mercoledì 10 aprile 2019

Recensione #296 - Mani calde di Giovanna Zucca

Buongiorno carissimi e buon mercoledì. Come state? Io quasi in partenza, mi aspetta un lunghissimo weekend all'insegna del migliore hockey inline europeo, ingatti da domani ad Asiago si giocherà la Champions League ed io e la mia famiglia andremo a tifare la squadra di mio nipote, approfittandone visto che quest'anno si gioca in Italia! Prima di mettermi a tirare insieme tutte le cose della famiglia voglio però lsciarvi la recensione del libro che ho finito di leggere stanotte, durante una delle mie solite ed interminabili sessioni di allattamento! E ancora mi chiedo: ma come fa chi non legge????
Il libro in questione è Mani calde di Giovanna Zucca, edito da Fazi Editore, pag. 250.

Sinossi: Davide ha nove anni e non ne vuole sapere di andare a comprare le cose per la scuola, la mamma insiste e quel banale tragitto tra l'abitazione e il negozio si rivelerà fatale. In coma, nel sonno in cui è costretto, Davide sente e "vede" le persone distraendosi con le storie degli altri: storie di ospedale, di chiacchiere in corsia, di infermiere e lotte fra medici, come quel "dottore antipatico" che tenterà l'impossibile per salvarlo. Un legame speciale fatto di empatia e sensazioni destinate a durare si formerà fra il medico e il ragazzino: eppure il primo è un uomo schivo, scorbutico, bravissimo nel proprio lavoro ma incapace di gestire ogni genere di rapporti umani; l'altro è pieno di vita ma immobile su un letto. Una storia semplice, dall'emozionante lieto fine, è al centro di questo romanzo a più voci che dà spazio ai sentimenti e ai tanti diversi personaggi che si ritroveranno uniti di fronte alla sofferenza. Il dramma dei pazienti e del loro amore per la vita in un libro forte, tenero, poetico.

Ci sono libri che scelgono noi, che finiscono per caso sul kindle grazie al servizio gratuito Prime Reading e che poi, in una delle tante notti frammentate dal piccolo neonato che deve mangiare decidono che saranno loro la prossima lettura, emanando un richiamo che supera tutti gli altri. Questo è quello che è successo con questo libro.
Un libro non semplice se si ha un bimbo appena nato ed uno che deve compiere nove anni, perche questo libro parla di malattia, di un bimbo di 9 anni in coma dopa un incidente d'auto.
Lo so, ci sono persone che nella mia condizione non avrebbero mai letto un romanzo simile, perchè questi sono temi che fanno soffrire ma io, se un po' mi conoscete, sono diversa, li leggo proprio per ricordarmi di quanto sono fortunata, di quante  disgrazie capitino senza che uno se le aspetti e di quanto la nostra normalità debba essere non scontata!
Non conoscevo l'autrice - se non di nome - e da subito sono rimasta ammaliata dallo stile narrativo che ha deciso di adottare per questa storia. Ha creato un racconto corale, in cui la narrazione non ha mai stacchi tra le parti dedicate ai diversi personaggi. Solo quelle dedicate al piccolo Davide emergono tra tutte grazie ad una narrazione in prima persona in cui il bambino mette a conoscenza il lettore dei propri pensieri, raccontandoci cosa sente durante il coma e dandoci dei dettagli sugli altri personaggi che lui scopre ascoltandoli di nascosto.
Quello di Davide è infatti un coma vigile che gli permette di rendersi conto di quello che gli capita intorno. Mani caldi o mani fredde sono le caratteristiche principali che identificano le persone, tante, che gli gravitano attorno; questo è il primo dettaglio di cui mette a conoscenza non appena ci parla per la prima volta di un personaggio, che sia un medico, un'infermiera, un suo caro. Un dettaglio che emoziona e che sicuramente avvicina molto il lettore alle sue sensazioni.
Non ha la vista Davide, per farsi un'idea del luogo e delle persone che lo circondano e che, continuamente, lo toccano.
Un libro tenero e molto delicato che ci permette di assistere all'evoluzione dei personaggi e dei loro rapporti. Sì, perchè Davide dal suo coma riesce a stringere un legame con il "cafone" - il primario, è così che lo chiamano tutti - e questo fa crescere entrambi. Come sempre quando un adulto si trova al cospetto della saggezza di un bambino è sempre l'adulto a dover imparare qualcosa in più ed è proprio questo che accade al dottor Pier Luigi Bozzi. Primario di neurochirurgia, integerrimo ed anche parecchio stronzo con tutti i suoi sottopoati, quando si trova davanti Davide cambia, rivede in quel bambino un po' se stesso ed inizia a provare dei sentimenti che mai  nella vita avrebbe creduto di nascondere dentro di sè ed è proprio grazie a Davide e grazie al muto legame che si instaura tra i due che riesce a diventare un uomo diverso, nuovo, e riesce a fare pace con un passato difficile con cui per troppo tempo ha rimandato un confronto.
Tanti sono i personaggi che popolano le pagine di questo romanzo, se siete mai stati ricoverati sapete quante persone ci lavorano e a quanti cambi di personale si assiste in una giornata. E questo è quello che succede qui. Il luogo in cui la storia è ambianta è principalmente l'ospedale, o meglio, la stanza di terapia intensiva dove il piccolo è intubato a lottare per la vita. Conosceremo quindi le infermiere, la capo sala, i dottori, gli inservienti e non saranno per noi solo delle comparse, l'autrice è brava a creare attorno a queste persone un mondo, a raccontarci qualcosa di loro, della loro vita priva fuori dall'ospedale ma anche della loro vita tra quelle mure in cui passano gran parte delle loro giornate.
Questo è sicuramente un libro che tocca nel profondo, che fa riflettere e che non può lasciare indifferenti ma lo fa senza essere eccessivo, senza giocare sul dolore ad ogni costo anzi, l'autrice è bravissima a ponderare le parole e gli avvenimenti, creando anche dei siparietti divertenti tra i medici che stemperano la tensione e alleggeriscono il discorso che, altrimenti, avrebbe potuto essere troppo pesante.
Se vi ispira vi consiglio quindi di leggere questo libro senza paura che sia troppo forte per voi o troppo doloroso perchè in realtà quello che emerge è molto di più la voglia di vivere rispetto alla morte e alla malattia. Anche durante i momenti di aggramento della situazione, di infezioni dovute alle operazioni subite, di lacrime per una situazione che sembra non essere recuperabile l'autrice ci aiuta con il suo stile e con le sue scelte narrative a superare tutto e, spesso, a farlo anche con un sorriso.


VOTO:


2 commenti:

  1. ecco vedi io sono una di quelle che avrebbe seri problemi a leggerlo proprio perchè quando si tratta d bambini vado in crisi.
    sono però tanto felice che a te sia piaciuto

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