mercoledì 31 marzo 2021

Letture con Marina #127 - Recensione di I re della truffa di Sara Paretsky

Buongiorno lettori, non ci siamo rimbambite, sappiamo che non è venerdì ma... sorpresaaaaaaaaa| Torna Marina con la sua recensione.


40 anni sulle spalle e non sentirli, se non per l’enorme passo avanti che la tecnologia ha fatto dagli anni Ottanta del secolo scorso. Una detective hard-boiled, che incatena dalla prima all’ultima pagina, nonostante questo sia il primo romanzo della Paretsky:


Ti
tolo: I re della truffa
Autore: Sara Paretsky
Casa editrice: Minimum fax, 2020
Pagine: 336
Traduzione: Luca Briasco

Trama: Figlia di un poliziotto polacco e di una donna italiana, V.I. Warshawski ha una piccola agenzia di investigazioni nel cuore di Chicago. Quando un certo John Thayer la contatta per ritrovare la fidanzata del figlio Peter, Warshawski crede di trovarsi davanti a un caso facile, da sbrigare in un paio di giorni. Ma le bastano poche ore di lavoro per trovare Peter assassinato, scoprire che l’uomo che l’ha ingaggiata non si chiama John Thayer e che dietro l’omicidio c’è un sindacalista poco pulito, una compagnia di assicurazioni compiacente e un gangster che non esita a farla aggredire e pestare per impedirle di ficcare il naso dove non dovrebbe. In questo romanzo del 1982, Sara Paretsky inventa un personaggio irresistibile, erede al femminile dei grandi detective hard boiled Sam Spade e Philip Marlowe. Dura e ostinata, sarcastica e pronta a tutto pur di arrivare alla verità, circondata da uomini che, decisi a proteggerla, spesso finiscono per metterla in guai ancora peggiori, Warshawski percorre senza sosta le strade di una città spietata e crudele, amandola e odiandola ogni giorno di più.
 
RECENSIONE:   


Uscito nella prima metà degli anni Ottanta del secolo scorso, “I re della truffa” è il primo romanzo di Sara Paretsky con protagonista V.I. Warshawski, forse la prima detective hard-boiled, nata dalla necessità della sua autrice di creare una donna diversa, che non avesse le solite caratteristiche che fino a quel momento grossi autori del calibro di Raymond Chandler e di Dashiell Hammet, due fra i più famosi, avevano dato alla figura femminile. Esemplare l’esclamazione di Jessica Rabbit: “Io non sono cattiva. E’ che mi disegnano così…” Nello specifico, come puntualizza la Paretsky nella sua introduzione al volume per i festeggiamenti del trentennale della sua eroina, “più leggevo i vari Chandler, Hammet, i due McDonald, McGee, Archer e Woolrich, più i personaggi femminili mi mettevano a disagio. A crearmi problemi era il modo in cui la sessualità delle donne dettava la loro capacità di agire e le loro facoltà di giudizio”.

Victoria Iphigenia Warshawski, Vic, orfana di padre poliziotto polacco e di madre italiana appassionata d’opera, nasce in una grigia giornata di ottobre a Chicago, durante una riunione della Paretsky con l’allora suo capo: “non poteva far altro che assentire alle peggiori ovvietà che uscivano dalla bocca di Fred, ma dentro di sé, o meglio sopra di sé, un immaginario fumetto si riempiva di frasi irripetibili”. Fu in quel momento che le apparve V.I. Warshawski.

Le donne letterarie che l’autrice conosce, divorando e lasciandosi conquistare dal noir americano, sono le Eva nei panni ad esempio di Carmen Sternwood de “Il Grande Sonno”, che cercano di tentare il grande Marlowe, che però è troppo tosto per cedere alle loro lusinghe. Oppure le Effie Perrine, segretaria di Sam Spade ne “Il Falcone Maltese”, le così dette Brave Ragazze del noir, donne asessuate e non predatrici.

Ma Sara Paretsky vuole creare un diverso tipo di donna. E mentre tenta per otto anni di creare la sua donna ideale, Carolyn Heilburn pubblica il suo primo giallo con Kate Fansler, P.D. James scrive “un lavoro inadatto ad una donna” e Michael Lewin appare sulla scena con Albert Samson, “un detective privato molto meno duro e molto più empatico dei suoi predecessori”. E Sara capisce che c’è finalmente anche lo spazio per una detective donna che possa operare in un mondo tipicamente noir, in una città dura come Chicago.

Ciò nonostante è proprio alla grande letteratura noir e hard-boiled degli anni Trenta cui dobbiamo fare riferimento per comprendere le radici e i modelli di riferimento cui attinge questa autrice, che a seguito di copiose ed appassionate letture farà totalmente suo questo genere, pur apportandogli connotazioni completamente nuove.

Ed è qui che l’autrice anche nel titolo rende liberamente omaggio ai suoi predecessori, attingendo ad uno dei re del noir, James M. Cain, e al suo “Double Indemnity”/La fiamma del peccato”, trasposto per il cinema da Billy Wilder.

Questa presentazione ci porta quindi a percorrere in lungo ed in largo le strade di una città spietata e che nonostante sia lontana decenni dall’età del Proibizionismo e dei gangster, non ha perso nulla della sua ferocia e dove V.I. Warshawski opera come detective. Non grandissimi casi, salvo forse uno cui si accenna nel corso del romanzo, ma una determinazione a proseguire con questo lavoro duro, che la porterà a cavalcare questa avventura dove si troverà a lottare contro il sindacato più potente di Chicago, contro una grossa compagnia di assicurazioni ed una banca. Gli interessi in gioco sono molti, tanto che qualcuno ad un certo punto assolda un gangster che non esiterà a picchiarla duramente per convincerla a farsi da parte.

E sarà proprio il desiderio del tutto femminile di volere una vita privata soddisfacente insieme ad un lavoro tosto che farà correre il pericolo maggiore a Vic, che con la collaborazione di ex scampati dalla Seconda Guerra Mondiale, ragazzine ricche ma moralmente sane, giornalisti scaltri ma che fanno del proprio mestiere uno stile di vita e una missione, che la Warshawski porterà a casa il primo ed importante risultato utile per la sua carriera, tra morti, rapimenti, pestaggi ed inseguimenti in giro per un’afosa, umida e pericolosa Chicago in gran spolvero noir.

Ed è così che Sara Paretsky immagina e poi crea la sua eroina, la donna ideale in quegli oramai lontani anni Ottanta: non una Marlowe in gonnella, ma una donna che somigli di più a lei e alle sue amiche, perché fa un lavoro che non è esistito per le donne in precedenza. Costretta ad affrontare i problemi reali delle consorelle, pioniere in determinati settori prettamente maschili. Una donna che non verrà mai a patti con i vari Fred di questo mondo. Una donna a cui non importa cosa gli altri pensano di lei e che non deve preoccuparsi di venire licenziata, perché autonoma ed artefice del suo destino.

Sara Paretsky è considerata dalla critica una delle più grandi autrici di polizieschi. Fondatrice ed animatrice di “Sisters in Crime”, un’organizzazione che promuove le donne che scrivono romanzi mistery, la Paretsky ha vinto tutti i premi più importanti riservati alla narrativa di genere negli Stati Uniti ed in Gran Bretagna.


A presto




 

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