venerdì 12 novembre 2021

Letture con Marina #153 - Recensione di Dialoghi impossibili di Nicolò Targhetta

Buongiorno lettori, come state? È venerdì e venerdì significa: Marina!!! Vi lascio, come ogni settimana, ad una delle sue recensioni.


Come si diceva il mese scorso… desiderio di leggere millemila libri nell’arco di un solo mese? Necessità di cambiare genere per mantenere desta la curiosità e quindi la voglia di leggere? Allora Nicolo’ Targhetta fa al caso mio e vostro – e se lo desiderate, potete leggerlo a puntate anche sui social. Buona lettura!



    
     Ti
tolo: Dialoghi impossibili
AutoreNicolò Targhetta
Casa editrice: Longanesi, 2021
Pagine: 256

Trama: "Ciao, sono il risvolto del libro. Mi usano per spiegarti in 1500 caratteri (o anche meno) perché dovresti comprarlo. Allora io mi metto qua e comincio col solito repertorio. E blatero in carattere otto di «storie corrosive», di «finali spiazzanti» o, che dio mi perdoni, «di un autore istrionico che non finisce mai di stupirci». Non è certo il lavoro dei sogni. Io avrei voluto essere altro. Non dico un romanzo, ma almeno un saggio breve, un dizionario dei sinonimi, una tesi di laurea. Al limite una multa. Ma questo lavoro di portineria… questo proprio no. Va bene, vuoi che ti dica perché devi comprarlo? Ma scusa, come faccio a saperlo? Che ne so io cosa cerchi in un libro, come ti stanno andando le cose o se in queste duecento pagine c'è o meno la frase capace di farti uscire da una brutta settimana? L'autore è un tizio che ha scritto 27 storielle minuscole sulla Storia maiuscola, fossi in te non mi farei illusioni. Però. Però una cosa posso dirtela senza vendertela. È la prima volta che mi lasciano parlare. Che mi lasciano essere me, il risvolto del libro. Ora, magari non vuol dire niente. O magari invece è un segno del fatto che in questo libro, dove la storia è una lunga cinica sequenza di errori ripetuti e lezioni dimenticate, tutti, anche quelli più bistrattati, hanno avuto la possibilità di dire la loro e raccontarsi in modo diverso che altrove. Ecco, questo te lo posso dire. A questo ci credo. Comunque, fossi in te, guarderei le stelline. Oppure chiederei a un commesso."

 

RECENSIONE:   


Chi segue Nicolò Targhetta in FB forse un po’ si rovina il piacere di leggere questa originale e divertentissima cavalcata attraverso i secoli ed i personaggi. Ma forse anche no, visto il mix di verve, inventiva, ironia e comicità che fuoriesce dai suo scritti! Del resto è impossibile smettere di leggerlo una volta “incontrato”, perché attenzione, dà assuefazione. E non importa se degli argomenti che sottilmente tratta non si è d’accordo in parte o completamente. Purchè lo si faccia con testa ed educazione di base, ci si può divertire, ragionare e discutere, qualsiasi sia il nostro schieramento, qualsiasi sia il nostro credo.

Non ricordo onestamente come sono arrivata a quest’artista. Ho iniziato a seguire la sua pagina in FB, aspettando i vari dialoghi che mette in scena. E poi via, si aspetta sempre, con curiosità, cosa si inventerà la volta successiva.

Per inciso, il Targhetta ha aperto la pagina FB “Non è successo niente” nel 2018, con l’intento di scrivere una storia al giorno per un anno intero…

Longanesi qui raccoglie una serie di avventure che durano lo spazio di una manciata di pagine ciascuna, in cui i protagonisti, che sono in qualche modo tutti personaggi storici, ci raccontano e si raccontano tra di loro la storia del mondo, con intelligenza, sagacia e tanta, ma tanta ironia che sfocia nel comico.

Mosè, Socrate, Ulisse, Dante e Virgilio, Giovanna d’Arco, Gutemberg, Shakespeare, Hitler, Warhol, Marylin, organismi unicellulari e protozoi, Achille e Agamennone, Bruto e Cassio, Gandhi, Cleopatra, Margaret Tatcher, Coco Chanel, Giuda…

Un modo diverso e con l’umorismo di base per guardare la realtà sotto punti di vista inusuali, o quantomeno da prospettive sicuramente singolari ed inaspettate, che al di là del divertente spasso, ci consentono di riflettere su tematiche dibattute costantemente e che proprio per questo sembrano oramai temi superati, anche se in realtà superati e soprattutto risolti non lo sono proprio per nulla.

E così ci ritroviamo ad osservare una Cleopatra in compagnia della Tatcher e di Coco e di Frida che si dibatte tra quote rosa, in una situazione non dissimile da quanto deve affrontare una Giovanna d’Arco costretta, nonostante il suo indiscusso valore, ad essere soverchiata da un maschilismo dilagante che la costringe al solito ruolo di cameriera o nume tutelare della femminilità più bieca in un ufficio di maschi nullafacenti, così come una serie di filosofi dell’antica Grecia che fanno fare un giro di giostra ad un ignaro cliente che avrebbe voluto acquistare semplicemente un hamburger. E qui, per gli appassionati cultori del genere, viene subito in mente asterix ed obelix in una parodia degli uffici pubblici italiani… O la frenesia dei giorni nostri ed il plagio da parte di individui che fanno del “lecchinaggio” un’arte che porta guadagno senza alcuna particolare bravura o arte. O un Gutemberg che trasforma una delle invenzioni più eccezionali di tutti i tempi in una gragnuola delle attuali inutilità dei giorni nostri. Egli infatti a Magonza, appena “inventata” la tecnica della stampa moderna in Europa, ne discute con Fust, orafo e tipografo, suo stesso finanziatore, creando delle aberranti prime stampe, tipo: “Fai il test per scoprire che personaggio Disney sei”, “Dieci cose che non sapevi sul Margravio del Brandeburgo” (per agganciare il lettore e fornirgli notizie brevi e sfiziose, magari nemmeno completamente veritiere), “La top 10 delle ballate da taverna preferite dal re di Boemia” (dove si mischia l’alto e il basso, avvicinando quindi il potere al popolino, tanto per stuzzicarne la mera curiosità)… E poi ancora notizie di cui già tutti parlano e che sono argomenti caldi, dove si invita il lettore – sempre anonimo – a commentare. Per partecipare alla discussione, anche se non si ha in fondo niente da dire di intelligente.

E così via, in una girandola indiavolata che non risparmia nessuno.

Un purtroppo eccessivo smilzo libro, che finisce assai presto e che tra le altre ci sottolinea quanto ultimamente la gente voglia sempre dire la sua, anche se a sproposito, con ignoranza e violenta tracotanza. Perché “tanto, dai, cosa vuoi che ci sia di brutto in una grande massa continuamente invitata a dire la sua e contemporaneamente disabituata ad informarsi?”

Ecco, forse anche su questo punto dovremmo fermarci a riflettere.

Perché come dice il Targhetta ad inizio libro nella dedica: “Ad Alessandro Barbero, con tante scuse”.

A presto




 

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