Comunque, torniamo a noi!
Oggi torno con una recensione, quella del libro La ragazza con la pistola di Amy Stewart edito da Baldini+Castoldi - che ringrazio per la copia - pag. 396.
"Il fatto che non fossimo sposate e non avessimo un reddito sufficiente a mantenerci per il resto dei nostri giorni era un pensiero che non lo aveva mai sfiorato quando Mamma era viva. Ma ora che lei non c'era più, era come se sentisse di averci ereditato. [...] La maggior parte degli uomini della sua età aveva una o due parenti nubili nascoste in soffitta, quindi doveva ritenere inevitabile che prima o poi avrebbe finito per averne anche lui."
Un uomo, quel Kaufmann che tutto vuole fare, tranne che curarsi degli affari affari di famiglia. Il suo maggior divertimento è quello di scorrazzare per la città con i suoi compari alla ricerca di guai.
Purtroppo, per le sorelle Kopp, uno dei suoi guai diventeranno loro.
Ma chi sono queste tre donne? Tre sorelle appunto, rimaste sole nella grande casa di campagna, dopo la morte della madre. Una di loro, Flourette, è molto più giovane delle altre, ha infatti solo diciassette anni. Tutta la loro vita fino a quel momento ruotava attorno alla fattoria e al loro rimanere il più possibile isolati dal mondo, proprio per preservare la piccola della famiglia. Ma quando i guai ti vengono a cercare, una come Constance, non può certo tirarsi indietro. Inizierà infatti una vera guerra con quell'uomo senza scrupoli ed arriverà anche ad armarsi per proteggere la sua famiglia. Una famiglia che non è perfetta e che, lo scopriremo presto, ha un segreto inconfessabile da preservare.
Donna anticonformista rispetto al tempo, con una corporatura imponente e un caratterino da far invidia anche alle donne più intraprendenti del giorno d'oggi, Contance si rivela subito la vera protagonista di questo libro.
Una donna che non è frutto della fantasia dell'autrice ma che, invece, è una donna realmente esistita su cui l'autrice ha deciso di costruire dei romanzi. Una donna che sa subito conquistare il lettore senza riserve e per cui il lettore non può che parteggiare fin da subito.
Lo stile dell'autrice è descrittivo al punto giusto, ironico, capace di ricreare agli occhi del lettore gli avvenimenti che vengono descritti. Insomma, un mix perfettamente equilibrato che tiene alta l'attenzione sin dalle prime righe e che non le permette mai di scemare.
I personaggi, prime le sorelle Kopp, ma sicuramente anche tutti gli altri, sono delineati in modo molto particolareggiato che permettono di figurarseli durante la lettura sia fisicamente che caratterialmente.
Primo della serie dedicato alle sorelle Kopp, questo romanzo ha le caratteristiche di un giallo unite alle atmosfere dei grandi classici della letteratura. Una storia che convince e che si muove all'interno di un'ambientazione ben definita, che risulta in qualche modo anch'essa protagonista. Una New York di inizio secolo con la sua immigrazione, le sue fabbriche, i suoi scioperi e le sue repressioni.
In un'epoca in cui le donne venivano considerate una mera appendice dei propri mariti, padri, fratelli, Constance Kopp, con la tenacia che le apparteneva, si ritaglia un suo posto nel mondo facendo discutere e mettendosi al centro dell'attenzione.
Insomma, probabilmente è anche un po' grazie a donne come lei se noi oggi possiamo pensare di considerarci al pari di un uomo, se ci sembra normale lavorare - e non solo badare ai figli e alla casa - avere degli interessi, vivere un'autonomia fisica ed economica che ci sembra tanto normale ma che, fino a non tantissimi anni fa era una cosa assurda anche solo da pensare.
Un libro che credo sia molto meno conosciuto di quanto meriti e che vi consiglio senza riserve. Adatto ad essere regalato sia alle donne che agli uomini e che, sono sicura, saprà conquistarvi senza riserve!
Io ho già cominciato a leggere il secondo della serie e, sono sicura, quando lo avrò finito soffrirò di sindrome da abbandono.
Lo conoscete? Lo avete letto? Fatemi sapere :)
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