Buongiorno lettori, e buon inizio settimana. Oggi vi parlo di Una felicità semplice, di Sara Rattaro, edito da Sperling & Kupfer, pag. 243.
"Non vi basterà una vita per capire l'amore. Non importerà il numero delle volte che ne parlerete o ne sentirete parlare. Non avranno peso le volte in cui vi verrà promesso o assicurato. Non riguarderà un calcolo o il tempo che avrete speso per poterlo capire, concretizzare, spiegare. L'amore sarà l'unica cosa che non dovrete conquistare mai, perché, che qualcuno vi ami e lo faccia per quello che siete, per voi sarà sempre un mistero anche quando sarete certi di non esservelo meritato."
In questo nuovo lavoro Sara Rattaro ci fa riflettere: dopo quanto tempo dalla perdita di qualcuno è giusto rifarsi una vita? Quando il senso di colpa nell'essere i sopravvissuti smette di dilaniare chi rimane? Come aiutare una figlia a superare una perdita quando noi stessi non siamo in grado di farlo? Come non ricadere negli stessi errori nonostante l'esperienza e il passare degli anni? Questo e molto altro in poco meno di 250 pagine che ci raccontano due vite: quella di Cristina prima di Andrea e quella di Cristina dopo Andrea.
Un libro che ci parla di malattia, di morte, di elaborazione del lutto e di rinascita.
Cristina e Andrea sono una coppia affiatata. La loro vita è colorata da un amore profondo, da una famiglia perfetta, da due carriere avviate e appaganti finché nella loro vita il colore scompare ed arriva il nero. Il nero di una malattia che non lascia scampo, che oltre a decretare l'imminente fine di una vita, decreta anche la fine di quella vita perfetta.
Cristina e la figlia Sofia devono fare i conti con il dolore più grande, si ritrovano sole, ognuna privata della propria metà della mela: Andrea, un marito e un padre perfetto.
Tutto cambia. Cambia nella vita di ognuna di loro ma cambia anche nel loro rapporto, perché è più facile incolpare qualcuno che vivere un dolore così grande. È più facile chiudersi in una stanza e credere di non essere abbastanza per sé stessi, figuriamoci per qualcun altro.
Questo libro racconta, come sempre quando ci di trova davanti alla penna di Sara, una storia come potrebbero essercene tante, una di quelle che ognuno di noi potrebbe provare sulla propria pelle. Ci racconta il prima, devastato da una grande sofferenza, e ci racconta il dopo, quel momento in cui la sofferenza non passa ma ci si riesce a convivere, quando una nuova luce fa capolino dopo un dolore talmente grande da aver pensato che niente avrebbe più potuto portare felicità. E invece pian piano succede. I ricordi non vengono cancellati, ma nuovi ricordi e nuove emozioni riportano colore in una vita che per troppo tempo non è stata vissuta. Perché lasciar andare qualcuno (che sia dopo un lutto ma anche dopo una separazione o un allontanamento) significa anche riappropriarsi del proprio io come singola persona, cercare di nuovo la propria strada e magari rendersi conto che quella che si è percorsa fino a quel momento era la storia di qualcun altro, fatta di sogni e di aspettative di qualcun altro.
Un romanzo che ci regala emozioni profonde, frutto dei comportamenti di una donna che pian piano riprende in mano la sua vita, frutto dell'elaborazione di un lutto a cui il lettore assiste pagina dopo pagina, ritrovando la vera Cristina, quella che si era assopita e che viveva dietro miraggi che le davano un po' di conforto, ma che non le permettevano di vivere veramente.
Il libro è suddiviso in parti che ci raccontano gli anni bui del passato alternati a quelli del presente, ed è sempre Cristina a raccontarci la sua storia, in prima persona, mettendo a nudo sé stessa, i propri errori, le proprie emozioni, i propri pensieri. E mentre la vita del presente di Cristina evolve, l'autrice ci racconta anche quello che l'ha fatta diventare la donna che è, ce ne mostra ogni dettaglio e ci fa entrare a pieno nella storia che ci viene narrata, permettendoci di provare le emozioni che Cristina vive perché, se conoscete l'autrice lo sapete bene, la sua più grande caratteristica è quella di travolgere di emozioni i lettori, con le sue storie che non sono storie particolarmente ricercate come contenuti ma che sono invece storie comuni, a cui lei sa dare quel guizzo in più per toccare i lettori nel profondo.
E lo so che probabilmente questa è una recensione senza capo né coda perché sto andando a sensazioni ma, consentitemelo, con Sara Rattaro questo è ciò che ogni volta mi succede, vengo trascinata in un altro mondo, in cui il mio essere una lettrice cerebrale viene spazzato via dal cuore, che con lei sovrasta ogni mio altro organo portandomi in un'altra dimensione.
E non pensate che in questo romanzo ci sia solo dolore perché, credetemi, nonostante i temi forti che affronta io ci ho trovato una grande, grandissima positività, un messaggio di speranza e di resilienza che in pochi avrebbero potuto trasmettere parlando di morte.
Come sempre vi dico che con i suoi libri forse sono di parte, perché quando un libro mi fa spegnere tutti i ragionamenti che normalmente il mio cervello fa leggendo è perché quel libro è andato oltre ed io non posso essere imparziale.
Quello che posso dirvi è che se vi piace l'autrice non resterete delusi, se invece non amate l'autrice vi posso dire che - e dal mio punto di vista aggiungerei fortunatamente - in questo nuovo lavoro troverete la Sara di sempre quindi no, passate oltre.
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