venerdì 19 febbraio 2021

Letture con Marina #120 - Recensione di Notizie dal mondo di Paulette Jiles

Buongiorno lettori, è venerdì e, come di consueto, lascio la parola a Marina e alla sua recensione.


Libro o film? Film o libro? Questa volta partiamo da un punto di vista diverso ma non temete, non sarà una “sfida all’O.K. Corral”…


Ti
tolo: Notizie dal mondo
Autore: Paulette Jiles
Casa editrice: Neri Pozza, 2021
Pagine: 208 
Traduzione: Laura Prandino
 
Trama: Texas, 1870. All'indomani della Guerra civile, l'anziano capitano Jefferson Kidd, veterano di guerra e stampatore in pensione, si guadagna da vivere spostandosi da una città all'altra e leggendo ad alta voce i giornali per un pubblico pagante e affamato di notizie dal mondo. Un giorno, a Wichita Falls, Kidd viene avvicinato da Britt Johnson, un nero libero che fa il trasportatore. Sul suo carro c'è una bambina di una decina d'anni, vestita alla maniera Comanche con una tunica di pelle di daino con quattro file di denti d'alce cuciti sul petto. I capelli sono del colore dello zucchero d'acero, con una penna d'aquila e due piumini legati a una ciocca, e gli occhi, azzurrissimi, di una bambola di porcellana. A quanto ne sa l'agente che l'ha riscattata, si tratta di Johanna Leonberger, catturata dagli indiani quattro anni prima, quando ne aveva sei. I genitori e la sorellina più piccola sono morti nell'assalto, ma ci sono dei parenti, uno zio e una zia, a San Antonio. Per cinquanta dollari, Kidd potrebbe affrontare un viaggio di tre settimane e riportarla alla sua famiglia? Uomo d'onore, il capitano accetta, sapendo che altrimenti nessun altro aiuterà la bambina. L'incarico, tuttavia, si rivela ben più arduo del previsto. Nei quattro anni trascorsi con i Comanche, Johanna ha dimenticato la lingua materna e le buone maniere, non intende salire sul carro né mettersi le scarpe, e tenta di scappare appena se ne presenta l'occasione. Una volta avventuratisi nel deserto, in una terra ostile e crudele, popolata da ambigui e pericolosi personaggi, al capitano e alla bambina non resta che imparare a conoscersi e fidarsi l'uno dell'altra per sopravvivere. Da questo libro l'omonimo film diretto da Paul Greengrass con Tom Hanks e Helena Zengel.
 
RECENSIONE: 

Ora che ho letto il romanzo, visto che dal 10 febbraio è disponibile su Netflix, penso che mi godrò il film – anche se temo che le immagini che si sono create in me durante la lettura, come di consueto accade, subiranno una rivoluzione. E non è detto mi piacerà questo stravolgimento, nonostante il fatto che Tom Hanks mi piaccia come attore… pur se qui mi pare fisicamente troppo giovane, considerato che impersona il capitano Kidd, che ha quasi 10 anni più di lui. Ciò nonostante… vedremo. Non mi dilungherò sulle tante cose che si possono leggere sui siti specializzati nelle recensioni ai film e mi riferisco agli accostamenti del periodo post-guerra di secessione con il periodo oramai definito “trumpiano”, quanto piuttosto all’intolleranza razziale, che ricorre spesso nella storia degli uomini. Nemmeno il fatto che Tom Hanks impersoni normalmente uomini “moderni” e che qui abbia dato grande prova della sua bravura, interpretando un uomo a cavallo di due epoche nel suo primo western. Condivido invece appieno la frase “un western monumentale che aggiorna alla contemporaneità un genere oramai fuori dal tempo”…

“Il capitano Kidd era nato nel 1798, la terza guerra della sua vita era finita da cinque anni e sperava di non vederne altre”. Inizia così il romanzo di Paulette Jiles, a Wichita Falls, Texas, nell’inverno del 1870. L’idea di un uomo che attraversa le cittadine del Texas del Nord leggendo ad alta voce, durante affollate assemblee (composte per la maggioranza da uomini e quasi tutti bianchi), le “notizie dal mondo” pubblicate sui giornali americani, è nata grazie ad un amico dell’autrice, il cui trisavolo effettivamente nel 1870 leggeva per altri gli articoli di giornali pubblicati in luoghi lontani. L’autrice impiega in un primo momento questo personaggio nel suo precedente “Color of Lightning”, salvo poi ripensarci e dedicargli un romanzo a parte, “notizie dal mondo”, appunto. Mentre invece ha dovuto svolgere ricerche in internet per trovare notizie reali risalenti a quel periodo, tipo l’invenzione della macchina da scrivere, la guerra franco-prussiana e altre informazioni più curiose da far leggere al suo capitano, per la modica cifra di 10 centesimi a persona.

Diversamente dal film, nel romanzo la bimba di dieci anni Johanna/Cicala, rapita a sei anni alla sua famiglia di origine tedesca trucidata nella stessa azione dalla tribù Kiowa, viene consegnata al capitano da un suo conoscente, che di mestiere fa il trasportatore. Britt Johnson e i suoi uomini l’hanno fatta uscire dal territorio indiano, ma non possono portarla fino a Castroville, vicino a San Antonio. Ci sono cinquanta dollari d’oro che gli zii hanno consegnato, per farsi riportare la bimba. E così Cicala viene affidata al vecchio capitano, che pur essendo in dubbio se accettare, capisce che nessun altro si incaricherebbe di fare alcunchè per questa piccola selvaggia.

Da qui si dipana l’avventura di questa improbabile coppia: un vecchio di 72 anni con una bimba oramai indiana di 10 anni, che insieme dovranno attraversare il Texas per tornare ad una casa che per la bimba non significa nulla. Nel mezzo, l’America post guerra di secessione, in una situazione politica e sociale che è una polveriera sempre pronta ad esplodere. Nel mezzo, ancora, persone che li aiuteranno, ma anche uomini perversi che vogliono la bimba per traffici loschi, indiani che oramai non possono far altro se non uccidere per non morire a propria volta, banditi e una generazione di uomini e donne bigotti e che considera una bimba alla stregua di un oggetto più che di una persona, di volta in volta a seconda della convenienza.

Il capitano Kidd è un vedovo, separato dalle figlie oramai con famiglia propria e che non riescono a tornare a casa da lui. In quella casa di famiglia che il governo gli ha espropriato. E’ un uomo intelligente e profondamente onesto e rispettoso delle regole, che ha saputo reinventarsi molte volte anche se in quest’ultima guerra è dalla parte dei vinti e che sente di essere arrivato alla fine di un’epoca, di cui lui è un vetusto cimelio, seppur ancora in forma nonostante l’età avanzata. E’ oramai un uomo la cui vita, negli ultimi anni, gli appare agra e inconsistente, un po’ vana. Cicala è una bellissima bimba bionda, strappata in modo atroce ai propri cari dagli indiani, ma che ora conosce solo la vita dei Kiowa e con loro sembra aver ritrovato la serenità, tra natura, credenze e riti appartenenti ad un popolo che originariamente non era il suo. Ora viene sradicata – brutalmente – dall’unica vita che conosce. Per la seconda volta. Sembra non parlare più la lingua tedesca ed inglese, ma solo la lingua dei Kiowa. E come loro ora interpreta la vita e la natura, in profonda armonia con entrambe, ma in aperto contrasto con le abitudini, le credenze e le tradizioni dei bianchi invasori. Per poter proseguire insieme, il vecchio capitano e la piccola dovranno imparare a conoscersi e fidarsi a vicenda, perché ciò che li aspetta è un lungo viaggio, irto di difficoltà e pericoli mortali.

Romanzo molto coinvolgente, è stato altresì impossibile per me non pensare, mentre leggevo della pericolosa traversata da Wichita Falls a San Antonio, al film “Sentieri selvaggi” di John Ford, dove un John Wayne vaga per anni alla ricerca di sua nipote, rapita anche lei dai pellerossa. Un film duro, che anche nel finale non concede non dico l’happy ending, ma quanto meno un sentimento di serena soddisfazione. Così come in questo romanzo, soprattutto ripensando alla situazione delle persone “rapite” da una parte e dall’altra e costrette a vivere una vita alternativa, in una società che non è la propria e che porta con sé violenze e stravolgimenti inimmaginabili.

Stupendi i panorami ed i territori che vengono descritti con amore e perizia dall’autrice, al pari delle varie razze di cavalli, che evidentemente conosce bene di prima mano. Interessante anche a livello storico la descrizione di questa parte di America anche se ora, a ben pensarci, gli indiani sono sempre presenti nel romanzo, ma in realtà gli incontri con loro sono rarissimi, se non raccontati come vicende passate.

Non so come sarà il film che devo ancora vedere, ma il romanzo è anche e soprattutto, oltre alla speranza di future riconciliazioni tra popoli di culture molto diverse, anche la storia di una commovente amicizia dove l’onore e la fiducia, al di là delle differenze di base, possono fare la differenza per una società equa ed empatica. Una storia che ci narra di un’epopea che non ritornerà ma che splendidi romanzi come questo potranno farci intuire, riscoprendo al contempo la gioia della libertà, di solidali e disinteressati rapporti umani e di una natura incontaminata. Incontaminata anche e soprattutto a dispetto della mano dell’uomo.
 
A presto




 

4 commenti:

  1. Bellissima recensione come sempre. Molto approfondita anche...mentre leggevo pensavo spesso ai film Western che mi faceva vedere mio papà. Ciao da Lea

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  2. Ehilà ciao!
    Romanzo molto bello... e resto sempre in dubbio poi se vedere il film...Ci penserò!
    Pensiero in comune! 😉
    Ciao Marina

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  3. Mmm... se mi dici così però, preferisco non tentare la sorte e restare con le belle immagini che mi ha procurato il libro!

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