E cosa dire della donna che era l’autrice – e come lei milioni di mamme – durante e dopo la gravidanza? Questo essere sempre e comunque disponibili per i propri figli, 24 ore su 24, 7 giorni su 7! Dico qualcosa di inesatto? Il sentirsi madri imperfette se si lavora e si cerca di far combaciare l’essere donna, madre e lavoratrice – oppure il sentirsi madre poco capita se si decide di restare a casa a fare la mamma. E la donna che eravamo, dove si è nascosta? E’ scappata a gambe levate, non essendo preparata, come nessuna lo è mai, a diventare madre?, ad assumersi delle responsabilità così enormi? Oppure semplicemente sbiadisce, tra mille incombenze di madre, di donna, di lavoratrice? Un equilibrio imperfetto, sempre. Ed allora non resta che affidarci a questo spiritoso, “romanesco” ed umanissimo percorso di vita di Chiara Cecilia Santamaria: costruire la propria vita di mamma inesperta e imperfetta con le proprie mani, ciascuna la propria vita di mamma con il proprio bebè, lasciando che il percorso di vita che farà crescere il proprio figlio sia occasione di crescita personale insieme alla creatura ed occasione di nuove scoperte, per re-inventare una propria sé che contenga una scintilla di quella ragazza che siamo state. Che nel frattempo è cresciuta ed ha intrapreso un percorso meraviglioso ma al contempo irto di difficoltà fisiche e psicologiche. Ed allora che dire?

Buon viaggio!, sia a te che hai già intrapreso questo percorso, sia a te che sei ancora sulla porta.

A presto,
                             

6 commenti:

  1. Uffa! Ma perché ho letto trama e recensione. Ora mi tocca metterlo in lista nelle prossime letture. 😍

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  2. Ciao Karin,
    Eh sì, troppo carino sia x chi nn ha avuto figli, sia x chi ci sta pensando, sia x chi li ha già avuti.
    Ti fa pensare alle tue esperienze, che via via paragoni e confronti con quelle dell'autrice.
    E poi diciamoci la verità: i romani, al pari dei toscani, sono troooppo forti!
    Un libro dove ti diverti pure a leggere vicende che ti fanno riflettere ...
    Vai sicura!, ti piacerà!
    Buona serata e buon fine settimana,
    CIAO!, Marina

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  3. Non sono mamma e probabilmente non lo sarò mai per millemila motivi, ma questo libro mi sembra davvero simpatico e credo che lo leggerò prima o poi! Buon weekend anche qui Marina :-)

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    1. Ciao Nadia,
      sia come sia (e mai dire mai, l'autrice docet 😉 ), vale la pena leggerlo.
      Romanzo d'evasione, nel senso di divertente e piacevole.
      Epperò ti fa riflettere su diversi argomenti.
      Per te che nn sei ancora mom, ce n'è anche come figlia, credimi!
      Buon fine settimana, ciao!!

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  4. Ohhhh sono proprio felice che ti sia piaciuto! È stato il primo libro che recensii sul vecchio blog di Lucrezia Scali. Ero emozionantissima. E scelsi un libro azzeccato. Avevo anche partorito da poco. Lo consiglierei sempre e comunque.

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    1. Ciao Baba, hai ragione.
      Un bel diario, utile ed al con tempo simpatico e divertente.
      Si legge che è 1 piacere!!
      E come ho detto, mi ha fatto ripensare ai "miei" momenti.

      Ma pensa, nn sapevo avessi scritto sul blog di Lucrezia Scali... cavallo di razza!!
      Buon fine settimana, che il prox che è anche Pasqua ti aspettano gli straordinari, insieme all'altra fanciulla 😁

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