venerdì 15 gennaio 2021

Letture con Marina #115 - Recensione di Le Visionaire a cura di VanderMeer

 

Buongiorno lettori, è venerdì e, come di consueto, lascio la parola a Marina e alla sua recensione.

Come in un viaggio nel tempo, torno ad uno dei miei primi amori adolescenziali che, legato ad un filo sottilissimo ma resistente, ci traghetta idealmente dal precedente libro letto la scorsa settimana, “Tokyo Tutto l’Anno” a quest’antologia, approfittando di un concetto preso a prestito da uno degli ultimi post di Imai Messina, per catapultarVi in questa unitarietà di intenti, con tematiche differenti dal ns appuntamento precedente, ma forse nemmeno tanto, come avrete modo di scoprire…


Ti
tolo: Le Visionarie
Autore: a cura di VanderMerr
Casa editrice: Nero edizioni, 2018
Pagine: 535
 
Trama: Ventinove racconti scelti dalla coppia Ann e Jeff VanderMeer ("Weird Tales", "Trilogia dell'Area X") con il meglio della narrativa fantastica declinata in chiave femminista; ventinove autrici sia classiche che contemporanee per un'antologia che proietta il presente in direzione di mondi a volte avveniristici e a volte surreali, investendo di nuova luce i meccanismi che sottendono non solo la costruzione dell'identità sessuale, ma anche il potere stesso. Coordinamento per l'edizione italiana a cura di Claudia Durastanti e Veronica Raimo. Racconti di Eleanor Arnason, Kelly Barnhill, Octavia E. Butler, Leonora Carrington, Angelica Carter, L. Timmel Duchamp, Carol Emshwiller, Kelley Eskridge, Angélica Gorodischer, Hiromi Goto, Eileen Gunn, Leena Krohn, Tanith Lee, Ursula K. Le Guin, Rose Lemberg, Pat Murphy, Nnedi Okorafor, Susan Palwick, Kit Reed, Anne Richter, Joanna Russ, Pamela Sargent, Rachel Swirsky, Vandana Singh, Karin Tidbeck, James Tiptree Jr., Catherynne M. Valente, Élisabeth Vonarburg.
 

 
RECENSIONE: 

Prendo quindi a prestito le parole del post di venerdì scorso di Imai Messina - qui- , data nella quale è uscita la mia recensione dell’ultima sua fatica editoriale – e ditemi poi che la vita non è un susseguirsi di concatenazioni, a volerle cercare - per farvi attraversare il confine della secolare ricerca nella Comprensione del Tutto (e in questo Colin Wilson docet), anche se come detto, vedrete che il significato, pur essendo diverso nell’ordito, non differisce poi tanto:
“Le coccole sono la parte migliore, quella che resta fino alla fine. Se se ne fa una abitudine, restano fino alla vecchiaia, quando il sesso se ne va e il corpo si prepara a morire. In quella fase in cui si ha bisogno comunque di amore, di corpo da spartire… Dove la mente fallisce, il corpo riporta le parole al livello elementare… Un investimento per il futuro. Per quel tempo in cui non ci sarà che quello”.
Vi sospendo momentaneamente dopo questo incisivo “lascito” settimanale della scrittrice italiana che ha fatto del Giappone il suo luogo d’elezione, per sbalzarVi nel frattempo in questa Antologia, in cui tutte le fasi della vita umana, dalla nascita, alla fanciullezza, al prendere coscienza del proprio essere, alle varie catastrofi umane sempre sull’orlo di un divenire prossimo, alle decisioni ineluttabili fino all’ultimo passaggio che ci consegna alla morte, sono presenti.

Non è da poco, in questo caso, riportare qualche notizia in merito ai coniugi Vandermeer (dal cognome più che evocativo), che non hanno semplicemente raggruppato una serie di scrittrici per creare la solita Antologia di nomi già altisonanti di proprio. Per tema di appesantire la lettura, Vi rimando sotto alle varie brevi biografie. E medesimo discorso vale per quanto riguarda le traduttrici, donne e professioniste che non sono solo semplici interpreti del pensiero di colleghe, ma che nel genere di cui traducono hanno anche scritto in prima persona, e mi riferisco ad esempio alla Raimo, Durastanti e Vallorani, tanto per citarne solo alcune, e che per tradurre i diversi racconti hanno chiamato a sè autrici, giornaliste e accademiche provenienti sia dal mondo della narrativa di genere che non.

Poter creare un’antologia che sottintende una miscellanea di autori, stili e soprattutto generi, significa adottare una rigorosa quanto brutale scrematura degli autori, per un doppio ordine di motivazioni, oltre che avere un’idea precisa del genere a cui si vuole dare vita, senza da questo poi deragliare a causa o grazie agli scrittori che si vogliono far rientrare nel proprio studio. Il problema per quanto riguarda gli scrittori, è insito nel desiderio di visibilità e quindi di capillarità e successo commerciale dell’edizione. Da una parte come non includere anche nomi famosi, qui in particolare autrici come Lee, Butler, Le Guin e Carter, nomi tanto famosi da essere conosciuti anche dai non appassionati. Con il pericolo poi di pubblicare opere già presenti in diverse altre raccolte. Dall’altra parte, essendo questa antologia un contributo ad una conversazione in costante divenire (come in prefazione specificato dai VanderMeer) deve essere anche una rigorosa ricerca relativa agli anni da prendere in esame che vanno da fine anni Sessanta del secolo scorso agli inizi del XXI secolo – e di conseguenza alle autrici che si possono o devono includere. Il tutto, giusto per sottolineare l’importanza che i curatori rivestono in un compito di capitale valore nel dar vita ad una raccolta di scritti, così eterogenea nello stile e negli argomenti.

Argomenti che vogliono ricondurre tutti ad un genere, la speculative fiction / finzione speculativa (se proprio dobbiamo tradurre i termini) femminista, che in questo periodo preso in esame vede anche la fioritura del movimento letterario noto come “New Wave”. E proprio questi due, speculative fiction e fantascienza new wave, hanno visto nel tempo coincidere interessi e curiosità. E i racconti presi qui in esame, proprio perché femministi e femminili al contempo, narrano soprattutto di donne e condizione femminile. Lo fanno in modo consapevole e il più delle volte in modo politicamente conscio: e tanto per riallacciarci a questo discorso, vale la pena ricordare che lo scritto più lontano risale al lontano 1967, e nonostante ciò il tempo non sembra aver minimamente reso anacronistico nessuno di questi racconti..

Quasi come un’ulteriore beffa, alle donne stesse, ingiustamente, è stata contestata la grande difficoltà ad uscire dal loro secolare ruolo di mogli e madri, anche nel genere fantascienza o fantasy. Di qui, quasi ne fosse una conseguenza, ma in realtà per dare maggior corpo a questa raccolta di racconti, si assiste ad un ordine non temporale, ma per argomenti. Dalla ribellione per annullamento, con il racconto “Il sonno delle piante” di Richter del 1967 e “La donna che si credeva un pianeta” di Singh del 2003. Per passare poi all’argomento della maternità vissuta come crimine, prigione e tradimento soprattutto verso sé stessa, con “Le madri di Shark Island” di Reed del 1998 o “Le Lacrime della madre” di Krohn del 2004. Non mancano poi riflessioni nel campo lavorativo, con “Strategie stabili per manager di fascia media” di Gunn del 1988. Un racconto magnifico nel suo orrore e che cambia la prospettiva in cui siamo soliti identificare i licantropi è il racconto di Susan Palwick “Jestella” del 2001, dove l’amore incondizionato di una donna-lupo per un uomo assume le sembianze della fedeltà che i cani diverse volte – immeritatamente – ci dedicano, fino al vano sacrificio finale. Uno per tutti poi, forse il solo che io non abbia pienamente compreso, non poteva che essere il racconto di Leonora Carrington con “Le mie mutandine di flanella”. O per cambiare completamente registro, tuffarci in un fantasy con lo stupendo “La regina mangia la torre” di una delle mie autrici preferite, Tanith Lee, per l’argomento alza la sottana e corri più lontana che puoi da marito e figli. Ma anche da un certo genere di uomini. Parafrasando, la consapevolezza del proprio valore, come approccio alla vita e come ribellione ed insieme sfida alla dittatoriale e secolare autorità maschile. E poi l’argomento forse più forte, la scomparsa – o meglio la cacciata, o meglio ancora lo sterminio delle donne, con i racconti “Paure” di Pamela Sargent del 1984 e soprattutto con “La soluzione della mosca” di James Tiptree Jr. (alisa Alice Bradley Sheldon) del 1977, un racconto allucinante ed angoscioso, talmente lontano dalla realtà che non ci scommetterei non possa accadere, con un binomio natura calpestata e violenza latente di cui l’uomo detiene il potere.

Insomma una trentina di autrici, tanti premi importantissimi nel genere fantascienza e fantasy in primis – generi letterari che si riconducono qui ad un tema scottante: la condizione femminile. E per chiudere il cerchio e ritornare all’apertura, tanti spunti di future mie letture di molte di queste autrici, che pur contestando il mondo così com’è perché creato per gran parte ad immagine e somiglianza dell’uomo, lo hanno fatto scrivendone con amore e sostituendo molte volte il linguaggio del corpo a quello delle parole, per raggiungere non solo la natura, ma l’anima stessa della Terra e quindi del suo creatore.

E un giorno davvero, guardando ad un passato lontano, qualcuno potrà considerare antiquato e futile il femminismo. Quando l’uguaglianza di genere sarà pacificata. Quando non ci sarà che un unico genere o meglio, quando non avrà più senso parlare di genere. Ed allora, se sapremo guardare al di là della ns realtà, vedremo quelle stesse donne che hanno lottato perché QUESTO potesse essere un giorno futuro la normalità, sorridere e lasciarci camminare per il mondo. Ed è proprio allora che noi le chiameremo così: LE VISIONARIE.

A presto




 
BREVI BIOGRAFIE dei curatori:

Ann VanderMeer ha fondato la casa editrice Buzzcity Press ed è stata direttrice di Weird Tales, la storica rivista americana dedicata all’horror e al fantastico. Per la sua attività di curatrice editoriale, è stata insignita del premio Hugo e del British Fantasy Award.

Jeff VanderMeer è autore della saga fantasy di Amebergris e della trilogia composta dai romanzi Annientamento (premio Nebula 2014), Autorità e Accettazione, pubblicati in Italia da Einaudi. Assieme a sua moglie Ann, ha curato antologie dedicate allo steampunk e al new weird, corrente di cui è sia esponente che teorico principale.

2 commenti:

  1. L'ho comprato ma credevo ci fossero anche storie di speranza o di evasione. Non pensavo fossero solo racconti di denuncia. In ogni caso lo leggerò. Ciao!

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    1. Ciao Clarke,
      a speranza ed evasione, ti dirò, non ci avevo proprio pensato... Sarà stato il tema.
      Se lo rileggi, mi serve aiuto con Le Mutandine di Flanella, che è proprio rimasto un rompicapo x me.
      Buon weekend, ciao!

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